lunedì 5 luglio 2021

Con la Toscana inizia Luglio

1° giorno: 
Dopo aver salutato il 790 ADV ho occasione di rimettere le ruote in strada. E' rimasta solo la Stelvio a farmi compagnia d'ora in avanti.
Parto con 118.800 km. Notare la presenza del paracoppa, appena montato.
 

 
Ho optato per la borsa da serbatoio e il rullo da sella: penso che l'agilità sarà fondamentale nel gran traffico di questa estate. 
Partenza di buon ora e autostrada svelta fino a Modena sud.
Poi inizia il bello: attraverso Vignola e mi inerpico per Guiglia, in direzione di Zocca. 
 
 
La strada è entusiasmante! Ci sono parecchi avvallamenti, questo va detto, ma sono abbastanza regolari e "leggibili": questo consente di andare via abbastanza tranquilli. Ci si mette anche la temperatura gradevole a rendere il tutto ancor più piacevole.
Mi lascio alle spalle Zocca e proseguo in direzione di Castel d'Aiano finchè la SP623 giunge al bivio per Tolè. 
 
 
Prendo a sinistra la SP25 e, poco prima di Tolè, a destra per Cereglio: una lunga discesa mi porta a Vergato. Passo anche il valico della Sella della Croce, mai sentito prima.
 
 
 
Sono abbastanza agli sgoccioli con la benzina e faccio rifornimento dopo aver chiesto informazioni al personale di un lavaggio. L'addetto, evidentemente motociclista anche lui, mi suggerisce di seguire per Grizzana Morandi: è esattamente dove avevo già deciso di passare, ma non gli rovino l'entusiasmo di descrivermi quanto sia bello quel tratto. In realtà lo conosco ormai abbastanza bene, perchè dopo esserci passato casualmente una volta, ci sono volutamente tornato in varie occasioni di viaggi verso sud. La cosa che mi piace, oltre al tracciato pieno di tornanti, è che quando cominci a scendere verso valle da Grizzana, ti si para davanti tutta la vallata: in basso si vede l'autostrada A1 tra Bologna e Firenze e l'effetto è sempre quello di potersi godere il caotico traffico standosene appartati. Di fronte - a sinistra Rioveggio e, quasi di fronte, S. Benedetto Val di Sambro (tristemente noto soprattutto per le stragi del rapido 904 e dell'Italicus) - la strada risale il monte che porta alla Raticosa. Scelgo anche qui un tracciato che conosco, passando da S. Benedetto Val di Sambro Stazione e risalendo con la SP60 e poi con la SP61 verso Monteacuto Vallese, il Valico di Montefredente e la strada di Bruscoli. 
 
 
Passo il confine tra Emilia-Romagna e Toscana. Il navigatore vorrebbe farmi andare verso Scarperia e la Sorgente Panna, ma decido di proseguire per la via più diretta per il Mugello, fino al lago di Bilancino. La SR65 mi porta verso Olmo e la Vetta le Croci. Mi godo le belle colline di Fiesole, anche se non riesco a trovare uno scorcio adatto per fotografare la vista su Firenze. Devo anche ammettere che, col peso che si ritrova, non è facile fermare e tenere la Stelvio in pendenza mentre si scatta una foto: alle volte servirebbe fare inversione per poterla mettere sul cavalletto, ma non sempre c'è spazio e modo di farlo. Non sono poche le foto che avrei voluto scattare, alle quali ho dovuto a malincuore rinunciare. Comincia a fare caldo da Fiesole e la discesa verso Firenze, a cui si aggiunge il traffico cittadino, la percorro col sudore che mi dà fastidio. Per fortuna raggiungo Piazzale Michelangelo e posso togliere il casco per qualche minuto. Vista meravigliosa!
 

Ok il casco.. ma questa meraviglia va mostrata anche senza.. ecco "la granata Fiore" in tutta la sua meraviglia!

