giovedì 29 marzo 2018

In Abruzzo per Pasqua 2018

Il mese di marzo è stato parecchio ballerino quest'anno: meteo estremamente instabile, una ricaduta d'inverno e molte piogge, che spesso si sono concentrate nei fine settimana. Il mio amico Peo, a causa di questa situazione meteorologica, sta impazzendo: morde il freno sperando che le strade si asciughino per poter scatenare i cavalli del suo Monster.
Per quanto mi riguarda, invece, è di nuovo la volta di montare in sella dopo il giro di sabato e domenica scorsi in Toscana: stavolta per le festività pasquali si scende in Abruzzo.
Mi sono riproposto di far girare la T120 molto di più quest'anno, quindi questa volta tocca a lei.
Check-list. Questa volta niente attrezzi. Nella borsa da serbatoio metto tutto quanto potrebbe servirmi, senza costringermi ad aprire il rullo da sella:
- l'antipioggia
- i sopraguanti impermeabili
- guanti di riserva
- collare di riserva
- fazzoletti di carta
- coltellino svizzero
- tiranti di riserva
- stick per le punture di insetti
- libro con le mappe del touring club italiano
- action cam
- grasso catena

Poi carico il rullo da sella e lo fisso alla moto con i tiranti: finora non l'ho ancora utilizzato e sono curioso di provare se l'acquisto fatto qualche settimana fa dal fido Guido di Holeshotmoto è funzionale come auspico.

Nota sull'attrezzatura: il rullo Tornado 2 della Enduristan è quello di taglia media, da 32 litri. Alla fine del viaggio si è rivelato estramamente pratico e funzionale. Solido, totalmente impermeabile, dotato di fibbie che permettono di regolare al meglio le dimensioni, caricamento dall'alto, interno tutto rosso che aiuta a vedere bene le cose stipate, sacca interna impermeabile con cerniera e piccola rete interna per tenere piccoli oggetti separti dagli altri. All'esterno ha una pratica impugnatura. Ho trovato molto utili i diversi passanti e ganci che servono per fissare al meglio il bagaglio. Garantito che non si sposta. Con quelle dimensioni va bene per andare via dai 4 giorni (e ne avanza..). Per meno di 4 è eccessivo.

Autostrada fino a Piacenza sud, tanto per uscire dal caos cittadino. Poi via Emilia. Tanto il traffico: pensavo che durante la settimana fosse tranquillo e invece tantissimi camion: la strada scorre lenta e anche abbastanza pesante. Per fortuna molti tratti sono stati ampliati e resi a doppia corsia per senso di marcia: almeno in quelle occasioni si riesce a recuperare un po'.. e anche a darsi una svegliata. A Modena lascio la via Emilia per la SS274, verso Sassuolo e poi seguo per Maranello.
Incontro una Ferrari bianca, in prova, tutta camuffata: vorrei scattare una foto, ma ho lasciato la action cam nella borsa da serbatoio. Pazienza.
Con la T120 il viaggio è più vecchio stile: nessun navigatore, solo il fido libro verde del Touring Club con le sue mappe stradali. Certo, si perde un po' più di tempo, ma ha il suo fascino. Del resto, ho girato così per anni..
Invece di salire per la SS12 dell'Abetone, proseguo verso Bazzano e poi Casalecchio di Reno, alle porte di Bologna. Di qua seguo le indicazioni per la SS64 Porrettana. Il mio proposito, tuttavia, non è quello di andare verso Porretta: una serie un po' cervellotica di rotonde nei pressi dell'uscita autostradale di Sasso Marconi mi indica la direzione per Castiglione dei Pepoli.

Da Piacenza a Sasso Marconi, via statale



Lascio dunque la Porrettana per la SP325. E' una strada scorrevole e piacevole, che corre a fondovalle, quasi parallela all'A1.

NOTA SULLA VIABILITA': Sulla SP325 In questo periodo (..ma presumo sia così da tempo..) ci sono lavori autostradali imponenti e dunque spesso c'è il fondo sporco di fango e terra portati dai mezzi pesanti coinvolti nei lavori. E' bene anche prestare attenzione agli accessi di mezzi pesanti dai cantieri.

Comunque procedo sollecitamente, il cielo abbastanza nuvolo. A Castiglione dei Pepoli faccio benzina e mi dirigo verso il passo della Futa.


