sabato 31 dicembre 2016

31 dicembre 2016, ultimo giro dell'anno!

Temperature intorno a 0°C, ma giornate spettacolari per la limpidezza dell'aria. Non ho resistito a un giro di qualche oretta. Sono saltato in sella alla Stelvio e ho girato un po' a caso. Direzione Sedriano, Ossona, Castano Primo. Lo scenario del Monte Rosa al sole è bellissimo, ma una foto col cellulare non renderebbe l'idea: è troppo lontano. Invece il canale che scorre nei pressi della centrale idroelettrica di Turbigo ha dei riflessi suggestivi.


Un po' vagando, passo sotto Tornavento e prima di Arona me ne vado verso il lago d'Orta. Le montagne si stagliano nettamente sul cielo di un blu che colpisce, e i piccoli borghi affacciati sul lago sono scaldati da un piacevole sole.


Niente altro da dire: poche ore e rientro a casa, ma in questo periodo dell'anno è tanto anche questo. Quindi chi si accontenta gode.. e anche molto! Per godere la leggerezza del piacere basta poco al motociclista che aspetta la primavera, quando tornerà a digerire km e consumare la sella. Per il momento davvero una bella fine d'anno!!

sabato 17 dicembre 2016

Guzzi Stelvio Club a Revine, pranzo di Natale 2016

17 dicembre 2016: si va a Revine, vicino Mantova, sul Po, per il pranzo di Natale del Guzzi Stelvio Club.
Almeno una decina di noi arriva in moto, dopo aver attraversato i campi della pianura lombarda imbiancati dal ghiaccio e dalla brina. Atmosfera surreale, che ricorda certe scene da "Il dottor Zivago". Il ghiaccio si forma sul parabrezza della Stelvio e anche sulle braccia, dove non arriva il riparo dall'aria. Eppure, nonostante la temperatura, come dice il cruscotto, resta tutto il giorno sotto 0°C, dove c'è gusto non c'è perdenza ed il bello è trovare tutti i convitati Guzzisti allegri e.. affamati.
Bravo Edoardo a organizzare tutto al meglio: pranzo in riva al Po, tra le nebbie che si alzano solo dopo le 13, su una chiatta del Circolo Canottieri di Revere. Cibo ottimo, ospitalità altrettanto!


Rientro in notturna immerso nella fitta nebbia della A1, ma la giornata è valsa la pena!

sabato 29 ottobre 2016

4 passi in Svizzera: Maloja, Julier, Albula e Bernina a fine ottobre 2016

Sabato di fine ottobre. Si va verso quella che da parte di molti non è considerato il periodo migliore per girare in moto. Certo, se si considera la minore quantità di ore di luce a disposizione e le condizioni meteo meno favorevoli, non si può dire che sia una convinzione troppo campata in aria.
Tuttavia l'ora legale entrerà in vigore solo domani, le temperature sembrano ancora favorevoli, e le previsioni danno bel tempo. Dunque cominciamo a goderci il presente!
Appuntamento alle 9 in zona Seregno, sulla SS36 Valassina, con Triplepeo e Teotorre.


Aria del mattino "frizzantina": il quadro della Stelvio segna 9°C.


Il Primo problema che si presenta è legato ad un fatto di cronaca, tragica cronaca. Il crollo del cavalcavia sulla SS36 del 28 ottobre 2016 ha purtroppo causato un morto e, tagliando in due l'importante arteria che va da Milano a Lecco all'altezza di Annone, ha reso obbligatorio incanalare tutto il traffico su arterie secondarie della Brianza per aggirare lo sbarramento. 
Le tempistiche per arrivare a Lecco e poi a Colico e Chiavenna, che grossomodo sappiamo valutare, vanno riconsiderate. Anche per questa ragione abbiamo a malincuore rinunciato già dal pomeriggio di ieri a fare un tour che ci portasse allo Stelvio (per incontrare Nolmar che sarebbe arrivato dal Veneto) e poi a Livigno: saremmo stati già stretti con i tempi in rapporto alle ore di luce in condizioni normali; con questo ulteriore intoppo i tempi non sarebbero stati quantificabili e avremmo solo viaggiato con l'apprensione delle tabelle di marcia da rispettare.
Dunque con le moto usciamo dalla Valassina nei pressi di Suello e superiamo nelle strade secondarie tutte le lunghe code di auto inchiodate in queste strade periferiche non progettate per questi grandi flussi di traffico. 

Nota: personalmente trovo molto più probanti situazioni come queste, quando vado in moto, che lunghe percorrenze su strade tortuose, ma libere. In questi casi, infatti, la fatica fisica è maggiore perchè la moto, in movimento, è molto più leggera che quando va pianissimo; e la fatica derivante dalla concentrazione e dall'attenzione che impone il fitto traffico di automobilisti, spesso distratti (con tutte le conseguenze che questo può avere su chi va in moto), grava non poco.

