sabato 4 giugno 2016

2016 Viaggio a Capo Finisterre 20 maggio-3 giugno

Abbiamo atteso per mesi, durante l'inverno.
Finalmente il momento della partenza per il viaggio del 2016 è arrivato.
La formazione quest'anno è composta da:

Nessuno13 con KTM 990
Flu con BMW 90T
Sam il Cinghio con Yamaha XSR900

e poi:

Ratman con Bonneville 865
Enrico "Brattìn" con Bonneville 865
Giumbolorossonero con Bonneville 865

Quest'anno il viaggio è lungo, più lungo degli altri anni, e questo non ha permesso di essere al completo. Siamo comunque affiatati, abbiamo già girato insieme e ci conosciamo bene. Anche Enrico, l'ultimo "acquisto", si è subito inserito ed è entrato in sintonia con il resto del gruppo.

Il viaggio di andata ci ha portato a percorrere grossomodo questo tracciato. Italia - Capo Finisterre



Già al venerdì io e Nessuno13, per ridurre i km da percorrere il giorno successivo, data "ufficiale" di inizio del viaggio, decidiamo di portarci avanti. Ecco la partenza.

 

La Bonneville ha messo su il suo primo treno di Metzeler Tourance dopo tante Anakee 2 e 3.. al momento di partire le ho usate solo per 300 km, in un giro in zona Sassello la settimana scorsa. Sono curioso di vedere come mi troverò e la loro durata.


Appuntamento ad Alessandria nel primo pomeriggio. A Barolo ci raggiunge Sam il Cinghio per un saluto. Si unirà a noi la prossima settimana, lungo il percorso.
Poi riprendiamo la strada verso Cuneo e, di qui, proseguiamo per Borgo S. Dalmazzo e Demonte, dove abbiamo deciso di fare base. Siamo proprio ai piedi della strada che porta al colle della Maddalena. Scelta più azzeccata non poteva esserci: al Wolf Village ci troviamo meravigliosamente. Ottima base per i prossimi giri e sconfinamenti in Francia! Camera comoda e pulita, prezzi abbordabilissimi e cena abbondante. Ottimo inizio!


Il giorno seguente, 21 maggio, inizia il viaggio.

1° giorno: Demonte-Vinadio-Colle della Maddalena-Col d'Allos-Castellane-Gole del Verdon-Lago di St. Croix-Manosque-Avignone

A Vinadio ci raggiungono Flu, Ratman e Brattìn, che faranno il viaggio con noi. Per fare qualche km con noi, però, si aggregano anche Ron con la sua Harley e Buecyber, con la sua Yamaha XSR900 presa appena il giorno prima! Ci fanno compagnia fino a Larche, sul versante francese del colle della Maddalena.



Eccoci sulla cima.


Salutiamo Buecyber e Ron e proseguiamo il nostro viaggio verso il Col d'Allos, nell'Alto Verdon: a salire il fondo stradale è davvero malconcio: tutta ghiaietta che obbliga ad essere estremamente circospetti. Non è che ci siamo goduti molto la salita, ma siamo in cima.




Per fortuna la discesa è messa meglio e si va verso Colmars. Da qui inizia un bellissimo percorso, molto filante e scenografico, che prima ci porta a costeggiare il fiume Verdon..




...e poi ci porta a Castellane, dove ci fermiamo per il pranzo.


Dopo pranzo ci aspetta uno spettacolare pomeriggio, sia dal punto di vista motociclistico, per le strada D952 caratterizzata dal fondo che garantisce una perfetta aderenza e da tantissime curve; sia dal punto di vista paesaggistico, con scorci molto suggestivi.
Ecco le gole del Verdon, un canyon scavato nella roccia..




Più avanti ecco il lago di St. Croix, visto dall'alto. La cosa che più colpisce è l'azzurro intenso, quasi verde, del colore delle acque!



Una giornata di meteo spettacolare, che ci regala ancora spruzzi di colore intensissimi tra le campagne, mentre ci dirigiamo verso Avignone.


Abbiamo trovato una sistemazione appena fuori dalle mura: dopo esserci sistemati raggiungiamo agevolmente il centro città a piedi. Avignone è nota anche per la "cattività avignonese", il settantennio tra il 1309 e il 1377 durante il quale, in questi palazzi, ha trovato sede il Papato: ce lo ricorda il segnale in un angolo della piazza principale.



2° giorno: Avignone-Carcassonne

La mattinata trascorre in gran parte con la visita, di un sito archeologico protetto dall'Unesco situato pochi km a nord di Avignone: si tratta del Pont du Gard, un imponente acquedotto di epoca romana conservato integro e in perfette condizioni. 






Continua poi il viaggio verso Carcassonne. Non facciamo ricorso ad autostrade anche se, dopo la bellissima mattinata al Pont du Gard, il meteo comincia a cambiare. Di qui in avanti, per diversi giorni, la variabilità la farà da padrona: si alterneranno sole, pioggia, vento, sole, pioggia ancora, anche nell'arco di poche ore. Attraversiamo le pianure della Languedoc sferzate dal vento e dalla pioggia. Tuttavia proprio questa instabilità ci regalerà scorci e panorami indimenticabili, anche per il contrasto di colori dato dalla tonalità della luce.
Arriviamo a Carcassonne alla sera, con il cielo rasserenato.



