sabato 30 marzo 2019

Fine Marzo tra Lago d'Iseo e Coste di S. Eusebio

Continuano le giornate di clima superfavorevole e stavolta il gruppetto, motociclisticamente assortito, si spinge tra Bergamo e Brescia.
Appuntamento all'autogrill di Agrate, con le "new entries" Francesco e Federico..


..e dopo 25 minuti si lascia la A4 a Grumello/Telgate, per incontrare Marco, col suo Superduke 1290.

Rouge carico come sempre

Proprio Marco ci fa da paziente guida in questo giretto sulle colline bresciane (si ferma ad ogni incrocio ad aspettare per non disperdere il gruppo). Destraggiandoci un po' nel notevole traffico di queste zone molto urbanizzate, costeggiamo le torbiere del Sebino e raggiungiamo Iseo. Di qui la SP48 si inerpica verso Polaveno con una serie fantastica di tornanti e curve. Anche il panorama che si gode del Lago d'Iseo è incantevole.


Un vero bombardone


Gli smanettoni della zona qui trovano parecchio da divertirsi!
Intersechiamo la SP345 della Val Sabbia e voltiamo a destra, poi a sinistra per la SP3 in direzione di Lumezzane. Soprattutto dopo questo paese, le curve sono uno spasso: c'è da guidare, eccome!! Peccato i tantissimi autovelox, che poi scopriamo essere vuoti. Ancora fino ad Agnosine e oltre è un vero divertimento, compresa la salita della SP237 fino al ristorante delle Coste di S. Eusebio.
Qui sosta per mangiare qualcosa.

 Il "parco moto" di oggi

 Un'altra perla

Simpatia a manetta

Il pranzo si consuma tra le risate. Il punto del ristorante è anche strategico per vedere gli smanettoni locali passare e ripassare dal tornante appena sotto la veranda. Alcuni guidano da paura!
L'importante è che si guidi sempre con la testa sulle spalle: ce ne sono alcuni che purtroppo ne hanno poca ed esagerano mettendo a rischio la pellaccia propria e degli altri, come accade in Val Trebbia soprattutto la domenica.
Comunque è bello stare a guardare.
E' ora di tornare indietro. Prima di salutarci, facciamo una foto tutti insieme.


Purtroppo la KTM di Marco si pianta: problemi con la pompa della benzina, che sembra funzionare, ma non "pescare" carburante. Deve chiamare l'assistenza.
Nemmeno i supereroi riescono a fare qualcosa!



Noi riprendiamo la strada.



Scendiamo tornando da Lumezzane.

Francescone finalmente ha messo in strada la moto

Rouge si gode i suoi scarichi nuovi

Sui tornanti dalle parti di Agnosine

Ci salutiamo nei pressi di Rovato. Rouge, Francesco, Federico e Peo prendono l'A4 per tornare a casa.
Io preferisco fare ancora statale, verso Chiari, Offanengo, Soncino e Paullo.
Giro breve rispetto al solito, ma molto divertente, in ottima compagnia e in posti quasi sconosciuti. Molto molto bene!
La confidenza con la Thruxton cresce ulteriormente.


Verso Polaveno e le Coste di S. Eusebio

sabato 23 marzo 2019

23 Marzo in giro al Monte Fasce, sopra Genova

La partenza è a rilento, per via del traffico della Tangenziale. Sono le 10.15 quando con Peo e Federico ci avviamo verso le campagne del Lodigiano e del Piacentino, passando da Borgonovo Val Tidone.
Se inizialmente è ancora freschetto, poi la temperatura sale progressivamente durante la giornata, al punto che poi sentiremo caldo.
Ci dirigiamo verso la Val Trebbia, seguendo le indicazioni per Rivergaro. Passiamo dal Castello di Rivalta e dal Castello di Statto, diretti verso Travo.
La Val Trebbia è laggiù, alla nostra sinistra, ma corriamo a mezza costa sula SP40, dal tracciato sinuoso e gradevole: l'asfalto è ottimo, anche se bisogna prestare attenzione alle sconnessioni dovute al terreno franoso.
Raggiungiamo Bobbio, dove in piazza ci ha pazientemente aspettato Nessuno13.

