domenica 25 giugno 2023

Cadore e Carnia a fine Giugno 2023

Un giro nato così, "cotto e mangiato", come si suol dire. Nell'impossibilità di allungare il raggio di azione verso il Molise per festeggiare un caro amico, è emersa all'ultimo momento una possibilità da cogliere al volo: girare in Cadore e Carnia. In particolare il Friuli è luogo dove non ho avuto molte occasioni di girare e quindi la curiosità è grande.


1° giorno: Fadalto-Longarone-Auronzo di Cadore-Passo S. Antonio-Panoramica delle Vette-Verzegnis-S. Daniele del Friuli

Intanto è il momento del debutto per il nuovo GS1250 di Nolmar: "fresco fresco", bisogna limitare un po' i km per non "sforare" il 1° tagliando.  Ecco le nostre cavalcature.

Con Nolmar e Dude si parte verso Conegliano, aggirando il gran traffico che sale verso le montagne. Da Vittorio Veneto in poi è tanto divertimento, con la SS51 Alemagna e le sue curve filanti e rotonde, il Fadalto, la bellissima vista sul Lago di S. Croce, nelle cui acque verdi si riflettono le Dolomiti, sullo sfondo. Meraviglioso: non c'è altra definizione. Il traffico lo troviamo solo dopo Pian di Vedola, dove la A27 si immette sulla SS51. Per fortuna in moto si riesce a svicolare abbastanza e, fatta eccezione per qualche tratto nella deviazione sotto Longarone, non ci fermiamo mai. Nel caldo di questi giorni di inizio estate, appena cominciamo a salire la temperatura si attesta sui 23-24 gradi e stiamo ottimamente com gli abiti traforati. La SS51 è veloce ed ampia, ma non per questo è poco divertente: mi ricorda alcuni tratti della statale che sale al Passo del Sempione, nella parte svizzera.

Superiamo Domegge e poco più avanti ci si para davanti il lago di Auronzo di Cadore: altro scorco eccezionale. La giornata bellissima esalta le luci e i colori, il blu del cielo e il verde dei prati e dei boschi. Ad Auronzo con una curva a gomito a destra lasciamo la statale Alemagna e seguiamo l'indicazione per il Passo di S. Antonio. La SP532 sale con bella pendenza e tanti tornanti ben disegnati. Il traffico è inesistente, giusto qualche moto. Si sale e ci si gode la vista e il fondo stradale perfetto. Breve sosta per fare il punto della situazione.

Riprendiamo la strada e poco più avanti arriviamo al Passo S. Antonio. 


Lunga la discesa che ci porta verso Padola, dove ci ricongiungiamo con la S52 Carnica. Come inizio di giornata, niente male affatto!! L'idea iniziale è quella di proseguire verso nord e di salire alla Malga Coltrondo. Infatti poco più avanti sulla destra una strada sale verso il monte. Tuttavia dopo qualche km di fondo stradale molto rimaneggiato, con la strada che si addentra nel bosco e senza conoscere come potrebbe diventare, desistiamo nei pressi di un ponticello, prima di rischiare di trovarci in qualche situazione complicata. Torniamo a valle e ci fermiamo per pranzo a mangiare uno sfilatino da Paolino, a Padola, con una splendida cornice di montagne intorno.

Riprendiamo la strada verso Sappada, dopo aver passato la deviazione a sinistra che porta in alto, alle sorgenti del Piave. Poco prima di Comeglians, prendiamo la deviazione a sinistra per Ravascletto e seguiamo la SR465 fino a quando c'è un piccolo tunnel a sinistra. I cartelli stradali indicano Tualis e quella direzione seguiamo: inizia la Strada Panoramica delle Vette. Non la conoscevo, ma Nolmar fa da cicerone e iniziamo a salire. Si corre nei boschi e ci sono tanti tornanti. La pendenza è abbastanza marcata in alcuni tratti e la carreggiata non è molto larga. Qualche auto in discesa, ma ci passiamo con un po' di attenzione. Dopo Tualis inizia la vera e propria salita, il bosco via via si dirada e la vista può iniziare a spaziare sulle montagne circostanti. Nei tratti dritti tra un tornante e l'altro ammiro il panorama: favoloso. 

Capisco la ragione per cui questa strada è stata denominata Strada Panoramica delle Vette.

Dopo un ultimo tratto di tornanti asfaltati, inizia un lungo tratto sterrato di almeno una decina di km. All'inizio non mi sento molto a mio agio, con la Stelvio che pesa tanto e senza avere una grossa dimestichezza con il fondo stradale di sassolini. Tuttavia mi concentro un po', cerco di evitare accelerazioni brusche e frenate decise e pian piano mi abituo e proseguo. Seguo con lo sguardo Nolmar e Dude poco più avanti e spero fortemente che non vi siano parti in discesa, dove la scarsa aderenza potrebbe crearmi qualche problema. Inevitabilmente però lo sguardo spazia anche su tutto il resto: una visuale stupenda su tutte le montagne circostanti e in alcuni tratti la possibilità di vedere fino in fondo alle valli!