Ottima la sistemazione, a due passi dalla cittadella fortificata.
Lascio parlare le foto: gli imponenti bastioni, le grandi porte della città, le mura merlate: la fantasia non può non correre ai tempi in cui su quei camminamenti sostavano arcieri e guardie che vigilavano sul contado circostante, popolato di carri, mercati, carpentieri, farmacisti, artigiani e cavalieri..






3° giorno: Carcassonne-Rennes le Chateau-Le Mas d'Azil-Cieutat-Lourdes

Al mattino non piove. Facciamo colazione vicino all'Aparthotel "Cerise" di Carcassonne, il residence dove abbiamo alloggiato. Su proposta di Ratman ci dirigiamo verso il piccolo borgo di Rennes Le Chateau, arroccato su un'altura.



La sua fama è dovuta all'ambigua storia dell'abate Sauniere, alimentata poi ad arte da vari opportunisti, e fondata sulla presunta esistenza di un fantomatico tesoro nascosto. Grazie ad esso, l'abate avrebbe potuto permettersi la costruzione di una chiesa e di altri edifici. Varie leggende fondate su aspetti esoterici, inventate da alcuni personaggi e plausibilizzate in maniera artefatta, hanno contribuito ad ammantare la tranquilla  località di un'aura di mistero. Girelliamo un po' per il borgo, qualche foto all'interno della piccola chiesa e al panorama..


Di qui scendiamo a valle, tornando sulla strada principale, e ci dirigiamo verso ovest. Come si vede, il cielo sulla sinistra non promette nulla di buono: anche oggi ci tocca rinunciare a salire sui Pirenei. Avevamo immaginato una sosta ad Andorra, ma non se ne fa nulla.
E' circa l'una quando ci troviamo nei pressi del piccolo centro abitato di Le Mas d'Azil


Un simpatico oste ci serve il pranzo nel suo locale, affacciato proprio sulla piazza principale del paesino. Per fortuna, almeno qui c'è un bel sole. Nemmeno un km dopo aver ripreso il nostro viaggio, la strada, la D119, si infila in un'immensa grotta.



Sicuramente è stata scavata dal corso d'acqua, l'Arize. Ci informiamo e apprendiamo che era una grotta abitata da popolazioni indigene nella preistoria, tanto che le pareti con incisioni rupestri sono meta di viaggi e visite. Anche se non ci soffermiamo a visitare il sito, la grotta comunque rimane impressa nella nostra memoria: si presenta all'improvviso, imponente; la strada la taglia internamente e l'attraversa da parte a parte; all'interno ci si trova immersi in una cavità di enormi dimensioni. Non è come attraversare un tunnel scavato nella roccia: una volta entrati, si apre un'immensa cattedrale dal soffitto altissimo, e all'interno, proprio nel cavo, si snodano tre o quattro grandi curvoni, con a destra una scarpata, sempre interna alla grotto, scavata dal corso d'acqua, di cui si sente lo scroscio in basso. Davvero un luogo singolare ed impressionante.
Il viaggio riprende: abbiamo ormai deciso di puntare su Lourdes: i Pirenei in questo frangente non sarebbero una buona opzione
La strada ci guida senza particolari sussulti e proseguiamo per molti km tra il corso della Garonna a nord e i primi contrafforti pirenaici a sud. Superiamo la zona di Lannemezan e ci avviciniamo a Lourdes. E' un percorso che attraversa le campagne e qualche scorcio inaspettato si presenta quasi sempre. Prima passiamo il bel Chateau de Mauvezin, che si erge su un colle a sinistra e poi, sempre lungo la D338, ci imbattiamo in questa piccola pieve che si staglia contro un cielo pieno di nuvoloni neri e carichi di pioggia.


Si tratta della Chapelle de Roume, nei pressi di Cieutat: il curatissimo prato verde, il cielo scuro, la luce particolare, ora scura, ora luminosa, si prestano benissimo per una foto di gruppo.


...e mettiamo in fila le moto. Grazie alla simpatica coppia di australiani (!!!) per gli scatti! E dire che noi pensavamo di venire da lontano!


La tappa è stata lunga, anche se non particolarmente impegnativa: la voglia di arrivare comincia a farsi sentire. Per una serie di situazioni ci perdiamo di vista, con Nessuno13 che prende un tracciato e gli altri che ne prendono un altro, verso Tarbes e poi Lourdes. Comunque alla fine raggiungiamo l'ottimo hotel Padoue a Lourdes. Consigliatissimo! A neppure 200 metri dall'ingresso del recinto della basilica, è un alloggio con tutti i comfort a un prezzo molto interessante. Se si è in moto, c'è uno spazio gratuito riservato proprio alle due ruote davanti all'ingresso, oppure un garage sotterraneo a neppure 30 metri.
Una volta a Lourdes, s'impone un momento di raccoglimento e di visita dei luoghi dove apparve la Madonna. La grotta.


Sopra la grotta l'imponente basilica.


Dalla balconata della Basilica, la vista spazia sulla spianata, teatro della celebrazione di messe e toccanti processioni con le fiaccole. In alto a destra l'austera fortezza.



Alla sera si rivela impegnativo trovare un ristorante dove mangiare un boccone: volendo evitare i locali del centro, affollati di pellegrini e anche di manipoli di soldati Irlandesi in pellegrinaggio, ci dirigiamo verso il castello. Il posto consigliatoci ha tuttavia già chiuso la cucina e così dobbiamo ripiegare su un pub della Leffe. Comunque alla fine ceniamo bene lo stesso.

