domenica 29 ottobre 2017

Monferrato e Alassio per chiudere Ottobre

Stanotte è tornata l'ora solare: lancette indietro di 1 ora e si dorme di più.
Sempre a patto di voler dormire! Io preferisco partire alle 8.30 diretto ad Alessandria Sud per trovarmi con Nessuno13.
Lui conosce a menadito le colline del Monferrato verso Acqui Terme e Nizza.
Proprio grazie a lui ci inoltriamo verso Gamalero e Borgoratto, per poi "perderci" nei saliscendi per stradine di campagna, gironzolando per una viabilità secondaria per traffico, ma assolutamente primaria per spettacoli naturali.
I colori caldi dell'autunno la fanno da padroni: i gialli, i rossi, gli arancioni.


I vigneti ricoprono le colline come un morbido tappeto.



Del resto siamo al cospetto di scenari che sono stati annoverati dall'UNESCO come patrimonio mondiale.
Proseguiamo passando da Ricaldone, Alice Bel Colle, Bistagno, e poi si va verso Cairo Montenotte. Di qui a destra verso Bormida. Sosta di una mezzoretta per una focaccia e una birra al baretto nei pressi del laghetto per la pesca sportiva.


Il sole caldo alza la temperatura, rispetto ai 7 gradi che c'erano stamane alla partenza. Siamo intorno ai 20 °C, tutti da godere.


Saremmo quasi tentati di restare!!!


Ma abbiamo appuntamento con Ratman in cima al Colle del Melogno per mezzogiorno. Man mano che saliamo attraverso il bosco, il cielo si copre di nuvole: in cima c'è una densa foschia, dalla quale sbuca il muro del forte. Passiamo sotto l'arco e ci troviamo con Ratman nel piazzale.


Saluti di rito e poi intraprendiamo la lunga discesa verso il mare. Bei tornanti e strada in buone condizioni. Non sono poche le curve da cui si riesce a vedere la vallata e il mare in lontananza.
Molte comitive di ciclisti, sicuramente stranieri, portati in queste zone con dei pulmini.
Va prestata un po' di attenzione.
Arriviamo a Pietra Ligure e ci immettiamo sull'Aurelia. Siamo arrivati al mare: ce lo conferma anche un traffico decisamente più intenso di quello trovato sui monti.
Finalmente arriviamo da Brattìn!


Non vedevo Enrico dai tempi del viaggio a Capo Finisterre, nel Giugno 2016! Ci accoglie con grande calore. Salute!


Si ride e si immortala la reunion!
 

Salutiamo Enrico e andiamo a pranzo: siamo letteralmente in riva al mare!

Entusiasmo!


Alici impanate e fritto misto. Tutto accompagnato da un buon Vermentino.







Dopo pranzo ci godiamo un po' la spiaggia.



 Sono le 16 passate: la giornata volge al termine e non possiamo che metterci in autostrada, per rientrare. Con 1 ora di luce in meno anche i giri inevitabilmente devono essere vissuti con una logica diversa. Quindi Aurelia bis e poi Autostrada dei Fiori in direzione Genova.
Una bella giornata per chiudere il mese di Ottobre: iniziata tra le colline e i vigneti, proseguita in riva al mare, e conclusa con le belle curve veloci dell'Autostrada dei Fiori.
Arrivo a casa mentre un tramonto dai colori incredibilmente vivi riempie il cielo.


Eccoil percorso tra Alessandria e Pietra Ligure.


sabato 21 ottobre 2017

In giro a Ottobre per gli ultimi passi alpini: Stelvio, Mendola, Tonale, Aprica


Si va verso la fine di ottobre, le giornate sono inaspettatamente ancora miti e quindi le ultime occasioni per andare sulle montagne "vere" vanno colte al volo. Anche perchè poi di giri lunghi in giornata sarà difficile farne, visto che le giornate saranno più corte astronomicamente e per via dell'ora solare.
Dunque mi alzo prima rispetto ai giorni normali della settimana per mettermi in sella alla T120 di buon ora. Alle 8 sono in strada, direzione Lecco e Valtellina.


