lunedì 12 luglio 2021

Luglio 2021: tempo di un paio di giorni sulle Dolomiti

Un paio di giri sulle Dolomiti sono quanto di più desiderabile e desiderato, anche perchè per via della pandemia manco da molto tempo da quei luoghi meravigliosi.

1 giorno: Val d'Adige, Valsugana, Fiera di Primiero e Passo Rolle

Arrivato dalla Valsugana di gran carriera, con grandi rallentamenti sulla A4 tra Bergamo e Sommacampagna, sono risalito lungo la sponda occidentale dell'Adige fino ad oltre Trento. Si guida fino in fondo alla circonvallazione, superando anche Lavis e la deviazione per la Val di Cembra e la strada si trasforma nella SS47 della Valsugana. Per fortuna lungo l'Adige e in Valsugana poco traffico. Mangio un boccone prima di prendere la strada che sale verso Fiera di Primiero. Mentre sono fermo do anche un'occhiata alla mappa del Touring e decido di andare su per il passo Rolle. Una cervellotica deviazione nel piccolo centro abitato di San Martino di Castrozza fa quasi passare la voglia di proseguire ma, a parte questo, la strada è praticamente sgombra e un po' mi sorprende la gran folla che trovo in cima al passo.

Giusto il tempo di uno scatto e decido di tornare giù. Scambio qualche messaggio con Fabio: anche loro sono in arrivo a Fiera di Primiero. Li attendo pazientemente in un distributore all'ingresso del paese. Arrivano dopo una mezzoretta: Fabio e Monica col GS e Luca e Martina con la nuova Tiger 900 Rally Pro. Grandi abbracci: soprattutto con Luca e Martina non ci vedevamo da una vita! La tentazione sarebbe di un aperitivo in paese, ma alla fine decidiamo di raggiungere il rifugio e di metterci comodi. Prendiamo una strada molto stretta, che si inerpica nei prati verso Transacqua, finchè un'ultima, breve rampa sterrata ci porta a destinazione. Posto incredibile! Siamo circondati da montagne stupende e immersi nel verde dei prati, con i boschi tutto intorno!


Parcheggiamo le moto nell'ampio spazio antistante il rifugio.. 


Finalmente è il momento dell'aperitivo! Luca se la gode decisamente..

..del resto, in un contesto del genere è inevitabile stare bene!

Alla sera, visto che è fresco, finisce che si ha bisogno di scaldarsi e anche di digerire l'ottima cena: l'allorino fa il suo lavoro!

2 giorno: Lago di Calàita, Val Vanòi, Rifugio Refavàie, Cicòna

Giro Lago Calàita, Refavàie e Cicona

Al mattino il cielo è un po' coperto: deve essere anche scesa qualche goccia di pioggia. Il panorama resta comunque affascinante!

Dopo una bella colazione, ci muoviamo con calma. A valle di Fiera di Primiero ci inerpichiamo per alcune stradine secondarie, un po' impegnative visto il peso dei mezzi che guidiamo. Attraversiamo il piccolo villaggio di Imèr e poi quello di Gobbera e, dopo un piccolo cimitero, svoltiamo a destra lasciando la SP79 per la SP239 del Lago di Calàita. La strada sale tra i boschi, a destra e a sinistra alcunui masi, di tanto in tanto; l'ultimo tratto vede il diradarsi degli alberi e gli ultimi tornanti portano al termine della strada, chiusa da una sbarra che preclude l'accesso al rifugio sulla sommità. Per fortuna siamo in moto ed aggirare la sbarra non è un problema. Lo spettacolo del lago di Calàita con le Pale di S. Martino, sullo sfondo, velate dalle nuvole è meraviglioso.

Torniamo a valle con questa meraviglia negli occhi e raggiungiamo Canal San Bovo. Poi in direzione di Refavàie, in Val Vanòi. La strada termina al rifugio: da qui parte un sentiero per escursionisti. Il torrente Vanòi scende con delle fresche rapide verso valle.

Ci godiamo il fresco, all'ombra.

Tornando indietro Fabio ci fa scendere verso il torrente, nei pressi di un ponte che è quasi al livello dell'acqua. Consente il passaggio da una sponda all'altra, ma solo quando il meteo non lascia temere condizioni critiche che possano generare alluvioni o esondazioni. E' una bella occasione per portarci le moto e scattare qualche foto.

