sabato 31 ottobre 2020

Tra i colori della Valsassina a fine Ottobre

Per provare la Stelvio con le sospensioni rimesse a punto scelgo la Valsassina.

Prima il tratto veloce della SS36 Valassina, in cui sento che il mono mi sostiene quando do gas e la forcella resta precisa anche nelle curve veloci. Esco a Bellano e attacco la salita verso Taceno. Ci sono tanti tornanti e sono un po' circospetto: innanzitutto perchè non ho la Stelvio sotto al sedere da un bel pezzo e quindi, dati i pesi molto diversi da quelli del 790, devo un attimo "tararmi" sulla bestiona; e poi perchè voglio capire come la moto si comporta in inserimento di tornante, con le tarature riviste da Lucio.

Le sensazioni diventano positive nel giro di 3-4 tornanti! Ho come la sensazione di essere tornato casa, per così dire: il 1200 vibra e tira subito in uscita di curva, ma il mono sostiene la spinta e disegnare traiettorie il più sinuose possibile risulta attività estremamente fluida. Passati dunque i primi momenti con un misto di circospezione e curiosità, posso dedicarmi alla guida e al giro. 

La Valsassina non è una novità, ma i colori autunnali delle foglie, sugli alberi che si spingono sulle pendici della gole rocciose restano esaltanti. 

Ad aggiungere piacere al giro è anche il fondo stradale. Mi spiego: solitamente l'asfalto risulta umidiccio per via dei rivoli di acqua che scendono dalla parete del monte e il fatto di essere all'ombra non lo asciuga, così che non c'è da spingere più di tanto (per quanto si possa poi effettivamente spingere su questa strada dal tracciato tortuoso e stretto, ovviamente). Stavolta l'asfalto è stranamente più asciutto, nonostante l'umidità e le nebbie del mattino: molto positivo! Il fondo stradale è ovviamente un po' rovinato, ma qui posso apprezzare l'ottima taratura della forcella, che copia perfettamente le sconnessioni e aiuta a guidare meglio, senza troppi patemi. Trasmette sicurezza, insomma!

Le strette gallerie buie scavate nella roccia sono una delle caratteristiche di questa strada: un colpetto di clacson ci sta, per avvisare chi sopravviene da dietro le curve cieche.

Raggiunta Taceno, ci ho preso talmente gusto che la rifaccio al contrario, tornando verso Bellano: mi sono proprio divertito.

Mi incuriosisce una deviazione sulla sinistra che indica Biosio: lascio la strada principale e una rampa di 150 metri mi porta nel piccolo borgo, e soprattutto mi fa scoprire una terrazza panoramica che non conoscevo: fantastica la vista sul lago di Lecco!

Proseguo dritto e la strada mi porta nei pressi di un crotto. Essendo le 13, parcheggio la Stelvio e chiedo se c'è posto per pranzo, anche non avendo prenotato. Sono molto cortesi e mi fanno accomodare. Che dire: una bruschetta di pane di uva con gorgonzola e miele di castagne apre il pasto, e per secondo un delizioso spezzatino di vitello con polenta e funghi. Decido di accompagnare il tutto con una birra corposa, alla castagna marronessa con miele di selva. 

 

Ci starebbe benissimo del vino, ma un calice sarebbe troppo poco e una bottiglia sarebbe troppo, visto che devo guidare. Chiudo il pranzo con dessert di crema affogata in una amaro locale: l'amaro di Monte Muggio.

Dove pranzare: il crotto di Biosio merita una sosta, sia per l'ottimo cibo, sia per la cortesia del personale, sia per la spettacolare vista sul lago!

Riprendo la strada scendendo verso il lago. Lunga sosta al passaggio a livello di Bellano e poi si costeggia il lago, col sole del tramonto sul viso.

Vista l'aria che tira, che potrebbe vederci serrati molto presto per le misure di contenimento del covid, questo breve giro mi ha giovato molto e mi ha fatto fare una piccola scorta di moto e di respiro.

Alla fine la Stelvio è a 115.000 km.


domenica 18 ottobre 2020

Derby e Pian delle Fugazze a metà ottobre

Decisione presa su due piedi, per fare una sorpresa a Nolmar e goderci insieme a Jules Winnfield il derby della Madonnina nella sua nuova casa.

