sabato 8 luglio 2023

Galoppata in Bonnie tra Lombardia e Trentino Alto Adige

A dire il vero al partenza del mattino avviene quasi controvoglia. Avevo in mente di andare via dal pomeriggio di ieri fino a domenica sera, ma la stanchezza e anche il gran caldo prospettato mi hanno levato entusiasmo e fatto desistere: sarei portato invece a riposarmi e recuperare energie. Ad ogni buon conto, superato il test di vestirsi da moto con stivali e tutto il resto nei 26 gradi del mattino, il resto viene più facile. Si parte senza avere una destinazione definita. Andiamo verso nord e vediamo cosa succede. Valassina già affollata e intasata da code per chilometri e chilometri verso nord: è tutto un guidare a velocità molto limitata, con cento occhi e le antenne tese tra le due colonne di auto i cui conducenti pensano ai fatti propri e non sicuramente alle moto che sopraggiungono e chiedono solo un minimo di spazio per fuggire da quella trappola. Accendo l'abbagliante e metto le 4 frecce per essere più visibile, accompagnando di tanto in tanto con una piccola manata di gas a folle per farmi sentire dai conducenti e chiedere strada. Qualcuno meno addormentato e distratto di altri si sposta lievemente a destra: ringrazio in modo evidente alzando una gamba o una mano. Lascio la Valassina a Civate e faccio il lungolago di Lecco: anche qui è parecchio affollato, ma sempre meglio che fare la coda nelle gallerie della superstrada.
Non ho ben chiara la destinazione, ma per il momento rientro sulla SS36 a nord di Lecco, solo per uscirne poco più avanti, ad Abbadìa Lariana, e farmi la SP72 che costeggia il lago. A Mandello del Lario, visto che ci sono, passo davanti allo stabilimento della Guzzi (..è la 2° volta dopo sabato scorso..) e becco un ritrovo di vecchie Guzzi V7 750 e 850 GT. Meravigliose, davvero: emanano un fascino unico. Ne ho visionata una domenica scorsa per conto di un amico e vederle ora tutte davanti a me mi cattura. Scatto tante foto e le mando al mio amico. Eccone qualcuna.







La strada lungo il lago scorre gradevole e sinuosa e anche il traffico tutto sommato è accettabile. La scelta è tra Chiavenna e Passo Spluga (visto che il Maloja l'ho fatto sabato scorso) per sconfinare in Svizzera e poi ci si pensa; oppure fare la Valtellina e, nel percorrerla, decidere dove andare a parare. Code interminabili già nelle gallerie nuove prima di Morbegno: certo, in moto si passa la fila, ma sempre con mille attenzioni e cautele. Anche la statale è una coda ininterrotta di decina di km. Più volte mi sorprendo a commentare "si sapeva, non poteva che essere così!" e più volte la tentazione di tornare indietro ha fatto capolino. Faccio benzina ad un Tamoil: la scelta ricade sull'Aprica (..con tutto quello che segue e che racconterò...), in modo da mettere fine a questo stillicidio di incolonnamenti. Al bivio di Tresenda prendo a destra per la SS39 del Passo di Aprica. Finalmente si scorre! E finalmente una guida rilassata e spontanea, con la Bonnie che sale  leggera e agile su per i tornanti, restituendo finalmente il tanto ricercato svago per cui il motociclista sale in sella! Aprica ovviamente è affollata, essendo una località climatica, ma proseguo e mi avvio per la lunga discesa verso Edolo. Sulla destra l'Adamello e i suoi ghiacciai. Una volta in paese, al bivio, mi immetto sulla SS42 del Tonale e della Mendola: ci vogliono 2 minuti buoni prima di trovare la "finestra" per passare tra quelli che scendono dal Tonale e quelli che arrivano dal Lago d'Iseo e Brescia. Quella tratta è pesante a salire ed è pesante a scendere: ogni volta è un delirio di traffico. Cerco di evitarla ogni volta che posso. Comunque la strada verso il Tonale con la moto si percorre liberamente, senza particolari ostacoli: anche la temperatura, salendo, è buona e rende tutto più vivibile. Questo, se si gira in moto, deve essere il tempo delle montagne, quando il meteo lo consente: impensabile affrontare le pianure o andare verso sud, se lungo il tragitto non si trovano presto dei rilievi e delle curve che interrompano l'afa e la monotonia della pianura. Sul passo del Tonale ovviamente tutti i parcheggi sono stracolmi di auto, pullman e moto. Il cielo è coperto e c'è un gradevole venticello. 