Comunque rientriamo sulla SS36 poco prima di Lecco e rapidamente percorriamo tutti i lunghi tunnel che portano fino in cima al lago, in zona Colico. Poi proseguiamo oltre il bivio per la Valtellina, verso Chiavenna. Tra Novate Mezzola e Somaggia ci avvolge una fitta nebbia, e la temperatura scende intorno ai 7°C. Niente di drammatico, però siamo un po' delusi: il meteo parlava di sole, ma al momento sembra un'ipotesi molto remota. Proseguiamo, ma poco prima di Chiavenna la sosta da Moreschi è d'obbligo per qualcosa di caldo. Saranno le 11, minuto più minuto meno. Solitamente quando vado in Svizzera acquisto in questo bel forno/bar/pasticceria dei gustosi panini caserecci fatti sul momento con salumi o formaggi locali, così da potermi poi fermare per pranzo dove voglio senza lasciare l'equivalente di almeno 15€ per pranzo in qualche bar oltreconfine.
Ripartiamo dopo un po', piccola, solita colonna sul ponticello a Chiavenna e poi avanti verso la cascata dell'Acqua Fraggia, Piuro e la dogana di Castasegna. Si può dire che da Chiavenna in avanti inizia la giornata motociclistica. La strada prende a salire in maniera molto regolare, con belle curve, ma filanti. Fondo stradale impeccabile. Del resto una delle certezze dei giri in Svizzera sono le ottime condizioni delle strade. Dopo Bregaglia la strada diventa più curvosa e ci si diverte molto. Ovviamente ancora tornanti, ma ampi e arrotondati, con un raggio estremamente guidabile anche per un peso non proprio piuma come la Guzzi Stelvio. La parte finale è invece completamente diversa, anche se bella ugualmente: molto meno filante, con tornanti secchi, dal raggio molto stretto, che non permettono di vedere se scende qualcuno in senso opposto: io preferisco sempre dare un colpo di clacson tanto per far sapere che sto salendo. Diciamo che non è piacevole quando si incappa in autobus o, peggio ancora, autoarticolati che salgono o scendono: non c'è modo di passarli, visto che i tratti dritti tra un tornante e l'altro sono molto brevi e la visuale su chi arriva in direzione opposta quasi nulla. Si deve restare dietro e salire anche ai 20 all'ora.
Forse dal bel video di Peo della salita al Maloja ci si può fare un'idea.



Arriviamo in cima e scolliniamo il passo Maloja.. poi la strada 3 che costeggia il lago di Sils ci porta verso Silvaplana e ci regala scorci meravigliosi.



Si arriva a Sils e alla piccola rotonda si prende a sinistra. La strada s'impenna subito e con tanti tornanti secchi, anche se meno serrati di quelli del Maloja, si sale rapidamente di quota. Si va verso lo Julierpass, quasi 2.300 m. sul livello del mare.
Il chioschetto, che in qualche circostanza ho visto ricoperto letteralmente dalla neve, ha già chiuso i battenti: per fortuna però della neve neppure l'ombra. Anzi: la temperatura è estremamente gradevole, 13 °C e un bel sole. Il cielo è limpidissimo.


Abbiamo deciso di fare l'anello che dal Giulia scende a Tiefencastel e risale da Filisur, Bergun fino al passo Albula, per poi ridiscendere su Samedan.
La prima parte della lunga discesa verso Tiefencastel è un susseguirsi di tornanti: quando si sale da questo versante è un crescendo fino al passo. Poi rimane molto divertente e rapida, in perfette condizioni. Siccome è più o meno l'una, il lago artificiale di Marmorera coi suoi riflessi ci cattura e ci convince che non c'è posto migliore per consumare i panini comprati a Chiavenna.



Il villaggio a valle dalla diga è avvolto dai colori autunnali.


Alla rotonda alle porte di Tiefencastel prendiamo a sinistra e imbocchiamo la strada del passo Albula. Nella prima parte è abbastanza pianeggiante, c'è anche una zona di lavori: fondo stradale senza asfalto, ma molto compatto. Poi torna a salire, ricordando un po' la parte prima di arrivare ai tornanti del Maloja. A dire il vero mi ha fatto venire in mente anche un'altra salita: quella che da Fontegreca, vicino Venafro, sale sull'altopiano del Matese, tra Molise e Beneventano. Ne parlavo descrivendo il viaggio del giugno 2015 verso la Basilicata.
I paesini di Flisur e Bergun sono quanto di più fedele all'immagine del paesino svizzero di montagna possa esserci: casette dai tetti spioventi, il campanile, i balconi coperti di fiori e curatissimi. Li ricordavo molto bene dal giro fatto nel maggio del 2014 con Vecchialenza.
Arriviamo in cima all'Albula stando spesso all'ombra, ma la temperatura non è affatto rigida.


Si torna giù. La prima parte della discesa è poco ripida, quasi dritta, e si dipana in una sorta di conca, tra le scoscese, spoglie pendici delle alte cime circostanti.


Ogni tanto mi porto avanti perchè mi piace scattare qualche foto ai miei compagni di viaggio. Queste vengono utili anche per farsi un'idea del tipo di panorama.



