sabato 16 novembre 2013

16 novembre Lago d'Orta, Mottarone e Lago Maggiore

Sveglia al mattino... rapido scambio di messaggi con Peo... beh, giornata di oltre metà novembre: dovrebbe fare freddo, piovere.. e invece ne esce fuori una di quelle giornate che sogni sempre e in cui speri quando decidi di NON sospendere l'assicurazione della moto per i mesi invernali! Vedere per credere... ovvio che Peo sia entusiasta!


....vogliamo andare verso quelle montagne. Qui siamo sulla SS229, nei pressi di Momo. Risaliamo in direzione Lago d'Orta, aggirando Borgomanero e seguendo per Gozzano. La strada in questo tratto è estremamente scorrevole: tratto "di trasferimento".
Dopo Gozzano, la strada inizia a digradare verso il Lago d'Orta, e diventa curvosa e piacevole. Giunti alla rotonda, prendiamo a destra, per Orta S. Giulio.
Questo scorcio di lago è davvero uno scrigno: ecco l'isola di S. Giulio.. cliccando sulla foto si ingrandisce: si nota anche il santuario della Madonna del Sasso, abbarbicato su una rupe dall'altra parte del lago. Ci sono passato sotto appena 2 settimane fa.


Ovviamente la Multistrada di Peo e la Randagia sono ammirate dalla bellezza dei luoghi...


...caffè e quattro chiacchiere sul recente EICMA 2013 e si decide di salire al Mottarone. Strada a ritroso per un km e alla rotonda di prima proseguiamo dritto, iniziando ad inerpicarci verso Carcegna ed Armeno. La strada sale a mezza costa, con bei tratti panoramici e qualche tornante.. la parte bassa è pulita e perfino asciutta. Insomma, abbiamo trovato un buon fondo stradale, anche in buone condizioni. Passata Armeno e la strettoia, si sale verso sinistra, seguendo le indicazioni per il Mottarone.. Ecco il piccolo Santuario della Madonna di Luciago...


Man mano che si sale, ai lati della strada cominciano a comparire i paletti caratteristici delle strade di montagna... un tratto particolarmente panoramico regala uno scorcio bellissimo, in cui si possono vedere il lago Maggiore, il lago di Varese e il lago di Monate...


Non so se è meglio la Ducati o il panorama alle spalle di Peo...


La salita riserva curve dalle quali si possono ammirare le vette innevate..


...ma la neve non è solo laggiù: continuando il percorso, che via via si fa più insidioso per via delle foglie secche macerate nell'umidità dei tratti riparati dal calore della luce del sole, essa compare anche a bordo strada. La segnaletica avverte chiaramente...


...altro scorcio, alle spalle della Randagia, poco prima della fine della salita..


Giunti in cima, inevitabile scattare qualche foto: neve in terra, ma un sole magnifico e un cielo terso che ci fa compiacere per aver scelto di fare un giro oggi, a novembre inoltrato..



Togliamo i giubbotti e decidiamo di sederci ai tavolini all'aperto della terrazza belvedere... sullo sfondo gli impianti sciistici..


Impossibile resistere al richiamo della polenta coi formaggi e dei ravioli...


Ci godiamo il sole in faccia e prendiamo anche un bel colorito... solo la voglia di goderci la moto con questo meteo perfetto ci convince a schiodare dalla terrazza immersa nel sole.. insieme ad un amico di Peo con una Street Triple incontrato in cima riprendiamo la discesa, per poi seguire la strada di Gignese: siamo diretti verso Stresa, sul Lago Maggiore. Sempre attenzione, per via dei tratti in ombra e delle foglie marce.. giunti sul lungolago, ci godiamo i bellissimi paesi che costellano il lago, pieni di gente che passeggia e si gode questo clima benevolo.
Breve sosta ad Arona, dove tanti bikers si godono 4 chiacchiere ed un aperitivo..


Salutiamo il ragazzo con la Street e io e Peo riprendiamo la strada verso casa.
Non posso non cogliere le ultime luci del sole...


...per via del gran traffico in avvicinamento a Milano, arrivo che è già scuro... per fortuna le luci della città aiutano. Grande giornata di moto!!!

Ecco il percorso di oggi..



