sabato 31 dicembre 2022

Ultimo giro del 2022 tra Bereguardo e la Val Trebbia

L'ultimo giorno dell'anno. Uggioso, ma non freddo come solitamente in questo periodo. In ogni caso, non sarebbe stato sufficiente ad impedirmi di chiudere l'anno in sella.

Prendo la Guzzi senza la minima idea di dove dirigere le ruote: verso i monti, approfittando del clima relativamente mite ma rischiando di trovare ben altro clima in quota? O, piuttosto, puntare a sud verso colline e pianure, meno attraenti, ma con una situazione ambientale più prevedibile? Alla fine per non rischiare scelgo la seconda opzione.

Tra i campi, guidando nelle foschie della SS412 della Val Tidone, mi sovviene del ponte di barche a Bereguardo.

Il ponte collega Bereguardo a Zerbolò. 

Già ai tempi degli Sforza, intorno al 1500, esisteva un ponte stabile fatto di chiatte. Negli anni più volte è stato oggetto di attività di mantenimento ed è sopravvissuto fino ai giorni nostri.

Le chiatte galleggiano sull'acqua e il ponte coperto di assi di legno, che poggia su di esse, si alza con il livello dell'acqua. Ovviamente quando il livello del fiume è basso, le chiatte poggiano direttamente sul letto di ghiaia e quindi possono subire dei danni. Questo significa che il ponte va manutenuto e ha i suoi costi, ma secondo me vale la pena mantenerlo, visto che è uno dei pochi ponti di questo genere rimasti in Italia.

Sempre guidando tra le campagne, con i campi di terra scura che riposa nell'inverno intervallati e delimitati da filari di alberi spogli e scuri nella foschia, mi dirigo verso Borgonovo Val Tidone e di qui, lungo la SP40 che corre parallela al fiume Trebbia a mezza costa, mi godo un po' di curve e gradevoli saliscendi. In questo periodo, senza moto e con poco traffico, posso godermi queste zone in tranquillità. Costeggio le mura dei castelli di Rivalta e di Statto, fino a raggiungere Travo.

Ecco il Trebbia, con il suo letto largo e ampio.

Immortalo la Stelvio in occasione dell'ultimo giro del 2022.

Riparto da Travo e con un paio di curve in salita, dopo il ponte, sbuco sulla SS45 della Val Trebbia. Solitamente è un delirio di macchine e di moto, ma oggi le auto sono poche e le moto, vista la stagione, sono ancora meno. E infatti è un piacere seguire le curve sinuose di questo bel tracciato. Il fondo stradale non è neppure messo malissimo: ci sono i consueti avvallamenti dovuti a svariati movimenti franosi, ma le sospensioni della Stelvio li copiano abbastanza bene e si riesce a guidare con soddisfazione. Inoltre l'asfalto è asciutto quasi ovunque e quindi si può guidare con un certo relax.

Giungo a Bobbio e mi fermo a pranzo in una trattoria affacciata sulla piazza: solitamente qui c'è un affollamento di moto inverosimile, ma oggi ce ne sono... 2! Mi sfamo con affettati caratteristici di queste colline piacentine e con anolini in un caldo e saporito brodo di cappone. Poi, anche per cercare di rientrare con la luce e, soprattutto, per evitare le nebbie, riprendo la strada.

Rientro con poco meno di 300 km, con la Stelvio che è arrivata a sfiorare i 150.000 km. 

Direi che anche per oggi si è comportata benissimo e posso ritenermi più che appagato!! Vedremo dove ci porterà l'anno nuovo!

mercoledì 28 dicembre 2022

Rev'it Taurus - Dicembre 2022

Il viaggio del ponte dell'Immacolata si è svolto sotto la pioggia battente per circa 1.000 km e i vecchi guanti Spidi NK3 hanno assolto egregiamente il loro compito di tenermi le mani calde, come hanno fatto per 12 anni e forse 100.000 km. Tuttavia qualcosa, seppur sotto piogge molto accentuate, comincia a filtrare attraverso le membrane e la sensazione di guidare con le mani umide non è molto gradevole. Inoltre, se sfili i guanti ed è filtrata acqua, diventa anche abbastanza ostico reinfilarli. Quindi direi che gli infaticabili Spidi si sono meritati la pensione. 