4° giorno: Lourdes-Bayonne-Biarritz-St. Jean Pied de Port-Passo di Roncisvalle-Pamplona

La destinazione odierna è Pamplona. Sarà per il fatto di voler arrivare all'oceano Atlantico, sarà per il fatto che la notorietà di Biarritz come luogo alla moda risuonava nelle nostre teste, decidiamo di raggiungerla percorrendo la D817, passando per Pau e Orthez. Lourdes è ai piedi dei Pirenei, ma comunque il meteo non suscitava molto entusiasmo e scegliamo questa opzione. In realtà la decisione di arrivare fino a Biarritz non si rivela un gran colpo di genio: la strada statale è estremamente trafficata, è noiosa e ci becchiamo (molto probabilmente..) pure un velox. Biarritz stessa, pur con il suo fronte mare stile liberty, non mi suscita particolare entusiasmo. La Randagia però è arrivata anche qui, davanti all'oceano Atlantico!


La spiaggia brulica di gente che indossa una muta: con la sua brava tavola da surf va ad immergersi per aspettare l'onda giusta.



Ad essere sincero, mi sembra più una "posa", un modo per giocare a fare gli australiani: di onde proprio non si vede l'ombra! Mangiamo un panino sul lungomare e ci rimettiamo in strada. Dopo qualche peripezia da orientamento, troviamo finalmente la D918 che da St. Jean de Luz ci porta verso Ascain e poi verso i monti. Siamo contenti: finalmente il tempo sembra essere favorevole e stiamo arrivando addirittura in Spagna: i km scorrono sotto le ruote delle nostre moto! Saliamo fino a St. Jean Pied de Port, da dove parte uno dei percorsi per raggiungere Santiago de Compostela.


Entriamo in Navarra, Spagna, quasi senza accorgercene: il confine è proprio all'inizio della salita che porta al Passo di Roncisvalle. Per questo non ho scattato foto: me lo sono letteralmente "fumato"! La strada che in Francia era la D933, in Spagna diventa la N135. Anche se cambia nome, resta una salita divertentissima, dal fondo impeccabile e dal tracciato vario. Finalmente, dopo tanti km di strade regolari, possiamo tornare ad inerpicarci.
Raggiungiamo la sommità del valico Ibaneta (così si chiama in lingua Navarra il valico di Roncisvalle), appena sopra i 1.000 metri s.l.m.


Un cippo commemora il leggendario fatto d'arme che nel 778 d.c. vide coinvolta la retroguardia dell'esercito di Carlo Magno, comandata dal cavaliere Orlando. Ora qui ci sono i prodi MC Triumph!


La Randagia anche a Roncisvalle.


Questo cippo coi sassolini segna il percorso del Camino di Santiago.


I pellegrini hanno un bel po' di strada da fare!


Anche noi ci rimettiamo in marcia.


Siamo in Spagna adesso e il prezzo della benzina è decisamente più conveniente!


Finalmente arrivamo a destinazione: Pamplona!



L'alloggio, Aloha apartmentos, è in pieno centro (le moto si possono parcheggiare proprio sotto la piazza, seguendo le indicazioni per Parking Plaza del Castillo ed accedendo da Avenida S. Ignacio), proprio sopra al cafè Iruna frequentato da Hemingway. Basta uscire dal portone e ci si trova nel pieno della vita di Pamplona, a due passi dalle strade percorse dalla corsa dei tori in occasione della festa di S. Firmino, in luglio.


Cena ottima e abbondante al Bodegon Sarrìa.



E non è finita: verso le 22 ci raggiunge anche Sam il Cinghio, partito al mattino dall'Italia: s'è fatto 1.200 km in giornata per unirsi al gruppo!!!
Facciamo quattro passi anche nei pressi della grande Plaza de Toros.



Una giornata che con Pamplona trova una chiusura davvero rinfrancante: bisogna tornarci!

5° giorno: Pamplona - Vitoria Gasteiz - Leon

Dopo aver fatto colazione al cafè Iruna, ci mettiamo in marcia e non lontano da Pamplona ci inerpichiamo per una bella strada panoramica. Grandi rapaci si lanciano dalle alte pareti della sierra e volteggiano sfruttando le correnti ascensionali.


La NA700 ci porta al valico di Etxauri: siamo ancora in Navarra.



Dopo la bella ascesa, si torna in pianura. Ne approfittiamo per qualche foto in movimento.


Una breve deviazione involontaria ci porta verso un'altra sierra. Prima di tornare sui nostri passi, approfitto per scattare una foto panoramica al massicio maestoso, su cui incombono le nuvole.


Dopo una breve sosta a Murieta, per un caffè, prendiamo la strada in direzione di Vitoria Gasteiz. La strada non dice molto, ad essere sinceri. E meno ancora dice la città di Vitoria, capoluogo della provincia di Alava: grossi palazzoni squadrati, ricordano quasi certa edilizia dell'Unione Sovietica. Scopro in seguito che invece la storia di questo centro abitato è di un certo rilievo. Parimenti, apprendo che qui ha sede la squadra di calcio dell'Alaves, alle volte protagonista nelle coppe europee.
Comunque proseguiamo senza che questo centro abitato ci susciti particolari emozioni. Siamo sulla N1, nei pressi di Pancorbo.