Poi si entra nel bosco.


I colori gialli dell'autunno tornano ad accendere il contrasto con il blu del cielo, tersissimo.


Decidiamo di scendere verso Samedan e di fare il Bernina: torneremo a casa dalla Valtellina.
Mentre si scende, si gode della bella vista sulla vallata, fino a La Punt Chameuse.
Allo stop, a destra verso Samedan e poco più avanti si volta a sinistra per andare verso il Passo Bernina. E proprio qua incrociamo il nostro amico Vecchialenza: dopo tanto tempo ha ripreso in mano la moto per fare un giro. Lui sta girando in senso antiorario e arriva da Livigno.


Quattro chiacchiere, una sigaretta e ci salutiamo: in marcia verso il Bernina.


Là in fondo il ghiacciaio risplende in pieno sole.


La parte da dove si vede il ghiacciaio nella foto sopra è caratterizzata da molte curve continue, con la strada che si snoda in buona pendenza tra i boschi di conifere. Una tregua: spiana per qualche km per poi avventurarsi di nuovo, ma con curve più ampie e, essendo più in quota, fuori dal bosco. Mi è capitato di passare dal Bernina in altri periodi dell'anno (Marzo 2015) ed era tutto ricoperto di neve. Oggi comunque non è così e va benissimo! Si supera l'Hospiz e qualche centinaio di metri più avanti parcheggiamo nei pressi del cartello che indica i 2.330 m. del passo.


La discesa dal Bernina verso Tirano e il confine con l'Italia è bella lunga: inzialmente il paesaggio rimane abbastanza lunare, come tipico di queste zone. Poi scendendo torna ad essere pieno di colori, quelli vivaci gialli e caldi dell'autunno.
Prima di entrare in Italia facciamo il pieno di 98ottani: 1,51 franchi. Registro con piacere che dopo 159 km di saliscendi alpini, ad andatura non forsennata, ma neppure da riposo, la Stelvio ha bisogno di 8,44 litri di benzina. Questo significa 18,83 km con 1 litro! Mi piace pensare che il mio impegno ad avere una guida il più dolce e regolare possibile, pennellando le curve quasi in una sorta di esercizio stilistico e non aprendo brutalmente la manetta, anche questo bestione possa essere parco nei consumi. Alla stazione di servizio dalle parti di Brusio mi colpisce questo cartello su un contenitore di prodotto per pulire i vetri "..fuori dagli orari di apertura mettere i soldi nella buca delle lettere..". Un esempio di civiltà eccezionale.


Da qui in avanti sappiamo cosa ci aspetta: passiamo la dogana a Tirano e cerchiamo subito un bar dove prennere un caffè. La lunga fondovalle della Valtellina ci attende, col sole in faccia che scende e il suo traffico. Per fortuna, tuttavia, è soprattutto a salire verso Bormio: probabilmente tutti lasciano le città lombarde per il ponte di Ognissanti e per questo sono incolonnati. A "scendere" verso il lago di Lecco la situazione è accettabile. Breve sosta all'Agip di Mandello del Lario. Siamo intorno alle 18.30 e il sole sta per tramontare: domani a quest'ora sarà già buio!


L'ultimo tratto verso Lecco e poi tutto il traffico è bloccato in colonna per la deviazione dovuta al ponte crollato. Pur non essendo propriamente a bordo di una piccola moto, riesco come gli altri a districarmi tra le auto ferme: grande prestazione della frizione della mia Stelviona! Una rapida occhiata al ponte crollato, mentre tutti i mezzi alla luce delle fotoelettriche sono intenti alle operazioni di rimozione, e poi ci reimmettiamo sulla Valassina, in direzione di Milano.
Giornata lunga, quasi 12 ore in giro, ma davvero siamo entusiasti per questo inaspettato dono di fine ottobre: 4 bellissimi passi svizzericon il sole, il caldo e con strade perfette e zero traffico. Non si poteva volere di più! Alla fine la Stelvio va a nanna con 490 km in più e io e i ragazzi con un sorriso da un orecchio all'altro!





Questo il link al giro di oggi.

lunedì 26 settembre 2016

20-26 Settembre 2016 - Il Rebel in Sardegna

La stagione motociclistica non si è ancora chiusa e a fine settembre c'è il consueto appuntamento con il raduno di Bicilindrici Frontemarcia (BF), il "Rebel".
Siamo arrivati alla 6° edizione e si è deciso di tenerlo in Sardegna, con base ad Olbia.
Molti dei partecipanti hanno deciso di raggiungere l'isola già qualche giorno prima, cogliendo l'occasione per un giro a più ampio raggio.

1° giorno: Casa - Porto di Genova e imbarco

Con Nessuno13, Flu e Ron ci troviamo all'area di servizio Stura, sulla A26, subito a sud di Ovada.


