Non è molto frequentata. E' anche comprensibile, essendo abbastanza fuori stagione. Tuttavia incrocio un paio di moto dirette in senso contrario. Mi godo le curve e i saliscendi, e di tanto in tanto lo sguardo è attratto dalla vista panoramica sul mare. Passo prima Casteldimezzo e poi Fiorenzuola di Focara e continuo saltando almeno un paio di indicazioni che mi rimanderebbero sulla SS16. Alla successiva, che indica Pesaro, decido di "scendere" a valle sull'Adriatica e mi trovo alle porte di Pesaro.
Ecco il tracciato da seguire per godere di questo bel tratto di costa: la SP44 "Panoramica di S. Bartolo"
Attraverso la cittadina marchigiana e mi faccio tutta la statale adriatica; poi Fano, con la sua Rocca Malatestiana e proseguo verso sud, con Marotta, Senigallia e Falconara. Sono alle porte di Ancona, ormai. Ricordo queste strade per averle percorse in occasione dell'imbarco del viaggio del 2017 in Grecia. Il traffico in città è abbastanza caotico, ma alla fine trovo comunque le indicazioni per l'hotel che ho prenotato. Si trova su un promontorio. Parcheggio la moto, mi do una rinfrescata e faccio quattro passi alla scoperta di Ancona. E' già buio.
Questa zona si chiama "Passetto": ecco lo scenografico monumento ai caduti.
A picco sul mare un ascensore porta alla spiaggia sottostante.
Poco prima di uscire ho sentito un'amica che vive qui: è a teatro con un'amica. Ci diamo appuntamento in centro per un aperitivo. Ancona si gira facilmente a piedi, quindi ne approfitto per fare quattro passi. Tra uno spritz e l'altro mi faccio consigliare da loro una buona trattoria dove mangiare nel modo più tipico possibile. Detto, fatto: do un colpo di telefono e mi prenoto per la cena: non è neppure distante. Un altro spritz, poi mi congedo e mi metto alla ricerca del ristorante. Molto carino, piccolo e senza fronzoli: mi piace. Mi faccio guidare dal proprietario, molto cortese, per districarmi nel menu.
La cena è davvero gradevole, con le alici marinate, una pentola di mòscioli (una tipologia di cozze tipica di queste zone, anche se - forse pe mia ignoranza - non colgo grosse differenze con quelle che sono abituato a mangiare in altre località dell'Adriatico..) e una porzione di stoccafisso all'anconetana. Poi un ottimo dessert e un digestivo per chiudere. Anche il prezzo è molto onesto.
Dove mangiare: mi sento di consigliare la "Trattoria delle tredici cannelle". Piccolina, raccolta, con del cibo di buona qualità e preparazione, a prezzi molto onesti. E' anche in pieno centro, nel caso si volesse girare a piedi per visitare i posti più animati di Ancona. consiglio di prenotare, viste le dimensioni.
Dopo cena una passeggiatina per rientrare in hotel, ma facendo un giro più ampio in modo da attraversare le zone più vivaci della città: dopotutto è sabato sera e le persone sono in giro. Proprio vicino alla trattoria, la fontana del Càlamo del 1500, con le sue tredici cannelle che riversano l'acqua attraverso dei mascheroni: in passato l'acqua arrivava direttamente dall'acquedotto del Conero, che qui dietro alimentava una cisterna ora vuota. Poco distante si trova piazza del Plebisicito, detta anche dai locali "piazza del Papa". Non sono molto rispettate le misure sul distanziamento e in generale quelle anticovid. Fa piacere vedere del movimento, ma cerco di tenermi alla larga.
In fondo alla piazza, l'imponente statua di Papa Clemente XII davanti al frontale della chiesa di S. Domenico.
E' ora di rientrare in hotel e pensare ai programmi per l'indomani. Studio il meteo e dovrebbe essere favorevole verso la Toscana. La mattina, alle porte di Ancona, la foschia e una leggera pioggerellina non inducono all'ottimismo.
Ma non mi lascio condizionare (..anche perchè non ci sarebbero molte direzioni alternative, a guardare le previsioni..): dirigo la Stelvio verso Falconara e poi sulla S76 della Val d'Esìno. La strada sale verso l'interno degli appennini, supero Jesi e mi fermo nei pressi di Fabriano per togliere l'abbigliamento antipioggia indossato alla partenza. I monti circostanti sono spolverati di neve caduta nelle scorse settimane, quando il clima era stato molto freddo.
Poi dalla SS318 di Valfabbrica arrivo nei pressi di S. Maria degli angeli. E' ormai ora di pranzo e posso permettermi la sosta in uno dei miei posti preferiti.
Ottimo il panino con la porchetta di Costano.
Dove mangiare: ormai da anni abbiamo scoperto la macelleria "Il porcellino divino" a S. Maria degli angeli e quando ci troviamo in zona, una sosta è d'obbligo. Avevamo un ottimo rapporto col vecchio macellaio, adesso l'attività è portata avanti dai figli.
Riprendo la marcia verso ovest...