Benzina a Canal S. Bovo e arriviamo a Cicòna, dove Andrea e Norina fanno gli onori di casa. Svaccati sul prato che Andrea ha rasato, ci si gode il meraviglioso panorama sorseggiando qualche spritz accompagnato da formaggi e speck: che paradiso!

Poco lontano una famiglia di cervi pascola paciosamente nel prato. Non sono per nulla intimiditi dalla nostra presenza e si lasciano avvicinare senza timore.

Dopo qualche ora passata in ottima compagnia, con Andrea e Norina ospiti squisiti, purtroppo arriva il momento di tornare a valle. La Stelvio evidentemente si trova bene qui, al punto da fare qualche capriccetto per ripartire. Il motore si accende, ma non si illuminano nè il quadro, nè le luci, nè le frecce. Alla fine comunque si tratta forse qulche contatto sballato: dopo un ultimo giro di chiave tutto torna a posto e possiamo avviarci. Scendiamo prima verso Fonzaso e poi verso Quero/Vas, costeggiando il Piave lungo la SR348. Nei pressi di Quero attraversiamo il Piave passando su un ponte che ha la carreggiata fatta da assi di legno! 

Visto il caldo che c'è a valle, cerchiamo il refrigerio risalendo un po' in collina: Fabio ci guida attraverso le colline di Valdobbiadene e Pianezze, coperte da chilometri e chilometri di vigneti: un vero spettacolo! Scendiamo a valle nei pressi di Combai e poi, dopo una breve sosta, ci separiamo. 

E' stato un grande fine settimana in posti fantastici, dove al piacere di andare in moto si è unito il piacere di stare in ottima compagnia: speriamo che presto ci sia di nuovo occasione.

Per la cronaca, in serata la nazionale italiana di calcio ha vinto il titolo europeo superando i padroni di casa dell'Inghilterra.

3 giorno:

MOENA-CAREZZA-VALGARDENA-CORTINA

Alle 8 al bar ci troviamo per colazione. Moreno col suo GS1150 e Cesco in sella alla Triumph Bonneville T120 che era di Moreno. Non vedevo Cesco da una vita: sono proprio contento che oggi ci sia anche lui!

Fa già caldo e l'uscita da Treviso è abbastanza laboriosa, per via dell'intenso traffico. Comunque finalmente troviamo un po' di refrigerio appena cominciamo a guidare "allegri" verso Quero/Vas sulla SR348 Feltrina. Poi passiamo il Piave sulla SS50 del Grappa e del Rolle e saliamo verso Sedico, Mas e Agordo percorrendo la SR203. Da Cencenighe Agordino attacca la salita del Passo S. Pellegrino. Lunghissima e con diversi tornanti, anche impegnativi. Di tanto in tanto qualche mezzo più lento o dei lavori in corso ci rallentano, ma alla fine lo spettacolo che si apre in cima al passo riempie gli occhi e i polmoni.


Scendiamo verso Moena e la val di Fassa e da Vigo prendiamo a sinistra per salire verso il Passo Costalunga. Troviamo un po' di auto lente, ma in compenso ci muoviamo all'ombra del massiccio del Catinaccio, che è quanto di più dolomitico si possa immaginare. Poco dopo aver superato il Passo di Costalunga, accostiamo. Due chiacchiere e decidiamo di andare a destra, verso il Passo Nigra. Prima, però, risaliamo in sella per scendere a sinistra, dove, dopo pochi tornanti, si apre alla nostra vista il Lago di Carezza.

I colori sono incredibili e altrettanto suggestivo è il riflesso nelle acque di questa gemma del massiccio del Latemar, sullo sfondo. L'area circostante è stata duramente colpita dal passaggio della tempesta Vaia, nell'ottobre del 2018: vaste aree di foresta sono state letteralmente abbattute e sradicate dalla violenza dei venti. In tutta questa devastazione il lago è divenuto maggiormente visibile dalla strada: in precedenza era possibile solo intravvederlo. La mia sensazione, tuttavia, è che prendendo a pretesto una risistemazione dell'area, si sia colta l'occasione per spianare parcheggi e creare altri spazi per consentire lo sfruttamento turistico della zona. 