Siccome l'appuntamento a Rovereto è alle 13, me la prendo comoda e attraverso la pianura padana verso est percorrendo solo statali. Ad un tratto il quadro del 790 mi si spegne: restano visibili sono le spie poste ai lati del cruscotto. Decido di fare un filmatino e mandarlo via whatsapp al concessionario: potrebbe servire come prova per sostituirlo in garanzia. Mi era successo già la scorsa settimana, e nonostante un reset fatto in concessionaria, il problema evidentemente non è risolto: vedremo. Per il momento mi basta spegnere la moto e riaccenderla per far tornare tutto funzionante. Bene così. 

Per il resto, il 790 adv mi da solo un bel piacere di guida mentre corre tra i campi e le cascine del bergamasco e del bresciano. Proseguo poi verso la parte meridionale del lago di Garda fino a Peschiera. Quindi inizio a costeggiare l'Adige: la SS11 della sponda occidentale mi da sempre molto gusto. Sinuosa e veloce, consente una guida brillante e in sicurezza, non essendo neppure molto trafficata. Di tanto in tanto ci sono degli autovelox, ma resta comunque godibile. Poi passo sull'altra sponda dell'Adige.

Il fiume è bello pieno, dopo le piogge degli ultimi giorni. Osservare le rapide e le acque impetuoso ha un effetto quasi magnetico sullo sguardo.

Percorro la sponda orientale, sulla SS12 dell'Abetone e del Brennero: mi piace meno perchè meno divertente e anche più trafficata. Arrivo a Rovereto e aspetto Jules nel distributore ai piedi della strada che sale verso Vallarsa. Grandi abbracci: non ci vedevamo da troppo, con questo cavolo di covid che ci impone distanze e cautele. La salita della SS46 è un divertimento puro! Ogni volta che la faccio me la godo tantissimo: fondo perfetto, curve continue, panorama stupendo. 

Il lago di Spèccheri non lo avevo mai notato: ero sempre stato attratto dal monastero scavato nella roccia a Trembileno. Tra curve fantastiche che accrescono il piacere di guida e gli scorci panoramici che fanno bene agli occhi, è un gran bell'andare su verso il Pasubio. Per la prima volta ho portato il 790 tra le curve di montagna con le valigie rigide: volevo capire che sensazioni dava averle montate e come si comporta la moto tra le curve: tutto perfetto!

Il versante trentino è inondato di sole: lo stesso non può dirsi di quello Veneto. Mangiamo un panino nel baretto a Pian delle Fugazze e di fronte a noi si para un cielo competamente diverso: nuvole basse e nebbia fino a oltre Valli del Pasubio: volevo fare qualche foto ad uno scenario solitamente spettacolare ma oggi non è proprio il caso. Passiamo dinanzi al cartello che indica il percorso della strada delle 52 gallerie

Il resto del viaggio fino a destinazione, verso Schio, Bassano e Treviso è rapido quanto noioso, ma del resto non ci sono alternative dovendo arrivare a destinazione a fine pomeriggio. Le due "bestiole" mentre facciamo la spesa.


E alla sera... grande soddisfazione!!! Sorpresone a Nolmar e a Dude.. dopo la esaltante vittoria nel derby in trasferta!

E si brinda!

L'indomani è ora di rientrare. Colazione dei campioni...

Foto suggestiva...

E Bridget che è arrivata a 6.700 km.

Fine settimana spettacolare grazie all'ospitalità di Fabio, alla compagnia di Dude e Moreno e alla gentile collaborazione della doppietta di ZLATAN!!!!

sabato 26 settembre 2020

Fine settembre con giro in Monferrato

Clamorosamente un altro fine settimana in cui si prospetta la possibilità di uscire a fare qualche km! Un consistente abbassamento delle temperature rispetto allo scorso fine settimana fa si che mi trovi in giro diretto al punto convenuto con Peo con 10°C scarsi. Sotto il completo Clover Ventouring 2 mi sono limitato ad indossare la maglietta termica a maniche lunghe dello Stelvio Club (benedetto Massimo Ferrara quando ce le ha procurate!) e la solita camicia di materiale tecnico, alla quale ho abbassato le maniche che usualmente tengo ripiegate. 