...fino a raggiungere una delle mie mete preferite: la Val d'Orcia! Che spettacolo! Come si vede, il tempo è migliorato molto.
Il vento teso che soffia ha spazzato il cielo e a Bagno Vignoni si sta meravigliosamente. Parcheggio la moto nei parcheggi appena fuori dal borgo: di solito sono intasati all'inverosimile, ma fuori stagione è tutto diverso.
Raggiungo la struttura che ho scelto per la notte, a S. Quirico d'Orcia. Scarico e riprendo la moto: memore di quanto feci una volta giunto sulle coste della Normandia nel viaggio verso il nord-Europa del 2018, voglio approfittare della luce del tramonto per godermi ancora questa meraviglia, in una fascia oraria che solitamente non c'è occasione di sfruttare. Raggiungo Pienza, distante una decina di chilometri.
Un giro nel celebre borgo che nelle intenzioni di Papa Pio XII Piccolomini e degli urbanisti del tempo avrebbe dovuto rappresentare la città ideale.
Bellissima. Non stupisce che sia stata inserita tra i beni patrimonio dell'UNESCO dal 1996.
Dopo aver ripreso la moto, dalle contrade circostanti non posso non sostare per immortalare il tramonto: magnetico e affascinante, coi colori del cielo e dei campi.
Rientro sul far della sera: non ho fatto neppure 300 km, ma la soddisfazione per aver potuto godere di questi meravigliosi luoghi, avendo anche intuito che il tempo sarebbe stato favorevole, è grande.
La sera una gustosa cena direttamente in hotel, e al mattino mi metto in sella. Sono le 9.30 e la temperatura non è propriamente mite: la stellina, sul display della Stelvio, indica che siamo sotto i 3°C.
Il motivo c'è: arriva Nolmar da nord! Guido lungo la Cassia, passando da Torrenieri, Buonconvento e Monteroni d'Arbia. Prima di arrivare all'appuntamento mi fermo alle porte di Siena, in un'officina Guzzi: voglio far dare un'occhiata all'olio sotto la testata sinistra. Il meccanico mi tranquillizza: è il "solito" bulbo, problema abbastanza congenito con la Stelvio. Non mi impedirà di girare tranquillamente. Per non tardare, prendo il raccordo autostradale Siena-Firenze, che non prevede pedaggio. Raggiungo Nolmar alla rotondona dell'uscita di Firenze Impruneta, dove ci siamo dati appuntamento per prima di mezzogiorno. Decidiamo di tornare a sud passando dalla SR222, la "Chiantigiana".
Ci godiamo questa bella strada, con un occhio agli autovelox. Lo spettacolo offerto dalla colline del Chianti è sempre affascinante. Colline, saliscendi, curve, clima mite e sole: in questo scenario raggiungiamo Panzano in Chianti, con l'idea di mangiare un boccone.
La celebre mucca, già incontrata al rientro dal viaggio in Sardegna del 2012 ci fa subito riconoscere la meta.
Menu dall'ottimo rapporto qualità/prezzo. E' ora di pranzo, non di cena: bisogna che ci teniamo un po'.
Eccolo tradotto in immagine.
Ed ecco svelata la nostra "mecca"! Sono contento che anche Nolmar abbia potuto apprezzare, visto che l'altra volta aveva dovuto lasciare il gruppo in anticipo per rientrare a casa. Dario Cecchini, il celebre macellaio poeta, ci accoglie con la sua tipica parlata toscana: "...eccoli dei motociclisti veri che girano anche in inverno col freddo e non solo nella bella stagione!".
Rientriamo a S. Quirico d'Orcia dopo aver girato ancora per le crete senesi: non ìndico un percorso perchè qualunque strada si prenda, fatta eccezione per quelle a scorrimento veloce, non si sbaglia e ci si gode la guida senza dubbio alcuno. Insomma: non vorresti mai smettere!
Il sole scende e ci prepariamo per la sera.
San Quirico d'Orcia è un paesino molto ben tenuto, anche se non si può dire che sia vivace. Probabilmente non siamo nella stagione migliore per apprezzarne la vitalità. Tuttavia se ne possono apprezzare degli scorci molto belli.
Ecco la Fonte della Vena, con il grazioso presepe costruito proprio all'interno. Qui vicino ceniamo, dopo aver peregrinato un po' per rintracciare il ristorante che abbiamo prenotato.
Al mattino un bel sole illumina la collina dove si staglia il profilo di Montalcino.
Va detto però che la temperatura non è così calda come i raggi di sole potrebbero lasciar intendere: parla il cruscotto della Stelvio!
Risaliamo verso Radda in Chianti e Castellina e di qui la fantastica strada che scende verso Poggibonsi: 18 chilometri di curve regolari, col fondo stradale pulito e ben tenuto! Un bel modo di congedarsi e di chiudere l'ennesima escursione in Toscana di questa seconda parte dell'anno! Visto che le previsioni del pomeriggio non lasciano ben sperare per il rientro, come d'abitudine per pranzo ci fermiamo sopra Pistoia, al Signorino. Poi si scende verso Bologna e ci salutiamo.
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