Dopo diversi km su questa stretta carreggiata ho acquisito confidenza e ci sto anche prendendo gusto. Incrociamo una sola auto e non più di 6-7 moto. Poi  al momento in cui inizia la discesa, la strada torna ad essere asfaltata. Confesso di essermi rilassato molto, in quel momento. La discesa è lunghissima, fino a Ravascletto. Alla fine credo che questa strada sia lunga una trentina di km, di cui 2/5 sul brecciolino. Risbuchiamo a Ravascletto e torniamo verso Comeglians per riprendere la strada verso Ovaro, che costeggia il torrente Degano finchè esso non va ad immettersi nel fiume Tagliamento dopo Villa Santina. Qui anzichè seguire la strada principale prendiamo la SP1 in direzione di Pozzis. Bellissima!! Non c'è nessuno e corre con tante belle curve guidate in mezzo al bosco!!! Ci divertiamo tantissimo sia nella parte che sale, sia in quella che scende. Prima di arrivare a destinazione ci godiamo una meritata birretta nei pressi di S. Francesco, dove trovo anche un'altra Stelvio parcheggiata. Quattro chiacchiere col proprietario, prima di riprendere la strada verso il fiume Tagliamento, fino al luogo del pernotto, a S. Daniele del Friuli.

Dove dormire: noi ci siamo trovati molto bene al Relais Picaròn a S. Daniele del Friuli. Molto spazioso, le moto sono al sicuro nell'ampio giardino recintato, e c'è un grande e fornito ristorante con tavoli al chiuso e all'aperto. Bella anche la vista sulle colline e sulle montagne. Silenzioso e pulito.

Il cielo è sereno e la temperatura gradevole. La giornata si chiude con un'ottima cena all'aperto, dove gustare il prosciutto di S. Daniele è un piacere, prima che un obbligo!

2° giorno - Aviano-Salita di Piancavallo-Lago di Barcis e Val cellina-Diga del Vajont-Longarone

Domenica mattina con calma riprendiamo la strada verso il Veneto per pranzo. Poi proseguirò oltre, verso casa.

Da S. Daniele scendiamo lungo il fiume Tagliamento, che attraversiamo nei pressi di Dignano. Lambiamo Spilimbergo e attaversiamo i due lunghi ponti sui torrenti Meduna e Cellina. Rimango impressionato da quanto sono larghi ed estesi i letti di questi due corsi d'acqua, che ora appaiono sostanzialmente a secco o quasi. Di fronte a noi le montagne. Raggiungiamo Aviano e da qui inizia la salita verso Piancavallo.

E' una strada favolosa: asfalto perfetto, tornanti e tratti in falsopiano, vista che man mano che si sale diventa davvero mozzafiato su tutta la pianura sottostante. Si vedono benissimo le piste di decollo dell'areoporto militare. Proseguiamo verso Piancavallo, con le sue strutture turistiche, e poi a destra per Barcis. La strada che scende è abbastanza stretta e occupata dalle foglie degli alberi; neppure il fondo stradale è un granchè. Si guida attraverso il bosco, con un bel fresco. La discesa verso Barcis è davvero lunga! Proprio mentre la percorro, sul cruscotto della Stelvio appare la fatidica cifra di 160.000 km!!!! 

Congratulazioni, caro, vecchio V90: oserei dire che giri meglio ora di quando ti ho portato a casa nel 2015!!

Raggiungiamo Barcis con la strada affollata di turisti che fanno sport e passeggiate lungo le sponde del bellissimo bacino artificiale dalle acqua verdissime. Ci siamo stati altre volte, ma oggi non è il caso di fermarsi: affollatissimo. La strada SR251 della Val Cellina continua bella e filante lungo il corso del torrente e si possono vedere distintamente tanti bagnanti che si godono le acque fresche sul greto del fiume. 

Purtroppo è domenica e questo vuol dire strade affollate anche da motociclisti che prendono le strade per delle piste e danno gas come se fossero impegnati in corsa. Sono pericolosi per sè e per gli altri, ma non sembrano darsene per inteso. Ad ogni buon conto, noi proseguiamo con il nostro ritmo "allegro", ma sicuro e ci fermiamo nei pressi della diga del Vajont, dove un semaforo che regola la circolazione alternata ci tiene là per 6 minuti, appena prima di una serie di brevi gallerie in sequenza. In alto, l' enorme ferita della frana che si è staccata dal monte Toc provocando l'alluvione sulle valli sottostanti. 

E proprio quelle valli raggiungiamo, a Longarone, chiudendo di fatto il giro di questo fine settimana. Ci aspettano dell bistecche di brontosauro da Fabio e Monica.


E' tardo pomeriggio quando riprendo la strada verso casa, con la soddisfazione di aver conosciuto posti nuovi e di aver condiviso altri bei momenti con gli amici! Speriamo di replicare presto!

Ecco il GIRO IN CARNIA

Alla fine saranno quasi 1.100 km, attraverso luoghi bellissimi: assolutamente torneremo!


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