8.45 puntuali, quattro convenevoli, Peo fa benzina e via verso le pianure della Lomellina. L'aria è freschetta, ma almeno è limpida e tersa. Attraversiamo la campagna lombarda e mentre mi guardo intorno mi sorprendo a riflettere che mi piace quello che sto osservando: cielo blu, di tanto in tanto macchine agricole all'opera nei pressi delle cascine, sole che regala una luce particolare, qualche roggia di tanto in tanto. Insomma: in qualche modo il paesaggio campestre contribuisce a ricacciare indietro la noia del tracciato dritto, intervallato solo da continue rotatorie.

Ad Alessandria Ovest ci accostiamo nei pressi della rotonda fuori dal casello. E' qui che ci raggiungono Pino (con Francesca) e nessuno13.

Approfitto ora per fare il pieno: avevo ancora su la benzina fatta ad Imola lunedì scorso. Poi ci incolonniamo dietro nessuno13 che fa strada. A questo punto mi si perdonerà, ma non riesco proprio a ricostruire il percorso fatto. Ricordo nomi di paesi del Monferrato, ma in ordine sparso. E' una mia tara, non so se sia una qualche forma di blocco, ma non riesco proprio a farmi restare nella testa questa parte di nord-ovest. Se dovessi girare in autonomia sarei costretto a fermarmi ogni due per tre: non mi oriento per niente!

Orientativamente posso dire che abbiamo trascorso la giornata godendoci le colline tra Valenza, Mirabello Monferrato, San Salvatore Monferrato. Breve sosta a Lù per decidere il da farsi a pranzo.

Dalle strade che di tanto in tanto corrono sulla cresta dei clivi si possono ammirare le vigne che digradano verso valle. Vigne, vigne ovunque, filari ordinati che risalgono i poggi, sulla sommità dei quali spesso si trova un borgo con un piccolo castello o un campanile: un panorama molto caratteristico, che si potrebbe riconoscere tra mille ad un solo sguardo, per quanto è tipico.

Facciamo una sosta per un aperitivo a Vignale Monferrato. Il Belvedere regala una vista che spazia dai colli e le pianure coltivate fino all'arco alpino, dove a occhio nudo si vede chiaramente il Cervino (purtroppo si fa fatica a distinguerlo nella foto scattata).

Lasciamo giù le moto e troviamo un tavolo alla Trattoria Serenella Le tre lasagne, proprio nella piazza centrale del paese. 

nessuno13 sceglie uno spumante rosè, perfetto per l'aperitivo. 

Italia: paese meraviglioso dove se vai a est bevi con soddisfazione il prosecco e se vai a ovest con altrettanta soddisfazione bevi spumante piemontese.

Per il pranzo si va verso le colline di Acqui Terme, sempre immersi in questo paesaggio collinare e punteggiato di vigneti. L'Agriturismo Alcastlè a Montabone è un posto dove io ero passato, ma dove altri di noi hanno anche soggiornato. 

 

E' situato su una collina, da cui si gode di una vista fantastica.

nessuno13 garantiva per la qualità e non sbagliava: pranziamo ottimamente e con porzioni generose. L'ottimo Dolcetto accompagna degnamente.

 

Foto tutti insieme. Accanto, le moto che ci stanno scarrozzando oggi. Pino è con la GS Urban presa recentemente e con il boxer va fluido che è un piacere: guardarlo approcciare e percorrere le curve è una utile lezione per imparare e migliorare la guida. Peo è probabilmente ad una delle ultime uscite col Monster 1200.

Riprendiamo la strada verso casa: salutiamo Pino e Francesca, mentre nessuno13 accompagna Peo e me per un altro po' di strada. A Moncalvo ci scappa un altro caffè e ci salutiamo. Il rientro avviene col sole alle spalle: nei pressi di Novara saluto anche Peo e mi sciroppo l'ultima parte, con la festosa compagnia degli insetti pre-serali. Anche oggi quei 450 km ce li siamo lasciati alle spalle, con gran godimento.


Pressappoco il percorso di oggi


venerdì 18 settembre 2020

Verso l'Abruzzo a Settembre 2020

Da mesi attendevo di poter scendere verso sud. L'occasione arriva inaspettata e non me lo faccio ripetere due volte. La decisione ricade sulla 790adv perchè la Stelvio ha i paraoli da sistemare, ma non ho ancora trovato il tempo di lasciarla dal sospensionista.