I vecchi Spidi si sono fatti valere

Anche un altro paio di guanti invernali in pelle, questa volta di Rev'it, più o meno coetanei degli Spidi e con altrettanti km nel curriculum, hanno un'aria vissuta.

Tosti anche i Rev'it in pelle

Quindi è bene non farsi trovare impreparati e sprovvisti: il Natale è una buona occasione per farmi un regalo che mi tenga le mani al caldo e asciutte.
Ho cercato un po' in internet, ho ascoltato qualche considerazione e chiesto consigli, ho valutato anche se fosse il caso di provare guanti riscaldati per l'inverno, vista la mia tendenza a sentire fredde le punte delle dita, con pregiudizio per la sensibilità al tocco dei comandi. Alla fine ho deciso di rimanere su guanti "tradizionali" (cioè non riscaldati), ma comunque al passo con le tecnologie più recenti e in questa lista spero di aver trovato quelli che fanno al caso mio: ho scelto i Rev'it Taurus in goretex.

I nuovi Rev'it Taurus GTX

Non sto a descrivere tutte le specificità: al di là delle protezioni (condizione non negoziabile per me!), hanno il goretex che per me è imprescindibile per tenere caldo e far traspirare, e hanno l'interno di un tessuto soffice e caldo. la membrana interna ha sui polsini due appigli da afferrare con le dita per tirarli su lungo il polso, in modo che salgano il più possibile. Una volta tirati su, una cerniera sul rivestimento esterno si tira su fino in cima al polsino; infine, per evitare lo scalzamento e mantenere il guanto fermo al suo posto, il polsino si stringe ulteriormente con una linguetta dotata di velcro. Con un sistema che rende solidali le due chiusure, tirando il polsino col velcro si attiva la stretta di un cordino tirante, che ha la funzione di tenere ben stretto il polsino del guanto sul polso. 
Sono curioso di provare questi guanti: per il momento posso solo dire che l'impressione è di un prodotto fatto bene in termini di materiali e anche riguardo ad alcune soluzioni tecniche. Vedremo.

Aggiornamento dopo l'inverno 2023: devo ammettere che le prime volte la scarsa dimestichezza con i guanti mi ha ingenerato qualche dubbio sull'acquisto, perchè trovavo il tutto troppo macchinoso, soprattutto quando, indossato un guanto, si trattava di indossare e sistemare l'altro avendo le dita della mano attiva più impacciate. Poi sono diventato più pratico e ho potuto meglio focalizzarmi sulla funzionalità dei guanti: la protezione dagli agenti atmosferici (quella fornita in termini di sicurezza non era mai stata in discussione..) mi sembra efficace, il calore conferito è molto soddisfacente e anche il comfort per le mani, una volta calzati. Purtroppo le temperature non sono state rigide al punto da mettere alla prova la tenuta al freddo: a temperature fino ai 4 gradi direi che sono efficaci. Il prossimo inverno proverò a riportare le mie impressioni dopo un utilizzo più prolungato e più probante.

Dove ho acquistato: Holeshotmoto.it!! Competenza e cortesia oltre ogni professionalità! Guido è stato prezioso nel descrivere le caratteristiche di vari prodotti su cui gli ho chiesto consiglio ed è stato cortesissimo nel reperire la mia taglia, che inizialmente non sembrava disponibile. Rapidissimo poi nell'evadere l'ordine.  

domenica 11 dicembre 2022

Dicembrata 2022 - Il giro dei 3 mari

Approfittando della festività di S. Ambrogio e della festa dell'Immacolata, con Nolmar abbiamo messo in piedi l'idea di far correre le ruote. Data l'incertezza sul meteo, abbiamo deciso in anticipo solo la 1° tappa: partenza già la sera del 6 dicembre e appuntamento a Bologna, in un hotel già utilizzato in passato con lo stesso scopo: guadagnare dei km per qualunque fosse stata la destinazione del giorno seguente, da decidere una volta definitesi meglio le condizioni del meteo.
 
