domenica 31 ottobre 2021

Salita autunnale allo Stelvio

E' cambiata l'ora, questa domenica mattina: si dorme un'ora in più! Almeno in teoria! Siccome il guzzista alle 6 del mattino, orario nuovo, ha già gli occhi aperti, dopo aver capito che Morfeo non ha nessuna intenzione di riprenderselo decide di saltare in sella alla Stelvio. In questi giorni le previsioni non lasciano molto spazio all'ottimismo, ma ormai da molto tempo ho deciso che non voglio farmi influenzare dal meteo: troppe volte è successo di aver passato delle giornate a rimpiangere di non essere uscito dopo che avevano dato brutto e invece il cielo era più che accettabile!

Mi metto in A4 fino a Seriate e poi, dopo un tratto di tangenziale, mi incanalo sulla SS42 del Tonale. 

Nota: questa è una strada a scorrimento veloce, che sulla carta dovrebbe consentire di raggiungere Edolo da Bergamo in grande rapidità. Tuttavia, anche se si è in moto, nei mesi dalla primavera all'autunno nei fine settimana è sempre intasata da colonne di auto e camper (..e anche da tante moto che rendono il traffico ancora più caotico..) dirette al lago o in montagna, e in inverno è intasata dalle auto di chi va a sciare. Quindi è bene mettere in conto notevoli perdite di tempo.  Questo periodo è, forse, uno dei pochi in cui effettivamente si riesce a percorrerla nei giusti tempi.

Costeggio il lago di Endine: con il cielo coperto e le acque piatte c'è un'atmosfera un po' malinconica, ma molto suggestiva. Perdo alcune occasioni per poter scattare delle belle foto, ma all'ennesimo slargo che trovo a bordo strada accosto per immortalare lo scenario.

Si susseguono numerose gallerie, anche molto lunghe: questo fa certo guadagnare molto tempo rispetto al passato, ma si deve rinunciare ad ammirare ampi tratti della bella Val Camonica. Passo oltre il bivio dove si sale al Passo del Vivione, verso Schilpario: sono stato solo una volta lassù, perdipiù salendo dall'altro versante, quello di Clusone, ma conservo sempre un ricordo molto vivido di quella giornata. Tuttavia non mi è mai tornata la voglia di rifarlo: la discesa verso la Val Camonica è bella, ma trovai la salita dal lato di Clusone molto stretta già a farla con la Bonneville, figuriamoci con la Stelvio con tanto di valigie. Proseguo e la strada diventa anche più piacevole e curvosa già prima di arrivare ad Edolo. Sono in dubbio: vado a destra verso Ponte di Legno e il Passo del Tonale e magari Val di Sole, Val di Non e Passo Mendola? O vado a sinistra? 

Scelgo di andare a sinistra: poi, una volta in Valtellina, vedremo quale direzione prendere. Finalmente curve e salita! La SS39 del Passo dell'Aprica è molto divertente e la Guzzi va su che è una bellezza: mi sorprendo a constatare che sembra ancora meglio della 790ADV come stabilità di percorrenza della traiettoria impostata e come progressività di cambio degli equilibri quando si passa da un lato all'altro. Forse per la prima volta ho percepito di persona il concetto di "anteriore granitico" di cui tante volte ho sentito parlare da amici che hanno la Stelvio: la forcella Marzocchi da 50 è veramente fantastica!

In cima al passo c'è un grande affollamento di vacanzieri: per fortuna non ho incontrato traffico a salire. Qualche minuto perso per dei lavori che prevedono un semaforo e il senso unico alternato e mi avvio per la discesa verso la Valtellina. Si arriva all'innesto di Teglio dopo tanti bei tornanti. Già ora, a fine ottobre, avere la possibilità di goderseli su strade asciutte e pulite è un bel regalo. 

La SS38 dello Stelvio non è per niente trafficata, tranne un piccolo incolonnamento per attraversare Tirano. Poi si allarga e diventa filante e rapida fino a Bormio.

Mentre attraverso Bormio non so ancora dove andare: Livigno vorrebbe dire poi Passo della Forcola e magari Svizzera e Passo Bernina, con rientro da St. Moritz e Passo Maloja verso Chiavenna; S. Caterina Valfurva vorrebbe dire Passo Gavia.