Bobbio è punto di ritrovo di tantissimi biker appena arriva la primavera

Da Bobbio in avanti inizia un vero e proprio parco dei divertimenti: la Val Trebbia è ben nota tra i motociclisti della zona per le curve che sembrano non finire mai, con la SS45 che si snoda tra saliscendi, colline e gole.


Un altarino votivo

Inondato di sole, risalta il verde dell'erba primaverile, mentre i colori dell'acqua del fiume assumono mille tonalità di un azzurro intensissimo, alternato al verde smeraldo.
Il fatto è che ci stiamo divertendo talmente tanto nella guida, da non voler interrompere gli automatismi: ma certamente lo scenario meriterebbe delle soste continue per essere immortalato.
Superata Torriglia raggiungiamo la rotonda di Bargagli, dove sbagliamo la direzione: restiamo sulla SS45 e prendiamo per Genova, invece che imboccare il tunnel della SP225 per Chiavari/Ferriere. Arriviamo praticamente alle porte del capoluogo ligure, prima di fare inversione: abbiamo perso una mezzoretta. Pazienza.
Imbocchiamo stavolta la strada giusta e poco dopo saliamo a destra sulla SP19 per Lumarzo: la strada è stretta, caratterizzata da curve molto chiuse, quasi continue, mentre intorno si ammirano le vallate subito alle spalle della costa ligure.
Poco dopo aver superato il borgo di Pannesi, una secca svolta a destra ci porta sulla SP67 del Monte Fasce. Poche curve e raggiungiamo la trattoria "La Cornua", dove decidiamo di sostare per il pranzo.


Antipasti, trippa, stoccafisso, taiarìn col pesto ci danno sostegno dopo le ore di moto.
Davanti al ristorante la vista spazia verso la valle, fino al mare.

La vista verso Sori

Dopo pranzo, qualche foto.


Riprendiamo la strada verso la sommità del Monte Fasce: panoramica al massimo, con belle curve e con l'asfalto che tiene ottimamente: ecco perchè alcune riviste specializzate vengono fin quassù a provare le moto! Da diversi punti si gode di una vista stupenda.

All'orizzonte il promontorio di S. Margherita e Portofino

Nessuno 13 sale su fino a dove ci sono le antenne e i ripetitori. Noi ci fermiamo in basso: la strada è molto molto sconnessa e non è propriamente adatta alle nostre moto.


Sullo sfondo la parte meridionale del golfo di Recco

La parte di strada che torna a valle dopo aver valicato il monte è estremamente panoramica, caratterizzata da tornanti e dalla carreggiata molto stretta: se si incontrano due mezzi, si rende necessario fare alcune manovre. Il caldo non aiuta e le ventole delle moto partono alla grande.
Tuttavia la vista su Genova illuminata dal sole del pomeriggio è suggestiva.


Ci salutiamo all'imbocco dell'autostrada a Nervi. Giornata partita lenta, ma che alla fine è stata meravigliosa, sia per la guida, sia per i posti visti!

Alla fine poco meno di 400 km

domenica 17 marzo 2019

15-17 marzo: fine settimana abruzzese

Partenza di primo mattino, per poter godere della bellissima giornata.

 Partenza di buon mattino

Autostrada fino a Cesena nord, dove prendo la E45 Ravenna-Orte. Molto vento, parecchi tratti in corsia singola per via di numerosi cantieri. In compenso scenari bellissimi, soprattutto nella parte appenninica da Cesena, verso Sarsina, Verghereto e fino a Pieve Santo Stefano, sotto il valico dello Spino, dove in altre circostanze sono sceso in arrivo da Chiusi della Verna e dalla Toscana.
Costeggio il bacino artificiale di Montedoglio, Sansepolcro, Città di Castello e Perugia, dove sempre seguendo le indicazioni per Roma si costeggiano Assisi e Spello, per poi raggiungere il bivio di Foligno e lasciare la Flaminia.

