domenica 27 febbraio 2022

Giro sul delta del Po a fine Febbraio 2022

Partenza di buon mattino per essere intorno a metà giornata dalle parti del delta del Po: questa è la destinazione che con Nolmar e Jules Winnfield ci siamo dati per questo fine settimana. Parto con la Stelvio: si avvicina al tagliando e il viaggio viene utile per tenere sotto controllo il consumo. 
 

Raggiungere la zona del delta del Po non è il massimo dell'esperienza motociclistica: lascio la A1 a Parma e da qui in avanti seguo il navigatore attraverso la bassa Padana, in modo da fare il percorso più veloce, ma senza autostrade e pedaggi. Passo vicino a Colorno, quindi Sabbioneta e Mantova; da qui in poi si costeggia per lunghi tratti l'Adige verso Nogara e Legnago. Il delta del Po inizia da Rovigo, fino a Porto Tolle. E' ormai quasi l'una quando raggiungo Nolmar e Dude, che sono arrivati in hotel da qualche minuto: uno spritz è d'obbligo.

Poco dopo anche Jules e Monica ci raggiungono e si prende in direzione di Bonelli: è bene mettere qualcosa sotto i denti! Moto parcheggiate.

Siamo proprio sul fiume.

La giusta fritturina che ti toglie la fame.

...e si torna in sella per il giretto pomeridiano.

Dove mangiare: ci siamo trovati bene al ristorante bar "Il Porticciolo", a Bonelli. Spazioso, parcheggio ampio, servizio celere e cortese; tempi giusti: nè di corsa, nè lentissimi. Per un boccone va più che bene.

Percorriamo la strada che costeggia la costa della Sacca degli Scardovari.

Si susseguono decine e decine di casotti costruiti a mò di palafitte, collegati alla terraferma da passerelle.

Qui siamo nei pressi del ponte di barche di Santa Giulia.

Rientriamo a Porto Tolle sul far della sera. Mi arrampico sull'argine per cogliere gli ultimi raggi del sole al tramonto.

Per cena abbiamo già preso accordi per i crudi. Qualcosa di realmente strepitoso.

Per secondo, anguilla con polenta.

Dove alloggiare: ci siamo trovati ottimamente all'"Albergo Italia" di Porto Tolle. Sistemazione in bungalow ben forniti di riscaldamento e servizi, pulitissimi e con il parcheggio davanti alle camere. Per un modo di viaggiare senza fronzoli è perfetto. Inoltre il ristorante è davvero ottimo: materie prime freschissime e ottimamente preparate, accompagnate da cortesia e disponibilità. Per girare da queste parti un ottimo punto di appoggio.

Al mattino ci dirigiamo verso Boccasette.

Dal parcheggio del lido raggiungiamo la spiaggia.

C'è un vento fortissimo e gelido che spazza il litorale.

L'aria è limpidissima, tanto che si vedono le montagne venete ricoperte di neve (basta cliccare sulla foto)

In lontananza la ciminiera della vecchia centrale termoelettrica dell'Enel, disattivata nel 2015.

Torniamo un po' indietro, verso il borgo di Boccasette. Viste caratteristiche e inconsuete.

Siamo sul Po di Maistra.

Una deviazione dalla strada principale ci porta sul ponte di barche.

Facciamo il punto della situazione.

Dopo il ponte di barche, seguiamo una lunga strada sterrata che per diversi chilometri corre sull'argine del Po di Maistra. Per trovarne il tracciato ho dovuto visualizzare google maps con la vista satellitare.

Saranno circa 4 km di sterrata, che ci portano alla zona del cosiddetto Polesinone.

Rientriamo sulla strada asfaltata nei pressi del ristorante Val Pisani. Ecco, presi da lontano, alcuni fenicotteri rosa.

Guidiamo tra i campi: km e km di spazi immensi e coltivati, con poche case coloniche che sembrano disperse nel nulla. Le viste sono certamente caratteristiche ed uniche. Tuttavia mentre guido non posso fare a meno di pensare a quanto possa essere per me deprimente trascorrere le mie giornate in questo contesto: nebbia e freddo in inverno, afa e zanzare in estate.

Raggiungiamo Porto Levante. Il cielo è grigio e il vento sferza teso le nostre moto, ma non inficia il buonumore!

Una sosta per un ultimo spritz e ci salutiamo prima di tornare ognuno verso casa.

Foto di gruppo!

Torno indietro riattraversando le campagne sterminate e le pianure della bassa, per poi salire verso Legnago e Valeggio sul Mincio. Tutta statale fino a destinazione. Devo dire che alla fine sono abbastanza provato dalla strada dritta e dal "nulla" attraversato. Resta invece la soddisfazione per aver visitato con gli amici una zona, quella del Parco del delta del Po, unica nel suo genere e piena di scenari e ambienti caratteristici. Sono luoghi dove si deve andare apposta perchè non sono di passaggio: ma un fine settimana per girarli è ben speso. Senza contare che quando si è con gli amici nessun minuto è sprecato!

Intanto la Stelvio si avvicina a grandi passi al momento del tagliando. Discorso consumi: quando ho fatto benzina alla partenza avevo registrato 16,3 km/L; a Boccasette ha fatto registrare 13,2 km/L; al rientro ha fatto registrare 15,5 km/L. Che dire: chi ci capisce è bravo! Al tagliando proverò a cercare di capire cosa diavolo possa avere. Per fortuna "gira" bene e dà sempre soddisfazione!

Nota sul casco: ho utilizzato per la prima volta il GT Air II di Shoei. Mi sono trovato molto bene: confortevole, contiene bene il rumore e le prese d'aria funzionano in modo efficiente per chiudere e aprire i flussi. Il casco sembra anche ben bilanciato e non soffre delle turbolenze che mi infastidivano moltissimo con lo Shark Spartan utilizzato finora. Unico inconveniente riscontrato: al mattino, col freddo, gli occhiali si appannano nonostante la presa d'aria aperta. Ho dovuto girare per qualche minuto con la visiera alzata. Non escludo che il problema possa essere dato dal fatto che, indossando il collare invernale in pile, gli spazi per i flussi d'aria fossero praticamente inesistenti e questo determinasse l'appannamento delle lenti. Vedremo per i prossimi utilizzi.


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