La bruma mattutina aleggia un po' ovunque e dalla tangenziale, un po' sopraelevata, vedo i quartieri attraversati immersi nelle nuvole a mezz'aria. Molto suggestivo.
Ammetto che l'umidità è fastidiosa e per un'oretta buona, mentre guido verso Colico, mi chiedo se mi sia coperto abbastanza: basteranno i pantaloni estivi, una maglietta termica, una camicia aerata e il giubbotto di pelle con la trapuntina? Confido nella salita delle temperature nel corso della giornata.
I lunghi tunnel della Valassina sono pesantucci da digerire, ma un male necessario per mantenere i tempi accettbili. Occhio a un paio di velox sia in direzione nord che in direzione sud, ma per il resto si può andare sui 100 senza problemi. Solito traffico per attraversare Morbegno. Poi, la Valtellina è lunga e abbastanza trafficata (..un classico!!), ma in moto riesco a percorrerla a buona andatura. In poco meno di 3 ore sono a Bormio, inclusi almeno 20 minuti di sosta per un caffè e una brioche a Molteno, prima di Lecco.



Tempi di percorrenza: Milano-Bormio, via Valassina e Valtellina, 2 ore e 45 senza strafare.

La giornata si fa davvero bella e gli scenari maestosi riempiono gli occhi.



L'ascesa allo Stelvio credo sia lunga circa 16 km. Non la ricordavo così piacevole. Tra l'altro il fondo stradale è in ottimo stato perchè è passato il Giro d'Italia n°100 quest'anno.
Mi fermo a scattare qualche foto: alla fine sono su in una mezzoretta.
Ecco i tornanti salendo da Bormio.


Qualche tornante prima del passo: la neve sullo sfondo.


Ed eccomi in cima: Passo Stelvio, 2.760 metri. Volevo fare la foto davanti al cartello stradale, ma qualcuno ha pensato bene di asportarlo (!). Quindi ho usato quello dell'Hotel.


Dalla parte altoatesina la lunga teoria di tornanti che portano verso Trafoi.


I tornanti sono secchi e stretti: a scendere, quelli a destra sono molto chiusi: meglio dare sempre un'occhiata a chi sta salendo.
I colori dell'autunno sono vivissimi.


In una mezzoretta ancora, soste per foto incluse, sono a Trafoi.



Poi la lunga strada verso Merano. Il bivio per il Passo Resia a circa 20 minuti dopo Trafoi.


Verso Merano la strada è scorrevole, ma trafficata. La luce è strana e la foschia che aleggia ovunque crea anche riflessi fastidiosi. Passo sotto Castelbello che sono passati altri 20 minuti.


Non pensavo che da sotto lo Stelvio la strada per Merano fosse tanto lunga: credo forse 50 km!
Poi, dopo aver passato la grande Birreria Forst, prendo la ME-BO, la superstrada a due corsie che mi porta verso Bolzano. Esco ad Appiano sulla via del Vino.
Faccio benzina e mangio un boccone. Alla fine da Trafoi ad Appiano ci ho messo 1:20.. vuol dire che dalla sommità dello Stelvio sono quasi 2 ore!
Mi dirigo verso il Mendola.


Le coltivazioni sono un trionfo di colori!


La salita è uno spasso, con asfalto perfetto e tanti tornanti guidati. Faccio un po' tutto col freno a mano tirato perchè non mi fido troppo delle pedane della T120: sono più basse di quelle della Randagia, che era una T100 EFI 865, e nel giro sugli Appennini Piacentini di fine settembre mi è capitato di grattarle fin troppo spesso.
Comunque è una goduria. Arrivo in cima: foto e riparto: la strada è ancora lunga.


Proseguo verso Cles attraverso le coltivazioni di mele. La discesa è veloce e la strada bellissima e panoramica.
Ecco il Lago di Santa Giustina, in Val di Non.


Poi a destra verso Dimaro e il Tonale. Strada veloce e non particolarmente memorabile. Quando si attacca il Tonale la musica cambia: curve continue, guidate, con ottimo asfalto. In alto a destra si vede il ghiacciaio. Sul Passo del Tonale tira un vento teso e freschetto.


Il grande piazzale in cima al passo, solitamente invaso dalle moto, è desolatamente deserto!


Discesa dal Tonale verso Edolo lunga e panoramica. Pochissime moto a salire in senso contrario. Quando arrivo al ponte di Edolo proseguo dritto, per andare verso il Passo dell'Aprica.
La strada per l'Aprica è bella, ma più sconnessa di quelle fatte finora. Anche più stretta. E tutto sommato la stazione di sport invernali non mi dice nulla: anche in passato non mi ha lasciato particolari suggestioni.


Discesa verso Teglio piacevole e "tornantosa". 
Poi inizia la lunga pianura attraverso la statale della Valtellina: il traffico è molto più intenso della mattina, ma riesco a tenere un buon passo. Più che altro, comincio ad avvertire un po' di stanchezza. Comunque il rientro alla fine avviene sul far dell'imbrunire: alle 18:15 sono a casa, dopo 631 km.