Alla ricerca di un percorso

Qui, da quando hanno aperto la nuova SS77var della Val di Chienti che porta verso Civitanova Marche via Tolentino (..con eventuale deviazione per Macerata..), che sostituisce la "vecchia" SS77 come strada principale, sono passato 2 volte, includendo questa, ed in entrambi i casi ho sbagliato: intenzionato a prendere la "vecchia" SS77, mi sono ritrovato sulla 77var, dritta come un fuso a tagliare e velocizzare il percorso verso Muccia e Colfiorito, passando sotto i monti con numerose gallerie.

Nota sul percorso: per prendere la vecchia S77, una volta lasciata la SS3 bisogna prendere a sinistra al 2° svincolo, dove è indicato Pale: non bisogna seguire il cartello marrone "Parco Regionale di Colfiorito". Solo così ci si ritrova sulla strada curvosa!

Foligno-Colfiorito-Visso-Castelluccio-Acquasanta Terme 2h30 e 110 km


La strada "corretta" se si vuole salire per la vecchia SS77 evitando i tunnel della nuova SS77var.

Pazienza: la giornata invitava a fare le curve della vecchia strada, restando sul versante occidentale della montagna e non da quello di Comunanza, per poi decidere in base all'ora dove andare, ma è andata così. Mentre proseguivo verso est, mi sono risolto a lasciare la strada veloce per dirigermi verso Sarnano ed Amandola: ricordavo la strada e mi era piaciuta ai tempi del "dove ci va Tour" di giugno 2018, anche se l'avevo fatta arrivando da sud e dalla Salaria.
Dopo il lago di Caccamo, sulla destra, sono uscito a Caldarola. Mi lascio sulla sinistra il bel palazzo del comune in mattoni a vista, affacciato sulla piazza. Il paese a quest'ora è deserto. Seguendo le indicazioni per Ascoli Piceno, continuo lungo la SS502 verso Cessapalombo. Il tracciato è bello e curvoso, con vari tornanti su e giù per le belle colline marchigiane. Il fondo stradale non è buono e non da molto affidamento: lo si percorre godendosi lo sfondo delle montagne innevate, al sole.

I Sibillini dalla SP502 nei pressi di Cessapalombo

Poco più avanti c'è il bivio, a destra, per la SP91 del Lago di Fiastra, che porta anche a Podalla, il luogo dove in maggio gli amcii marchigiani organizzano una bella mangiata in compagnia: prima o poi mi ripropongo di andare sia al lago, sia al raduno mangereccio. Qui siamo sul versante est della montagna: dall'altra parte ci sono Visso e Castelsantangelo sul Nera, per andare a Castelluccio di Norcia.
Mi immetto sulla SP78 verso Sarnano: ogni volta che passo di qua rimango sorpreso perchè riconosco il posto solo quando ci arrivo: "ah, questa è Sarnano!" mi ritrovo sempre a chiedermi nel casco. Continuo per Amandola, resa inconfondibile dallo scenografico portale.


L'ultima volta ero passato di qua in agosto, in T120: mi ero visto con Stradamax. Stavolta proseguo lungo la SP237 per Comunanza. Alla rotonda di Comunanza il navigatore mi indicherebbe come strada più veloce quella che, prendendo a sinistra, va verso Pedaso e la A14 (la SP238). Decido invece di prendere a destra, verso Ascoli Piceno, e quella direzione seguo costantemente per tutte le indicazioni successive. In generale, non so se fosse per stanchezza, o per semplice scarsa "vena" mia, non ho apprezzato questa strada percorsa in direzione sud come invece ricordavo di averla apprezzata in direzione nord (dalla Salaria verso Comunanza e Amandola, per intenderci): vero è anche che l'avevo percorsa con la T120 e non con la Stelvio, moto differenti per caratteristiche.
Dalla Salaria volto a sinistra in direzione Ascoli Piceno e A14. Nemmeno il tempo di entrare in A14 a S. Benedetto del Tronto che i cartelli che anticipano code in aumento mi consigliano di uscire a Roseto. Ne approfitto per fare benzina e proseguo verso la SS16. Gran traffico locale, che mi rallenta molto. Dopo una decina di km seguo le indicazioni e riprendo la A14 a Pineto. Di qui in avanti solo autostrada, diversi cantieri sui viadotti abruzzesi, e arrivo alle 18.30 dopo 776 km.