 
Non vorrei arrivare tardi ed ho ancora un passaggio che vorrei fare, prima di arrivare a destinazione. Quindi mi rimetto in sella. La strada verso Firenze/Impruneta è svelta. Riconosco il piazzale dove incontrammo tanti anni fa (forse il 2011??) molti amici toscani del gruppo delle Triumph. Ne è passato di tempo, accidenti!
Seguo il raccordo autostradale Firenze-Siena fino a Tavernelle, per poi andare verso Certaldo e S. Gimignano. Ho inserito nel navigatore un percorso su strade di campagna, secondarie, che mi aspetto possa farmi apprezzare le colline ricoperte di vigne. Per fortuna non mi ero sbagliato e mi godo i saliscendi e la tranquillità, con tanti casali di pietra e ben curati a punteggiare il paesaggio. Ecco S. Gimignano, con le sue torri celeberrime svettare dietro le mura!
 
 
Comincio ad essere un po' provato dal caldo e dai chilometri, ma la meta non dovrebbe essere molto distante. Raggiungo il casale immerso nel verde, dove ho prenotato per la notte, facendo una grande sorpresa a Moreno, Dude, Fabio e Monica: se la stanno spassando in piscina e quando mi vedono cominciano a ridere increduli. Parcheggio la moto accanto alle loro...

 
...e mi godo il meritato relax.
 

Cliccando si vede il percorso e il giro di oggi:
 
Dove alloggiare: il casale Il Pietreto, Colle Val d'Elsa è immerso nel verde, appartato tra le colline, ed offre anche parcheggio gratuito per le nostre moto. L'accoglienza è puntuale e discreta e il gestore è stato estremamente disponibile. La cena molto gradita, con prodotti locali di ottima qualità. Sicuramente da tenere presente pro futuro

Allestimento moto: in previsione del traffico ho smontato le valigie rigide e ho preferito optare per la borsa da serbatoio FAMSA e per il rullo da sella Tornado taglia M della Enduristan. Ho fissato il tutto con dei tiranti e tutto ha funzionato perfettamente. La borsa da serbatoio (ammetto: non è bellissimo vederla così alta, ma non mi ha dato alcun fastidio nell guida. Inoltre ho dovuto espanderla per via delle dimensioni "importanti" della giacca antipioggia) contiene una mascherina da usare al volo, documenti, guanti e collare di riserva, copriguanti impermeabili, pantaloni e giacca impermeabile, atlante stradale italiano del Touring. In realtà avevo messo anche una staffa pieghevole per montare la telecamerina, ma per pigrizia alla fine non l'ho mai tirata fuori. Svariati attrezzi sono poi nella piccola borsina della Kappa fissata sul portapacchi posteriore. 
 
2° giorno:
Dopo aver salutato i ragazzi, riprendo la strada verso sud. Visto che non è lontano, passo rapidamente da Monteriggioni.
 
 
Devo ammettere che ieri sera non ho potuto pianificare il percorso per andare verso sud, quindi sono andato un po' a senso, appoggiandomi essenzialmente su passaggi già conosciuti. 
Quindi pranzo d'obbligo con un tagliere"essenziale" di salumi e formaggi al "Porcellino divino" di S. Maria degli Angeli, sulla E45.
 
 
Il pensiero di trovare traffico eccessivo ed anche il gran caldo hanno contribuito a che il tracciato seguito sia stato molto "spiccio" e non degno di particolari note. Valico del soglio nei pressi di Sellano.
 
 
Poi Borgo Cerreto, sotto Cerreto di Spoleto, incolonnato dietro camion lentissimi sulla SS465 e Norcia. Faccio benzina alla IP al bivio, ma senza salire a Castelluccio, passo "basso", per raggiungere la SS4. Di qui superstrada direzione Ascoli e S. Benedetto, dove mi immetto sulla A14. Code per lavori ormai scontate, tra Roseto e Pescara Nord. Fine di una giornata abbastanza interlocutoria, calda e stancante.
In serata la nazionale italiana di calcio batte la Spagna ai rigori ed approda alla finale del campionato Europeo a Londra, contro l'Inghilterra padrona di casa.
 