1° giorno, 6 dicembre - Bologna
Di tanto in tanto, soprattutto fino a dopo Reggio Emilia, guido attraverso banchi di nebbia abbastanza intensa, ma alzando lo sguardo verso l'alto si vede una luna gialla e quasi piena, che si staglia contro un cielo scuro e nitidissimo. Saggia idea quella di indossare il gilet giallo fluo catarifrangente, per rendermi il più possibile visibile. La temperatura sul cruscotto della Stelvio non supera mai i 3 gradi. Il traffico è intenso solo fino all'inizio della A1 ed è dovuto essenzialmente ai pendolari che rincasano la sera.
Dopo circa 2 ore di viaggio, che scorre liscio come l'olio, lascio la A1 a Casalecchio e l'albergo non è lontano: Nolmar è arrivato un paio di ore prima.
 
Dove alloggiare: non è la prima volta che soggiorniamo presso l'Hotel Calzavecchio - Casalecchio: non lontano dall'autostrada e sulla via per Sasso Marconi e Firenze. Ha la comodità di avere un buon ristorante interno: in questo modo non si è costretti ad uscire, riprendere le moto e cercare dove mangiare un boccone. Ha anche un grande parcheggio all'aperto, chiuso da cancelli: ottimo per chi è in moto.


2° giorno, 7 dicembre - da Bologna a Sabaudia
Partenza con calma, al mattino. Ci siamo persuasi di poter sfuggire al maltempo che sembra insistere sull'intera penisola in questi giorni dirigendoci verso sud ovest. Dopo essere entrati in A1 a Sasso Marconi, volgendo lo sguardo in alto, sulla destra, guardiamo le cime degli Appennini tra Bologna e Firenze nascoste dalle nuvole: sarebbe stato bello salire e far curve svalicando sul Mugello dalla Futa, ma realisticamente bisogna ammettere che avrebbe rappresentato un rischio inutile.
 
Sosta per un caffè a Badia, sul valico tra Bologna e Firenze
 
La temperatura è costantemente intorno ai 5 gradi, ma la temuta botta di freddo sul valico non arriva: con la cosiddetta "direttissima" gran parte della strada è in galleria. Una volta sbucati a Firenze, la lunga cavalcata verso sud vede le temperature salire costantemente e il cielo illuminato da gradevoli raggi di sole. Attraversiamo le pianure toscane e costeggiamo Orvieto e il borgo di Baschi arroccato contro la roccia di tufo.
Si continua verso Roma. Breve sosta per un panino e per sgranchirci un po' le gambe subito dopo Fiano Romano. Decidiamo che una tappa raggiungibile e compatibile con il bel tempo è Sabaudia: troviamo un hotel, chiamiamo e ripartiamo.
Passiamo a est di Roma e poi scendiamo verso Frosinone. Da Ceccano verso la costa, lunghi rettilinei col sole che tramonta ad ovest, fino a raggiungere il litorale. 
Qui ci godiamo la vista delle spiagge e delle caratteristiche dune, inondate dal sole che si abbassa sul mare. 
 

 
 
Ora i gradi sono 20!!! Fantastico!!!
 
 
Ci sembra di aver preso la macchina del tempo e di essere tornati indietro di 2 mesi!
 

 
 
Nemmeno finiamo di scattare delle foto e di farci una doccia e il tempo cambia radicalmente: inizia a piovere in modo torrenziale! 
 
Moto sotto una tettoia del parcheggio, allagato dalla pioggia
 
Anche per questo dobbiamo abbandonare l'idea di vederci con l'amico Salvatore che abita a Ceccano e quella di andare a cercare un posto per cenare a Sabaudia: decidiamo per la cena al ristorante dell'hotel.

Dove alloggiare:  fantastica la sistemazione presso l'Hotel Oasi di Kufra - Sabaudia: bellissima struttura affacciata direttamente sulla spiaggia di Sabaudia, col promontorio del Circeo a sinistra e di fronte le Isole Pontine. Bellissima l'area lounge che scende fino alla spiaggia. Probabilmente in alta stagione i prezzi sono ben diversi da quelli di cui abbiamo potuto godere in questa occasione. Ottimo anche il parcheggio per lasciare le moto.