Ci muoviamo verso le 18.10 e in mezz'ora si arriva a Genova. Di qui seguiamo le indicazioni per il "Porto di Genova". L'idea sarebbe quella di farsi un aperitivo prima dell'imbarco, previsto per le 20: tuttavia il gran caos del traffico ci fa perdere del tempo: per non perderci anche tra di noi, alla fine conveniamo che la cosa migliore da fare è andare al molo. Superiamo un po' di auto incolonnate, un paio di controlli di biglietto e documenti personali e arriviamo nell'ampio piazzale del terminal.




Sulla banchina, all'ombra del traghetto "Tommy" della Moby, mangiamo un boccone e beviamo una Ichnusa, tanto per entrare nel clima sardo.
Sistemiamo le moto a bordo, lasciando che gli addetti le assicurino con delle cime, in modo che non si muovano in caso di mare mosso. La grande stiva appare semivuota.


La stanza quadrupla che ci è stata assegnata è pulita e confortevole. Ceniamo discretamente al self service della nave e inganniamo l'attesa della partenza girando per i vari ponti della nave. Ormai la notte è calata su Genova e sul porto. Le luci della città si allontanano man mano che il pilota guida la nave fuori dall'area portuale. In lontananza, su uno sperone di roccia, la Lanterna, simbolo di Genova.


2° giorno: Olbia - Ortisei - Dorgali - Cala Gonone - Passo Genna Silana - Baunei - Lido di Orrì (tutta SS125 Orientale Sarda)

La sveglia a bordo viene data al mattino presto, intorno alle 5:45. Tuttavia le operazioni terminano circa un paio di ore dopo.
Finalmente mettiamo le ruote delle moto in terra sarda, sulle banchine del molo "Isola Bianca" del porto di Olbia.



Ci dirigiamo subito fuori Olbia, verso la SS125 "Orientale sarda": nei pressi di una rotonda che porta all'aeroporto parcheggiamo le moto per fare colazione. Stamattina sono sbarcati anche altri ragazzi: ci troviamo con Ogeko, Stradamax e Bebo e dopo aver fatto benzina al benzinaio Fiamma2000 appena oltre l'aeroporto ci mettiamo in marcia. Subito protagonista diventa la strada: l'Orientale Sarda si snoda attraverso la macchia mediterranea, correndo un po' nell'interno rispetto alla costa: non è propriamente una strada litoranea, come possono esserlo la SS16 "Adriatica" o la SS1 "Aurelia". Evitiamo accuratamente di farci ingannare dai cartelli che indicano Nuoro: portano a prendere la SS131, la noiosa strada a scorrimento veloce. E' utile tuttavia per raggiungere Siniscola quando il traffico è intenso. Seguendola, si arriverebbe a riprendere la SS125 più avanti. Ma non è nostra intenzione bruciare le tappe: abbiamo tempo e voglia di guidare in abbondanza. In questo primo tratto poco a sud di Olbia si alternano tratti rettilinei e gradevoli saliscendi. Si susseguono via via località di vacanza rinomate, come S. Teodoro, Budoni, Siniscola.


Tanto per chiarire che siamo davvero in Sardegna... gregge!


Non c'è tantissimo traffico: occasionalmente ci tocca pazientare un po' in fila dietro a mezzi più lenti, ma in generale è abbastanza semplice lasciarsi alle spalle una sequenza di auto nel giro di poco. Il sole è di fronte, al massimo a ore 11, e la temperatura è gradevolissima: per andare in moto le condizioni meteo sono perfette.


In un paio d'ore giungiamo a Orosei, dove ci fermiamo per dissetarci e sgranchirci un po'.
Riprendiamo la strada verso Dorgali. Qui siamo nei pressi del bivio con la strada che va verso Oliena e Nuoro.


Subito dopo aver passato il centro abitato passando dalla circonvallazione bassa, seguiamo le indicazioni per Cala Gonone. Pochi km dopo Dorgali, ecco il bivio a sinstra per Cala Gonone. Percorso il tunnel, la strada comincia a scendere esattamente come una strada alpina, con tornanti che si snodano attraverso il bosco di pini. La vista sul piccolo golfo è da togliere il fiato.


Tempi di percorrenza: con molta tranquillità e qualche sosta, da Olbia a Cala Gonone ci si impiegano meno di 3 ore.
Qualità della strada: molto godibile, sia per asfalto, sia per tracciato. Paesaggi belli. Affaccio su Cala Gonone mozzafiato.

Aperitivo col mare davanti!


Per il pranzo ci raggiungono anche Histol, Gonzo e Danilo. Mangiamo bene e a un prezzo onesto nei pressi del porticciolo.


Non siamo gli unici motociclisti: la zona, e sarà una costante per tutto il viaggio, è frequentata da Svizzeri, Tedeschi e Austriaci.
Generalmente sono rispettosi delle regole, ma ci sono anche molti indisciplinati che in tuta di pelle e moto superpotenti (che spesso portano giù sui carrelli) credono di poter venire a fare in Italia quello che NON possono fare a casa loro.
Risaliamo da Cala Gonone: 5-6 km di tornanti continui: in tutto e per tutto una strada di montagna.. ma con il mare!