E' tempo di fare una sosta per il pranzo.


Sembra di essere su una carretera sudamericana. L'atmosfera è vagamente anni '70: i camion, le scritte spagnole, i colori e l'architettura di alcuni edifici, l'abbigliamento degli avventori del bar.
Riprendiamo la strada. Il toro, simbolo della Spagna, ci sovrasta imponente..


Purtroppo la tappa è lunga e non possiamo fermarci a Burgos. Comunque ci godiamo spettacolari panorami, dove il contrasto tra i colori del cielo e quelli dei campi di grano è ipnotico ed affascinante.




Si incontrano qua e là i segnali che indicano che questo tracciato interseca quello del "Camino de Santiago" fatto a piedi.


Ratman festeggia gli 80.000 km della sua Bonneville!


Gli scenari e i panorami sono talmente belli, che il gruppo si separa e si ricompone mano a mano che qualcuno si ferma per scattare foto: poco dopo raggiunge gli altri, fermatisi a loro volta. Nei campi inondati da mille colori sono posizionate le pietre miliari del Camino.





Giungiamo a Leon.


I km percorsi dalla Randagia sono poco più di 2000.


Dopo aver parcheggiato le moto, visitiamo la città. Ormai abbiamo imparato a convivere con il vento teso che soffia un po' ovunque. Per fortuna, comunque, c'è il sole e la temperatura, pur non essendo caldo, si gestisce con un giubbino.
Ecco l'imponente cattedrale.


La piazza principale.



In un vicolo un enorme murale celebra uno dei più grandi pugili di tutti i tempi.


Ceniamo mangiando molto bene in un posto abbastanza fine. Eh, beh: alle volte ci concediamo qualche lusso! Prima di rientrare, una foto ai giochi di luce presso la grande fontana.


6° giorno: Leon - Santiago de Compostela

Da Leon andiamo verso nord, prima seguendo la CL623 e poi la CL626. Quest'ultima strada ci conduce al Barrio de Luna, un lago artificiale creato da una diga. Il luogo, incastonato tra le montagne, è incantevole..



La CL626, che corre lungo la sponda settentrionale del lago, è parecchio divertente.


A tratti attraversa le rocce con brevi tunnel.


Poi si apre di nuovo sul lago.


Ci piace talmente tanto, che anzichè prendere l'autostrada, continuiamo a percorrere la statale verso Villablino, dove imbocchiamo la CL631. A Ponferrada ci fermiamo per un bocadillo proprio nei pressi del castello, ottimamente conservato.


Anche questa è una tappa caratteristica lungo il tracciato del Cammino.
Nel pomeriggio proseguiamo in direzione di Lugo e quindi di Santiago di Compostela.
Dopo aver scaricato i bagagli ed esserci sistemati negli ottimi appartamenti Fogar natural, a 5 minuti a piedi dal cuore di Santiago, raggiungiamo la grande basilica.


Visitiamo il suo maestoso interno.


Dal soffitto pende il famoso Botafumeiro, un grosso incensiere che, grazie a un sistema di funi e carrucole viene lanciato nella navata della chiesa e manovrato a mò di pendolo. Assistiamo al suo impiego poco dopo, al termine della messa del pellegrino. Ad essa prendono parte tantissimi pellegrini, protagonisti del lungo cammino di avvicinamento alla città di Santiago. Infatti molti sono claudicanti o portano i segni dell'affaticamento dato dai lunghi giorni di cammino.
Trascorriamo la serata in un locale caratteristico, la Pulperia os concheiros, consigliatoci dai gestori del b&b. Non poteva essere scelta migliore! Da fuori non gli davamo una lira, pensavamo alla fregatura consigliata ai turisti, mentre si rivela un posto estremamente caratteristico, frequentato esclusivamente da persone locali, molto essenziale, ma dove si mangia molto, di gusto e si paga poco.


Degna conclusione di giornata!

7° giorno: Santiago de Compostela - Capo Finisterre - Braga (Portogallo)

Al mattino a Santiago ci attende una spiacevole sorpresa: a qualcuno hanno rubato gli stivali dal davanzale della finestra, a qualcuno hanno portato via la borsa laterale con gli attrezzi, i vestiti impermeabili e alcune mappe. Perdiamo praticamente quasi tutta la mattina per andare a ricomprare tutto il necessario. In questo modo il sole del mattino che ci avrebbe accompagnato trova il tempo per trasformarsi in nuvoloni neri carichi di pioggia, tanto per cambiare!


Ma oggi dev'essere il grande giorno, quello in cui raggiungiamo la meta del nostro lungo viaggio. Proseguiamo verso il mare, e finalmente in lontananza il promontorio di Capo Finisterre.


Il piccolo paese di Fisterra, ai piedi del promontorio.


Lungo tutto il tratto costiero spesso si notano imbarcazioni adagiate sulla sabbia bagnata: le maree sono molto evidenti e le acque che si ritirano lasciano scoperto il fondo del mare.


Finalmente arriviamo! Sulla cima del promontorio un piccolo negozio di souvenir e una croce.



Le ultime tre orme del Camino di Santiago.


E poi: l'Oceano Atlantico!