Sono davvero molto soddisfatto del giro, di come è andato e della T120!




domenica 15 ottobre 2017

Sul Monte Baldo.. ancora ottobre 2017

Dopo il giro di ieri verso il mare, oggi si sceglie di andare sul Garda per trovarsi a mezza strada coi Veneti. L'occasione è buona anche per andare a girare su strade da noi meno battute perchè non propriamente dietro l'angolo e anche perchè non evocano grandi "galoppate" su alti monti o su tracciati particolarmente celebri, come può essere invece per le montagne Svizzere, Valdostane o Francesi.
Con Peo l'appuntamento è sulla A4 a Brianza sud, appena dopo l'entrata di Agrate. Sono le 9 del mattino.

  
In 1 oretta, nonostante un traffico già sostenuto, siamo a Peschiera del Garda dove nella corsia di uscita ci sono già molte auto incolonnate. Per fortuna c'è spazio sufficiente per passare in moto e risparmiare un bel po' di tempo. 
Imbocchiamo la superstrada in direzione di Affi: breve sosta caffè e poi appuntamento proprio all'uscita del casello. Dopo che ci ha raggiunto Nessuno13 e, poco dopo, la Pase, ci spostiamo al grosso distributore Agip che c'è nei pressi.
Quattro chiacchiere, perchè da Est fanno un po' di ritardo ad arrivare.
Finalmente il gruppo si completa con Sago, Nolmar e Lety e possiamo dirigerci verso Nord: siamo sui rilievi montuosi tra la A22 del Brennero e il Lago di Garda, sponda orientale.
Prendiamo la SP29a e poi la SP8 in direzione di Maso e Spiazzi. Con belle curve la strada si inerpica verso Ferrara di Monte Baldo: è bella sia come fondo che come tracciato, anche se il traffico di auto è abbastanza intenso. Ne restiamo un po' sorpresi, ma forse è solo inesperienza: non bazzicando spesso queste zone, forse ignoriamo che i turisti non sono solo sulle sponde del lago. 
A Ferrara c'è una specie di fiera zootecnica e mandrie di mucche belle grandi, più o meno tenute a bada dai pastori, stazionano in mezzo alla carreggiata dandoci anche qualche apprensione, dal momento che non appaiono propriamente sotto controllo. 
A me e Nolmar riaffiorano ricordi del viaggio in Grecia, dove animali al pascolo non erano rari. 
Nel frattempo ci perdiamo Nessuno13, ma ci raggiungerà più tardi, una volta giunti allo Chalet Novezza, quasi sulla sommità della collina.
Qui ci sono alcuni impianti di risalita, ma sono i monti, illuminati dal bel sole di metà ottobre, a catturare il nostro sguardo affamato di spazi e natura.
Appena rimessi in marcia, superiamo il Passo Cavallo passando dal Veneto al Trentino: quindi la strada da SP8 diventa SP3 (cambia la regione, cambia la provincia e cambia dunque anche il numero della strada provinciale).
Al bivio che a destra porterebbe ad Avio immettendoci sulla SP230 decidiamo di tenerci a sinistra seguendo le indicazioni per Brentonico: la SP3 diventa ben più stretta. E' ben tenuta, ma con poche o nulle protezioni laterali. Attraversiamo il bosco immersi nei rossi colori dell'autunno che inizia.
La zona più suggestiva è quella delle bocche di Navene: da un piccolo spiazzo accanto al Rifugio ci si può affacciare e vedere il Lago di Garda.
La SP3 incontra la SP208 più avanti e continuiamo in direzione di Brentonico. E' ancora bellissimo!
La strada è stupenda, panoramica, e offre scorci di colori bellissimi, con ampie viste sulle valli circostanti che digradano verso l'Adige. Lungo e bello il tracciato che nei pressi di Mori si innesta nella Statale 240 "di Loppio e Val di Ledro".
La tentazione forte, tanto ci è piaciuto questo tratto, è di rifarlo al contrario, in salita! Proseguiamo lasciando questa promessa!

Nota pratica: in fondo alla discesa, dove la SP3 si innesta nella SS240, a sinistra c'è un benzinaio Q8: se potete, fate benzina più avanti (ci sono altre pompe: tranquilli) perchè là il prezzo della benzina, almeno al momento del nostro passaggio, è altissimo (1,87 €/L quando in zona siamo sull'1,52).