Già finora la strada è stata ottima; superato il tunnel, ci ri reimmette sulla SS125, che da qui in avanti diventa qualcosa di strepitoso. A destra una sorta di canyon, a sinistra la montagna, l'asfalto perfetto si snoda con curve in salita ed in discesa, controcurve in contropendenza e piccoli falsi piani.
Se si hanno le gomme in buono stato, le si avverte chiaramente fare presa sulla strada, che regala una grandissima aderenza. Non una sconnessione, non un'insidia, nessuna ghiaietta nè in traiettoria, nè sul lato esterno. Il tratto fino ai 1000 metri del Passo Genna Silana è davvero una giostra: se ogni tanto non ci fosse qualche camper che, a mò di mammuth, ostruisce la viabilità, potrebbe essere ancora meglio, ma nulla riesce a sottrarre il fascino a questa strada. Foto nei pressi del passo.





Dopo il passo si comincia a scendere verso Urzulei, con curve estremamente guidabili e tratti quasi a serpentina.


La strada sovrastata di tanto in tanto da formazioni di rocce rosse, dalle forme arrotondate, che ricordano un po' il Bryce Canyon negli stati Uniti.
Ogni tanto la strada spiana e ai bordi vi sono recinti e fattorie, dove buoi o pecore pascolano quiete. Non è raro trovare anche dei cavalli e degli asinelli. Qui siamo poco prima di Baunei.


Vista del golfo di Arbatax, sullo sfondo, dalla SS125 a monte di Baunei.





Si arriva così a Baunei.


Da qui, mentre i cactus fanno capolino ai lati, la strada giunge fino al bivio per Santa Maria Navarrese. Direi che qui si chiude la parte più spettacolare e motociclisticamente godibile della statale Orientale Sarda. Noi per la prima tappa ci fermiamo a Lido di Orrì. Check-in al campeggio.


Nessuno13 espone la bandiera firmata da tutti i partecipanti al giro del 2012!


Saranno le 4 del pomeriggio: c'è abbondantemente il tempo di disfare il bagaglio e distendersi in spiaggia per un bagno.


Note: una tappa come questa si fa in giornata senza problema alcuno, con pranzo tranquillo e relax finale: saranno forse poco più di 200 km, che però valgono come 400 per il godimento e le curve.

3° giorno: Lido di Orrì - SS390 per Lanusei (via Bari Sardo) - SS198 per Gairo - Ussassai - Seui - SS128 per Mandas - Suelli - Sanluri - San Gavino Montereale - Guspini - SS126 Arbus

La mattina facciamo colazione con calma a Tortolì.


Saranno circa le 10 quando ci avviamo ancora sulla SS125 verso sud per qualche km. La lasciamo un paio di km prima di Bari Sardo, dove seguiamo le indicazioni a destra per la "SS390 di Bari Sardo", direzione Lanusei. In questo periodo ci sono dei lavori in corso che richiedono qualche cambio di percorso, ma le vie alternative sono segnalate abbastanza bene, tranne il giro da fare nelle stradine dell'abitato di Lanusei. Finalmente troviamo un cartello che ci manda verso Gairo. Siamo ora sulla "SS198 di Seùi e Lanusei": da Gairo una lunga discesa fino in fondo al canyon, passando anche attraverso le case diroccate e abbandonate del villaggio di Gairo Vecchio. La strada e la vista sono spettacolari! Ricordano anche qui le sierras viste in Spagna



Poi la strada risale sull'altro versante.
Questa la vista della strada una volta giunti in fondo e risalito il versante opposto.




Con gli occhi pieni di questo spettacolo naturale, arriviamo a Ussassai.
Un secco tornante a destra e davanti ci si para un grande murale.



La strada continua a salire ed è bellissima in tutto il tratto che arriva a Seùi passando per il Valico di Arcuerì.



Sia il tracciato che i panorami sono molto coinvolgenti. Ogeko se la spassa.



Sosta a Seùi per sgranchirci un po'..


...e poi scendiamo verso Sadàli e il lago di Flumendosa.


Inutile sottolineare anche qui la piacevolezza della strada. In alcuni tratti mi ha ricordato la discesa dal Col d'Aubisque, sui Pirenei, nel viaggio in Spagna a fine Maggio. Poco più avanti ci immettiamo sulla SS128 "Centrale sarda" diretti a Mandas. Proprio appena superato il paese l'indicazione dell' agriturismo "Le vigne ducali" ci ispira: una rapida telefonata per anticipare il nostro arrivo e la gentile proprietaria ci da la sua disponibilità. Come in altre circostanze, non abbiamo a pentirci della scelta: mangiamo piatti tipici ben preparati, abbondanti senza essere eccessivi, genuini e a un prezzo ragionevole e serviti con grande cortesia. I motociclisti che passano in zona sono avvisati!


C'è anche comodo spazio per parcheggiare!