3° giorno, 8 dicembre - da Sabaudia a Taranto
Durante la serata e fino al primo mattino sentiamo la pioggia che scende abbondante. Abbiamo deciso di andare a trovare il nostro amico Ogeko a Taranto: ci aspettano parecchi chilometri. Dopo colazione saltiamo in sella e percorriamo la litoranea Pontina fino a S. Felice Circeo. 
 
 
Poi la zona della bonifica pontina, Sperlonga e sulla SS213 Via Flacca godiamo della meravigliosa vista di Punta Capovento, prima di scendere sul litorale di Gaeta. 
 
 
Il cielo si è ormai fatto nerissimo e la cosa migliore da fare è indossare l'abbigliamento antipioggia prima di prenderla. Non passa molto prima che i nostri timori trovino conferma! Formia, Scauri, e saliamo verso Sessa Aurunca per raggiungere la storica Teano. La strada la percorriamo sotto un temporale intensissimo, ma la sensazione di fastidio è accentuata tantissimo dalle pessime condizioni del fondo stradale: sdrucciolevole e pieno di buche ricolme di acqua, che ovviamente nascondono insidie se non si guida con cautela. Da Teano, proprio nei pressi della statua che ricorda lo storico incontro tra Garibaldi e Re Vittorio Emanuele II dopo l'impresa dei Mille, decidiamo di andare a prendere l'autostrada per Canosa. Decine di km sotto l'acqua, fino a Benevento e poi oltre. Finalmente la A16, con il sole che si è riappropriato del cielo! Poco dopo Grottaminarda sostiamo per un boccone e per liberarci dell'abbigliamento da pioggia. Riprendiamo il viaggio e col sole è tutt'un'altra cosa! Anche l'autostrada è molto divertente, con curve e saliscendi, con lo sguardo che spazia sulle colline Irpine, sui cui crinali si snoda una lunga sequela di pale eoliche. Lasciamo l'autostrada dei due mari a Candela e prendiamo la SS655 "Bradanica" verso la Basilicata. Un nastro d'asfalto che si distende per decine e decine di chilometri di rettilinei attraverso i campi coltivati, in mezzo al nulla. Non si vede anima viva e l'unico movimento che varia l'orizzonte è quello delle ventole eoliche. Non una macchina, non un centro abitato: solo qualche masseria. A un certo punto nei pressi di un benzinaio un cartello informa che la prossima stazione di servizio è a.... 70 km!!!!! La guida è resa un po' faticosa da forti raffiche di vento trasversale. Seguiamo le indicazioni per Matera e la aggiriamo per raggiungere il belvedere dalla parte opposta dei Sassi. Purtroppo, rispetto all'ultima volta che c'eravamo stati, hanno limitato l'accesso ai mezzi privati e quindi non potremmo raggiungere il punto panoramico se non dopo una lunga camminata. Il tempo, però, è tiranno ed è il caso di riprendere il viaggio. Mottola e poi raggiungiamo il Mar Jonio. Taranto in lontananza, finchè cominciamo a sentire quell'inconfondibile aria di mare che ci fa stare bene. Ci addentriamo in città, attraversiamo il celebre Ponte Girevole: bellissimo osservare come le persone affollino i locali godendosi l'aperitivo all'aperto, con questo clima mite. Che differenza con il nord!
Finalmente raggiungiamo la casa del nostro amico Ogeko!!! 
 
 
Non ci vedevamo da una vita: grandi abbracci!! 
 
 
E la serata passa alla grande tra cozze, spiedini, qualche bottiglia e un'ottima aglio e olio: non manca nulla per stare bene!






 
Chiacchiere, risate, ricordi: l'amicizia!!
 
4° giorno, 9 dicembre - da Taranto a Vasto
Ci muoviamo con calma al mattino. 
 
