martedì 2 aprile 2024

Giro di Pasqua 2024

Approfittando dei giorni di Pasqua me ne salto in sella diretto a sud. 
 

Ahimè, la pioggia del giovedì santo la fa da padrona. Lascio la A1 a Fiorenzuola e la riprendo a Fidenza, con lo scopo di aggirare diversi km di coda dovuti ad un incidente. Ci sono 6 gradi e continua a piovere almeno fino a Modena sud: poi il meteo resta comunque instabile, con variabilità e scrosci che, volgendo lo sguardo a destra, verso i rilievi dell'Appennino Emiliano, non lasciano adito a esitazioni. Proseguo quindi dritto e, passata Bologna senza particolari rallentamenti, alle precipitazioni si sostituisce un vento fortissimo. Per fortuna la temperatura comincia gradatamente a salire.
 
Abbigliamento: Prima della partenza ero tentato di utilizzare il completo traforato di Clover, con le trapuntine interne eventualmente da rimuovere, e con i pantaloni e la giacca antipioggia: a conti fatti, non ho sbagliato ad optare ancora per il laminato in goretex della Rev'it. Tra l'altro, la scelta ha consentito di risparmiare spazio nel bagaglio evitandomi di portare l'abbigliamento anti-acqua. 2 paia di guanti: i vecchi e stra-usati Spidi NK3, sempre validi con la pioggia e le temperature più rigide, e gli estivi traforati Rev'it Caliber, adatti appena non piove e con temperature che sono destinate a salire procedendo verso sud.
 
All'altezza di Cesena ricomincio a guardare verso ovest, ma i rilievi appaiono ancora avvolti nelle nuvole scure. E' il caso di continuare sull'autostrada, purtoppo. Ripongo le velleità di curve fino ad Ancona sud, dove esco con il proposito di fare rifornimento. Vagheggio di avviarmi verso i Sibillini, per poi scendere via Appennino, ma a questo punto la deviazione mi porterebbe via troppo tempo, senza avere la certezza di che meteo possa esserci là in cima. Quindi proseguo sulla SS16 Adriatica e già il fatto di poter guidare di più mi restituisce un po' di gusto. Costeggio la imponente Basilica della Madonna di Loreto, mentre poco più avanti il mio sguardo è catturato dal mare. A Civitanova Marche rientro per qualche decina di chilometri in autostrada, ma esco nuovamente a S. Benedetto del Tronto. Ormai la temperatura è intorno ai 20 gradi e il cielo è limpido e sereno: quello che non accenna a smettere di soffiare è il vento! Ho voglia di farmi almeno un "regalo" in questo viaggio di andata e seguo la bretella autostradale fino quasi ad Ascoli. Esco a Folignano, dove inizia la SS81 Piceno-Aprutina. L'ho fatta diverse volte e sono sicuro che mi restituirà il piacere della guida. Sotto le ruote della Stelvio scorrono i km, mentre curve, saliscendi, controcurve e pendenze si alternano in una successione continua. E' un piacere andare così, con asfalto raramente rovinato e soprattutto senza traffico alcuno!! Se questo tracciato si fosse trovato in qualche regione del nord sarebbe stato di sicuro tra i più battuti dai motociclisti e sarebbe sicuramente celebre ed annoverato tra quelli più divertenti. Invece è fuori dai percorsi più battuti, e non è detto che sia una sfortuna: ottimo così, senza doversi guardare da smanettoni senza cervello. Sulla destra mi fanno compagnia le colline dell'Abruzzo pedemontano, e più distante si staglia la sagoma imponente del massiccio del Gran Sasso, nelle zone dell'entroterra Teramano prima e Pescarese poi. C'è una luce bellissima che esalta i colori della primavera.
 
 
Proprio quando faccio per ripartire dopo aver immortalato questo splendido scorcio, la Stelvio non vuole saperne di ripartire: il quadro si accende, ma appena premo il pulsante rosso dell'avviamento, il quadro si spegne, compare la scritta "MSGC002" e tutto appare morto. Dopo altri 2-3 tentativi capisco che devo verificare cosa sta succedendo. Smonto il rullo del bagaglio dalla sella, rimuovo la sella posteriore, svito e rimuovo anche la sella anteriore, convinto di dover verificare se qualche fusibile sia "andato". Invece l'occhio salta subito alla batteria: il polo negativo si è ossidato.
 