Anche se l'accesso è vietato, portiamo le moto nel piazzale antistante il faro di Capo Finisterre, per una foto simbolica: CI SIAMO ARRIVATI! GRANDI RAGAZZI!


La Randagia davanti al cippo, alla pietra miliare che indica il km 0 del "Camino".


Nonostante la pioggia, ripartiamo felici, soddisfatti di essere arrivati alla meta. Sembrava che il viaggio non dovesse iniziare mai invece è già più di una settimana che siamo in giro e siamo finalmente arrivati alla boa dove tornare indietro.

Ecco il percorso che ci ha riportati verso casa. Portogallo - Italia



Come si vede dalla foto scattata sull' AP9 "Autopista del Atlantico" il cielo continua a non promettere nulla di buono.


Ci dirigiamo verso Pontevedra e il Portogallo.


Abbastanza speditamente raggiungiamo Braga, meta del nostro percorso odierno. Dopo aver attraversato Francia e Spagna, arriviamo a toccare il terzo Stato del nostro viaggio: il Portogallo!
Lasciamo le moto in strada perchè l'edificio dove alloggiamo non dispone di un parcheggio: coltiviamo qualche apprensione, "scottati" dall'esperienza di Santiago.
Comunque la serata trascorre bene: visitiamo il centro storico di Braga, nel pieno delle celebrazioni per ricordare le origini romane della città, l'antica Bracara Augusta. Gli abitanti sono tutti in giro vestiti con abiti dell'antica Roma. Sembra effettivamente di essere tornati indietro di 2000 anni!

8° giorno: Braga (Portogallo) - El Perdigòn (Spagna)

Al mattino le moto sono tutte al loro posto: sospiro di sollievo!!!
Sam è partito molto presto per raggiungere Lisbona e Cabo da Roja. Noi abbiamo optato per tornare verso Est e rientrare in Spagna entro la serata.
Ovviamente, il meteo fa i capricci!! Sam è partito sotto il diluvio, ma anche noi dobbiamo fare i conti con il tempaccio: dite voi se quando pensate al Portogallo, ve lo immaginate così.


Beh, questa è Braga al mattino: pioggia, vento, nuvole basse.
Da Braga, sotto il diluvio, prendiamo dunque l'autostrada che ci porta verso Guimaraes e Vila Pauca de Aguilar.


La pioggia ci accompagna lungo l'autostrada, sostanzialmente deserta.. la strada sale in quota, e la temperatura scende: più o meno ci sono 11-12 gradi. Ci fermiamo almeno un paio di volte in altrettante stazioni di servizio, per un the caldo e per fare il punto della situazione. Siamo diretti a Bragança. Finalmente dopo la seconda sosta ci lasciamo il temporale alle spalle.. ed entriamo nuovamente in Spagna.


Da A4 diventa N122. Siamo diretti verso Zamora.
Durante una delle soste ristoratrici abbiamo prenotato una struttura: si trova poco oltre Zamora e il posto porta un nome un po' singolare:  Hotel Ruràl El Perdigòn, dal nome del luogo.
Finalmente ha smesso di piovere.
Siamo colpiti dall'aspetto del piccolo villaggio... sembra di essere in uno di quei borghi immortalati tante volte nei film western. La chiesa con la piccola torre campanaria.


Le piccole botteghe affacciate sulla piccola piazza.




Il cortile del nostro hotel, che sembra una posada.



Sembra di essere sul set di "Per qualche dollaro in più" che da un momento all'altro possa avere luogo un duello con Clint Eastwood, Lee Van Cleef e Gian Maria Volontè, con il carillon che suona.



Alla sera l'aria si riempie dell'odore inconfondibile della carne alla brace!! Ci accomodiamo nella piccola trattoria sulla piazzetta.


E' la stessa padrona dell'Hotel Ruràl che cucina per noi. Mentre in tv seguiamo insieme agli avventori spagnoli la finale della Champions' League 2016 tra Real Madrid e Atletico Madrid, che si disputa a Milano, gustiamo una cena davvero abbondante, di ottima qualità: vedere per credere.




Ecco il risultato (non della partita)!!!


Andiamo a letto soddisfatti, con il morale alto dopo l'inizio di giornata non proprio entusiasmante!

9° giorno: El Perdigòn - Madrid, via Salamanca e Avila

E venne il giorno di andare a Madrid. Ieri sera abbiamo prenotato un hotel nella capitale spagnola, dove ci tratterremo per 2 notti.
Il viaggio riprende in direzione Salamanca, che costeggiamo senza fermarci.


Da lontano possiamo vedere l'imponente struttura del duomo. Purtroppo siamo sempre inseguiti da questa nuvola carica di acqua, che precediamo di poco... ogni volta che ci fermiamo, anche per prendere un caffè, lei sopraggiunge.
Ad Avila, con le sue fortificazioni, ci fermiamo per mangiare un boccone. Infatti appena torniamo in sella riprende a piovere: copriamo in fretta le borse e riprendiamo la strada. Sosta benzina quasi giunti alle porte di Madrid e.... taaaac! La nuvola arriva e ci sommerge con secchiate di acqua.


Dopo una mezzora buona di attesa, decidiamo di riprendere la strada verso la capitale di Spagna. Trovare l'albergo, situato nei pressi di Barajas e dell'aeroporto, si rivela una cosa un po' macchinosa, nonostante un navigatore e la connessione con google navigator. Comunque alla fine giungiamo a destinazione.. abbiamo alle spalle 3400 km, fino a questo punto.


