sabato 30 dicembre 2017

Fine 2017 in sella!

Qualche immagine degli ultimi 2 giorni del 2017, chiuso in bellezza girovagando sulle strade appenniniche.
30 Dicembre:
Verso la Val Trebbia e poi giù a sinistra verso il Valico della Scoffera, al quale si arriva rapidamente dopo aver lasciato la SS45.


Dai 3 gradi dell'Appennino, si scende verso i 17 del mare, a Recco, con decine e decine di curve da Bargagli, Uscio, Avegno. Che meraviglia!



Rientro risalendo la collina verso Uscio e Lumarzo, quindi Torriglia, Avosso e poi da Busalla la SS35 dei Giovi.


31 Dicembre, finisce il 2017!

Più o meno le stesse strade, attraversando la campagna pavese: ecco Villanterio.


Poi la Val Tidone in direzione della Val Trebbia. A Gazzola dal 2012 ci si imbatte nel monumento che ricorda la battaglia della Trebbia del 218 a.c., quando Annibale coi suoi elefanti sconfisse i romani e continuò la sua strada verso Roma.


Correndo a mezza collina con gradevoli saliscendi, passo davanti al Castello di Statto.


Quindi raggiungo Travo e il ponte sul Trebbia.


Il cielo è coperto e la strada umida. Una volta immessomi sulla SS45 della Val Trebbia, mi dirigo verso Bobbio. Escursione su un sentiero sterrato che scende lungo la riva del fiume, nei pressi del celebre "ponte gobbo". Anch'esso, come quello di Borgo a Mozzano (vedi viaggio in Basilicata del 2015), in Garfagnana, è noto come "ponte del diavolo".


Riprendo la strada verso ovest fino a Marsaglia.


Sono quasi le 16, inizia un leggero nevischio e le giornate sono ancora corte: devo tornare indietro per non trovarmi a guidare nell'oscurità. Prima, però, uno scatto al Castello di Rivalta.


Si conclude l'anno con questi due piacevoli giri. Guardando il contachilometri, siamo quasi a 78.000: sono 20.000 i km percorsi con la Stelvio quest'anno.


Si può cominciare a festeggiare l'arrivo del 2018!

domenica 17 dicembre 2017

Giretto ad Arona prima di Natale 2017

Niente di che, ma una bella mattina soleggiata nel pieno del mese di dicembre non si può sprecare standosene a casa o, peggio, andando in giro per i regali di Natale!!
Quindi porto la T120 sul Lago Maggiore, ad Arona, davanti all'imbarcadero. Tanto basta per rinfrancare lo spirito del motociclista, negli intervalli favorevoli dei rigori dell'inverno.
Giusto un paio di foto, tanto per ricordarmelo!



La splendida vista del Lago Maggiore.


domenica 10 dicembre 2017

Puntata in Abruzzo per il ponte dell'Immacolata a Dicembre 2017

4 giorni per un giro fuori stagione in Abruzzo. 
Minaccia di una forte ondata di gelido maltempo, con neve a quote basse al ritorno, la domenica.
Controllo con attenzione: l'andata è "salva": il tempo regge.
Certo, partenza con 0 gradi alle 8 del mattino, ma a parte l'alzata come nei giorni lavorativi, per il resto tutto ok.
Benzina, mentre il sole sorge.


Attraverso la pianura padana. Ai lati della A1 i campi sono bianchi di brina. Di tanto in tanto, dove c'è un corso d'acqua, si alza una leggera nebbia. Anche questi dettagli contribuiscono a non rendere troppo noiosa l'autostrada.
Fino a Bologna il traffico si mantiene intenso. Prima sosta dopo 230 km, poco prima di Imola. Una ventina di minuti, giusto per un caffè e un po' di cioccolata. La Stelvio fa 16,8 km/L: sorprendente. Anche questo mi mette di buon umore.
Riprendo l'autostrada e poco dopo Rimini il traffico diventa davvero ridotto. Dopo un po' si vede anche il mare. La temperatura già sale: siamo sui 14 gradi.
Nei pressi di Civitanova Marche altro rifornimento: stavolta il consumo di benzina è salito: 16 km/L. Però va detto che ho tenuto un passo più veloce. Il viaggio prosegue, entro in Abruzzo.
Sulla destra si staglia il Gran Sasso prima, e la Majella poi. Entrambi i massicci sono completamente ricoperti di neve!
Breve sosta tecnica nei pressi di Pineto, per sistemarmi il casco che mi preme sulla parte destra del capo.
Giunto a destinazione sono circa le 14.45. C'è ancora un bel sole e la temperatura è mite. Mi soffermo a scattare qualche foto. Il porto di Vasto.