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sabato 2 novembre 2013

1 novembre 2013 Valstrona e Lago d'Orta



Giornata che nelle previsioni dovrebbe essere buona. Con un po' di lentezza, ma riesco a muovermi che son quasi le 10 del mattino.. beh, le intenzioni della sera prima di fare qualcosa di "importante" svaniscono nella pigrizia delle lenzuola!
Va bene lo stesso: mi dirigo verso Cornaredo e, CLA-MO-RO-SO riesco a fare il pieno di verde presso una ERG a € 1,59!!! Incredibile, se si pensa che la benzina a Milano si può ritenere a buon mercato anche a € 1,66!! Beh, bene così: una sorpresa gradita.. 
A Vittuone prendo la via per Turbigo e proseguo fino a Buscate. Da lì, SS336dir direzione Malpensa. Uscita Oleggio e, passato il ponte sul Ticino sotto a Tornavento, proseguo per Oleggio. Poco prima del centro abitato, mi immetto sulla SS32 in direzione di Arona. A Varallo Pombia una coda lunghissima di auto nella direzione di marcia opposta: son tutti diretti allo Zoo Safari. Procedo e prima di Arona svolto a sinistra, direzione Gattico e poi Borgomanero. Alla Rotondona, seguo per il Lago d'Orta e Omegna.
Sempre piacevoli le curve e i saliscendi che caratterizzano il tratto che va da Gozzano a Orta S. Giulio. Proseguendo lungo la costa orientale del Lago d'Orta, che è deserta, arrivo fino ad Omegna.
Qui il dubbio è se andare in direzione di Domodossola e poi scegliere Cascata del Toce (..il Sempione è fuori questione, per le tempistiche che richiede e anche per le temperature che non sono ormai favorevoli..), oppure ridiscendere il Lago d'Orta sull'altra sponda, magari puntando verso la Val Sesia. Scelgo questa seconda strada.
Peccato che sbagli percorso!!! Invece di prendere la via che porta verso Varallo, passo un ponte sul torrente Strona e inizio ad inerpicarmi su per una strada montana: la SP52 della Valstrona, appunto.


Il tempo non è propriamente soleggiato. E' piuttosto grigio e volgendo lo sguardo in alto, forse potrei anche trovare pioggia.. e nebbia..
Comunque la strada, anche se un po' stretta, ha un tracciato piacevole, con molte curve coperte, ma anche diversi tratti da 3° piena: divertente, insomma! la pendenza non è eccessiva, ma bisogna fare attenzione a non prendere troppa confidenza, dal momento che le curve strette e a 90° arrivano improvvise e sono coperte dalla parete di roccia, che mi accompagna sulla destra.
A sinistra, invece, la vallata in fondo alla quale scorre il torrente. Salendo e addentrandosi nella valle, la strada diventa più stretta e la carreggiata si riduce sia per dimensioni, sia per via delle foglie cadute che si ammassano ai bordi.


...ma comunque l'ambiente in cui si viaggia è bellissimo e ricolmo dei colori vivi dell'autunno...


Di tanto in tanto si apre qualche scorcio della vallata..



Guardando con occhio più attento, sopra il letto del fiume, nel punto più stretto della gola, si può scorgere un ponte.. è un antico ponte di epoca Romana..
Mentre salgo, un cartello racconta che la zona è parte del territorio abitato dall'etnìa Walser. Erano un popolo discendente dagli Alemanni, che si stabilì nel Vallese (Svizzera) nell'alto Medio-Evo, per poi espandersi anche nelle zone confinanti dell'arco alpino a partire dal XII secolo. Parlano anche una loro lingua, il Titsch, che con un po' di perspicacia linguistica si arriva a capire che discende dal Deutsch. Del resto, il ceppo è quello. La storia della pololazione Walser è interessante.


Man mano che si sale, il paesaggio si fa più alpino.. quello su in alto dovrebbe essere il paesino di Sambughetto..


Intanto la Randagia si abbevera da un ruscello di montagna!


..e si arriva finalmente ai 1080 metri di Piana di Forno.


Dal momento che sono sprovvisto di antipioggia (..il mio mi ha tradito un paio di settimane fa e non l'ho ancora sostituito con uno nuovo), decido che può bastare, visto che comunque la salita è prossima a concludersi, le foglie aumentano rendendo un po' viscido il fondo stradale e aumenta anche la sabbietta. Prima però ecco la foto all'antico ponte romano: la scatto ritornando verso valle.