La Randagia festeggia: fanno 70.000!!!


L'albergo è molto bello, e in una mezzora di metro siamo in centro. Ci raggiunge anche Sam, in arrivo da Lisbona: di nuovo in "formazione tipo"!
Per la sera lasciamo le moto in garage: vista l'efficienza e l'estensione della rete della metro di Madrid, decidiamo di usare i mezzi pubblici.


..e si va in centro. La piazza di Puerta del sol è gremita per i festeggiamenti del Real Madrid, che a Milano ieri sera ha vinto la champions' league.



Dopo qualche difficoltà, troviamo un luogo dove cenare, non lontano dal centro. Il clima allegro della serata di Madrid ci tiene di buon umore.


Dopo cena facciamo due passi. Ecco Plaza mayor, coi portici illuminati.


10° giorno: Madrid - Toledo - Madrid

Oggi si rimane fermi: non è in programma alcuna tappa. Alcuni di noi preferiscono girare un po' per la città. Io e Sam, vista la bellissima giornata, decidiamo di fare una puntata nella non lontana Toledo.


Tutta autostrada, in meno di 1 oretta siamo lì. La piccola città, situata sulla collina, ci accoglie con tutti i suoi edifici ricoperti di drappi.


Le stradine del centro storico sono piene di fiori colorati e di grosse lampade.




Dalle mura la vista sul pianoro.


Passeggiamo per le viuzze del centro: innumerevoli sono le botteghe che sfoggiano lavori di metallo. Del resto il ferro di Toledo con cui venivano fatte le armi era famoso in tutto il mondo.


Saltiamo in sella e prima di ripartire facciamo qualche foto nei punti più suggestivi.





Questa alla Randagia è particolarmente riuscita.


Lasciamo Toledo: nel primo pomeriggio di una giornata serena e molto calda siamo di nuovo a Madrid. Qualche vicissitudine legata alla riservazione delle stanze, ma poi tutto si sistema e siamo pronti per la seconda serata in centro. La città ci sta piacendo moltissimo: giriamo per le vie del centro e ci dirigiamo verso la zona di Palaza de Santa Ana. Non potremmo trovarci meglio!
Degno spuntino alla storica e celebre Cerveceria Alemana, nella speranza di incontrare Hemingway o Ava Gardner.. ma non si sono visti: avranno avuto da fare!


In effetti a Madrid non ci si annoia. Ecco uno dei caratteristici locali di quella zona, con  le mattonelle variopinte e istoriate.


Cena consumata in un localino molto caratteristico.


Foto di gruppo. Domani ci si separa!


La serata si chiude con una chiara presa di posizione!


11° giorno: Madrid - Saragozza

Al mattino Sam e Brattin partono molto presto: direzione Barcellona, dove Sam ha il traghetto prenotato e Brattin cercherà di imbarcarsi per rientrare in Liguria. Li aspetta tanta strada dritta per 600 e passa km.
Noi reduci riprendiamo la strada con relativa calma: si va verso Saragozza, per poi puntare ai Pirenei.
Flu trova una Ural con sidecar, probabilmente sua coetanea!


Il panorama comincia a diventare quasi esotico... gli scenari e i grandi spazi fanno tornare alla mente i film western.. sembra l'Arizona o lo Utah.





Il tempo è buono e il viaggio scorre via abbastanza lineare. Non c'è molto da dire sulle caratteristiche della strada: tutto dritto, con delle serre scavallate di tanto in tanto. Quello che colpisce è appunto il panorama che ci circonda.

Arriviamo nei pressi di Saragozza e ci sono campi eolici a perdita d'occhio!


Il tempo di sistemarsi in albergo e, essendo a due passi dalla via principale, ci concediamo una bella passeggiata.
In fondo al maestoso Paseo de la Independencia, ordinatissimo, si apre la ampia Plaza Espana.


....con doverosa sosta per una cerveça..


Proseguiamo nelle strade in direzione del fiume Ebro, che attraversa Saragozza: ecco il Puente de piedra.


Impossibile non convergere verso la immensa Plaza del Pilar, con la maestosa basilica che la costeggia.


Sullo sfondo la Cattedrale del Salvador. Eccola qua sotto in primo piano.


Saragozza si rivela una città viva, che nel suo contesto urbano fonde bene le vestigia romane (ci sono resti delle antiche mura romane e un monumento ad Augusto..), seicentesche e moderne.
Alla sera ci fermiamo a cena nella vivace zona circostante, che con l'avanzare della sera si popola di turisti e locali, che si intrattengono all'aperto.


12° giorno: Saragozza - Capvern (Francia), attraverso i passi più famosi dei Pirenei

Oggi sveglia presto e partenza per il nord. Non abbiamo ancora deciso dove ci fermeremo a dormire: in Francia o in Spagna. Di certo c'è solo che la giornata è radiosa, perfetta per andare finalmente sui Pirenei. Lavoglia è tanta, sia per scoprire queste montagne, sia per fare finalmente un po' di curve, dopo tanto dritto, peraltro non evitabile.
Ci dirigiamo verso nord, lungo la Autovia Mudejar A23.
Le fortissime raffiche di vento, tesissimo, ci creano molte difficoltà. Il KTM, in particolare, con le grandi valigie laterali, tende a fare da vela e sbanda paurosamente: notare dalla foto la posizione di guida obliqua.




