sabato 4 ottobre 2014

4 ottobre 2014, Verso la Valle d'Aosta: il Colle del Gran S. Bernardo

Sabato mattina, sveglia presto. Ho voglia di girare, ma non a breve raggio. Mi muovo che sono le 9 del mattino, a occhio e croce. Verso Novara, via Magenta e Trecate. 
Si, è tutta dritta, la SS11, e non resta che accontentarsi delle rotonde per qualche "piega".
Comunque l'andatura è abbastanza sostenuta: pianure, pianure pianure e... pianure. 
Aggiro Novara e seguo le indicazioni per la Valsesia: SS299.
Sulla sponda occidentale del Sesia, salgo fino a Serravalle Sesia: poi le indicazioni per Croce Mosso. La strada è umida, il cielo è coperto: non piove, ma certo non è incoraggiante. Anche per quello ignoro le indicazioni per Oropa e per la Panoramica Zegna: non mi va di andare in quota prendere acqua. Proseguo e vediamo come si mette. La SP200 della Valle Mosso è piacevole e ben tenuta. Non c'è neppure traffico.
Poichè non sono molto padrone della geografia locale, consulto spesso la piccola cartina che ho nella borsa da serbatoio. Seguo per Donato e Andrate: so che devo sbucare sulla strada della valle d'Aosta, nei pressi di Settimo Vittone.
La SS26 della valle d'Aosta, pur essendo una strada di fondovalle non mi risulta noiosa: hai montagne sempre più imponenti a destra e sinistra, e i paesi sono spesso sovrastati da bei castelli. Inoltre quei nomi dal suono francofono danno un tocco di esotismo che non guasta: sembra di essersi addentrati in qualche luogo estero. I nomi di note località sciistiche si susseguono e, non avendo familiarità coi luoghi, mi rallegra pensare di essere giunto fin quassù.
Intanto il meteo sembra migliorare e il sole fa capolino tra le nubi. Non so ancora bene dove andrò a parare: ogni valle e ogni castello mi attirano: Cervinia, Chatillon, Gressoney.. ma continuo ad addentrarmi verso il capoluogo.


Ad Aosta giungo che sono quasi le 13.. mangio un boccone e cerco un rifornimento.
Mentre mangio, guardo in alto: sono nubi, verso il Gran S. Bernardo. Ma non voglio pensare di essere arrivato fin qua, per non salire su qualche colle celebre. Decido di andare su, nonostante le nubi basse.
La strada, la SS27, inizia a salire secca, per poi diventare molto larga e scorrevole, con lunghi tratti con 2 carreggiate per senso di marcia e lunghi rettilinei. Ricorda un po' alcuni tratti della salita del Sempione. Del resto, è fatta per portare al traforo autostradale.
Il fondo stradale è perfetto, e questo da sicurezza nell'affrontare i tornanti: sono ampi e ben disegnati e c'è gusto a "riaprire" la manetta in chiusura di curva.
Poi un bivio: a sinistra si va verso il traforo, a destra si continua a salire per la strada statale.


E' molto ben tenuta: solo un tratto è leggermente dissestate e ha un restringimento per via di lavori, peraltro ben segnalati. Anche coi lavori, comunque, il fondo è più che accettabile e si va in sicurezza.
Finalmente si aprono davanti i monti...



Si vede il tracciato che sale..
La strada è un vero spasso e, tranne qualche auto, non c'è assolutamente traffico, nonostante sia sabato. Anche le moto sono poche: ne incrocio soprattutto a scendere.
Ci sono nuvole, si.. ma come si vede sopra e dalle foto qui sotto ci sono anche degli scorci soleggiati..


Le gallerie..


Continuando a salire, si aprono ampi scorci sulla vallata..



Passo il punto di ristoro dove l'anno scorso, per via della neve (nonstante fosse giugno!!) la strada era chiusa e aveva impedito a me e ad Ale di arrivare fino in cima.

Una piccola curva a sinistra ed ecco una spianata.. uno specchio d'acqua con una croce occupa il falsopiano, dove si trova la vecchia casa doganale. L'albergo Italia è l'ultimo edificio in territorio nazionale, mentre sullo sfondo la sagoma dell'Ospizio del Gran S. Bernardo torreggia sulla piccola depressione.




La statua di S. Bernardo domina la valletta..



Una volta qui c'era il confine tra la Savoia e il Vallese.. adesso, tra Italia e Svizzera..


Salgo ancora qualche metro, per arrivare sulla sommità. Foto ricordo con l'altitudine...




Poi passo sotto l'arco dell'antico Ospizio: venne fondato nell'XI secolo dalla comunità religiosa fondata proprio da S. Bernardo. E' ancora oggi rifugio, anche d'inverno. Anche Napoleone, con ben 40.000 uomini, passò di qua per andare a sconfiggere gli Austriaci a Marengo. Quassù già ai tempi di Augusto venne creata una strada dai Romani, letteralmente intagliata nella roccia!


Gli edifici dell'ospizio...


Vista del versante Svizzero, che scende verso Martigny


Purtroppo è ora di rimettermi in strada per tornare verso casa. E' valsa la pena salire fin quassù: il posto è suggestivo, la strada per arrivarci è ottima e motociclisticamente divertentissima. Da Milano, facendo solo strade statali, si può dedicare al viaggio una giornata intera, divertendosi anche nel tratto della valle Mosso e di Biella.
Sulla via del ritorno, una sosta presso l'imponente forte di Bard..


Ecco qui la cartina con il giro di oggi:



Per i dettagli, basta cliccare qui: Giro al Gran S. Bernardo

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