Fa caldo e già sto sudando, con l'abbigliamento invernale. Mi rilasso, tiro fuori un giravite dal set degli attrezzi che mi porto sempre dietro e svito la virte dal morsetto. Non ho con me nè il WD40, nè uno spazzolino: provo a scrostare alla meglio la vite e il morsetto per ripristinare la funzonalità dei contatti elettrici. Per fortuna - o meglio, per quel poco di esperienza che ho - porto sempre con me una power bank appositamente per avere lo spunto per un avviamento di emergenza. L'avevo anche debitamente ricaricata e quindi la collego.
 
 
Il grosso bicilindrico riparte dopo un paio di tentativi!!! Meno male!!! Lo tengo un po' su di giri, lo lascio andare un po', rimonto le due selle, fisso nuovamente il rullo col bagaglio sulla sella posteriore e riprendo la strada. So già che non potrò arrivare a destinazione senza fermarmi almeno un'altra volta per fare il pieno. Mentre il V90 ruggisce come se niente fosse accaduto, facendomi veramente divertire sulle curve della SS81, il mio pensiero resta sul momento di quando dovrò spegnerlo. Faccio il pieno, sposto la moto in un posto all'ombra, in modo da non essere d'impiccio se non dovesse riaccendersi, e dopo un bel respiro giro la chiave e premo l'accensione. Il solito borbottìo Guzzi, la solita scrollata verso sinistra, e il suono è bello pieno e tondo come piace a me!! Brava Stelvio! Si va!
Di qui in avanti, col senso dello scampato pericolo, la soddisfazione mi accompagna per tutti i km fino all'ingresso dell'autostrada a Villanova, tra Chieti e Pescara. Di qui, proseguo verso la destinazione! 

Ecco il percorso divertente di oggi: la SS81 FOLIGNANO-CEPAGATTI

Dopo qualche giorno di festa, il martedì dopo Pasqua sono di nuovo in viaggio, verso le 8:30 del mattino: si torna verso Nord! Riempio il serbatoio con la benzina a € 1,89 al litro (non poco!!) e mi metto in A14. Il tempo è molto bello: sereno e caldo: condizioni ottimali!!! "Condizioni ottimali" continuo a ripetermi, mentre i km passano: non ho nessuna intenzione di "sprecare" una giornata simile viaggiando in autostrada! Nei pressi di Pescara prendo in direzione di Roma, supero un paio di uscite ed esco a Bussi, proprio sulla Tiburtina, pronto a mettere in atto il primo obbiettivo di questa giornata. Già la strada statale mi restituisce entusiasmo. Mi godo il tracciato filante fino a Bussi, passo accanto alla chiesetta diroccata di S. Maria di Cartignano e supero il bivio per Capestrano tenendo la destra. Capestrano si staglia sulla sinistra, arroccata sulle pendici del monte. Io proseguo lungo la strada che taglia l'altipiano. Fino al bivio per Ofena.

Poco più avanti giro a sinistra sulla SP98 delle Vigne. La conosco a memoria e ogni volta è fantastico salire su per i tornanti con la vista sulla vallata e sulle montagne circostanti! un paio di tornanti secchi appena alle porte di Calascio e volto a sinistra, in direzione di S. Stefano di Sessanio. La strada provinciale 7 passa proprio sotto le rovine di Rocca Calascio, celeberrime, spesso utilizzate come set cinematografico. Un posto magico, che merita di essere visitato con calma: l'Abruzzo è pieno di questi castelli e di eremi, che regalano emozioni quasi mistiche. Consigliatissimo! Nei pressi di S. Stefano di Sessanio, un piccolo scrigno che piano piano sta recuperando dopo il disastroso terremoto del 6 aprile 2009, si volta a destra per una stradina isolata. Si snoda quasi nel nulla, con tornanti che aprono la vista su scorci spettacolari del Gran Sasso.

Qui si vede il rifugio nei pressi del Lago Racollo. fra qualche settimana qui si potranno ammirare mandrie di mucche al pascolo, che vengono ad abbeverarsi; nonchè madrie di cavalli e greggi di pecore. Un'esperienza fantastica che richiama migliaia di turisti!