Dopo una mezzoretta di pausa, dalle parti di Huesca, riprendiamo la marcia e la situazione sembra un po' migliorata. Comunque non avevo mai trovato un vento del genere: un'altra esperienza da mettere nell'ideale zaino dei viaggi.
In direzione di Sabinianigo la strada sale, pur rimanendo ampia e agevole. In prossimità di un valico, sullo sfondo si staglia la catena montuosa dei Pirenei, con le vette innevate.



Ci avviciniamo alle montagne e lo scenario si popola di boschi verdeggianti e specchi d'acqua dalle vivissime sfumature di azzurro!


Dopo aver salutato due motociclisti inglesi fermi alla stazione di servizio, entusiasti come bambini davanti ad un gelato ci incamminiamo verso il primo dei passi pirenaici: il Col du Portalet.



Dopo diversi giorni, stiamo tornando in Francia.


La discesa dal Portalet è scenografica.. approfitto per uno scatto alla Randagia, finora impeccabile!


Incrociamo diverse greggi di pecore che salgono verso gli alpeggi: scambiamo quattro chiacchiere coi pastori e scopriamo che, pur essendo loro i responsabili delle mandrie, si fanno aiutare da persone che hanno scelto di trascorrere le vacanze facendo un'esperienza di vita pastorale.


Per diversi minuti restiamo "intrappolati" ed osserviamo incuriositi da vicino questi placidi animali che risalgono la strada.


Il Ratto si lancia in discesa: notare il cielo, meravigliosamente terso!


Dopo la prima vetta, la discesa ci porta attraverso strette gole allazona di Eaux Chaudes..


... e, poco più avanti, al bivio per Eaux Bonnes..


La direzione è quella di un'altra leggendaria salita pirenaica: i 1.709 metri del Col d'Aubisque.


Prima, però, facciamo la sosta per il pranzo nella graziosa cittadina termale di Eaux Bonnes.


In effetti la sosta si prolunga per via della lentezza del servizio nel piccolo bar aperto nella piazza del paese. Comunque alla fine riprendiamo la strada, come indica il cartello stradale.


Dopo il piccolo villaggio di Gourette, località sciistica, la strada comincia a salire con maggior decisione.


Anche il cielo si copre e tutto assume un aria più "epica". Ed epiche sono queste vette dove sono state scritte pagine memorabili del Tour de France: queste grandi biciclette, sul prato, sono là a ricordarcelo!


Ed eccola, la Randagia, in prossimità del cippo dell'Aubisque.


Un pallido sole fa capolino quando ci apprestiamo alla discesa.




In realtà la strada resta abbastanza in piano: una leggera pendenza ci porta al Col du Solour, a 1.474 metri di altitudine.


Anche da qui la vallata si distende sotto un cielo abbastanza plumbeo.


Dopo una breve sosta in fondo alla discesa, ci riposiamo un attimo prima di ripartire.


La vallata che si vede qui sopra è quella che risaliamo con le nostre moto...


...per giungere in cima al Col du Tourmalet!


Siamo oltre i 2000 metri, intorno qualche picco è ricoperto di neve.


Quando abbiamo provato a disegnare la tappa odierna, mesi addietro e poi ieri sera, non potevamo immaginare quanta soddisfazione avremmo provato a portare le ruote delle nostre Bonneville fin quassù! E dire che c'è chi le bolla in modo spiccio come moto da sfilata! Dipende tutto dall'uso che se ne fa: noi siamo orgogliosi di loro, perchè non ci hanno mai dato nessun tipo di problema, in qualunque consizione di meteo e di utilizzo!
Ma per oggi non èancora finita. Ormai abbiamo preso gusto ad inannellare passi su passi.
Ora è il turno del Col d'Aspin! E' aperto.


La Randagia in cima ai quasi 1.500 metri dell'Aspin.



In fondo, l'ultima delle discese..


La verità è che non ci si vorrebbe fermare mai. Ma per oggi abbiamo dato abbastanza.
E' così ora di scendere e pensare a dove pernottare.
Decidiamo di restare in Francia: anzichè voltare verso sud e Vielha, in Spagna, ad Arreau seguiamo per Lannemezan. Nel frattempo è scoppiato un violento temporale: siamo un po' stanchi e non abbiamo ancora trovato dove dormire.
Ci fermiamo e con gli smartphone troviamo una sistemazione: non solo si rivela difficile da raggiungere, tanto che più volte ci sembra di girare in tondo, ma si tratta anche di un hotel che, con tutta evidenza, non ha ancora fatto i preparativi per farsi trovare pronto alla stagione estiva. Immerso nel bosco, in un atmosfera surreale, che ricorda un po' l'hotel di "Shining", dopo aver cambiato varie stanze alla ricerca di una dove funzionasse almeno l'acqua calda per una doccia, decidiamo di cercarci un'altra sistemazione. Salutiamo la bionda signora del decadente hotel, e sotto l'acqua incessante rimediamo un altro posto, nel piccolo villaggio di Capvern.
Alla fine si rivela un buon posto: la simpatica cameriera parla anche italiano perchè lavorava nella non lontana Lourdes, dove la presneza di italiani è massiccia. Anche per stavolta è andata bene.

