Fa caldo e già sto sudando, con l'abbigliamento invernale. Mi rilasso, tiro fuori un giravite dal set degli attrezzi che mi porto sempre dietro e svito la virte dal morsetto. Non ho con me nè il WD40, nè uno spazzolino: provo a scrostare alla meglio la vite e il morsetto per ripristinare la funzonalità dei contatti elettrici. Per fortuna - o meglio, per quel poco di esperienza che ho - porto sempre con me una power bank appositamente per avere lo spunto per un avviamento di emergenza. L'avevo anche debitamente ricaricata e quindi la collego.
Poco più avanti giro a sinistra sulla SP98 delle Vigne. La conosco a memoria e ogni volta è fantastico salire su per i tornanti con la vista sulla vallata e sulle montagne circostanti! un paio di tornanti secchi appena alle porte di Calascio e volto a sinistra, in direzione di S. Stefano di Sessanio. La strada provinciale 7 passa proprio sotto le rovine di Rocca Calascio, celeberrime, spesso utilizzate come set cinematografico. Un posto magico, che merita di essere visitato con calma: l'Abruzzo è pieno di questi castelli e di eremi, che regalano emozioni quasi mistiche. Consigliatissimo! Nei pressi di S. Stefano di Sessanio, un piccolo scrigno che piano piano sta recuperando dopo il disastroso terremoto del 6 aprile 2009, si volta a destra per una stradina isolata. Si snoda quasi nel nulla, con tornanti che aprono la vista su scorci spettacolari del Gran Sasso.
Qui si vede il rifugio nei pressi del Lago Racollo. fra qualche settimana qui si potranno ammirare mandrie di mucche al pascolo, che vengono ad abbeverarsi; nonchè madrie di cavalli e greggi di pecore. Un'esperienza fantastica che richiama migliaia di turisti!
Sullo sfondo, il Corno Grande, la vetta più alta del massiccio del Gran Sasso e anche la più alta dell'Appennino, con i suoi 2.912 m. Qualche km più avanti mi immergo in quelle nuvole sulla sinistra.
La temperatura è crollata dai 22 gradi della partenza ai 2 gradi dell'altopiano di Campo Imperatore. Qui non si vede, ma nella direzione in cui procedo il cielo è nerissimo e non lascia presagire nulla di buono. Sono in ballo, però: ballo, visto che non ci sono strade alternative da percorrere per proseguire il viaggio. Appena scavallo inizia la lunga discesa verso il Nido dell'Aquila e Fonte Cerreto: curve ampie e aperte, che spesso permettono un'ampia vista sulla valle aquilana. In lontananza, lungo il pendio, si intravvedono i piloni rossi della funivia del Gran Sasso. Al bivio seguo la strada provinciale 86 del Vasto, a destra. L'ho già percorsa qualche volta, solo che non sempre la scelgo perchè in varie circostanze ci si imbatte nelle greggi che la attraversano: oltre al fondo stradale spesso sporco per via degli escrementi degli animali, si rischia di ritrovarsi in mezzo alle pecore o, peggio, alle mucche e ai cani pastore abruzzesi, che possono avere strane reazioni. Soprattutto queste ultime non sono situazioni che amo e preferisco non andare a cercarmele. Comunque per il momento è l'unica opzione per andare avanti senza dover fare un giro molto più largo. Proseguo e il fondo stradale è perfetto. Cerco sempre di stare a centro strada, per essere pronto a regaire ad eventuali animali: tanto non passa neppure una macchina! Questa volta è andata bene: nessun intoppo per questi 20 km fino al passo delle Capannelle!
Allego il link al percorso appena descritto: SP86: FONTE CERRETO-PASSO DELLE CAPANNELLE
Come si vede nella foto qui sopra, il cielo è molto nuvoloso nella zona. Infatti mentre mi dirigo sulla SS80 verso il lago di Campotosto il rischio di prendere pioggia è molto concreto. Sembra di essere lontanissimi da quella situazione di sole e clima mite che per la giornata di oggi sembrerebbe insistere un po' su tutta la penisola! Ma sono attrezzato. L'asfalto della strada SR577 che dalla SS80 va verso il lago è molto rovinato: non solo sconnesso, ma anche pieno di buche e ghiaietta: guido con prudenza e circospezione. Breve sosta nei pressi del baretto dove solitamente ci fermiamo quando passiamo di qua.
Riprendo il viaggio e in una 20ina di km sono ad Amatrice. Non ci ero più tornato dopo il terremoto: ricordo che ci eravamo passati nel giro in Abruzzo e Veneto nel 2016, poco prima che avvenisse e ci eravamo anche fermati a pranzo. Passo proprio vicino al Castagneto, il ristorante: è ancora in piedi e funzionante. Purtroppo tutto intorno i segni della devastazione sono ancora molto evidenti, soprattutto nella parte del centro storico che, per quanto ho potuto vedere, non presenta quasi più cumuli di macerie, ma è rasa al suolo. Solo un campanile è in piedi. Tutto intorno, casette prefabbricate che ospitano gli abitanti. Non me la sono sentita di scattare foto, anche se lo scopo sarebbe stato solo quello di documentare: ma mi è sembrato inopportuno. Solo una prova del mio passaggio.