E' ancora scuro quando vado a sistemare il bagaglio sulla moto. E' la prima volta che la predispongo per un giretto di più giorni: le prime volte mi serviranno per capire come fissare il carico e dove ripartire le varie cose in modo che siano posizionate in modo utile, pratico e funzionale.

Sul serbatoio la borsa morbida e impermeabile della Givi, da 6 litri: ci metto dentro un set di brugole, una chiave torx, un paio di penne, il bloccadisco, i pantaloni e la giacca antipioggia, i guanti antipioggia, 2 corde con fibbia, per emergenza. Sulla sella sistemo prima la sacca Enduristan Tornado da 30 litri (ovviamente mezza vuota, perchè sto via poco.. ma non ne ho altre..): la fisso al telaio della moto con le 2 molle rockstraps regolabili che si incrociano sotto il manico. Sopra al rullo posiziono la sacca morbida della Enduristan da 12 litri, fissandola al rullo con due fibbie regolabili, in modo che sia solidale al rullo stesso (a sua volta solidale alla moto). Sembra che tutto sia stabile e sicuro. là dentro ho stipato il compressorino, il set per riparare le forature alle tubeless, del fil di ferro, grasso catena, piccolo set di attrezzi.

Non sono ancora le 6 e mezza del mattino quando mi avvio.

Col passare dei minuti il cielo cambia tonalità e, dall'oscurità che aveva all'uscita dalla città, comincia a tingersi del rosso dell'alba.

La parte più noiosa passa, per fortuna, e lascio la A1 a Bologna Borgo Panigale per continuare il mio viaggio verso sud lungo la Tangenziale di Bologna. Il traffico del mattino è abbastanza intenso, ma percorro tutta la tangenziale e mi immetto, dopo San Lazzaro, sulla Complanare Sud che va verso la SP28 per Idice. Abbandonata la complanare dopo qualche km, seguo la SP28 che poi diventa SP7, in direzione di Monterenzio, passando da Castel de' Britti e Mercatale. Si costeggia la valle dell'Idice, insomma. Essenzialmente è pianeggiante e nemmeno troppo dritta: mano a mano che si addentra verso le colline, allontanandosi dalle arterie principali, diventa meno trafficata e anche più godibile con una tracciato gradevolmente sinuoso. Dopo S. Benedetto del Querceto la strada comincia ad assumere tutte le caratteristiche della strada montana, con curve in salita abbastanza continue e di raggio variabile, fino ad arrivare all'immissione con la SS65 della Futa e della Raticosa. 

Mentre salgo, guardo il cielo verso i monti e non nego di temere che lassù troverò la pioggia: le nuvole basse, il loro colore plumbeo e le striature nell'aria non lasciano presagire niente di... "asciutto". Indeciso se indossare l'antipioggia in via preventiva, alla fine continuo a viaggiare confortato dal fatto che, osservando le auto che scendono dal monte in senso contrario, non sono bagnate nè hanno i tergicristalli attivati.

Per 2 o 3 km prima di raggiungere il passo della Raticosa guido nella nebbia e con una temperatura decisamente autunnale. Infatti una volta in cima, nei pressi dello chalet, usuale punto di ritrovo dei motociclisti della zona ed oggi sostanzialmente deserto, la scena è questa.

Scollinata la Raticosa, già nei primi tornanti in discesa le nuvole cominciano ad aprirsi e anche la temperatura diventa più sopportabile: indosso un completo estivo traforato e qualche grado in più non mi dispiace di certo, pur non essendo io un freddoloso (..tutt'altro, a dirla tutta). Dopo qualche km in discesa volto a sinistra seguendo per Firenzuola: non voglio scendere al lago di Bilancino, ma seguire un percorso più curvoso lungo la SP503. Fino a Firenzuola resto accodato ad alcune auto, costretto dal tracciato a non poter sorpassare: una volta in fondo, posso lasciarmele alle spalle e attaccare la strada che sale verso il Passo del Giogo. Parte "piano", ma dopo qualche km è un continuo susseguirsi di curve e, man mano che si sale, di tornanti: cercavo questo e infatti mi diverto. L'ascesa è accompagnata da un vento abbastanza teso. Dietro il tornante a destra ecco il Passo del Giogo.