Questo tratto di strada è lo stesso fatto sabato con nessuno13, solo che allora siamo arrivati dai laghi di Suviana e dal Bacino del Brasimone. La discesa verso Roncobilaccio e la salita verso il Valico della Futa sono davvero piacevoli. L'asfalto, pur essendo zona montana, è buono.
Si passa il confione tra Emilia e Toscana.


Praticamente al valico (su questa strada non è presente il consueto cartello che indica valico e altitudine) si trova un gigantesco cimitero di guerra tedesco che raccoglie i resti di 30.000 soldati caduti sul suolo italico. Se avessi meno strada da fare mi fermerei, almeno per un'occhiata.

Finalmente mi immetto sulla SS65 e si scende verso il Lago di Bilancino in circa 20 minuti. Strada ottima e curve. Di qui a sinistra, versoBorgo S. Lorenzo e Vicchio. Un'interruzione sulla provinciale 41 per Sagginale costringe ad attendere ad un semaforo per passare il fiume Sieve da Ponte a Vicchio e proseguire per Dicomano. Di qui si prosegue sulla SS67 fino a Londa.

Da Sasso Marconi via Castigilione dei Pepoli e Futa, fino a Londa



Faccio una breve sosta, per fare benzina e scrutare il cielo: diciamo che proprio davanti, verso dove sto andando, il cielo non promette nulla di buono proprio sui monti.
Tiro fuori il giubbetto antipioggia fluorescente e copro la borsa da serbatoio con la membrana impermeabile. Poi mi avvio.
Il tempo di attaccare la strada che porta sul Valico Croce ai Mori e si scatena la pioggia. Ovviamente avevo pensato bene di non indossare gli scomodi pantaloni antipioggia. Lo so, per esperienza, che non va mai sottovalutata l'acqua.. invece, da sciocco, non ho messo i pantaloni impermeabili solo per pigrizia. E ora la sconto!! Prendo tantissima acqua, che bagna completamente i pantaloni, poi le calze e infine riempie gli stivali! Nel casco partono le imprecazioni, ma "chi è causa del suo mal, pianga sè stesso!" recita il saggio detto popolare. Cerco di restare concentrato sulla guida. Devo dire che le gomme di 1° equipaggiamento della T120 danno molto affidamento: anche al giro sulle Dolomiti per il Carugo, a fine Agosto, pioveva molto ed avevano garantito un'ottima tenuta. Molto bene: almeno su questo fronte posso stare tranquillo. La mappa RAIN che ho impostato non taglia i cavalli, ma rende meno brusca l'erogazione e soprattutto attenua notevolmente l'effetto on/off che trovo abbastanza fastidioso. Salgo tra la pioggia abbondante, attraverso il bosco: se non fosse per l'inconveniente dell'acqua ovunque, la salita me la godo ugualmente. Arrivo alla sommità senza poter scattare foto: il cellulare è imboscato nelle tasche interne e non apro certo l'impermeabile per tirarlo fuori! C'è anche la nebbia, perchè sono salito dentro le nuvole.
La discesa verso Stia è lunga. Guido con dolcezza cercando la rotondità e aprendo piano in uscita.
L'obbiettivo sarebbe scavallare i monti e sbucare in Romagna, dove poi andare in A14 Adriatica. Solo che a guardare i monti, appena sopra di me, a Est, c'è poco da stare allegri. Grondo acqua ovunque, sento gli stivali allagati e vorrei evitare di tornare su un altro passo a prendere il resto.
Mi fermo allora a Bibbiena e svuoto gli stivali!

da Londa a Bibbiena attraverso il Valico del Croce ai mori



E' uscito il sole e c'è vento caldo: guido verso sud a lungo in piedi, in modo da far asciugare al massimo gli indumenti. a sinistra, verso Est, i monti continuano ad essere coperti di nuvoloni neri: lassù sta piovendo certamente. Quindi niente passo della Calla, nè Valico dello Spino, nè Passo Madrioli. Si prosegue a sud, fino quasi ad Arezzo.
Mi volto indietro: il maltempo è alle spalle. Posso andare a Est verso Sansepolcro.
Prima però mi godo la bellissima strada, mai fatta, da Giovi/ponte alla Chiassa (qualche km a nord di Arezzo sulla SR71) ad Anghiàri. Si tratta della SP43. Davvero una bella scoperta:curve piacevoli, strada ben tenuta, traffico zero. C'è anche il Valico della Scheggia come ciliegina!


Ci voleva dopo tutta quell'acqua.