Un solerte sorvegliante del traffico ci invita a spostarci dal lato della strada: facciamo perciò inversione e risaliamo verso il bivio dove prima avevamo sostato, per andare verso il passo Nigra. Procedendo lungo la strada, siamo sempre all'ombra del Catinaccio, alla nostra destra: anche in questo tratto fervono lavori di risistemazione a parcheggio di diverse zone, soprattutto nei pressi di alcuni impianti di risalita. Mentre scendiamo verso Tires, nello specchietto si vede benissimo il Catinaccio che domina sui verdissimi prati: fantastico. Ogni volta che passo di qua mi fermo a scattare una foto: solo che stavolta, essendo in discesa, diventa complicato fermare la moto. 

Proseguiamo verso valle e raggiungiamo Fiè allo Sciliar passando per una strada secondaria, abbastanza imboscata, che però costeggia il castello di Prosels (..in italiano: Presule..), conservato perfettamente. Benzina e ci avviamo a risalire la Valle Isarco, all'ombra dell'Alpe di Siusi, passando per Castelrotto e Ortisei, passando sulla SP64 per il Passo Pinei.

 

Posti bellissimi, che ogni volta catturano per la maestosità dei monti, la vividezza del colore dei prati, le caratteristiche strutture con i tetti spioventi, sempre ornate di fiori. Comunque un certo languore si fa sentire: come sempre, poichè resistiamo a tutto, ma non alle tentazioni, troviamo un ristorante a Selva di Val Gardena e ci "attavoliamo". Solito pranzo "frugale", questa volta costituito da 3 canederli e qualche formaggio locale: si faranno sentire sulla via dl ritorno!

Alla fine, tra una chiacchiera e l'altra, abbiamo trascorso un'oretta. Riprendiamo il nostro giro verso la Val Badia: prima Corvara, poi La Villa, dove si potrebbe salire verso San Vigilio e la Val Pusteria, ma il giro diventerebbe troppo lungo. Decidiamo quindi di andare verso destra, in direzione di Cortina. Che bellezza la salita verso il Passo Valparola e il Passo Falzarego: cielo coperto e temperatura decisamente fresca: ci voleva proprio!!! La strada scorre leggera, le curve si snodano una dopo l'altra in modo naturale e diventa la cosa più normale del mondo cercare di fare la successiva sempre meglio di quella precedente, pennellando e dosando il gas in modo da percepire il motore che gira al regime giusto. E' una sensazione bellissima.

Prima di raggiungere Cortina sfiliamo altri passi "minori", poi la "perla delle Dolomiti" ci accoglie con un gran traffico congestionato: dal piacere della guida si passa allo stress. Ed in effetti, da quel momento in avanti, la SS51 "Alemagna" è totalmente o quasi trafficatissima, anche a causa di numerosi cantieri aperti per via dei Giochi Olimpici del 2026. Inoltre anche il traffico di mezzi pesanti è notevole e contribuisce a rendere complicato sorpassare, anche se si è in moto. Ci perdiamo un po' di vista, ma conosciamo la direzione da prendere e quindi seguitiamo a viaggiare fino a Longarone. Qui facciamo il punto della situazione e, viste le code lunghissime, decidiamo di rientrare prendendo l'autostrada fino a Treviso nord. Anche in autostrada ci sono parecchi lavori che impongono il cambio di corsia.

Dopo l'intera giornata in sella, ci meritiamo qualche spritz: anche Lorenzo che abita in zona si aggrega per l'occasione. La serata si conclude con una bella cena a base di pesce. E la fortuna mi consente anche di provare (...ed apprezzare tantissimo!!!!) i bògoi: che prelibatezza!!!

Grazie a Moreno e Cesco che hanno girato con me in questa gran giornata: ci siamo proprio levati una bella voglia di km in posti fanstastici e con la giusta compagnia! Spero proprio che queste occasioni tornino a moltiplicarsi, come era in passato.

La mia Stelvio? Una meraviglia!!! Sono un po' fuori chilometraggio per il tagliando, ma gira che è un orologio!!! Alla fine siamo arrivati a 122.000 km.


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