Sullo sfondo, il Corno Grande, la vetta più alta del massiccio del Gran Sasso e anche la più alta dell'Appennino, con i suoi 2.912 m. Qualche km più avanti mi immergo in quelle nuvole sulla sinistra.

La temperatura è crollata dai 22 gradi della partenza ai 2 gradi dell'altopiano di Campo Imperatore. Qui non si vede, ma nella direzione in cui procedo il cielo è nerissimo e non lascia presagire nulla di buono. Sono in ballo, però: ballo, visto che non ci sono strade alternative da percorrere per proseguire il viaggio. Appena scavallo inizia la lunga discesa verso il Nido dell'Aquila e Fonte Cerreto: curve ampie e aperte, che spesso permettono un'ampia vista sulla valle aquilana. In lontananza, lungo il pendio, si intravvedono i piloni rossi della funivia del Gran Sasso. Al bivio seguo la strada provinciale 86 del Vasto, a destra. L'ho già percorsa qualche volta, solo che non sempre la scelgo perchè in varie circostanze ci si imbatte nelle greggi che la attraversano: oltre al fondo stradale spesso sporco per via degli escrementi degli animali, si rischia di ritrovarsi in mezzo alle pecore o, peggio, alle mucche e ai cani pastore abruzzesi, che possono avere strane reazioni. Soprattutto queste ultime non sono situazioni che amo e preferisco non andare a cercarmele. Comunque per il momento è l'unica opzione per andare avanti senza dover fare un giro molto più largo. Proseguo e il fondo stradale è perfetto. Cerco sempre di stare a centro strada, per essere pronto a regaire ad eventuali animali: tanto non passa neppure una macchina! Questa volta è andata bene: nessun intoppo per questi 20 km fino al passo delle Capannelle! 

Allego il link al percorso appena descritto: SP86: FONTE CERRETO-PASSO DELLE CAPANNELLE 

Come si vede nella foto qui sopra, il cielo è molto nuvoloso nella zona. Infatti mentre mi dirigo sulla SS80 verso il lago di Campotosto il rischio di prendere pioggia è molto concreto. Sembra di essere lontanissimi da quella situazione di sole e clima mite che per la giornata di oggi sembrerebbe insistere un po' su tutta la penisola! Ma sono attrezzato. L'asfalto della strada SR577 che dalla SS80 va verso il lago è molto rovinato: non solo sconnesso, ma anche pieno di buche e ghiaietta: guido con prudenza e circospezione. Breve sosta nei pressi del baretto dove solitamente ci fermiamo quando passiamo di qua.

Riprendo il viaggio e in una 20ina di km sono ad Amatrice. Non ci ero più tornato dopo il terremoto: ricordo che ci eravamo passati poco prima che avvenisse e ci eravamo anche fermati a pranzo. Passo proprio vicino al Castagneto, il ristorante: è ancora in piedi e funzionante. Purtroppo tutto intorno i segni della devastazione sono ancora molto evidenti, soprattutto nella parte del centro storico che, per quanto ho potuto vedere, non presenta wuasi più cumuli di macerie, ma è rasa al suolo. Solo un campanile è in piedi. Tutto intorno, casette prefabbricate che ospitano gli abitanti. Non me la sono sentita di scattare foto, anche se lo scopo sarebbe stato solo quello di documentare: ma mi è sembrato inopportuno. Solo una prova del mio passaggio.

Faccio il punto della situazione e scendo verso la SS4 Salaria: ho bisogno di fare benzina. Passo accanto al lago di Scanderello e poco più avanti, in direzione di Posta, trovo un benzinaio. Rifornisco e torno indietro seguendo le indicazioni di una deviazione per Ascoli Piceno. Ovviamente non arrivo fin là: supero Accumoli e nei pressi di Arquata del Tronto mi immetto sulla SS685 Tre Valli Umbre per raggiungere Norcia. Avrei potuto salire su per Forca Canapine e magari dare una sbirciata alla piana di Castelluccio di Norcia, ma ho ancora tanta strada da fare e non posso vedere tutto. Supero Norcia e mi dirigo verso Borgo Cerreto. Questa strada ogni volta è uno spettacolo: per certi versi mi ricorda la fondovalle della Val Borbera, ma è più lunga! Poi seguo per spoleto, ma prima una breve sosta per un panino nei pressi di Piedipaterno.