Da Bibbiena ad Anghiàri per il valico della Scheggia



Attraverso Anghiàri, molto carina, e scendo verso Sansepolcro.
Il tempo corre.. e la strada da fare è ancora tanta. Arrivare al versante Adriatico da qui mi porterebbe troppo a Nord.
La soluzione è una: E45, per scendere svelto il più a Sud possibile. La Bonnie dimostra che se c'è da spingere, ne ha eccome! Gli 80 km fino a Perugia volano. Sosta benzina a Bastia umbra. Poi costeggio Assisi e la bellissima Spello. Direzione Foligno Sud, dove seguo le indicazioni per la SS77: voglio arrivare a Macerata e poi sbucare a Civitanova Marche. Saranno le 17 quando con la bonnie mi inerpico per la strada che sale a Colfiorito.
Bellissima! La ricordavo tale e tale la ritrovo! Saliscendi, tornanti, fondo perfetto, strada a tratti larga. Inoltre è deserta! Meraviglia. Mi rinfranca lo spirito. Dopo tante curve, raggiungo il Valico di Colfiorito.


Di qua si prende la superstrada. Tante gallerie, ma è tutta discesa e si va svelti. Che bello guidare con il sole lle spalle: l'ombra si proietta sull'asfalto!
Certo, ora il divertimento è minore, ma bisogna arrivare e la strada è ancora tanta. Benzina poco prima di entrare in A14 e poi, tra la luna quasi piena e le luci sul mare arrivo a destinazione che sono le 21 passate.
Sono abbastanza cotto, ma sono contento di aver portato la T120 nel mio mondo! Aveva fatto oltre 600 km in giornata in un'altra occasione, ma 840 km sono una prova di maturità per qualsiasi moto: la Stelvio e le altre gran turismo! Brava!!! Sei affidabile, come le tue "sorelle" precedenti! Ora sei un po' più "mia"!

domenica 25 marzo 2018

Marzo 2018 tra Emilia e Toscana

Tutto si decide al volo la sera prima: tra giorni di incertezze, finalmente arriva il segnale: si può partire e al diavolo il resto. Il tempo dovrebbe assisterci e un altro fine settimana in casa non lo potrei proprio reggere!!
Stelvio e KTM1290. Piacenza Sud e via Emilia fino a Reggio.
Poi lasciamo fare al Tom Tom. Inizialmente selezioniamo "percorso emozionante" che però ci fa fare fin troppi giri. Va moderato un po' nel momento in cui viene programmato.
Facciamo comunque in tempo a girare dalle parti della rocca di Canossa e a vedere i calanchi, caratteristici di queste colline. Da queste parti ero passato in uno dei primi giri con la Stelvio, a maggio 2015.
Se dobbiamo arrivare in Toscana, bisogna che tagliamo un po' certi percorsi. Quindi ridiscendiamo a valle dopo Reggio, verso Modena.
Breve sosta per il punto della situazione e poi "entriamo" verso i monti.
Iniziamo ad affrontare le salite dell'appennino modenese, diretti verso Porretta Terme.
Intorno a noi e al bordo della strada la neve è una presenza costante: è quanto rimane delle recenti nevicate della settimana scorsa, cadute copiose da queste parti.


A Porretta arriviamo che è ora di pranzo: saranno le 13.


Troviamo un pub aperto: hamburger e birra. Ci voleva!
A pancia piena riprendiamo la strada. Sempre tra strade curvose, con la neve e i panorami montani.
Raggiungiamo prima il lago di Suviana...


...poi il bacino del Brasimone.



A Castiglione dei Pepoli si prosegue seguendo le indicazioni per la Futa: lunga discesa verso Roncobilaccio e poi di nuovo su, verso il valico. Finora, nonostante siano state strade di montagna, un po' maltrattate dai freddi recenti, devo dire che le condizioni del fondo stradale sono più che accettabili. Forse un ruolo lo giocano anche le sospensioni della Stelvio, revisionate non più tardi di 1 mese fa. Bene, meglio così!
Finalmente si scavalla in Toscana! L'aria rigida diventa rapidamente più dolce e le colline, con il lago di Bilancino sullo sfondo, ci fanno salire il buonumore!
Nel pomeriggio assolato si corre bene, in direzione di Borgo S. Lorenzo e Dicomano.
A Londa ci fermiamo ad un passaggio a livello.
Come sempre, mi viene in mente quando a settembre 2010 passai di qua la prima volta con Vecchialenza: mi colpì la simpatia del macellaio. Quindi ogni volta che passo, scatto una foto alla sua bottega. Festeggia 50 anni di attività!!