L'atmosfera, come si vede, è quasi primaverile. Qui sotto la Stelvio proprio sotto il Faro di Punta Penna, il più alto in Italia dopo la Lanterna di Genova.



Il navigatore riporta le statistiche del viaggio: quasi 700 km, ma la Stelvio è moto confortevole mi ha portato a destinazione senza affaticarmi in modo eccessivo.


Per un paio di giorni mi godo le amenità di Vasto. La zona di Porta Catena, che discende dal vecchio abitato di epoca medievale.


Le case sulla passeggiata orientale, che il sole che sorge bacia ogni mattina: che posizione meravigliosa!


La porta Catena, che si apre verso la passeggiata.


Il rinascimentale Palazzo d'Avalos, dei Marchesi che avevano il potere sulla città. La posizione l'avevano scelta bene!


I giardini in stile napoletano sono davvero una chicca.


La vista da uno dei vicoletti che portano verso la passeggiata orientale.


Ed ecco come si presentava il golfo di Vasto: in lontananza si vedevano il promontorio del Gargano e le Isole Tremiti.


In giro per Vasto la mia ttenzione è attirata da una Moto Guzzi Falcone di colore blu. Sulle valigie "moderne" di cui è stata dotata leggo la pagina facebook dei proprietari: "Viragando" Chiedo ad amici che sono iscritti a quel social network di salutare i due guzzisti da parte mia.


Trascorsi un paio di giorni godendomi l'accoglienza e le delizie della gastronomia vastese, è il momento di rimettersi in viaggio. C'è un po' di apprensione, perchè il tempo dovrebbe reggere per  buona parte del viaggio, salvo poi peggiorare verso nord a partire dalla metà del pomeriggio. 
Decido quindi di partire verso le 7, in modo da anticipare eventuali problemi atmosferici durante il giorno.


Il simbolo del fiocco di neve sul cruscotto della Stelvio indica che la temperatura non è propriamente mite.
Tuttavia un bel sole rosso illumina l'alba della domenica.


Mentre vado, il sole da est illumina gli Appennini: la Majella si tinge di un bellissimo colore rosato.


Il viaggio scorre liscio: fino alla romagna la temperatura oscilla tra 0 e 3-4 °C. Il mare sulla destra e il sole alle spalle rendono il viaggio piacevole.
Poi la temperatura sale ancora. Esco dalla A14 a Imola, perchè un incidente a Castel S. Pietro crea code per 20 minuti e oltre. La temperatura è salita fino a 7-8 gradi.
Mi immetto sulla A1 dalla tangenziale di Bologna. Da Reggio Emilia qualche fiocco sporadico comincia a impattare sulla visiera del casco.
Proseguendo verso Parma la nevicata si intensifica. Il fondo stradale, abbondatemente irrorato di sale, si mantiene comunque pulito. Le Continental TKC70 fanno il loro lavoro senza defaillances.
Arrivo dopo circa 7 ore.


Ecco la Stelvio in versione "gatto delle nevi".


Neve congelata anche sulle valigie.


La Guzzona si è comportata egregiamente in questi 1.300 km veloci: il freddo non ha creato nessun problema e i consumi sono rimasti tra i 16 e i 16,8 km/L.
Un bel ponte "lungo" che ci voleva!

domenica 26 novembre 2017

Barolo e Langhe, fine novembre 2017

Non è importante la strada, questa volta. Pur avendo fatto su e giù per le Langhe, quello che resta di questo giro da queste parti del Piemonte sono gli stupendi scorci, che qui mi piace condividere.
Mattinata gelida di fine Novembre, temperatura 0°C.
I campi sono imbiancati dalla brina: sembra bianca anche l'aria. Un contesto che forse (...non ci sono mai stato..) è più simile a un ambiente siberiano.


La Stelvio corre immersa nella nebbia, quasi sempre molto intensa nella piana che corre da Mondovì a Dogliani.
Poi ci inerpichiamo, io e il fido bicilindrico a V, sulle colline che salgono verso Novello e Barolo.


Basta salire un po' e si esce dalla nebbia. E si può godere del contrasto dato dalla nebbia in basso, che avvolge soffice i piccoli rilievi, e dal cielo sempre più terso, in alto. C'è qualcosa di magico.
Mi vengono in mente i castelli medievali che emergono dal nulla.


