mercoledì 24 agosto 2016

Altopiano Dauno verso fine agosto 2016

Gomme nuove per la Stelvio, dopo 11.500 km (54.700 quelli della Stelvio). Nuova coppia di Metzeler Tourance Next. Le battezzo con un giro di circa 400 km, verso il Beneventano e poi, tornando, lungo la SS90 delle Puglie, che segue più o meno il percorso della A16 Avellino - Foggia. Tracciato piacevole, scorrevole, con saliscendi e asfalto tutto sommato accettabile, seppur con qualche sconnessione. Un po' di traffico nei pressi dei vari centri abitati che la strada attraversa.



La Stelvio tra i campi eolici dell'altopiano Dauno, in una stradina verso Troia (FG).



Molto belle le strade interpoderali che dalla SS90 attraversano i campi diretti a nord, attraverso campi di grano gialli e riarsi dal sole e campi eolici che sono costantemente tenuti attivi da un vento trasversale molto teso. Ma non c'è in giro un'anima viva: molto suggestivo. Sulla destra, a ore 2, si staglia il promontorio del Gargano.

Rientro: da Chieuti (FG) ecco i monti della Majella meridionale, in Abruzzo, che si stagliano contro il rosso cielo del tramonto. Sulla destra il litorale adriatico, con Termoli (Molise) e Vasto (Abruzzo).


Link al tratto percorso dall'Irpinia fino alla SS16 Adriatica

Ed ecco vista della mappa:

venerdì 19 agosto 2016

19 agosto 2016 - In Stelvio in giornata fino in Abruzzo

Oggi propongo un percorso che è impegnativo per la lunghezza, non per il tipo di strade. Insomma, se si vuole fare in giornata, bisogna partire non più tardi delle 8 del mattino e l'arrivo nella città di Vasto, in Abruzzo, avviene circa 12 ore dopo, verso le 20 della sera.
Volendolo fare in giornata, ho tagliato di netto tutto il tratto da Milano a Bologna: autostrada A1 fino a Sasso Marconi. Inutile soffermarsi oltre.
Uscito a Sasso Marconi, ho seguito le indicazioni per Monzuno e Loiano. E ho scoperto una strada di una 20ina di km divertentissima: in salita, tanti tornanti belli tondi, con un fondo stradale perfetto. Probabile che sia stato rifatto da poco. Fatto sta che è un bellissimo inizio, dopo 200 e passa km di pallostrada. E' la SP59. Dopo Loiano, mi dirigo verso Monghidoro per godermi la SS65: passo della Raticosa e Passo della Futa senza traffico: MOLTA CIRCOSPEZIONE per via del notorio atteggiamento delle forze dell'ordine sui passi appenninici della zona. Infatti con la Stelvio tengo un'andatura moderata, che però non mi impedisce di godermi il tracciato. Fondo stradale anche qui impeccabile. Il cielo si fa scuro, ma una coppia di motociclisti abruzzesi sulla Futa, in arrivo da Firenze, mi conferma che non hanno preso acqua.


Sgombro da preoccupazioni, mi godo la discesa verso S. Piero a Sieve. Anche qui le condizioni dell'asfalto sono ottime. Giunto a valle, devo dire che a S. Piero a Sieve non mi raccapezzo subito: non trovo indicazioni per Borgo S. Lorenzo (probabile che me le sia "fumate"). 
Comunque  dopo un paio di giri di rotonda, faccio la mia scelta e mi trovo sulla via giusta. Noiosetto il tratto fino a Borgo S. Lorenzo, Vicchio e Dicomano.. da notare che a Vicchio si trova la casa natale di Giotto. Magari se si ha tempo può essere un luogo da visitare.
Poi un'indicazione mi indirizza verso Londa, dove inizia la "Londa - Stia", strada che già varie volte ho percorso in passato e che quando posso rifaccio volentieri. Si attraversa il parco delle foreste casentinesi. Credo che siano circa 20-25 km. Il tracciato è piacevolissimo, con vari tratti tra i boschi. Le curve sono per lo più in salita, sempre bei tornanti tondi, fondo stradale decisamente accettabile (non nascondo che molte delle asperità che riscontro con la Bonneville vengono invece ben filtrate dalle sospensioni della Stelvio, di ben altro livello). Si arriva in cima, al Valico Croce ai Mori: poco meno di 1000 metri sul livello del mare.


La discesa è altrettanto piacevole e porta verso il paesino di Stia (come già altre volte ho ricordato, è il paese dove venne ambientato "Il ciclone", di Pieraccioni). Poco più avanti si arriva al bivio per il passo della Calla che va verso la Romagna (si trova un po' a sud di S. Godenzo, dove si trova il passo del Muraglione) e il passo della Consuma, che scavallando il Pratomagno va verso Pontassieve e Firenze.
Comunque proseguo verso sud, supero il bel paesino di Poppi che si riconosce dalla torre che svetta sulla collina a destra, giungo a Bibbiena e mi metto a seguire le indicazioni per Chiusi della Verna (o per l'eremo della Verna.. adesso non ricordo bene.. ma è la stessa cosa..). Volto dunque a sinistra lasciando la SS70 "della Consuma". La strada congiunge in pratica Bibbiena e S. Stefano della Pieve, e a mezza strada prevede la deviazione a destra per Caprese Michelangelo (paesino natale del grande genio del Rinascimento) ed Anghiari (questo tratto lo percorsi nel viaggio dell'estate 2012 e mi rimase impresso il pessimo asfalto. Ora non so se sia stato sistemato). La salita è bella, anche se il fondo stradale non sempre è messo bene. Ma la Guzzi fa bene il suo lavoro e mi godo la strada, fino ad arrivare ad un punto in cui in alto, sulla sinistra, l'eremo francescano si staglia contro la collina.