E' un po' dura rimettersi in moto, sono circa le tre del pomeriggio. Strada facendo, tra Mandas e Suelli, attraversiamo le colline coi campi riarsi dal sole e contro il cielo di un azzurro intenso si staglia un nuraghe: si tratta del Nuraghe Piscu.  Ci inerpichiamo con le moto per la stradetta accidentata che risale la piccola collinetta e approfittiamo per scattare un po' di foto.






Purtroppo all'incrocio più a monte ci siamo persi Flu, che ha proseguito dritto. Attenderemo per quasi 1 ora sotto al sole prima che si riunisca al gruppo. Nel frattempo però abbiamo la possibilità di goderci la pace del luogo, interrotta solo da un vecchio treno a tre vagoni.


Quando Flu arriva, si va verso ovest, con la strada dritta che attraversa vari paesetti: Guamaggiore, Guasìla, e poi diventa "SS597 di Logudoru" da Sanluri. Proseguiamo verso Guspini, dove già eravamo passati nel viaggio in Sardegna del 2012, ma arrivando da sud. E qui la bella sorpresa finale: la strada SS126 "Sud occidentale sarda" che sale da Guspini ad Arbus è fantastica: sale con curve e controcurve per 5-6 km: degno finale del giro di oggi, che si conclude nell'agriturismo "Alba chiara" a valle del centro abitato di Arbus. Risulta un po' ostico da rintracciare e google maps non è proprio precisissimo. Tuttavia il posto è immerso nella natura, incantevole e confortevole: volendo si possono prendere accordi in anticipo per gustare una buona cena casereccia. E ovviamente noi abbiamo preso accordi: porceddu!


Alla sera dal giardino alziamo lo sguardo al cielo e restiamo a bocca aperta ad ammirare la Via Lattea che risalta in modo eccezionale in assenza di qualsiasi luce.

Tracciato: Estremamente piacevole e curvoso da Bari Sardo fino a Mandas (SS390-SS198-SS128). E poi da Guspini ad Arbus (breve tratto di SS126). Asfalto perfetto.
Tempi di percorrenza: da Arbatax ad Arbus si fa tranquillamente in giornata ed anzi, senza fermarsi a fare un vero e proprio pranzo, si arriva tranquillamente oltre, fino a Ingurtosu, Piscinas, o Iglesias.
Note: Panorami mozzafiato, specie nella parte da Lanusei al lago Flumendosa. Merita sicuramente se ci si trova nella Sardegna meridionale e se si vuole andare dalla costa orientale a quella occidentale.

4° giorno: Arbus - Ingurtosu - Piscinas - Oristano - S'Archittu - Bosa - Alghero - Porto Torres - Stintino - Sassari - Olbia

Ieri siamo arrivati tardi per scendere a vedere il tramonto in spiaggia a Piscinas, ma stamattina siamo motivatissimi: partiamo intorno alle 8.30 e scendiamo lungo la SS126 verso Ingurtosu.



La discesa verso il mare, che si vede là in fondo, avviene attraverso gli aromi tipici della macchia mediterranea. Da Arbus basta seguire le indicazioni per Piscinas: sono presenti e non si può sbagliare. Dopo Ingurtosu la strada scende rapidamente con secchi tornanti da fare a velocità moderata. Si passa accanto al vecchio ospedale e poi si costeggiano diverse strutture che dovevano essere le abitazioni dei minatori e gli opifici. Impossibile non fermarsi a scattare qualche foto.


Questo luogo ci aveva già rapito nel viaggio del 2012 e non delude neppure questa volta.
Inizia un tratto di strada sterrata, a tratti sabbiosa.


Dopo 3-4 km davanti a noi si apre la splendida spiaggia di Piscinas, con le sue dune.



E' deserta, ci sono solo alcuni camper. Parcheggiamo le moto.


Prima una passeggiata sulla sabbia, verso il mare. Poi un brindisi per assaporare lo spirito di questo posto, selvaggio e affascinante.


Purtroppo è ora di ripartire: si torna verso Arbus...









..e di qui si va a nord, con la superstrada che rapidamente ci fa aggirare Oristano. Lungo il tratto la telecamerina che Stradamax monta sul manubrio vola via: la recupera ma è ormai inservibile. Lasciamo poi la superstrada e torniamo sulla costa.
Bellissimo lo scorcio che ci si presenta in località S'Archittu, sulla costa a nord di Riola Sardo, lungo la SS292 "Nord occidentale sarda".


Si susseguono i panorami affascinanti. Per una serie di errori di percorso perdiamo moltissimo tempo a Bosa Marina.


Quindi decidiamo di pranzare qui, prima di proseguire su una strada che è famosa tra i motociclisti: la Bosa - Alghero. Una cinquantina di km di curve e saliscendi che a mezza costa corrono col mare sulla sinistra, con la punta di Capo Caccia che si staglia sullo sfondo.



Tracciato: Perfetto, a costo di essere ripetitivi. Curve ben disegnate, tornanti progressivi, tratti in contropendenza e tratti di falsopiano. Aderenza ottima. Va fatta assolutamente, anche se personalmente ho apprezzato maggiormente altre strade sarde.