 
Salutiamo Ogeko, la sua fida labrador Matilda, e la sua grande ospitalità. Lasciamo Taranto, stavolta passando  dal grande ponte di Punta Penna, sul Mar Piccolo. Costeggiamo la raffineria dell'AGIP e l'immensa struttura dell'ILVA, ma dobbiamo presto fermarci presso un benzinaio per indossare l'abbigliamento da pioggia: inizia a gocciare. Guidiamo verso Massafra, S. Basilio e Gravina di Puglia. Siamo stati svariate volte qui, in occasione di altri giri: purtroppo la struttura dove solitamente alloggiavamo ha chiuso. Aggiriamo Gravina e lasciandoci l'altopiano delle Murge sulla destra, senza salirci, giungiamo fino a Poggiorsini. Ero abituato a vedere questi luoghi inondati dal sole, i campi di grano e il cielo di un intenso azzurro. Ma regalano scenari suggestivi anche in questa stagione: quello che più colpisce è la vista che corre a perdita d'occhio, i rettilinei lunghissimi e quel senso di lontananza da qualunque insediamento umano. Proprio nel mezzo di uno di questi rettilinei prendiamo a destra la SP138 seguendo le indicazioni per Castel del Monte. La strada per salire sull'altopiano descrive curve e saliscendi, in chiaro contrasto con le pianure attraversate finora. Qualche curvetta non può che far piacere e ce la godiamo. Diversi km e su un'altura, al di sopra delle campagne coltivate ad ulivi, comincia a stagliarsi all'orizzonte l'inconfondibile sagoma del castello ottagonale fatto costruire da Federico II di Svevia. Una foto al castello è d'obbligo. 
 
 
Riprendiamo poi la statale fino a Montegrosso e, tra i muretti a secco che delimitano i campi di ulivi, giungiamo fino alla SS16 Adriatica. Corre verso nord con un tracciato rettilineo a due corsie per senso di marcia: passiamo Canosa, Cerignola, aggiriamo Foggia e prendiamo a destra la SP27 verso Casone, S. Matteo e Apricèna. Sulla destra si ergono, imponenti, i contrafforti del promontorio del Gargano. Sembra vicino, sui crinali si riesce a scorgere anche qualche paese coi suoi tipici colori bianchi, ma sembra anche non arrivare mai, mentre guidiamo ad andatura "allegra" verso il mare Adriatico. Raggiungiamo Torre Mileto e da qui risaliamo la strada che porta verso Lesina. Tuttavia non percorriamo la strada nuova, ma la vecchia, che corre parallela. E' abbastanza malridotta, ma è un'esperienza anche questa, dopotutto: con le strade a scorrimento veloce si perde il contatto con il territorio. Attraversiamo il centro del piccolo abitato di Lesina.
 
 
Riprendiamo la strada verso nord: entriamo in A14 a Poggio Imperiale e la lasciamo a Vasto Nord, col tramonto. A Vasto ci accolgono calorosamente i parenti e passiamo una piacevole serata fatta di racconti, partite dei Mondiali e allorino da sorseggiare. 
 
 
Per la cronaca: la Croazia elimina il Brasile dai Mondiali di calcio in Qatar.

5° giorno, 10 dicembre - da Vasto a Torre Pedrera
La prima parte della tappa di oggi in SS16 la percorriamo lungo il tratto di costa dell'Abruzzo meridionale chiamato "Costa dei trabocchi", per via delle numerose strutture caratteristiche presenti sul mare, simili a ragni protesi sulle onde. Adesso una bella pista ciclabile lunga decine di km permette di scoprirla con escursioni in bicicletta. Anche in inverno è molto suggestiva. Poco prima di Ortona comincia a piovigginare: sappiamo che oggi sarà così per tutto il viaggio e ci mettiamo in autostrada con il cuore in pace.
Per 300 km sarà solo pioggia copiosa e vento forte. Arrivamo a Torre Pedrera solo con la voglia di andare in stanza e liberarci dell'abbigliamento umidiccio. Qualunque punto è buono per appendere i vestiti e lasciare che si asciughino con la pompa di calore a tutta forza! 
 
 
Comunque troviamo il modo di consumare una buona cena di pesce non lontano dall'hotel. Per la cronaca: ai Mondiali di calcio in Qatar il Marocco elimina il Portogallo e va in semifinale!