Arrivo di nuovo ad Omegna e seguo le indicazioni per Varallo e Cesara. Percorro la SP46 occidentale del Lago d'Orta. Passo sotto la roccia da cui, austero, domina la vallata il Santuario della Madonna del Sasso. Il lago è pacifico e anche la malinconia che le conferisce il cielo grigio e la nebbia sullo sfondo dei monti ha il suo fascino. Ecco l'isola di S. Giulio..



Dopo essere ritornato a Gozzano costeggiando il lago d'Orta, seguo a ritroso la SS229, ma scendo fino a Momo, oltre Borgomanero, prima di dirigermi ad Oleggio e quindi verso la SS336 dir e Milano.
Da oggi in avanti, si aspetterà senza programmare nulla: se qualche bella giornata dovesse capitare anche durante il lungo inverno, saprò coglierla!

sabato 12 ottobre 2013

12 ottobre 2013 Verso Brallo e poi Zerba, la Val Boreca e il Monte Lesima

A dispetto del nubifragio che ha colpito Milano nella notte tra giovedì e venerdì e delle piogge della sera di venerdì, la fiducia nel meteo favorevole per la giornata di oggi è stata ricompensata!
Ecco la parte più significativa del giro di oggi..
Mi muovo nemmeno troppo presto, verso le 9.30.. SS35 dei Giovi, fino a Pavia e Salice Terme. Proseguo per Varzi e, a differenza della settimana scorsa, anzichè proseguire lungo la SP461 del Passo Penice, proseguo a destra lungo la SP186 della Val Staffora. Tracciato assolutamente gradevole, scorrevole, col fondo stradale in condizioni più che buone. Traffico quasi nullo: le previsioni meteo erano sfavorevoli e dunque in pochi hano scelto di andarsene in giro. Meglio così. Arrivo su fino a Brallo di Pregola e "scavallo" proseguendo lungo la SP186.. la discesa è piacevole, anche se ogni tanto un po' di sabbietta e il gioco di ombre non permettono di rilassarsi come sarebbe bello. Tuttavia la discesa è piacevolissima. Uno scorcio, a valle di Brallo..


Riprendo la discesa e i tornanti non mancano. Arrivo fino alla base della montagna, dove il Trebbia ha scavato il suo corso..


Poco dopo, arrivo all'immissione con la SS45 della Val Trebbia. Non avevo mai fatto questa strada per arrivare in Val Trebbia, ma credo che la percorrerò di nuovo. A questo punto, opto per seguire la SS45 fino a Genova.. do uno sguardo alla mappa che porto con me e riparto. Sono diretto ad Ottone: poi si vedrà. Dopo alcuni km noto un cartello che indica Val Boreca. Mai sentita!!! Però il cartello è uno di quelli marroni, che indiano luoghi di interesse paesaggistico.. mmm.. visto che il giro fino a Genova non è che mi ispiri particolarmente, mi persuado a provare questa nuova strada. Quindi, ripeilogando per chi fosse interessato: percorrendo la SS45 direzione Genova, a un certo punto sulla destra si vede il cartello per Zerba e la Val Boreca. La strada è ben più stretta della SS45, e sale piacevolmente, con tratti in piano e tratti con tornanti. Il fondo stradale è impeccabile, seppure sia una strada sostanzialmente secondaria.
Arrivato subito dopo il piccolo abitato di Zerba, noto in alto, su un monte, un osservatorio astronomico. "Monte Lesima", recita un'indicazione. Dev'essere bello arrivare lassù. Così una svolta secca a destra e la strada si inerpica ripida. Questa è davvero una stradina stretta, ci passa solo un mezzo per volta..


il fondo per alcuni tratti è sgretolato.. ma si sale bene prestando la debita attenzione. Senza contare che si è immersi nella natura....


...e ogni tanto si aprono scorci meravigliosi sulla vallata: ecco la Val Trebbia. Guardando bene, si vede la SS45 che si snoda lungo la costa della montagna, là in fondo..


La strada sale e sale ancora, tra rocce spaccate e fondo stradale da trattare, diciamo così, "con rispetto"..



Poi la strada entra nel bosco.. i colori dell'autunno avvolgono tutto.. e le foglie ormai cadute fanno da ali ai fianchi della stretta carreggiata.. ma che atmosfera!


Il silenzio è rotto solo dal borbottìo dei Toga, perchè l'andatura è doverosamente bassa e l'attenzione a non mettere le ruote nel posto sbagliato è, viceversa, alta..