La discesa è lunga e piacevole e mi porta nei pressi dell'autodromo del Mugello, dove la settimana scorsa si è corso il GP di Formula 1, il 1000° per la Ferrari: purtroppo senza spettatori per via del covid e in un periodo che, per le rosse di Maranello (tinte di un rosso amaranto per l'occasione, a richiamare il colore delle auto di Ferrari nelle prime corse), non si può definire propriamente "brillante". Il viaggio prosegue per Fiesole, dove valico la Vetta le Croci.

Fino a Pontassieve è abbastanza noioso, ma poi la salita per il passo della Consuma sulla SR70 è  divertente. Tra l'altro non c'è nessuno: quindi si viaggia con minori apprensioni rispetto a quando si deve passare da queste parti nei giorni del fine settimana.

Come si vede anche dalla foto, ormai il cielo si è aperto ed è venuta fuori una bella giornata. L'ultima volta ero passato di qua nel giro di Ottobre 2019 quando, in sella alla Thruxton "Esmeralda", con Nolmar e nessuno13 andammo anche a Vallombrosa e alle Crete Senesi. Nella discesa verso Poppi passo anche dalla Locanda Fonte allo Spino dove, nel giro che ho citato, ci fermammo a pranzo: fu una piacevole scoperta. Stavolta, tuttavia, ho davanti molta più strada e l'ora non è ancora quella del pranzo. Dopo Bibbiena mi fermo per fare benzina: questo tratto, tra Poppi ed Arezzo, non è il massimo del divertimento: una banale strada statale, anche abbastanza trafficata. Per fortuna in alcuni tratti è abbastanza larga da consentire agevoli sorpassi ad un'andatura più veloce. Lascio la SR71 prima di raggiungere Arezzo, nei pressi di Giovi-Ponte alla Chiassa. Qui si trova infatti la SP43 strada della Libbia, che scoprii in occasione di un precedente viaggio e che, in svariate occasioni, ho ripercorso con piacere: porta verso il Valico della Scheggia.

Proseguo poi per Anghiari, da cui si discende verso la SS3 bis Tiberina. Una breve sosta lungo la ripida e rettilinea discesa per immortalare i contrafforti dell'antica città, famosa per la battaglia del 1440 tra Fiorentini e Milanesi, immortalata da Leonardo da Vinci.

Il tratto della SS3 bis Tiberina da Sansepolcro verso sud lo percorro velocemente: non ha nulla da segnalare, ad eccezione dei lavori di ripristino del fondo stradale che costringono a continui cambi di carreggiata): c'è un vento abbastanza teso che mi infastidisce, fa caldo, la strada è noiosa, dopo essermi lasciato alle spalle Città di Castello e Umbertide mi fermo per un sandwich e una coca cola in una stazione di servizio. Ho bisogno di scuotermi un po', di mettere qualcosa sotto i denti e anche di reidratarmi. Adesso la temperatura, come sempre peraltro nei pressi di Perugia, è molto più alta rispetto alla prima mattinata. Studio un po' il percorso e so che il tempo per passare da Castelluccio di Norcia c'è. Una volta ripartito mi lascio il nodo di Perugia alle spalle e procedo seguendo le indicazioni per Assisi e Foligno. Esco a Foligno nord e prendo la vecchia SS77 che sale verso Pale, Casenove e Sellano, passando anche per il Valico del Soglio.

Ricordo questo luogo per esserci passato in occasione del Raduno Modern Classics organizzato ad Assisi nel settembre del 2010. La strada che sale fin qui da Foligno, che evita il nuovo tracciato molto più veloce, meno tortuoso e più rapido grazie alle gallerie, è veramente divertente: per lunghi tratti corre a mezza costa con vista sulla val di Chienti, per poi dirigersi verso Sellano e continuare sulla SP465 in direzione di Cerreto di Spoleto. Dalla sommità, si scende poi con la SS320 prima e con la SS685 poi, verso Norcia.  Sono tentato di fermarmi da "Brancaleone da Norcia" per acquistare un po' di salumi locali, che ho già provato in passato, ma non ho da stivarli comodamente e la sosta comporterebbe una perdita di tempo eccessiva, in considerazione della strada che ho da fare ancora.

Da Norcia raggiungo il bivio per Castelluccio.