Da Londa si sale per una strada che ho sempre trovato divertente: si passa attraverso il Parco delle Foreste Casentinesi, si supera il valico Croce ai mori, e si ridiscende sull'altro versante, a Stia, con una discesa bella e guidabile.
Finalmente, dopo tante ore in sella e oltre 430 km, raggiungiamo Poppi, la destinazione scelta per pernottare.


Il paese moderno si è sviluppato sulla strada a valle, ma il centro storico è su un altura, sulla quale spicca il castello con la sua torre.


Il nucleo più antico si distende tra il castello dei conti Guidi e l'abbazia di S. Fedele, una struttura benedettina, in stile romanico, che risale all'anno 1000 d.c. circa.


L'interno.


Il paese sembra quasi disabitato, pochissime le attività commerciali, quasi nessuno in giro. Ci sorprendiamo a chiederci dove siano gli abitanti: tutte le imposte sono chiuse, ma è pieno di auto parcheggiate. Misteri!
La torre del castello nel punto più alto della città.


Parcheggiamo le moto e ci sistemiamo in camera. La vista sulla valalta è molto suggestiva.


Il tramonto sui colli verso la Consuma.


Dove alloggiare: noi ci siamo trovati bene all'Albergo S. Lorenzo. E' nel paese alto, proprio sotto il castello. Ottimo rapporto qualità prezzo. Non c'è parcheggio privato per le moto, ma è talmente tranquillo il centro storico che non abbiamo avuto remore a lasciarle nella piazzetta antistante l'ingresso. Cortesia e gentilezza al mattino per la colazione che non mancava di nulla, pur non ostentando chissà cosa.

da Modena verso Porretta e il valico della Futa, fino a Londa




Al mattino la vista sulla valle dal balcone è quasi mistica, con le brume mattutine che aleggiano sulle colline circostanti.


La temperatura è ben rigida: circa 3 gradi, con le selle delle moto ricoperte da una sottile patina di ghiaccio.


Ci prepariamo alla partenza.


Dopo qualche km in direzione sud, voltiamo a sinistra per Chiusi della Verna. La strada corre tra le foreste, per pooi cominciare a salire. il fondo stradale non è mai ben messo: ogni volta che ho fatto questa strada, ho trovato il fondo sempre abbastanza irregolare. Saliamo con la neve a bordo strada fino al monastero di chiusi della Verna. Poco più avanti si raggiunge il Valico dello Spino, a 1.005 m. di altitudine.



La discesa verso Pieve S. stefano è fantastica, con bei tornantie un fondo stradale perfetto. La cosa fantastica è non trovare il minimo traffico. Questa situazione sarà una costante dell'intero fine settimana. Verso Sansepolcro e anghiari, per poi dirigerci verso Arezzo. 
Monte S. Savino, Gargonza, e poi le colline dolcissime del Chianti per risalire verso nord: uno spettacolo per gli occhi e un vero godimento per la guida in moto! E' uno dei parco giochi offerto dalla penisola, come le Dolomiti o certe strade intorno al Gran Sasso o le strade della Val d'Orcia.
Qui siamo nei pressi di Castelnuovo Berardenga.


Il 1290 va a fare un'escursione sulle strade bianche della zona.


Proprio da queste parti eravamo già passati a Marzo dello scorso anno, quando facemo anche alcuni tratti dell'Eroica.
Saranno ormai le 13 passate quando arriviamo nei pressi di Castellina in Chianti. Avevamo in mente di praznare all'Albergaccio, un ristorante dove siamo stati più volte, ma scopriamo che la domenica è chiuso. Breve conciliabolo e ritorniamo un po' indietro, verso Radda in Chianti. Siamo nei pressi della struttura dove alloggiammo in occasione del giro di Aprile 2017
Un rapido gesto d'intesa e parcheggiamo presso il ristorante La Cantina.
Tanto per cambiare, la scelta si rivela felice. Giusto una foto dell'antipasto, per dare l'idea: cinta sensese, pratomagno  e toscano dop: spettacolo!


Arriva il momento di separarci. Io sono praticamente a secco e mi fermo a fare benzina poco più avanti.


nessuno13 prosegue per la sua strada.
A fine giornata la stanchezza si fa sentire soprattutto per via dell'autostrada finale. Alla fine sono quasi 1000 km in questi due giorni. Ma che meraviglia: dopo tante settimane di attesa, finalmente dei km seri, con strade e luoghi fantastici!



220 km In giro tra Casentino e Chianti


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