A Novello, da una parte la nebbia, in basso; dall'altra il cielo di quella limpidezza che solo le fredde giornate del tardo autunno o dell'inverno sanno regalare.


Infine, nei pressi di Barolo, una vista spettacolare, che spazia dalle colline ricoperte dai filari di viti, alla pianura ammantata di nebbia, alle lontane (...ma neanche troppo...) Alpi ricoperte di neve.


Tanto basta per poter essere contenti di essere partiti col freddo del mattino quando avremmo voluto starcene nel letto al caldo, di esserci preoccupati per il cattivo tempo a causa delle previsioni dei siti meteo, di non aver chiuso l'assicurazione della moto continuando a pagare quando, in teoria, in inverno la moto la usiamo meno. Al diavolo tutto questo: questo ripaga tutto!


domenica 19 novembre 2017

Passo Maloja a Novembre 2017

Ieri un bel giro verso l'Appennino Ligure e il mare, oggi Alpi Svizzere.
Un giro nato davvero per caso, visto che la domenica si sarebbe trascinata stancamente.
Sole e aria limpida, cielo terso: anche se non è proprio prima mattina, mi allungo verso la Brianza.
Una volta in Brianza, perchè non arrivare a Lecco? E una volta raggiunta Lecco, perchè non andare verso nord ancora? Da Chiavenna perchè non andare a vedere di persona se la frana in Val Bregaglia consente il transito? Sono in Val Bregaglia: perchè non andare verso il Maloja? Una volta al Maloja, perchè non arrivare al Lago di Silvaplana?
E' novembre inoltrato: tutto questo è assurdo.... o no?
Nei pressi di Chiavenna, da Moreschi (non delude mai!), prendo un panino con breasaola e formaggio da mangiare più tardi. Lo Spluga non è un'opzione: il grande cartello alla rotonda di Chiavenna avverte che è chiuso.
Non resta che il Passo Maloja. Si va! L'ultima volta avevamo fatto un fine settimana da queste parti a Giugno 2017, con Nessuno13 e Nolmar.
Mi godo subito la salita che, dopo aver superato le cascate dell'acqua Fraggia, porta verso il posto di confine di Castasegna.
Il tunnel e subito dopo un semaforo.
Fervono i lavori per ripristinare i luoghi dopo la grande frana che si è staccata dal Pizzo Cengalo ad agosto 2017: un cartello avvisa che l'attesa al semaforo potrebbe protrarsi anche fino a 30 minuti. Con efficienza tutta svizzera il traffico è deviato sulla stradina che attraversa il paese. Ci si reimmette sulla via del Maloja qualche km più avanti.
Per fortuna la mia attesa dura 5 minuti. Poi posso riprendere a salire. Traffico inesistente. Guido con prudenza, cercando di non piegare eccessivamente: il fondo stradale è cosparso di un preparato per evitare che la strada ghiacci. Resta asciutta per un buon tratto, fino al paesetto di Stampa.
Da qui in avanti il cielo si copre e comincia a cadere un leggero nevischio.
Ora la strada corre tra i campi innevati e le montagne circostanti sono tutte bianche di neve.
Di fronte a me si parano i tornanti del passo Maloja. Decido di salire: guido con grande circospezione, cercando di limitare l'effetto on-off che potrebbe dare degli strappi e far perdere aderenza. Comunque tutto molto serenamente: a questo contribuisce anche la consapevolezza che nei tornanti non ci sono auto che arrivano in senso contrario: dunque, se proprio serve, si può allargare un po' la curva senza timore.
Arrivo in cima.


L'atmosfera è molto suggestiva.
Qualche passante (in verità non c'è in giro quasi nessuno..) mi guarda con aria un po' sorpresa. Tutto sommato mi fa piacere riscontrarlo, con una punta di vanità.
Ora nevica un po' più intensamente, ma visto che la strada è pulita, seppur bagnata, decido di proseguire.
Ecco il lago di Silvaplana circondato dai monti innevati.


Non posso farmi sfuggire l'occasione di immortalare la T120 in questo scenario!



Poichè la nevicata sta crescendo di intensità. decido di tornare indietro. Bello tutto, ma la prudenza non deve mai venire meno: se la strada diventasse difficile da percorrere, potrebbe essere un problema tornare a valle.
Ecco i tornanti del Maloja, mentre ridiscendo. Fa capolino un palidissimo sole.