6° giorno, 11 dicembre - da Torre Pedrera a casa
I vestiti, i caschi e i guanti si sono asciugati perfettamente. Sono pronti per una nuova "doccia", nonostante l'arcobaleno che fa capolino sulla spiaggia al mattino. 
 
 
Con Nolmar ci salutiamo prima di entrare in autostrada: mi faccio altri 270 km su 300 sotto la pioggia. Ma faccio anche il consuntivo della bella cavalcata che va a chiudersi. Certo: s'è fatta tanta autostrada, ma è servita comunque per evadere e portarci in tempi rapidi in contesti che ci hanno fatto sentire lontani dalla quotidianità, permettendoci di recuperare energie mentali ed emotive nonostante il chilometraggio importante. Quando c'è giovamento, i km non contano ed anzi sono benvenuti per poter aprire uno squarcio che porta solo beneficio all'anima. Viva la moto!


Alla fine, dopo circa 2.245 km, avremo toccato il Mar Tirreno, il Mar Jonio e il Mare Adriatico: per questo abbiamo deciso di chiamare questa "dicembrata" (il giro di Dicembre che ormai abbiamo fatto per la 3° volta..) "Giro dei 3 mari".

 
 

 

Abbigliamento: ho utilizzato la giacca e i pantaloni invernali pesanti, la maglia termica e la maglia antivento. Inoltre guanti invernali impermeabili e giacca e pantalone antipioggia. Stivali: Toucan in goretex di Alpinestars perfetti: non è passata una goccia di acqua.

Il bagaglio: ho deciso di utilizzare per il vestiario solo una delle 2 borse interne delle valigie rigide. Nell'altra ho messo la giacca e il pantalone impermeabile, lo starter di emergenza, il mini compressore, un'altra trapuntina. In considerazione dell'alto rischio pioggia (poi confermato) ho deciso di portare con me i guanti di riserva: quelli invernali in pelle, quelli estivi se proprio al sud si fossero resi necessari, e i sopraguanti impermeabili. Ho portato anche 2 buff di riserva.

sabato 29 ottobre 2022

Si torna in sella alla Stelvio: giretto a Porlezza e Lugano

Oggi ho ritirato la Stelvio in officina, dove è restata per oltre un mese per dei lavori importanti di manutenzione. Spinto da un misto tra voglia di riprenderla e desiderio di verificare che sia tutto in ordine, e approfittando del clima mite e soleggiato di questo fine ottobre, mi sono avviato attraverso le colline della Brianza senza avere una meta ben precisa. Di solito finisco verso il lago di Lecco e su per la sponda orientale: questa volta voglio passare dalla parte di Como. Risalgo il lago seguendo la storica via Regina, restando di proposito sul vecchio tracciato ed evitando la superstrada SS340. Di solito questa strada è un macello, intasata di auto incolonnate e, di fatto, da evitare come la peste. Questo però è un periodo "morto" e quindi posso godermela appieno, con i suoi scorci bellissimi e ad un ritmo proprio turistico! I paesini me li attraverso tutti, snocciolando uno dopo l'altro Cernobbio, Moltrasio, Carate Urio, Laglio. Ad Argegno salgo per la valle Intelvi e scendo su Claino con Osteno. Poi verso Porlezza e la splendida costiera occidentale del lago di Lugano.

Ad Alborgasio mi fermo per scattare qualche foto a degli scorci meravigliosi, che appaiono ancora più belli se si considera che siamo praticamente a Novembre.


Pur rapito dalla bellezza dei luoghi, osservando la Stelvio mi accorgo che in alcuni punti ci sono dei trafilamenti. Osservo con attenzione. 



Sopra, ho evidenziato 2 punti sul cardano. Qui sotto invece alcune macchie sull'alettatura della testata di destra.


 

Sull'alettatura di sinistra anche.

La moto però gira bene e non c'è nessun problema: colgo l'occasione per mandare le foto al meccanico, Filippo, per chiedergli cosa ne pensi. E' sempre gentilissimo e disponibilissimo: mi dice di passare da lui sulla via del rientro che ci dà un'occhiata.