Di qua, salita per la strada che va verso Forca Canapine. La vista di cui si gode è abbastanza simile a quella che si avrebbe sorvolando con un aereo la piana di Norcia, coi rilievi ricoperti di alberi là, giù in basso.

La strada resta una di quelle che più mi piacciono. Al bivio per andare in direzione di Forca Canapine, volto a sinistra (anche perchè da Forca Canapine non si può scendere verso la Valle del Tronto) e dopo poche curve si scollina, con la vista dell'altopiano che si apre davanti agli occhi, riempiendoli. 

Sullo sfondo il promontorio dove sorge Castelluccio di Norcia, che si raggiunge percorrendo una strada drittissima che attraversa Piano Grande. Gli scenari sembrano rimandare a immagini nordamericane, col nastro nero di asfalto (nuovissimo!) che si perde fino all'orizzonte.

Mi godo per qualche minuto gli scorci e gli orizzonti, prima di riprendere la strada. Approfitto per godermi il fresco e scattare una foto della vista verso la valle del Tronto da Forca di Presta: la temperatura è gradevolissima rispetto a quella della pianura fino a Foligno.

 

Dopotutto anche l'altitudine gioca il suo ruolo. 

Dalla sommità la discesa verso la fondovalle del Tronto e la sosta per la benzina dopo Acquasanta Terme. A questo punto devo prendere atto che se voglio arrivare a destinazione ad un orario decente e, soprattutto, se vorrò evitare di percorrere strade statali nella semi-oscurità, devo propendere per strade più rapide. Pertanto supero Ascoli, proseguo verso la costa e mi immetto sull'Autostrada A14 in direzione sud. Numerosi sono i lavori in corso che obbligano a qualche coda e a frequenti cambi di corsia, abbastanza stressanti. Comunque sul fare della sera faccio ancora in tempo a catturare degli scorci suggestivi. 

Affascinante il tramonto visto dal porto di Punta Penna, a nord di Vasto, in Abruzzo.

Oltre il porto ed il molo, si vede il promontorio di Punta Aderci, con la riserva naturale e la splendida spiaggia.

Una strada che risale il promontorio sul porto passa accanto al faro, uno dei più alti d'Italia, recentemente restaurato.

A fine giornata saranno 850 km tondi tondi, in gran parte percorsi su strade statali: un bel test per la 790adv, ma anche per me: ho capito che posso fare cose del genere con questa moto, come le ho fatte con la Stelvio. I consumi registrati mi sorprendono in positivo: quasi 25km con 1 litro, non andando proprio pianissimo.

A fine viaggio, ritorno incluso, saranno 1.510 km che portano il totale dei km percorsi dal 790 adv a 4.795. Ci voleva qualche "botta" di km per testare anche come si comporta in viaggi lunghi. Promossa! Sono sempre più convinto che il mio tipo di moto siano queste dual, con cui poter viaggiare bene in ogni contesto: maneggevole nel misto, veloce e risparmiosa in autostrada, con ottima capacità di carico. La protezione dall'aria è buona in statale, può essere sicuramente migliorata quando si è in autostrada o su strade molto veloci: niente di drammatico tuttavia.

Il viaggio verso l'Abruzzo per la parte Appenninica


sabato 12 settembre 2020

A metà Settembre si torna in sella: verso il Vezzena e l'altopiano di Asiago

Mesi di sostanziale inutilizzo: la Stelviona e Bridget von Hammersmark spesso e volentieri con la batteria collegata al mantenitore di carica per evitare che lo scarso utilizzo le scarichi.

Mi prendo uno spazio di tempo al sabato mattina e con nessuno13 ci troviamo fuori dal casello di Brescia Est. Non ci vedevamo dal giro del Febbraio 2020 proprio sul Garda. Nessuno13 c'è sempre quando si tratta di fare km: un motociclista instancabile!

Saliamo verso il lago di Idro, non prima di aver sfilato la lunga teoria di auto incolonnate sulla SS45bis e ter in direzione di Gavardo. Di qui ci dirigiamo sulla SS237 del Caffaro fino oltre Anfo. Nei pressi di Storo saliamo a destra verso la Val di Ledro e finalmente la strada regala i primi tratti guidati, coi suoi bei tornanti in salita, tra le gole, prima di raggiungere l'altipiano che porta al passo Ampola.