...incontro solo alcuni guardiacaccia e 4 ragazzi che fanno un'escursione zaino in spalla. Per il resto, il vento è il solo rumore che si ode. Pace assoluta.
Finalmente scollino e si comincia a scendere.. il verde dei prati è vivo e torna a vedersi il sole.


A piani di Lesima inizia la discesa piena di tornanti, che lungo un percorso sempre panoramico mi riposta verso la SP186 e Brallo. Qui, volto a sinistra e riprendo la strada verso Varzi, Pavia e poi Milano.
Giornata bellissima, con la scoperta inaspettata di posti nuovi, dove certamente tornerò a primavera inoltrata: nel mezzo i mesi invernali di nebbia, pioggia, neve e strade bagnate.

domenica 6 ottobre 2013

6 Ottobre 2013 Il Passo Penice e Passo del Brallo

Oggi il meteo non era molto promettente. Del resto già ieri l'estate sembrava aver salutato, e oggi non è certo tornata. Tuttavia in mattinata su Milano non pioveva, per cui ho deciso di montare in sella per andare a fare un giro, un po' a caso.
Alla fine ne è venuto fuori questo:



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Già ieri, per via del meteo e delle temperature intorno ai 12 gradi, avevo dovuto ritirare fuori dall'armadio la giacca e i pantaloni invernali, con tanto di imbottitura.. oggi è diversa solo la temperatura, leggermente più alta, intorno ai 15 gradi.
Per il resto, giornata uggiosa, ma alla partenza da Milano non piove. Tuttavia, essendo a dir poco fastidioso mettere i pantaloni dell'antiopioggia strada facendo, li indosso sin da subito, insieme al giubboetto impermeabile e fluorescente.
Non sbaglio. Lungo la SS35 dei Giovi inizia a piovigginare. Niente di che, nessun fastidio, ma col sole è meglio!
Passo dalla certosa di Pavia, con un discreto traffico. Noto alcuni distributori, in zona Casarile, con benzina allo straordinario (per questi tempi..) prezzo di € 1,66.. interessante.. a Milano sotto € 1,71 non si trova praticamente mai.
Inizia a piovere in maniera più consistente dopo aver superato Pavia, ma non è fastidioso: per fortuna non è freddo e non c'è vento.
Passo da Rivanazzano e Salice Terme e proseguo verso Godiasco e Varzi. Dopo Varzi, seguendo le indicazioni, un bivio manda verso il Passo del Penice, a 15 km.
Nonostante non sia lontano da Milano, non ci sono mai andato: l'ho sempre considerato pericoloso per via degli smanettoni che ci si affollano nei fine settimana di bel tempo. Non è questo il loro fine settimana, quindi può essere il mio. Inizia a salire. La strada non ha un buon fondo stradale e certo la pioggia caduta non aiuta. Tuttavia ho visto di peggio. La carreggiata è abbastanza stretta e dove a bordo strada finisce l'asfalto, lo scalino è notevole: meglio prestare un po' d'occhio, specie se si è in curva. Inizio a salire senza che piova, ma pian piano comincio ad entrare nella nebbia e la pioggia riprende a cadere. La visibilità cala notevolmente. Ma non ci sono auto, dunque salgo abbastanza tranquillo. Qui in prossimità del passo.



Riprendo ad andare e la nebbia si accentua. Aumentano anche le foglie lungo il tracciato, ma per fortuna rimane una corsia centrale percorribile senza particolari patemi.
Penso a come sarebbe piacevole la salita senza pioggia: le curve sono spesso molto strette, come la carreggiata, e spesso non hanno un raggio regolare, ma si chiudono in svariati modi, non permettendo una grande ritmicità, come invece accade per altre salite. Comunque tra la nebbia arrivo in cima!


Scendere verso Bobbio e la Val Trebbia, proseguendo? Mmm.. non ho voglia di scendere fino alla SS45. Preferisco tornare indietro: ho visto le indicazioni del Passo del Brallo. Non ci sono mai stato, quindi perchè non provare a far entrambi i passi, per oggi? Mi consulto con me stesso e mi approvo.

Quindi torno indietro e seguo la discesa: meglio stare più attenti, dato che nella carreggiata che scende ci son più foglie.
Dopo 3-4 km c' la deviazione a sinistra per andare verso il Passo del Brallo.
La strada è molto rovinata, piena di sconnessioni e con il manto stradale spesso pieno di buche. Inoltre la ghiaietta non manca e le foglie rosse, ormai secche, tappezzano larghe parti del fondo stradale. Comunque, tra curve abbastanza secche e qualche spianata, anche qui non è poi così male. 
La pioggia cade incessante e la nebbia non si dirada, ma non sento la preoccupazione che in passato queste condizioni meteo mi facevano nascere. Meglio così!
Arriva anche il Passo del Brallo. 