Approfitto del fatto che più o meno sono tutti fermi per pranzare e riprendo la strada. La discesa dal Tonale è lunghissima. Sulla destra le gole e sullo sfondo la Presanella. Mentre mi godo le curve, matura la scelta per la prossima destinazione. Sento che i chilometri si stanno accumulando (ma preferisco non guardare quanti ne ho già fatti..) e sono ancora in fase di "andata": bisogna considerare che c'è anche un "ritorno" da fare, nel quale la stanchezza e il caldo potrebbero giocare un ruolo importante. Le giornate sono lunghe, il divertimento è tanto: non si molla niente! La discesa finisce e comincia la parte pianeggiante della Val Vermiglio, verso Mezzana. Passo la rotonda che a destra porterebbe a Marilleva e continuo. Alla rotonda di Dimaro potrei prendere per Madonna di Campiglio e, scendendo poi verso Pinzolo, proseguire lungo la Val Rendèna e la pianura bresciana. Non è il momento, ancora, di iniziare il "ritorno"! Mi lascio alle spalle la rotonda, tappezzata di grandi manifesti celebrativi dello scudetto del Napoli, che qui viene in ritiro pre-campionato, e proseguo in direzione di Malè. Ci sono indicazioni per Bolzano e quelle seguo al bivio, voltando a sinistra e salendo tra sconfinate piantagioni di mele, tutte diligentemente ammantate da reti anti-grandine. Sulla destra il Lago di Santa Giustina. Continuo verso il paesino di Fondo. In almeno un paio di occasioni, sulla sinistra, i cartelli indicano la Val d'Ultimo, ma mi porterebbe troppo a nord, a Lana, quasi a Merano. E' troppo. Continuo dunque verso Fondo seguendo i cartelli per il Passo Palade e il Passo Mendola. Al passo Palade non sono mai stato: anche in questo caso significherebbe finire tra Bolzano e Merano, un po' più a sud di Lana. Resta la considerazione di prima: troppo, lo tengo buono per il futuro. Quindi una volta arrivato a Fondo vado a destra e seguo per il Mendola. 


 
Anche in cima al Mendola è strapieno di moto. Al ristorante Bellavista mi affaccio per guardare Appiano e Bolzano, là in fondo. Dilemma: Bolzano e statale della valle dell'Adige, tutta dritta, o qualche altra opzione curvosa per non rendere banale il ritorno? Un'occhiata al navigatore: c'è ancora qualcosa che si può "spremere" da questo giro (..e continuo a non guardare i chilometri percorsi, per non farmi influenzare..). Niente discesa su Appiano e Bolzano. Torno indietro dalla stessa strada da cui sono arrivato e mi reimmetto sulla SS43 della Val di Non a valle di Cles, dopo essere passato da Romeno. Discendo la vallata fino a Mezzocorona e S. Michele all'Adige, con un po' di tangenziale di Trento fino a passare Lavis e prendere di nuovo a destra per lasciare la Valle dell'Adige e dirigersi di nuovo verso i monti. SS45 bis tra le gole verso Càndine, Vigolo Baselga e Castel Toblino, sul lago. Ero passato di qua in un altro paio di occasioni, ma venendo dal lago di Garda, e ricordo che era stata una piacevole scoperta. A Sarche, SS237 del Caffaro, fino a Ponte Arche (dove si immette la strada che arriva da Andalo e Molveno e che sarebbe stata un'alternativa per "scendere"), Stènico e Tione di Trento. In pratica sono sbucato a valle di Campiglio e Pinzolo, dove mi sarei trovato se alla rotonda Dimaro la scelta fosse stata di "tagliare" a destra, senza arrivare al Mendola. Invece ci ho messo un bel po' di chilometri, curve e divertimento in più: perfetto!! Seguo la SS237 verso sud, verso il lago d'Idro. A destra, alla rotonda, ci sarebbe la tentazione di andare verso ovest e arrivare in Val Trompia passando dal Passo Maniva, ma quando è troppo è troppo. Continuo fino ad Anfo e ancora verso Nozza e Sabbio Chiese. Anche lì i cartelli indurrebbero in tentazione, per andare in Val Trompia, ma ormai l'orario di arrivo previsto è già tardo ed è meglio capire quando basta. Breve sosta per bere un caffè, un po' di acqua e mangiare un gelato. 
Proseguo verso la pianura e poi, seguendo le statali, da Brescia verso Antegnate e Caravaggio arrivo a destinazione quando sono da poco passate le 20. Rapida ingrassata alla catena della Bonnie, prima di rimetterla in box, e chiudo questa fantastica giornata in sella con quasi 630 km, quasi tutti di curve e divertimento. 

La T120 è arrivata a 20.700 km, dei quali 1.000 circa fatti tra lo scorso sabato in Svizzera e questo. Non male, direi, per una moto che troppo facilmente viene considerata "da bar". Lascio a chi non usa la moto queste facili ironie. E' una signora moto: i limiti stanno solo nell'entusiasmo di chi la possiede.


E per finire, basta cliccare qui sotto per vedere la parte curvosa del giro di oggi:

Nessun commento:

Posta un commento

Apprezzamenti, consigli e critiche costruttive sono benvenuti!

I post più cliccati