Intanto riprendo il giro e scendo verso Lugano. Finalmente riesco a vedere la famosa fontana che zampilla dal lago: pur essendoci passato davanti un sacco di volte, non l'avevo mai vista!

Eccola da un altro punto, sullo sfondo.


Rientro in Italia e passo in officina: Filippo dà un'attenta controllata a quello che gli avevo mostrato in foto e sistema alcune cosette. Un po' di convenevoli, due chiacchiere e rientro verso la fine del giro.

Posso dire che la Stelvio è in ottime condizioni e può tornare a regalarmi grandi soddisfazioni nel guidarla!


Ecco il giro di oggi: alla fine non arrivo nemmeno a 300 km, ma è stato davvero piacevole rimettermi a girare col caro, vecchio 1200 a V.

sabato 9 aprile 2022

Dopo 3 anni, finalmente torna il Cimento!

Una giornata come quelle che passavamo prima degli sconvolgimenti degli ultimi 2 anni: ci voleva proprio: è tornato il Cimento!! Flu e Pino si sono sbattuti per organizzare e finalmente abbiamo potuto rivederci con tante brutte facce!!! 

Al mattino all'appuntamento con Skyblue e Peo si presenta anche Bonnivesp! Bella sorpresa! Impeccabile con la sua T100 brillante e tirata a lucido.

Ce ne andiamo in giro nelle campagne pavesi: sarà la temperatura più che gradevole, sarà il cielo limpido e le strade pulite, ma davvero ci godiamo moltissimo questi scorci di campagna nel parco del Ticino. Campi, corsi d'acqua, montagne in lontananza, aironi: molto bello! Passiamo dalle parti del ponte di barche sul Ticino.


Nei pressi di Voghera ci troviamo con Nessuno13 che fa un po' da Cicerone tra le colline di Varzi e dell'Oltrepo. 

Raggiungiamo un luogo che alcuni di noi avevano già avuto modo di visitare in passato, ma che rimane comunque molto suggestivo.

Siamo a Celle di Varzi, al Tempio della Fraternità. E' stato voluto da Don Adamo Accosa, un cappellano militare, come simbolo di fratellanza tra i popoli dopo la devastazione della II Guerra Mondiale.

Anche il futuro Papa Giovanni XXIII contribuì: donò la prima pietra, proveniente da una chiesa distrutta in Normandia. Tantissime parti della chiesa sono costruite con reperti di guerra, da Londra, Nagasaki e Hiroshima, El Alamein. Anche parti di armi votate a portare distruzione sono state usate e riconvertite per lanaciare messaggi di pace e di riconciliazione: ad esempio, un otturatore di cannone da 305 della corazzata Andrea Doria funge da fonte battesimale. E poi un F104 starfighter e un carro armato americano.


Anche delle mine antinave.

Foto ricordo del gruppetto, prima di riprendere la strada per la Val Curone. Anche due graditi "ritorni", dopo Bonnievesp: Cea e Giai.

Dopo una doverosa sosta per acquistare il salame di Brignone, una squisitezza di queste zone, ci avviamo verso Momperone: Giornata stupenda: ecco la vista sulle colline della Val Curone, dal piazzale dell'Agriturismo Ca' dell'aglio.

Qui ci raggiungono anche gli altri, che arrivano dal Piemonte e dalla Liguria.

    BluesMax

    Bu3cyber

    Raguidol e Danifru

    Ratman

    Sam il Cinghio

Insomma: una bella rimpatriata. 

Ci sono poi Hollister, Flu, KKK, Ron. 


 

Non c'è che dire: bellissimo ritrovarci dopo tanto tempo. Gemma, ben istruita da Pino, ha preparato un bell'aperitivo in cortile, salumi e affettati accompagnati da qualche spritz, e poi si mettono le gambe sotto al tavolo.


Il giro non ha importanza: quello che conta è essersi rivisti di persona e aver ripreso a condividere momenti di socialità: è l'unico modo per tenerci uniti e per coltivare la pianta dell'amicizia e della complicità, uniti dalla comune passione per le moto.

 Al rientro saranno 300 km scarsi, su e giù per le colline dell'Oltrepo', con una bella temperatura e un bel sole a fare da cornice a ritrovato Cimento.


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