3° giorno:
Mi rimetto in sella: la destinazione di oggi è Foligno, in Umbria. Si torna verso nord.
Sono dello spirito giusto e, dopo aver fatto il pieno, percorro la SS16 Adriatica nel tratto meraviglioso della Costa dei Trabocchi, tra Vasto e Torino di Sangro.
Da Torino di Sangro parte una strada statale della fondovalle Sangro che consente di collegare rapidamente la costa a Castel di Sangro. Tuttavia lascio la strada a scorrimento veloce nei pressi di Casoli, per poi proseguire sulla vecchia statale. Certo, basta trovare un camion e ci si trova incolonnati e impossibilitati a sorpassare, per via della presenza di centri abitati e pochi tratti dritti, ma una volta lasciati alle spalle questi mezzi ingombranti, si può godere di tutta la meraviglia che regala percorrere queste zone in sella a una moto. 
Il percorso che ho scelto oggi passa alle pendici della Majella, parte dal versante orientale che guarda l'Adriatico e aggira per intero il massiccio situato nella parte meridionale dell'Abruzzo, portandoci fino a Sulmona, sul versante occidentale della montagna. 
Da Fara S. Martino la strada ha sulla destra le pareti della montagna e sulla sinistra la vallata, ripida e panoramica. Con un percorso che per lunghi tratti non ha parti dritte, ma corre filante a mezza costa, si passa da Lama dei Peligni e Palena, in piena luce del sole. Ci si lascia alle spalle il Sacrario della Brigata Majella e le Grotte del Cavallone, di dannunziana memoria. Poi ci si immerge nel fresco e nell'ombra dei boschi con tornanti continui, fino a raggiungere il Valico della Forchetta. Appena discesi, davanti ai nostri occhi si apre una piana solcata dal binario singolo della ferrovia "Sangritana", dove predomina il giallo dei campi e il blu del cielo. Tutto intorno le alture della Majella a fare da cornice. Traffico inesistente e scenario quasi mistico.


Anche i cartelli stradali che invitano a guidare con prudenza non presentano i "soliti" caprioli come potenziali vittime della strada nonchè fattori di pericolo, ma... degli "orsi", che in queste zone d'Abruzzo non sono infrequenti.

Note: nel periodo in cui sono passato l'asfalto era meraviglioso quasi ovunque, a differenza di circostanze precedenti. Quindi ho potuto godere appieno del meraviglioso tracciato di questa strada, la SS84.

Proseguo in direzione di Rivisondoli, abbarbicata su un'altura sulla destra, e con diversi tornanti guidati mi immetto sulla SS17. Appena si sbuca da un tunnel si apre davanti la Piana delle Cinque Miglia: un altopiano all'ombra delle montagne dell'Aremogna, del comprensorio sciistico di Roccaraso, uno dei principali e meglio attrezzati dell'Appennino.
 
 
L'altopiano si distende a perdita d'occhio, prima che la strada, con una lunghissima discesa ad ampi tornanti, faccia scendere di quota e porti verso Rocca Pia e Pettorano sul Gizio, concludendosi a Sulmona. Proprio qui mi tocca constatare che, dopo circa 1.000 km da quando l'ho sostituito, anche questo paracoppa ha subito la stessa sorte del precedente: fessurato sulla parte anteriore destra. Me ne accorgo perchè intorno ai 3.500 giri i lembi della fessurazione vanno in risonanza e dalla parte bassa della moto arriva un suono fastidioso e ululante. Poi scoprirò che anche il supporto anteriore destro si è fessurato di netto. Le vibrazioni del motore della Stelvio non perdonano.
 

Sceso su Sulmona, il caldo è davvero asfissiante, ma sono deciso a proseguire. Senza passare in autostrada, vado verso Pratola Peligna e poi verso Raiano. Da qui, svolto per Goriano Sicoli. La strada è bellissima come tracciato, anche se un po' rovinata. In alcuni momenti viene da pensare di essere sulla strada sbagliata, che finirà in qualche posto isolato, ma superata Goriano Sicoli, il tracciato si reimmette in un tornante sulla SS5 Tiburtina, in direzione Roma. 
 
 
Di qui la Tiburtina prosegue verso Collarmele con asfalto perfetto e curve stupende. Anche i panorami sono mozzafiato sulla Majella. 
 

 
In alcuni punti si viaggia circondati da giganteschi mulini a vento, nel bel mezzo di un grande campo eolico. Si arriva al valico di Forca Caruso. Stando in quota la temperatura è ancora sopportabile.
 