Ci voleva. Anche per decomprimere un po'. 

Abbigliamento: il casco nella foto è un Nolan N87. All'andata avevo uno Shark in carbonio. Ho cambiato e finora le impressioni su questo casco sono positive: forse non sarà un top di gamma, ma mi sembra ben fatto e ben pensato, migliore dello Shark che ho lasciato giù, e in questo viaggio sta facendo egregiamente il suo lavoro. Vedremo con l'uso se si confermerà.

Il viaggio prosegue e dopo S. Anatolia di Narco (luogo di una mitica sosta mangereccia con Peo nel viaggio di luglio 2023 presso la BOTTEGA DELLE CARNI) passo a nord di Spoleto per andare ad intercettare la SS3 Cassia e proseguire oltre le Sorgenti del Clitunno (vale la pena di una breve sosta per visitarle: ci ero stato per la prima volta con Vecchialenza nel viaggio attraverso l'Italia del 2011) e Foligno; poi ancora svelto oltre Spello e Assisi e ancora, tra diversi cambi di corsia per lavori in corso, lungo la SS3 Cassia bis fino a Umbertide. Là esco, per fare un po' di vecchie statali (di fatto, parallele alla Cassia bis) e raggiungo Sansepolcro. L'idea che ho è quella di raggiungere Bibbiena passando da Anghiari. Sempre scenografica la salita drittissima in fondo alla piana, che porta in cima alla cittadina. Poi iniziano le curve che cercavo sulla SP43 della Libbia, verso Scheggia. Ecco il valico della Scheggia al quale puntavo, scoperto per caso anni fa.

Da allora, non manco di passarci se se ne presenta l'occasione. Strada pressochè perfetta, pochissimo traffico e tracciato molto divertente. E' già pomeriggio, ma posso contare sull'ora legale che aumenta le ore di luce: avanti verso Chiassa Superiore, poco a nord di Arezzo, dove mi immetto nella SR142 che "sale" verso Bibbiena, prima, e Poppi, poi. Infatti ormai ci ho preso gusto e ci metto dentro un altra bella strada: quella che da Stia attraversa il Parco delle Foreste Casentinesi e sbuca a Londa. Nel mezzo, il Valico Croce ai Mori.

Purtroppo qualcuno ha rimosso il cartello del valico: ora c'è solo un palo. Peccato.

Devo andare avanti: la strada da Londa comincia a pesarmi di più, perchè molto più trafficata. Dicomano, Borgo S. Lorenzo e S. Piero a Sieve sembra non  mi passino più. Finalmente il Mugello con il lago di Bilancino, e mi avvio in direzione Bologna sullla SS65 della Futa. Sempre fantastica! Inoltre non c'è letteralmente nessuno: posso guidare con il massimo piacere fino alla rotonda in cima.

Come si vede le ombre stanno cominciando ad allungarsi. Prendo a sinistra la SP59, in direzione del cimitero di guerra tedesco, per passare poi da Bruscoli. Non scendo a Pian del Voglio per prendere la A1, ma continuo con la SP61 verso Montefredente e S. Andrea, fino a oltre Rioveggio, dove mi immetto a destra sulla SP325 della Val di Setta. Dopo Vado è il momento di terminare questa lunghissima divagazione appenninica, tutta per vie statali. Faccio benzina al Tamoil a 1 km dal casello. Il sole sta ormai tramontando, non è più il caso di cercare curve e la A1 fino a casa è un porto più sicuro. Entro a Sasso Marconi e in un paio di orette, dopo 14 ore di viaggio, senza neppure tanto traffico, arrivo a destinazione, con oltre 860 km sulle spalle (oltre 550 di statali, per fortuna!!!).

Super, la Moto Guzzi Stelvio, che passa abbondantemente i 178.000 km e, a parte la piccola defaillance del viaggio di andata, mi regala tanto piacere di guida!

Che figata poter fare questi giri: un po' faticosi, ma una boccata ristoratrice per lo spirito!!!

Ecco il totale del percorso di oggi (autostrade escluse): GIRO DI OGGI

 

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