Magnifico il tramonto, con la Majella sullo sfondo

Termine di una lunga e bella giornata in sella

Domenica: rientro via autostrada. Lascio la A1 a Valsamoggia, subito oltre Bologna Borgo Panigale, per via di code segnalate oltre Modena sud. Quindi supero Modena restando in statale, via Emilia fino a Rubiera e Rientro a Reggio Emilia, nei pressi dello stadio Mapei. Alla fine da 5 ore e mezza di viaggio, con 3 soste per la benzina e basta, diventano 6 ore 20: non male, rispetto agli altri viaggi autostradali: stavolta non hanno interferito la sonnolenza e il caldo.

 Alla fine saranno 1.435km

domenica 10 marzo 2019

9 e 10 Marzo tra Rovereto, Passo Menadòr, Valstagna e Laguna veneta

Questo è un giro nato davvero per caso: si voleva solo guardare la partita del Milan. E invece... Partenza verso le 8.15.

Stelvio operativa di buon mattino

Lascio l'autostrada A4, per fortuna, a Peschiera, per imboccare la superstrada SR450 a scorrimento veloce che mi porta rapidamente in zona Affi. Di qui, seguendo le indicazioni per Trento, ci si immette sulla SS11 che costeggia il fiume Adige.

Sulla sponda destra dell'Adige

Per molti km la statale non si discosta dall'A22 del Brennero, ma il piacere di percorrere questa strada è decisamente superiore.
La SS11 corre nella vallata, ai lati i monti sono sempre più alti, al bordo della strada i contadini sono impegnati con le piantagioni di viti, il traffico è poco. Sulle pendici delle montagne sono incastonati bei pasini e campanili.
Da Avio in poi ci si trova sulla SP90, che rimane scorrevole e divertente: è ondulata, le curve sempre ampie, con la Stelvio si guida "rotondi" e allegri.
Sono in viaggio da circa  un paio d'ore quando faccio una breve sosta a una decina di km da Rovereto per avvisare Jules Winnfield, in arrivo da est via Valli del Pasubio e Piana delle Fugazze.
Rendez vous: ci sgranchiamo un po' e proseguiamo ancora per un breve tratto in direzione Trento per imboccare la SS350 verso Folgarìa, dove inizia la SS349. A bordo strada di tanto in tanto c'è la neve e si vedono piste da sci sui pendii circostanti.
La strada è in ottime condizioni, si sale bene e il panorama è ormai montagnoso.
Raggiungiamo il lago di Lavarone: nonostante le temperature ormai non rigide, la superficie si presenta completamente ricoperta di ghiaccio!


Il lago è tutto ghiacciato

Proseguiamo fino a un bivio che indica Levico: con una svolta secca a sinistra di quasi 180° si imbocca la SP133 del Menadòr. Lo spazio è ristretto, passa non più di una sola auto per volta. Raggiungiamo il Passo Menadòr a 1.273 metri: posto del tutto nuovo per me.


Jules invece è già stato qui e proseguiamo. Inizia la discesa.
E' stretta e con tornanti chiusi e secchi: per fortuna proprio la strada impervia scoraggia il traffico di auto; di ciclisti nemmeno l'ombra. Mentre si scende,da un tornante in particolare chiamato non a caso "Belvedere", si può godere di una vista mozzafiato sui laghi di Levico e Caldonazzo.



Prosegendo per qualche km ancora, la strada si infila in 2-3 tunnel letteralmente scavati nella roccia. Proprio fuori da una di queste gallerie una targa ricorda che la strada venne costruita dalle truppe alpine austriache durante la Grande Guerra. Giunti ad un altro bivio, circa 2 km più in basso, decidiamo di ripercorrere la stessa strada a salire, senza scendere a Levico.
La strada, pur in buone condizioni, presenta un po' di ghiaietta in mezzo alla carreggiata. La bassa andatura comunque fa sì che, prestando un po' di attenzione, non si abbiano problemi. Certo che non distrarsi per posare lo sguardo su questi panorami stupendi è difficile!