Ad Alghero sistemiamo qualche problema di fusibili sulla moto di Stradamax.


Poi ci separiamo: Ron, Stradamax e Bebo vanno verso Olbia dove si troveranno con gli altri arrivati in questi giorni per il raduno; Flu, Ogeko, Nessuno13 e io andiamo ancora verso nord, verso Porto Torres e Stintino. Non ci eravamo stati nel 2012 ed è una buona occasione per rimediare.
La strada è tutta dritta e nel giro di una quarantina di minuti, lasciata Porto Torres sulla destra, risaliamo la piccola penisola.
Nei pressi di Stintino, deviando a destra sulla strada panoramica...


...si passa accanto alle calette e si arriva al borgo marinaro, col suo porto pieno di imbarcazioni da diporto grandi e piccole.




Immortaliamo la meta e ci concediamo una pausa nel baretto che si affaccia sul porticciolo turistico.
Il ritorno è all'insegna della velocità: torniamo sui nostri passi fino a Porto Torres e di qui prendiamo la SS131 "Carlo Felice". Breve sosta per il carburante e poi si aggira Sassari.


Qui, parallela alla vecchia SS597, si sta costruendo il prosieguo della SS131: si alternano tratti a due corsie per senso di marcia a tratti con una sola corsia e a tratti con cambio di carreggiata, per via dei lavori. Si va abbastanza spediti, ma alla fine giungiamo ad Olbia un po' stanchi proprio per quest'ultima parte di giornata.

Tracciato: da Porto Torres a Olbia via Sassari la strada scorre rapida. Ci sono i lavori in vari tratti e questo impone molta attenzione e concentrazione sia per i cambi di corsia, sia per il traffico, sia per il fondo stradale non proprio impeccabile. Fatta a fine giornata forse pesa un po'.
Note: consente comunque di passare in appena 1 ora e mezza da una costa all'altra della Sardegna settentrionale.

La sera verso le 19 siamo in hotel in centro ad Olbia. L'Hotel Cavour è ben posizionato, ha un ampio cortile chiuso dove lasciare le moto al sicuro, è confortevole il giusto e con un buon rapporto qualità prezzo. Finalmente ci riuniamo col resto del gruppo arrivato a scaglioni in giornata.
Megalo, da bravo padrone di casa, ci accoglie e passiamo la serata in pizzeria.
Olbia è una cittadina viva e movimentata, con tanti turisti e stranieri che, di passaggio per via del porto, rendono l'atmosfera cosmopolita.

5° giorno: Olbia - Arzachena - S. Teresa di Gallura - Costa Paradiso - Aggius - Tempio Pausania - Calangianus - Telti - Olbia

Al mattino ce la prendiamo con calma. Intanto arrivano Sam il Cinghio, Buecyber, Raguidol, Skyblue e Bondstreet.
Poi la colonna si avvia nel caotico traffico del sabato mattina verso la Costa Smeralda.




Su e giù nei luoghi dove il turismo costoso e mondano consuma i suoi riti, ammiriamo bellissime insenature e tutte le sfumature del blu del mare, nel quale digradano le colline ricoperte di vegetazione mediterranea.
Golfo Aranci, Canigione, Marinella, Arzachena.
Non molti chilometri, ma sicuramente spettacolari.




Pranzo presso un agriturismo bellissimo, La Sasima a San Pantaleo. Parcheggiamo le moto nell'ampio prato che fa da parcheggio.


La proprietaria è una signora cortesissima, dall'aria elegante, e ci accoglie in questo casale circondato da alberi di fico e fiori.





Mangiamo molto bene, cibo genuino di ottima qualità, servizio del simpatico cameriere argentino solerte e puntuale. Rapporto qualità/prezzo ottimo: Megalo deve aver contrattato le condizioni in anticipo.

Sono le 3 del pomeriggio: è un peccato non approfittare per fare un altro po' di strada in moto. Così mi unisco a Sam, Buecyber, Bianconiglio e Nessuno13 e si va verso S. Teresa di Gallura.


Di qui, lungo la bellissima costa della Gallura. Sosta ad Aglientu: panorama irresistibile.




Proseguiamo lungo la costa ad andatura "allegrotta" e poi entriamo nell'interno. La strada che dalla costa porta verso Aggius e poi a Tempio Pausania è bellissima e movimentata da un tracciato pieno di curve. Si passa attraverso due ali di alberi di sughero. Continua il divertimento massimo anche proseguendo verso Calangianus e poi Telti. Poi l'immissione sulla SS127 che, dritta come un fuso, ci riporta a Olbia.