La quota si abbassa e i prati non sono più ricoperti di neve. Restano comunque suggestivi gli scenari.
Ecco il ponticello di Coltura, seminascosto dietro una piccola palazzina.


Sul colle di fronte ecco la rocca di Promontogno.
Proprio qui, come si nota in basso a destra, inizia la deviazione per la frana dell'estate 2017.


Rientro in Italia e ripasso da Chiavenna. Rapidamente mi trovo sulla Valassina, la SS36. Mi fermo nell'area di sosta Mandello Est per una breve pausa. Il lago di Lecco, con lo sfondo della montagne innevate, è l'ultima immagine di un giro nato per caso, ma estremamente piacevole!


sabato 18 novembre 2017

E' novembre: tempo di mare! A Recco via Brallo e Val Trebbia

A lungo il termometro del cruscotto della Stelvio mostra il fiocco di neve, mentre attraverso le campagne del Pavese per spingermi nell'Oltrepo'.
Appuntamento a Rivanazzano: in un'oretta ci sono. Ho anche il tempo di una cioccolata calda. Poi arriva anche Nessuno13.


Direzione Godiasco e Ponte Nizza, lungo la Val Staffora: tanti velox! Poi passiamo al bivio: a sinistra per il Passo Penice; prendiamo a destra per Brallo di Pregola.
La strada è messa male: sarebbe bellissima, ma il fondo è davvero sconnesso. Devo dire che la ciclistica della Stelvio fa un gran lavoro: se fossi stato con la Bonneville forse mi avrebbe disturbato molto di più. In alcuni punti all'ombra, dove si attraversa il bosco, il fondo è umidiccio.
Comunque ormai siamo in ballo e balliamo. Superiamo il passo del Brallo, a quota 951 m., e procediamo lungo la SP186. L'andatura è tranquilla, per per goderci i panorami e gli scorci appenninici, tra gole dove la bruma è sospesa a mezz'aria discendiamo clivi ricoperti di colori autunnali.
Sbuchiamo sulla SS45 della Val Trebbia nei pressi di Ponte Organasco e seguiamo per Genova.
Questa parte della SS45 è secondo me la migliore: curve continue, tracciato vario e scorci bellissimi. A differenza della parte piacentina, qui il fondo stradale è perfetto! Farla in questo periodo in cui il traffico (anche motociclistico: purtroppo la zona è frequentata da tanti "intutati" che vanno come scannati..) è praticamente nullo è un regalo ulteriore di cui possiamo godere noi che non sospendiamo l'assicurazione.
Dunque un vero spasso guidare in queste condizioni, col sole che provvede a tenere asciutto il manto stradale.
Dopo Torriglia scendiamo verso Laccio e Bargagli, dove lasciamo la Val Trebbia per imboccare la SP225. Direzione Lumarzo e poi SP333 per Uscio. Curve continue mentre inizia la lunga e veloce discesa verso Avegno e Recco.

Qui in Liguria sembra di essere su un altro pianeta: detto dei 3 gradi di stamattina? Bene: quando arriviamo alle 14 ce ne sono 18 e molti approfittano del piacevole tepore per trascorrere qualche ora in spiaggia


Pranziamo con focaccia, trofie, alici marinate e dolce.
Ancora una passeggiatina digestiva sul lungomare. Il monumento ai caduti.


Il golfo antistante la cittadina.


Una suggestiva insenatura.


Poi dobbiamo tornare in sella: vogliamo fare un altro po' di curve prima che scenda il buio.

Risaliamo verso Uscio e Torriglia: anche e soprattutto in salita questa strada mi piace sempre! Perchè poi non è che si va su a pieno gas, ma puoi pennellare le curve pur ad andatura moderata. Saliamo per Ferriere e Boasi, per poi riprendere la SS45 fino a Torriglia.
A Torriglia prendiamo per Busalla. Anche la SP226 che passa per Montoggio e Avosso è favolosa. E il piacere non finisce a Busalla. Prosegue lungo la SS35 dei Giovi dove il tracciato è curvoso ma scorrevole, fino a Isola del Cantone.
Da Serravalle vado verso Tortona, ma diciamo che il divertente è finito. Ora è puro trasferimento, con la parte da Tortona a oltre la Certosa di Pavia trafficatissima: è questa la parte più faticosa e stressante del giro.
C'è comunque l'occasione di immortalare un'ultimo, suggestivo scorcio: il sole che scendendo sull'orizzonte è sempre più rosso merita una foto.


Poco meno di 400 km e una bella giornata davvero!


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