    
A questo punto, anzichè andare a ritroso, seguo la bella strada che ridiscende verso Varzi, per poi continuare verso Pavia e quindi Milano, non prima di aver fatto il pieno a Casarile, dove la benzina era fornita a un prezzo interessante.
Giro tranquillo, ma bello perchè ho visto altri due nuovi posti.  

5 Ottobre 2013 E' arrivato l'autunno

Nuvole basse, pioggerellina, strade bagnate, ombre di alberi scuri, campi fangosi. E' arrivato l'autunno. In teoria la stagione del motociclista è sul punto di concludersi, in attesa della primavera. Eppure... c'è voglia comunque di cercare il bello anche in questo periodo. E' un bello diverso, ma comunque c'è voglia di saltare in sella per scovare anche in questo periodo il bello della natura che si addormenta.
 
Lungo il grande fiume, il Po, con la bruma che sale..



...mi avventuro lungo una strada deserta, che costeggia il fiume, per ritrovarmi sopra l'argine maestro, che protegge dalle piene l'operosa pianura.


Un giro che forse non è arrivato a 100 km.. ma che comunque mi ha lasciato solo coi miei pensieri e sul fascino della natura.

sabato 21 settembre 2013

21 Settembre 2013 La Francia: Col d'Izoard e Col Agnel

E' questo il periodo in cui il clima può irrigidirsi da un momento all'altro, da un giorno all'altro, dando le prime avvisaglie della fine della bella stagione. Quindi è bene non lasciarsi sfuggire l'occasione, quando si presenta. Ed eccoci in strada, io e Vecchialenza, determinati ad andarcene per montagne un po' fuori mano.. si va verso il Piemonte!
Ci troviamo abbastanza presto, in un'area di sosta per bus lungo subito dopo il punto in cui la A26 interseca la A4 che da Milano va a Torino. Purtroppo, per riuscire a fare il nostro giro in giornata, non si può prescindere da quella che scherzosamente (..ma non troppo...) chiamiamo la "pallostrada". Del resto, la noia che sa infonderti un nastro d'asfalto larghissimo, dritto e pure pianeggiante, non te la trasmetterebbe neppure guardare un filo d'erba che cresce.
Fino a Susa si susseguono diversi pedaggi: sembra di essere tornati indietro di 30 anni, quando i caselli erano un po' ovunque, lungo le autostrade. Giunti a Torino, seguiamo le indicazioni per la A32.
Giunti nei pressi di Susa, lasciamo l'autostrada e ci immettiamo sulla SS24. Il paesino, al centro delle cronache per essere il capoluogo dell'area in cui in questi anni molti si oppongono alla costruzione del traforo ferroviario della liena Torino-Lione, è davvero molto carino. Passiamo un piccolo ponticello sulla Dora Riparia..


...e ci concediamo un caffè in piazza.


Crucca e inglesina: accoppiata anglo-sassone!
Dopo esserci goduti il sole, ancora caldo, sebbene l'aria sia frizzantina, ci avviamo lungo la SS24 della Val di Susa: per il Monginevro allo STOP in cima alla salitella che percorriamo lasciando la piazza, si prosegue dritto: lo impariamo dopo aver voltato a sinistra ed aver proseguito per qualche chilometro. Tornati sulla "retta via", proseguiamo per Chiomonte e Oulx, direzione Claviere. La strada costeggia la Dora Riparia. Poi si comincia a salire verso il confine di Stato: è sempre strano passare i vecchi posti doganali, dove nessuno ti chiede nulla dopo l'eliminazione delle frontiere. Qui a Montgenevre, subito dopo l'ingresso in Francia..


..dopo il paesino di Montgenevre, la SS24 italiana diventa la N94 francese..


...e scende con bei tornanti panoramici.
Dall'alto si gode della vista sulla vallata di Briancon, con la cittadina dominata dalla imponente fortezza di Mont Dauphin, fatta costruire dal Maresciallo di Francia Marchese di Vauban sotto Luigi XIV (..il Re Sole..)..


...in fondo alla discesa, Briancon..


..e le massicce mura della fortezza di Vauban, patrimonio dell'UNESCO..