Piccola sosta caffè dopo diverse ore in sella.

Costeggiamo il Lago di Ledro e iniziamo la discesa. Qualche km di tornanti per giungere a valle, passando a nord di Riva del Garda per dirigerci verso Arco di Trento. Da qui seguiamo la SP48, statale curvosa che nessuno13 già conosce e mi ha fatto impostare sul navigatore. In effetti è molto divertente: stretta, a dirla tutta, ma non essendo con la Stelvio e le sue valigie, con il 790 si va molto bene. Nei pressi di Ronzo-Chienis passiamo dal Passo S. Barbara e diamo un'occhiata all'ora. Abbiamo appuntamento con Nolmar per le 12.30 circa: non possiamo salire anche per la SP88 verso Bordala; quindi optiamo per scendere verso Rovereto dalla via più rapida. Qualche km di autostrada del Brennero fino a Trento e poi SS47 della Valsugana. La strada è larga e rapida: raggiungiamo in una ventina di minuti il luogo dell'appuntamento a Pergine Valsugana, nei pressi dell'Hotel Meridiana, dove Nolmar ci attende con la sua Triumph T120. Ci si rivede dopo mesi e sono belle sensazioni: cose che erano normali fino allo scorso anno, ora sono grandi momenti, vista la separazione forzata dei mesi passati.

Riprendiamo la statale costeggiando il lago di Caldonazzo in direzione di Levico Terme centro, dove deviamo a destra. Vogliamo percorrere la strada del Menadòr (nota anche come Kaiserjaeger strasse), costruita dagli austriaci nel 1915. 

Note: sono presenti segnalazioni che limitano il traffico a mezzi che non superano certe dimensioni e, a dirla tutta, questa strada dovrebbe essere percorribile solo in moto o in bici: se ci si avventura in auto per questo tracciato stretto e pieno di tornanti chiusissimi si rischia di vivere una brutta esperienza. Assolutamente da non perdere, per chi può arrivarci, la suggestiva vista sui laghi di Levico e di Caldonazzo da un tornante, con un piccolo spazio ricavato per poter accostare e godersi lo stupendo panorama sulla Valsugana.

Purtroppo salendo ci imbattiamo in un camper con targa austriaca che si è inerpicato fin quassù! Nei pressi del breve tunnel scavato nella roccia ha rischiato di rimanere incastrato... e pochi metri più avanti, si è effettivamente incastrato in modo inestricabile con un'auto che scendeva in senso opposto. Inevitabile il contatto tra i due mezzi. Per fortuna era rimasto un piccolo spazio e con le moto abbiamo potuto infilarci, proseguendo verso la sommità.

Un breve tratto in discesa e prendiamo a sinistra la SS349 di Val d'Assa per andare in direzione del Passo Vezzena. Nei pressi di un tornante sappiamo già dove andare: si sale e si volta a sinistra per una breve sterrata che ci porta alla Malga Zochi, dove ci eravamo trovati bene già nel giro a Merano e Austria di luglio del 2019


 

Siamo già con le gambe sotto al tavolo quando, come si vede nella foto qui sopra, ci raggiunge anche Jules Winnfield: grande sorpresa!!! E' con la nuova GS adventure 1250, fresca fresca di valigie nuove: bella bestiona! Grandi festeggiamenti e battute! Si mangia in compagnia senza risparmiarsi, ad essere onesti, e si riparte per andare verso Folgaria e, di qua, su verso il Passo Coe. Per me è la prima volta.

Sul passo si trova l'omonimo lago, nei pressi del quale sono posizionate le installazioni della Base Tuono. E' una base missilistica dell'areonautica, dismessa dal 1978.

Si torna verso valle, con una breve sosta poco più avanti per godere della vista verso Tonezza del Cimone e la pianura che porta a Piovene Rocchette.

L'arrivo ci vede appena sotto i 500 km dal mattino, poco prima delle 19.

La serata in terrazza a casa di Jules, dopo tanti mesi di distanza, passa tra risate e una corposa mangiata, accompagnata da delle sane, gioiose bevute!



Se qualcosa di buono può aver lasciato questo periodo di isolamento, che ancora dura, è di aver permesso di apprezzare ancora di più i valori veri, come l'amicizia e il piacere di stare insieme.

Il giro di oggi


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