Faccio il punto della situazione e scendo verso la SS4 Salaria: ho bisogno di fare benzina. Passo accanto al lago di Scanderello e poco più avanti, in direzione di Posta, trovo un benzinaio. Rifornisco e torno indietro seguendo le indicazioni di una deviazione per Ascoli Piceno. Ovviamente non arrivo fin là: supero Accumoli e nei pressi di Arquata del Tronto mi immetto sulla SS685 Tre Valli Umbre per raggiungere Norcia. Avrei potuto salire su per Forca Canapine e magari dare una sbirciata alla piana di Castelluccio di Norcia, ma ho ancora tanta strada da fare e non posso vedere tutto. Supero Norcia e mi dirigo verso Borgo Cerreto. Questa strada ogni volta è uno spettacolo: per certi versi mi ricorda la fondovalle della Val Borbera, ma è più lunga! Poi seguo per spoleto, ma prima una breve sosta per un panino nei pressi di Piedipaterno.
Ci voleva. Anche per decomprimere un po'.
Abbigliamento: il casco nella foto è un Nolan N87. All'andata avevo uno Shark in carbonio. Ho cambiato e finora le impressioni su questo casco sono positive: forse non sarà un top di gamma, ma mi sembra ben fatto e ben pensato, migliore dello Shark che ho lasciato giù, e in questo viaggio sta facendo egregiamente il suo lavoro. Vedremo con l'uso se si confermerà.
Il viaggio prosegue e dopo S. Anatolia di Narco (luogo di una mitica sosta mangereccia con Peo nel viaggio di luglio 2023 presso la BOTTEGA DELLE CARNI) passo a nord di Spoleto per andare ad intercettare la SS3 Cassia e proseguire oltre le Sorgenti del Clitunno (vale la pena di una breve sosta per visitarle: ci ero stato per la prima volta con Vecchialenza nel viaggio attraverso l'Italia del 2011) e Foligno; poi ancora svelto oltre Spello e Assisi e ancora, tra diversi cambi di corsia per lavori in corso, lungo la SS3 Cassia bis fino a Umbertide. Là esco, per fare un po' di vecchie statali (di fatto, parallele alla Cassia bis) e raggiungo Sansepolcro. L'idea che ho è quella di raggiungere Bibbiena passando da Anghiari. Sempre scenografica la salita drittissima in fondo alla piana, che porta in cima alla cittadina. Poi iniziano le curve che cercavo sulla SP43 della Libbia, verso Scheggia. Ecco il valico della Scheggia al quale puntavo, scoperto per caso anni fa.
Da allora, non manco di passarci se se ne presenta l'occasione. Strada pressochè perfetta, pochissimo traffico e tracciato molto divertente. E' già pomeriggio, ma posso contare sull'ora legale che aumenta le ore di luce: avanti verso Chiassa Superiore, poco a nord di Arezzo, dove mi immetto nella SR142 che "sale" verso Bibbiena, prima, e Poppi, poi. Infatti ormai ci ho preso gusto e ci metto dentro un altra bella strada: quella che da Stia attraversa il Parco delle Foreste Casentinesi e sbuca a Londa. Nel mezzo, il Valico Croce ai Mori.
Purtroppo qualcuno ha rimosso il cartello del valico: ora c'è solo un palo. Peccato.
Devo andare avanti: la strada da Londa comincia a pesarmi di più, perchè molto più trafficata. Dicomano, Borgo S. Lorenzo e S. Piero a Sieve sembra non mi passino più. Finalmente il Mugello con il lago di Bilancino, e mi avvio in direzione Bologna sullla SS65 della Futa. Sempre fantastica! Inoltre non c'è letteralmente nessuno: posso guidare con il massimo piacere fino alla rotonda in cima.
Come si vede le ombre stanno cominciando ad allungarsi. Prendo a sinistra la SP59, in direzione del cimitero di guerra tedesco, per passare poi da Bruscoli. Non scendo a Pian del Voglio per prendere la A1, ma continuo con la SP61 verso Montefredente e S. Andrea, fino a oltre Rioveggio, dove mi immetto a destra sulla SP325 della Val di Setta. Dopo Vado è il momento di terminare questa lunghissima divagazione appenninica, tutta per vie statali. Faccio benzina al Tamoil a 1 km dal casello. Il sole sta ormai tramontando, non è più il caso di cercare curve e la A1 fino a casa è un porto più sicuro. Entro a Sasso Marconi e in un paio di orette, dopo 14 ore di viaggio, senza neppure tanto traffico, arrivo a destinazione, con oltre 860 km sulle spalle (oltre 550 di statali, per fortuna!!!).
Super, la Moto Guzzi Stelvio, che passa abbondantemente i 178.000 km e, a parte la piccola defaillance del viaggio di andata, mi regala tanto piacere di guida!
Che figata poter fare questi giri: un po' faticosi, ma una boccata ristoratrice per lo spirito!!!
Ecco il totale del percorso di oggi (autostrade escluse): GIRO DI OGGI
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