13° giorno: Capvern - Nimes

Al mattino è il momento di salutare anche Nessuno13, che si avvia verso nord, per un raduno motociclistico internazionale. Flu, Ratman e il sottoscritto riprendono la strada verso est.
Riattraversiamo alcune delle zone dove siamo passati nei primi giorni di viaggio. Il cielo è ancora coperto, a Foix.


Giunti nei pressi di Quillan anche Flu si separa: prosegue verso l'Italia direttamente!


Ratman ed io, unici "superstiti" della comitiva, decidiamo di mangiare un boccone in un bar locale, visto che ci aspetta ancora una bella quantita di km. Poi proseguiremo verso Carcassonne.


La strada è molto divertente..


..il cartello alla destra della strada ci informa che siamo nei pressi di Lagrasse, nel pieno della terra dei Catari.


Il tempo si è ormai rimesso al bello...


..e dopo molta strada dritta nella parte finale della tappa, raggiungiamo finalmente Nimes.


L'albergo risulta abbastanza laborioso da trovare, anche per via di ingenti lavori nel centro abitato di Nimes che impongono continue deviazioni. Comunque alla fine ci sistemiamo a due passi dalla Cattedrale di Nimes e alla sera facciamo un giro in centro.
Il coccodrillo incatenato alla palma ricorda le origini romane che vogliono la città fondata dalle legioni romane che avevano servito in Egitto sotto Cesare.


Molto ben conservato sia l'anfiteatro romano, del I° secolo d.c., che è utilizzato come plaza de toros..


..come dimostra la statua del torero Christian Montcouquiol in questa immagine notturna,..


...sia il tempio romano che una volta era al centro del foro della città.


Ceniamo in un bel ristorante italiano e apprezziamo la vivacità della vita notturna, con tantissimi giovani, probabilmente studenti, che affollano i numerosi locali nelle piccole viuzze della zona.

14° giorno: Nimes - Italia

Ultimo giorno di viaggio!
Col ratto, vista la bellissima giornata, decidiamo di andare verso sud. Direzione Arles, la meta è la Camargue.
E' in zona e sarebbe un peccato trascurarla. Superata Arles, continuiamo lungo la D360.
I famosi cavalli bianchi della regione pascolano liberi tra i canali.



La strada corre su un terrapieno, nel mezzo della foce del Rodano. Giungiamo su un piccolo promontorio.


Da qui si possono ammirare dall'alto le Salines de Giraud, un immenso sistema di specchi d'acqua che progressivamente permettono di estrarre il sale dall'acqua di mare.




Curiosamente in quella zona col promontorio ci sono un'altra moto e qualche auto, e sono tutti turisti italiani. Non scambiamo mezza parola.
Continuando lungo la strada ci si spinge sempre più verso il mare, e si gode di viste davvero mozzafiato sulle zone lagunari, dove si fermano anche i fenicotteri.


Purtroppo qui in lontananza non si vedono bene.


Si arriva fino in fondo alla strada, alla Plage de Piemanson



Saranno i camper, ma vedo tutto ammantato di un'aura hippie.


Prendiamo anche un battellino che per 2€ ci fa passare il fiume: scambiamo quattro chiacchiere con una coppia di italiani col Goldwing e con una famigliola genovese.


In lontananza le infrastrutture petrolifere del porto di Marsiglia..


Siamo oltre metà giornata: la mattinata l'abbiamo spesa in questo fantastico spettacolo naturale: siamo soddisfatti per avergli dedicato il finale del viaggio. Ora autostrada: è ora di rientrare.
Dopo diverse centinaia di km, ecco il cartello che segna l'ingresso in Italia..


Ci fermiamo in un autogrill per sgranchirci le gambe dopo la lunga galoppata nel sud della Francia.
Poi ognuno per la sua strada. Sono le 17, mi aspettano ancora oltre 200 km per arrivare a casa.


Alla fine, dopo uno scroscio d'acqua che accolgo col sorriso sotto il casco, i km del viaggio saranno poco meno di 5.500.


La Randagia arriva così ad averne, in questo inizio di giugno, oltre 72.000.



Ebbene, nonostante tutto, non ha avuto un'esitazione sotto la pioggia, con il caldo, nelle sparate autostradali, nelle curvose salite alpine e pirenaiche, nel vento della Spagna del nord. Degnissima compagna di viaggio, che da prova ancora una volta, se ce ne fosse ancora bisogno, di saper regalare viaggi unici, viaggi di grande soddisfazione motociclistica ed emotiva. Chiacchierare con gente del Portogallo che vedeva le nostre moto, così lontane da casa, e si entusiasmava a sentire il racconto del viaggio, a guardarle, a girarci intorno è una cosa che rende davvero orgogliosi delle nostre Bonneville.

Quanto ai compagni di viaggio, ormai le parole non bastano più! Quest'anno abbiamo realizzato un viaggio che quando è stato buttato là la prima volta era poco più di un'idea balzana. Invece tutti insieme siamo riusciti a organizzare e portare a termine il nostro primo viaggio all'estero, che ha richiesto sforzi organizzativi e anche economici, ma che ha confermato che quando si sta bene insieme e c'è un forte legame di amicizia, si riesce a superare ogni remora. Grazie ragazzi.
In questi mesi estivi si tornerà a girare insieme sulle strade della penisola.

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