 
Dopo la curva a destra, lo sguardo si apre su Avezzano e la piana del Fucino.
Proseguo verso Collarmele e quando mi fermo a fare benzina il termomentro della Stelvio segna ben 38 gradi!
 

 
Sono abbastanza provato: mi prendo qualche minuto sotto la tettoia del distributore prima di riprendere il viaggio verso Celano.
Questa strada mi rimarrà impressa e sicuramente nelle prossime occasioni che si presenteranno di passare in Abruzzo la ripercorrerò, magari anche soffermandomi su altri tratti tipo Castelvecchio Subequo e Castel di Ieri, che oggi non ho percorso. La zona del Sirente Velino, con Secinaro e in direzione di Rocca di Cambio, è tanto sconosciuta quanto suggestiva, non solo motociclisticamente.
 
Ecco il tratto di viaggio abruzzese di oggi: ho anche inserito delle possibili varianti.

Non avevo mai visto il lago del Salto, mentre avevo visto con Moreno il Lago del Turano. Il navigatore ha fatto un po' di confusione (..che sia stato il caldo???): fatto sta che da Avezzano a Lago del Salto ho fatto un tratto di A25 e un tratto di A24. Poi mi sono immesso sulla strada a scorrimento veloce SR578 che passando per Borgorose e Petrella Salto tira dritta fino a Rieti. 
Seguendo una strada abbastanza stretta e neppure ben messa come asfalto, sono sceso per cercare un punto dove si potesse apprezzare il lago. Non è molto sfruttato turisticamente e l'unico punto un minimo suggestivo è stato il ponte, in via di ristrutturazione, dal quale ho potuto scattare qualche foto.
 


Ho poi ripreso il cammino, reimmettendomi per la via più breve sulla SR578. E qui la Stelvio ha festeggiato i 120.000 km!!!
 

 
Di qui ho raggiunto Rieti e col raccordo Rieti-Terni la zona della Cascata delle Marmore. 
Trovare un punto adatto per poterle vedere abbastanza bene mi ha fatto perdere un po' di tempo, ma alla fine ho potuto scattare una foto soddisfacente.


Finalmente a metà pomeriggio ho raggiunto i 35 gradi di Foligno. Non ci ero mai stato e per quel poco che ho visto mi è parsa una bella cittadina. Qui gran bella serata mangereccia in trattoria, con gli amici del Moto Guzzi Stelvio Forum: Alessandro, Michela, Massimo e Barbara mi hanno raggiunto per cena e abbiamo finalmente potuto rivederci dopo quasi 2 anni (Massi in realtà si era sparato una valanga di km per essere alla motopizzoccherata di Morbegno, 3 gg fa)!! Grandi ragazzi!!!
 
4 giorno:
Fine del giro, non senza un solenne acquazzone di quelli estivi in zona Reggio Emilia. In un pomeriggio soleggiato, si profila all'orizzonte un cielo nero e minaccioso: per fortuna devo rifornire e mi fermo in una stazione di servizio nei pressi di Reggio Emilia. Giusto il tempo di lasciare la moto al coperto e levare il casco, che inizia un violento fortunale. Almeno una decina di moto arrivano nel giro di 3 minuti, per cercare riparo. 
 

Praticamente per 10 minuti piove letteralmente in orizzontale! 
 

 
Per fortuna avevo potuto fermarmi per tempo e ho messo l'abbigliamento antipioggia solo per non bagnarmi una volta ripartito, visto che l'autostrada era completamente allagata.
Alla fine in 4 giorni di viaggio la Stelvio ha passato i 120.000 km e si è sciroppata 1.802 km: finalmente è tornata in azione!
 


Nota sui consumi: non so quali siano le ragioni, per me imperscrutabili, ma la Stelvio ha preso a percorrere ordinariamente tra i 17 e i 19 km con un litro. Che davvero arrivato a questi chilometraggi il motore si sia "sciolto"? Ormai la seconda tacca dell'indicatore sul cruscotto si spegne tra i 175 e i 185 km, e la spia della riserva si accende intorno a 220-230 km. Rifornendo ogni volta circa 12 litri, l'autonomia si dovrebbe aggirare largamente oltre i 300 km.. Ovviamente per non avere pensieri, intorno ai 240 km percorsi, rifornisco, ma per me è molto soddisfacente. Brava Stelvio!


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