Decidiamo di proseguire verso Nago e di scendere verso Torbole. Da Nago la vista sul Lago di Garda luccicante per i raggi del sole che lo investono è strepitosa.
Un po' di traffico per aggirare Torbole e Riva del Garda, ma basta seguire le indicazioni per la Val di Ledro: non ci si perde.
Qualche tunnel e poi la SS240 si comincia ad inerpicare verso Molina di Ledro. Bellissimo tracciato, soprattutto se si ha la fortuna di trovare poco traffico. 
Sono quasi le 14 e sappiamo dove andare a mangiare: prendiamo a sinistra nei pressi del Lago di Ledro, ma il posto che avevamo in mente è stracolmo di moto. Non ne usciremmo più e Nessuno13 fa strada alla ricerca di altri posti. Andando avanti ci inerpichiamo anche su stradine forse più adatte alla mountain bike, ma comunque sempre asfaltate. Praticamente stiamo facendo il periplo del lago, tra gli sguardi incuriositi di alcuni turisti che fanno passeggiate e non si aspettano una mini-colonna di moto. Finalmente sulla destra individuiamo un complesso di edifici e anche un ristorante spaziono, con parcheggio per le moto. STOP!
Finalmente si mette qualcosa nello stomaco!
Caso vuole che sia il luogo dove lavora Jedi, un grande motociclista conosciuto sul Forum Moto Guzzi Stelvio: le sorprese sono sempre gradite e scattiamo una foto per immortalare l'evento!


Quando ci alziamo da tavola è ormai tempo di ripartire per le rispettive destinazioni. Io, Nessuno13 e Peo verso Ovest...


..la Pase, Nolmar, Sago e Lety verso Riva, per tornare a Est.



Ci salutiamo dunque. Per noi la strada continua con la splendida Val di Ledro fino a giungere nei pressi del Lago di Idro: ci siamo immessi sulla SS237 del Caffaro. Passiamo nella zona dove alla rotonda a destra si sale al Maniva, ma i tempi sono stretti e preferiamo tirare dritto per la via più rapida. Alla fine probabilmente facciamo bene, perchè troviamo la statale completamente intasata di auto incolonnate! Per fortuna la carreggiata è abbastanza ampia da consentire di superare le auto ferme senza esporsi al rischio delle auto che sopravvengono in senso contrario. Comunque lo stress di una guida in queste condizioni è notevole: passiamo per Gavardo e Rezzato e prendiamo la A4 a Brescia Est. Autostrada anch'essa intasata all'inverosimile: come spesso accade, meglio 200 km di curve in montagna che 50 km di strade dritte e intasate: stress e stanchezza salgono alle stelle.
Sono quasi le 8 di sera quando con la Stelvio arrivo a casa, dopo 450 km.


Abbiamo scoperto nuove strade e realizzato che tutto sommato sono raggiungibili con relativa rapidità: credo che da ora in avanti avremo un'opzione in più per i nostri giri.

Milano - Monte Baldo - Val di Ledro - Milano


sabato 14 ottobre 2017

Giro a Porto Venere dai passi appenninici a metà ottobre 2017

Dopo il giro di fine settembre con Ste e Peo mi era rimasto il senso di incompiutezza: voglio arrivare a Porto Venere e stavolta ci arriverò!
Mi sono portato il navigatore, per non predere tempo a cercare le strade.
Di buon ora parto in direzione della Val Tidone: procedo spedito nella fresca aria del mattino fino a Castel S. Giovanni e Borgonovo Val Tidone. Le campagne scure  rilasciano odori intensi: alle volte stallatico, alle volte semplici odori di campi umidi.
Seguendo le indicazioni per la Val Trebbia, a Borgonovo volto a destra.

Nota: Attenzione ai due velox che si trovano dopo Torrevecchia Pia e a quello che si trova proprio davanti alla Stazione dei Carabinieri di Borgonovo Val Tidone: sarebbe un peccato ricordarsi il giro per una multa sciocca dove peraltro non c'è nemmeno gusto a dare del gas.

Verso Gossolengo seguo per la Sp654 della Val Nure.
La prima parte della statale è dritta e piatta, ma poi il tracciato diventa movimentato e piacevole, inerpicandosi sul fianco delle colline e correndo a mezza costa. Peccato che l'asfalto sia in buone o discrete condizioni, ma il tracciato sia spesso sconnesso per via della franosità delle colline.
Questo non aiuta. Quando a fine settembre siamo passati da queste parti con Peo e Ste Rouge l'asfalto ciha fatto penare non poco, anche dove non era proprio inesistente, come nella zona del Passo del Cerro e del passo Pianazze.
Anche per quello ho preferito questa volta percorrere la Val Nure oltre Bettola e fino a Ferriere, per poi raggiungere con una strada molto molto piacevole il Passo dello Zovallo.


Poco oltre il passo dello Zovallo si arriva al Passo del Tomarlo. Faccio una foto alla stupenda vista panoramica. Suggestive le nuvole a mezz'aria.