Scavalliamo di nuovo il Passo Menadòr e ci reimmettiamo sulla SS349 verso il Passo Vezzena, non distante.
Salendo vediamo distintamente i danni provocati dalla tempesta di vento del giugno 2018 che si è abbattuta sulle foreste di pini di queste montagne: centinaia, migliaia di alberi spezzati all'altezza del tronco o letteralmente sradicati, abbattuti con le radici rivolte verso il cielo. E' uno scenario impressionante.
Sul Vezzena c'è la neve, ma la temperatura è sugli 8 gradi: abbiamo l'abbigliamento adatto e quindi non c'è problema.


Sul Vezzena tracce del devastante tornado di giugno 2018

Tranquilli torrenti sul Vezzena tra i campi innevati

Proseguiamo verso l'altopiano di Asiago tra le cicatrici profonde della foresta, finchè la strada si apre e lo sguardo può spaziare sul vastissimo altopiano.
La strada, non sto nemmeno a ripeterlo, è ovunque in ottime condizioni: si può guidare senza pensieri, godendosi le curve e il panorama. Superiamo Asiago, sullo sfondo il monumentale arco commemorativo della Grande Guerra, ci lasciamo alle spalle Gallio e nei pressi di Foza voltiamo a destra.
La SP73 della Val Franzela, ben tenuta come tutte le strade di queste zone, è un susseguirsi quasi ininterrotto di tornanti (sono 20, numerati uno per uno) a scendere verso il paese di Valstagna. L'avevo fatta diversi anni fa e mi era rimasta impressa. Ricordo che all'epoca stavano provando il percorso di un rally, ma non avevano chiuso il transito: vidi auto lanciatissime con un pericolo enorme per chi si fosse trovato a percorrere la stessa strada.
Comunque in questo caso si scende tranquilli, senza rischi, ed è bellissimo.
In fondo ci si congiunge con la SS47 della Valsugana.
Poco più avanti ci fermiamo per mangiare un boccone.

Plachiamo anche la sete

Due chiacchiere con il proprietario di una Griso verde e si riprende la strada.

Bassano la sfioriamo appena e poi, svelti, dopo Castelfranco Veneto raggiungiamo Badoere.
Bellissima e sorprendente la grande piazza rotonda delimitata dal portico.
A fine giornata nemmeno 400 km, ma di grande soddisfazione.


Si finisce con Nolmar che ci raggiunge, il Milan che vince a Chievo e un'ottima amatriciana preparata da Monica: fantastico!



Domenica mattina - Ci si alza con calma e si preparano le moto.


Facciamo un lungo giro per raggiungere la zona della costa, correndo tra i canali per arrivare a vedere la Laguna da Punta Sabbioni, dopo aver attraversato Jesolo.



Vediamo il Mose, nei pressi di Cavallino treporti, e poi ci dirigiamo verso Lio Piccolo (contrazione dialettale di "Lido Piccolo") e il suo pittoresco borgo. Qui in zona è pieno di coltivazioni di castràure, mi racconta Monica: sorta di germogli dei carciofi.



Il contesto lagunare è bellissimo e malinconico.

In lontananza il campanile obliquo di Burano

Guidiamo su strade che hanno l'acqua da entrambi i lati.


Un po' mi ricorda la zona della Camargue e del delta del Rodano, visti di ritorno dal viaggio in Spagna del 2016.
Le foto non raccontano a sufficienza delle suggestioni che nascono da questa visita.



Che dire: nato tutto per vedere Chievo Milan insieme, ne sono usciti 2 giorni di curve e compagnia: perfetto, come inizio della stagione primaverile.
Alla fine sono 826 km e la Stelvio supera i 96.000 km. E va sempre meglio!!!


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