Tracciato: Panoramico quello fino a S. Pantaleo. Fondo stradale perfetto. Molto panoramico quello da S. Teresa di Gallura verso ovest, ma abbastanza dritto. Eccezionale e pieno di curve, con fondo stradale buono, quello dalla costa verso Aggius, Tempio, Calangianus e Telti.
Note: Nella prima parte il valore motociclistico è abbastanza scarso. Ok curve, ma nulla di che. Panorama invece da vedere. Nella seconda parte invece suggestive le sugherete e eccezionale la parte guidata.
Tempi di percorrenza: circa 150 km, da fare come giro di mezza giornata. Si fa in circa 3 ore (massimo 4 prendendosela comoda.

Alla sera ritrovo con il resto del gruppo per la cena ad Olbia. Acqua a secchiate sulla città: ottimo che non abbia piovuto in giornata.

6° giorno: Olbia - Telti - Monti - Buddusò - Bitti - Nuoro - Dorgali - Siniscola - Posada - S. Teodoro - Lido del Sole - Olbia

Ultimo giorno di permanenza sull'isola. Abbiamo salutato molti dei compagni di Rebel (Ogeko, 081, Catello, Keir, Danilo, Gonzo, Bebo, Sciultz), ma io, Flu, Nessuno13 e Buecyber abbiamo ancora voglia di fare qualche giro, visto che il traghetto è in serata.
Si va verso Telti e poi "SS389 di Buddusò e del Correboi". Strada bellissima, che corre tra i monti e gli altipiani. Ormai si diventa ripetitivi, ma qui in Sardegna abbiamo trovato solo strade bellissime e questa non è da meno!
Tra Monti e Ala dei Sardi troviamo una colonna di moto svizzere e ci accodiamo a loro dopo averli raggiunti. Facciamo insieme alcuni km. Poi decidiamo di fermarci a Buddusò, dopo Ala dei Sardi. Un flash: caso vuole che parcheggiamo esattamente nello stesso posto dove ci fermammo nel 2012!

2016


2012


Breve pausa e riprendiamo la strada. Flu se la gode parecchio!


Nessuno in giro: fantastico! Intorno alle 12.30 raggiungiamo l'agriturismo Costiolu, in località Lardine di Bitti. Ci eravamo stati nel 2012, quando capitammo per caso. Ci siamo tornati di proposito. Si raggiunge con circa 1 km di strada sterrata, lasciando la SS389 con una deviazione sulla sinistra in direzione Nuoro.


Atmosfera tutta genuina. Brindisi con uno dei fratelli.


Un juke box con le hit più.. recenti!


In bagno le scritte sono in sardo.


Ci dicono che da mangiare dobbiamo accontentarci di quello che c'è: per esperienza, questa frase ci ha sempre riservato dei pasti eccezionali. E anche questa volta la cordialità dei gestori ci accompagna mentre consumiamo pomodori, peperoni, altri ortaggi sottolio. E poi prosciutto tagliato al coltello e dei formaggi eccezionali!
Soddisfazione massima!!



Tracciato: da Monti a Nuoro la SS389 è davvero divertente!1 km di sterrato leggero se si vuole arrivare all'agriturismo.
Tempi di percorrenza: ci si mettono circa un paio d'ore da Olbia.
Commenti: ideale per una puntata a pranzo e ritorno a Olbia: giro tranquillo e comodo.

Ripartiamo alla volta di Nuoro.


Trovare la strada per Dorgali da Nuoro ci fa perdere un po' di tempo, perchè la via che avevamo in mente di fare è chiusa al traffico dall'ANAS. Comunque alla fine giungiamo a Orosei e prendiamo per sbaglio la SS131 dcn (diramazione centrale nuorese) fino a Siniscola. Poi ci reimmettiamo sulla SS125 "Orientale sarda" e decidiamo di farcela via costa verso nord. Flu ha un amico appena prima di Olbia e quindi facciamo una sosta al Summer Beach, nella zona delle Vecchie Saline di Olbia.Un posto incantevole!



Il sole tramonta e illumina dei piccoli specchi d'acqua.


Sono quasi le sette di sera quando ci uniamo agli altri che ci aspettano sul lungomare di Olbia: il tempo di organizzarsi e ci dirigiamo verso il Porto di Olbia per l'imbarco.


7° giorno: Sbarco a Genova e via a casa

Levataccia come all'andata: gli avvisi sul traghetto cominciano quando mancano venti minuti alle sei del mattino. Qualche foto scattata alla costa ligure all'alba.


Poi si sbarca intorno alle otto.


Saluti, e poi ognuno torna a casa. Avevo intenzione di fare la Val Trebbia, ma nei pressi di Busalla devo fermarmi per mettere il gilet ad alta visibilità: c'è un nebbione che non si vede a 50 metri e fa anche un discreto freschetto con il giubbetto traforato.


Abbandono i propositi di andare a Torriglia e risalire la Val Trebbia e tiro dritto verso casa.

Alla fine non moltissimi km, ma quelli fatti sono stati di altissima qualità!


Km della Randagia a fine settembre: quasi 79.000.


La Sardegna è eccezionale per un motociclista!
Senza contare la compagnia e la gioia di rivedere un sacco di gente!

Qui sotto la mappa dei giri fatti. Per i dettagli basta cliccare qui



I post più cliccati