Poco più avanti c'è il bivio per andare verso Caprese Michelangelo, ma io  proseguo in direzione di S. Stefano della Pieve. Poco più avanti giungo al Valico dello Spino, 1000 metri sul livello del mare.


Di qui, dunque, il tratto Chiusi della Verna - S. Stefano della Pieve, in discesa. Secondo me a salire verso Chiusi è bellissimo, ma anche la discesa non toglie nulla al piacere di guida. La strada è bellissima, con tornanti tondi, perfetti, addirittura obliqui e sagomati come delle piccole paraboliche. In alcuni tornanti sono disegnati perfino dei cordoli rossi e bianchi! Fondo stradale perfetto!
Da S. Stefano della Pieve mi dirigo verso sud, dunque. La strada diventa pianeggiante, ma non è noiosa. Forse anche perchè finora ho incontrato pochissimo traffico.
Giungo a S. Sepolcro e alle sue mura. Girando a sinistra, verso est farei il passo Viamaggio e andrei in direzione delle Marche e di Fossombrone, con le gole del Furlo. insomma, si andrebbe verso le zone del Montefeltro, percorse scendendo da Mercato Saraceno e Novafeltria nel viaggio con gli amici fatto a inizio luglio.
Io però sono diretto verso l'Abruzzo. Quindi proseguo superando via via Città di Castello e Umbertide. NOTA: proprio perchè c'è poco traffico, anzichè "buttarmi" sulla veloce ma noiosa E45, mi tengo su quella che, presumo, sia la "vecchia" strada, che corre parallela per molti tratti, ma attraversa i centri abitati ed è piacevole. Ripeto: se ci si trova in zona, va valutata la presenza o meno di traffico: se c'è, e si vuole andare svelti, meglio la E45.
Sono diretto a Gubbio, perchè voglio fotografare la città dalla piana dove si trova l'anfiteatro romano. Dalla strada principale dopo Umbertide volto a sinistra prendendo la SS219 di Gubbio e Pian d'Assino. Perdo un po' di tempo perchè il traffico verso la città è bloccato per una manifestazione motoristica, ma una vigilessa cortese mi consente di passare con la moto per arrivare a scattare una fotografia.


Riprendo la SS219 che diventa una vera superstrada a scorrimento veloce, con due corsie per senso di marcia, dritta come un fuso. Direzione Gualdo Tadino. Poi via via seguo le indicazioni per Perugia, trovandomi così sulla SS318 di Valfabbrica, molto veloce anch'essa. Da questa strada esco seguendo le indicazioni per Assisi. Mi trovo a passare per Petrignano e Santa Tecla, lungo la strada fatta già a luglio con gli amici. E Assisi, arroccata, si mostra illuminata dal sole.


Vado verso S. Maria degli Angeli, per mangiare un panino.
Il consiglio è di fermarsi al Porcellino Divino per un panino con la porchetta. Ormai è una sosta quasi obbligata ogni volta che passiamo da queste parti.


Ma sono ormai le 15.30 e devo procedere. Stavolta vado di E45 seguendo l'indicazione per Spoleto-Roma. Spello "sfila" sulla sinistra. L'idea è di salire verso Forca Canapine, sopra Norcia, per "scendere" poi sulla SS4 "Salaria" e di qui procedere verso Ascoli e la costa adriatica, dove prendere la A14.
Seguo quindi le indicazioni per Colfiorito (consiglio: dopo aver lasciato la E45, sulle rampe è meglio procedere lentamente e leggere bene i cartelli indicatori o si rischia di "cannare" e tirare dritto: bisogna seguire Colfiorito). Inizia la salita e, all'improvviso, inizia anche a piovere abbondantemente! Confido che smetta e di asciugarmi strada facendo (pigramente non ho voglia di fermarmi per indossare l'antipioggia, che pure è stipato nella borsa da serbatoio), ma alzando lo sguardo verso la mia destinazione devo prendere atto che sopra è tutto nero. Non sembra una nuvola passeggera. Non mi va di salire e fare tutta la strada verso Norcia  e Forca Canapine sotto la pioggia. Tra l'altro è molto bella e non me la godrei granchè. Quindi a malincuore mi vedo costretto a prendere la decisione che, di fatto, mette fine alle curve per il viaggio di oggi.


Infatti giunto a Colfiorito, scelgo di proseguire in direzione Macerata - Civitanova Marche: in pratica, tutto dritto, discesa e gallerie, noiossissimo, fino alla A14 autostrada adriatica, che invece mi proponevo di prendere più a sud, all'altezza di S. Benedetto del Tronto.
Benzina poco prima di Civitanova Marche e poi dritto.
Alla fine, saranno 859 km, con arrivo intorno alle 9 men'un quarto di sera. Circa 12 ore in sella.


Soddisfattissimo anche per il comportamento della Stelvio: ottima guidabilità. Inoltre nei tratti misti, guidati, con le due valigie piene, si tiene su un consumo di 18,2 km con 1 litro di verde: molto molto bene: sembra che vada sempre meglio man mano che viaggia.

Qualche nota a futura memoria sul prezzo della benzina: tra Emilia e Marche siamo sempre stati su 1,44-1,49 € al litro per la verde. A Milano siamo invece sull'1,38 € al litro.



Qui il link nel dettaglio del giro. Se qualcuno che legge è interessato ad ulteriori dettagli, li trova nelle note.

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