Dal Tomarlo sarei tentato di proseguire oltre fino a S. Stefano d'Aveto: la strada sarebbe bellissima!!


Ma non voglio deviare dal mio obbiettivo. Così torno indietro di un centinaio di metri e prendo la discesa in direzione di Bedonia: sono sulla Provinciale 81 che mi porta verso Ponteceno e di qui, a destra, spunta sul Passo Montevaccà. Strade appenniniche molto piacevoli, ma su cui guidare senza forzare troppo la mano: le sconnessioni dell'asfaltosono sempre in agguato.


La Stelvio si comporta ottimamente: sentire il bicilindrico V90 frullare in terza marcia è un piacere e l'anteriore da 50 della Marzocchi tiene la moto in traiettoria senza esitare mai. Da realmente tanta sicurezza.


Siamo al confine tra Emilia e Liguria..


 La discesa del cento Croci è molto panoramica e mi porta a Varese Ligure. Faccio benzina appena a valle del paese, ma metto quel tanto che mi basta per arrivare a destinazione: il prezzo della benzina è elevato.La discesa fino all'Aurelia è rapida e finisce con un ultimo tratto pianeggiante. Poi basta seguire le indicazioni per Porto Venere, sempre presenti. E ci si ritrova a La Spezia.
Dalla strada che si spinge oltre la città si può chiaramente vedere la Base Navale con il grande Arsenale.


La strada ricorda molto la Costiera Amalfitana: stratta, tortuosa, piena di saliscendi, trafficata. Però quando arrivi a sbucare sopra l'insenatura di Porto Venere lo sguardo è rapito dalla bellezza dei luoghi!


Immortalo la Stelvio all'ingresso del paese, prima di scendere verso il porticciolo.


Consiglio pratico: per parcheggiare la moto non ci sono problemi: basta scendere fin sul porticciolo e i posti per le due ruote sono numerosi. Inoltre dai numerosi ristorantini si può pranzare senza perdere di vista il mezzo.

Il navigatore riporta 275 km percorsi in poco meno di 5 ore.


Ecco il borgo, con le mura, le varipinte case fronte al mare, la bandiera bianca con la croce di S. Giorgio che sventola fiera sul torrione.


In fondo al borgo si erge, sulla rocca, l'antica chiesa, dai tipici colori liguri bianco e nero.

Mentre si sale ci si imbatte nella lapide che ricorda come il poeta Byron, innamorato di questi luoghi, amasse nuotare proprio in questo specchio d'acqua, dove una grande grotta si apre nella roccia nera e lucida.

Il colore del mare è indimenticabile.

La giornata, soleggiata e calda, rende ancor più ameno il panorama.
Dall'altra parte, il golfo di La Spezia, con le navi militari che transitano. Sulla destra l'isola di Palmaria, dove i battellini traghettano i turisti. Sembra davvero ancora piena estate!


Purtroppo il tempo corre e devo ancora fare molta strada. Quindi saluto il mare con un ultimo sguardo.


Da La Spezia seguo le indicazioni per l'Autostrada della Cisa, confidando di vedere presto le indicazioni per la Statale. Nessuna indicazione e mi ritrovo al casello a dover pagare e iniziare la A15 della Cisa La Spezia-Parma. Esco ad Aulla, prima uscita utile, un po' stizzito per aver dovuto pagare il pedaggio. Comunque mangio un rapido boccone ad Aulla, in un baretto dove già un altra volta ero stato, e di là imbocco la SS62 della Cisa.
Beh, la ricordavo messa male e avevano continuato a parlarmene male in molti anche quando avevo deciso di evitarla sistematicamente proprio per le sue pessime condizioni. Solo recentemente un amico parlava del fatto che fosse stata rimessa a posto. 
Devo ammettere che stavoltame la godo alla grande! Pochissimo traffico, tranne che nel punto iniziale. Curve, tante, e divertenti; asfalto perfetto e nessuna traccia della ghiaietta che trovavo sempre negli anni passati! Bellissimo!! Arrivo al passo.


Scatto una foto sulla vallata verso l'Emilia.


Anzichè entrare in autostrada a Fornovo, proseguo con la Statale passando da Varano de' Melegari, dove c'è il circuito. Quindi seguo per Fidenza: solo là, per l'ultima parte del viaggio, entro in A1 che siamo già sul far della sera. Alla fine questa intensa e bellissima giornata in moto è stata coronata dal successo: sono arrivato alla meta che mi ero prefisso, e ho fatto anche tante curve e poca autostrada.
517 davvero ben goduti!






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