Mentre Vecchialenza si fuma una sigaretta, io approfitto per sgranchirmi e fare quattro passi nelle antiche vie del borgo: si nota il canale di scolo dell'acqua proprio nel mezzo delle stradine..


Riprendiamo la strada verso la parte bassa di Briancon. Dopo aver fatto rifornimento, voltiamo a sinistra, sulla D902, in direzione del Col d'Izoard. Qui nei primi km dopo l'inizio della salita.


La strada non è particolarmente ripida in questa zona, ma non è affatto noiosa: belle curve scorrevoli e traffico inesistente. Vecchialenza confida di poter mangiare un boccone prima dell'inizio della salita vera e propria, ma purtroppo la trattoria è chiusa.. lo sfondo, comunque, inizia ad essere davvero imponente..


Decidiamo di mangiare più avanti: non è che nel frattempo ci si annoierà.. Vecchialenza saluta..


...ed io ricambio..


...e poi ci si diverte ad inseguire un GS...


Del resto, su curve come queste è impossibile non cercare di spassarsela al massimo!


Decidiamo di fermarci al rifugio Napoleon, alla modesta quota di 2.319 m. sul livello del mare!
Tutto, quassù, contribuisce a ricordare che questa è una salita epica, che ha fatto la storia del Tour de France.. 


 ...e noi italiani abbiamo avuto chi ci ha resi orgogliosi!


Pranzo.. davvero gustoso!



 Una foto al rifugio Napoleon.. cavolo, sembra una giostra, laggiù!


...e si arriva sulla sommità del Col d'Izoard: 2.360 m. Foto ricordo inevitabile!


Il panorama è davvero magnifico.. e la bellezza non si esaurisce nella salita, perchè una volta scavallato, la strada inizia a scendere in uno scenario che si può definire "lunare", verso la Casse  Deserte... qui la vista è verso il Col d'Izoard..


Poi Vecchialenza mi scatta una foto.... (..ci sono, eh! Basta cercare...)..


...e io immortalo la sua mucca in questo scenario naturale incredibile..


Una volta scesi, al bivio prendiamo la D947, in direzione di Chateau Ville Vieille e Col Agnel..


..la vecchia rocca si vede sullo sfondo..


La D947 in questo tratto è stretta e curvosa, corre con la montagna sul fianco destro e attraversa, proprio nei pressi dell'antico borgo, una gola molto stretta, dove il flusso della circolazione è regolato da un semaforo.. ricorda alcuni tratti della costiera amalfitana.
Poco oltre il vecchio borgo, imbocchiamo la D5 e poi la D205, in direzione dell'Italia..

..la strada corre ,ungo una valle ampia, che via via si restringe: la salita è fatta da lunghi tratti dritti, in pendenza, con curve filanti.. poi, in fondo, arriva un tornante che fa salire di livello... 


 

...ormai siamo giunti proprio in cima al Col Agnel... altri motociclisti si sono soffermati a godersi lo spettacolo..


Del resto, in una giornata come questa, la vista è magnifica.. ecco la salita dalla Francia..


Un'imponente pietra incisa ricorda che qui passa il confine di Stato con l'Italia.. siamo a 2.744 m. sul livello del mare!


Ridiscendiamo in Italia, percorrendo la SP251.. a valle ci soffermiamo a bere qualcosa in un locale sulle rive del lago di Castello, nei pressi di Pontechianale.. qualche sms, quattro chiacchiere, il tempo di ammirare una bella figliuola inguainata in tuta di pelle, padroncina di una Ducati Monster parecchio spippolata.. poi si riparte: la strada è ancora lunga, almeno per me.. proseguiamo seguendo per Sampeyre e Saluzzo, dove ci salutiamo con Vecchialenza: lui resta in zona anche domani, mentre io rientro verso casa.
SS662 per Savigliano, poi Pollenzo e Alba. Qui prendo la SS231 che corre parallela all'autostrada A33,in direzione Asti. Poi mi immetto sulla A21 fino a Tortona. Di qui, A7 direzione Milano. 
Giornata memorabile, fatta di tanti km, con il mio primo sconfinamento in Francia verso montagne mitiche, che ho sempre sentito nominare, magari viste in tv col ciclismo, ma mai visitate. Posti meravigliosi, dove spero di poter di nuovo portare le ruote della Randagia!
Degno compare,in veste di "aizzatore", la mappa umana Vecchialenza.


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