Seguo Livigno e la strada subito si inerpica con belle curve, ma ancora all'interno della parte alta di Bormio. Poi si arriva nei pressi di un tornante: a sinistra si va a Livigno, seguendo il tornante sulla destra si va al Passo dello Stelvio. Pochi istanti, per fare mente locale e cercare la convinzione. Mi va di provarci, perchè è l'ultima occasione di sicuro, per quest'anno: vada per lo Stelvio! Il traffico è praticamente inesistente per lunghi tratti. Di tanto in tanto incrocio i pulmini delle scuole sci e degli sci club diretti verso valle, mentre tutto intorno, sotto un cielo decisamente plumbeo, le foreste sulle pareti delle gole assumono i toni delle colorazioni autunnali. Non ho modo di fermarmi senza che questo possa risultare di intralcio ad altre eventuali vetture che dovessero sopraggiungere, quindi proseguo: ma è bello guardarsi intorno. Salendo, chilometro dopo chilometro, la temperatura si abbassa e gran parte della salita la percorro con 6-7 gradi. Certo, non è prioprio estate, ma tutto sommato si gestisce abbastanza. Ho regolato a metà della potenza le manopole riscaldate, ma indosso ancora i guanti traforati estivi: per ora non avverto disagio.

Dopo qualche chilometro mi trovo a raggiungere un suv e un furgoncino che, naturalmente, mi rallentano, ma non ho alternative: non c'è proprio spazio per sorpassarli tra un tornante e l'altro. A dirla tutta, mi fanno anche un po' comodo perchè lascio che sia la vettura in testa a scoprire eventuali mezzi che impegnano i tornanti scendendo in direzione contraria. Sono tornanti molto chiusi, e non sempre si riesce a vedere se ci sia qualcuno che scende: con una moto pesante, ad andatura molto bassa, se non si fa attenzione si rischia di "stallare" e di doverla appoggiare in terra. Per questa ragione, potendo leggere con debito anticipo qual è la situazione davanti a sè, si può regolare l'andatura, la marcia e la traiettoria migliore per evitare quella antipatica situazione. Mentre l'ascesa continua, entriamo in una nuvola e si vede veramente poco: per fortuna ho le auto davanti a me che si rendono visibili a chi scende. Da questo momento in poi la temperatura scende molto, e si aggira tra 4 e 1 grado: si accende la stellina di neve sul quadro della moto. Al piccolo slargo, nei pressi del bivio tra la Svizzera e lo Stelvio, parcheggio la moto accanto a una camionetta della Guardia di Finanza che fa servizio di sorveglianza. E' il momento buono per cambiare i guanti: l'esperienza mi ha insegnato che è sempre bene averne di ricambio e nella valigia ho un paio di guanti invernali, imbottiti, impermeabili e in pelle. Prima, però, scatto un paio di foto per immortalare il contesto. A sinistra si va verso la Svizzera e il Passo Umbrail.

In direzione della casetta con le finestre azzurre si sale per gli ultimi 2-3 chilometri di tornanti per il passo Stelvio.

Che bel sollievo i guanti invernali!!! Ora si che si sta meglio! Vado dritto, verso lo Stelvio: ci sono, non posso non andarci! Gli ultimi tornanti, passo accanto all'Albergo "Folgore" e raggiungo i 2.757 metri del Passo Stelvio. C'è la neve ammucchiata un po' ovunque e un certo via vai di sciatori che mi guardano con un'aria tra il sorpreso e l'incuriosito

Faccio un po' il punto. Sono più o meno le 13. Tornare indietro può voler dire che al bivio poco più in basso (dove ho fatto la foto prima..) posso andare verso la Svizzera, l'Umbrailpass e l'Ofenpass, per poi passare Zernez e tornare in Italia o dal Bernina, o da St. Moritz e il Passo Maloja e il lago di Como; o posso proseguire dritto, oltre il passo, e discendere dal versante altoatesino verso Merano. In entrambi i casi, c'è molta molta strada per tornare verso casa e bisogna anche fare i conti col tempo a disposizione: le giornate si sono molto accorciate e una cosa è percorrere la parte finale del giro su strade sicure e "urbane", un altro trovarsi nell'incipiente oscurità ancora fuori da contesti popolati. Il passaggio dalla Svizzera probabilmente comporterebbe questo secondo scenario, senza contare che non conosco la situazione meteo dalla parte della val Mustair e dell'Engadina, nè sul Bernina. Sulla base di queste considerazioni, decido che la scelta più saggia è di rimanere in Italia e mi avvio per la discesa altoatesina. 300 metri a valle del passo c'è uno slargo e posso scattare qualche foto. Qui si vedono gli impianti di risalita.

Dall'altro lato invece si ammira la vallata, con i famosi tornanti che si susseguono per chilometri verso Trafoi e Prato allo Stelvio. E' una vista davvero mozzafiato per la sua grandiosità. Non amo particolarmente venire quassù, perchè soprattutto nella bella stagione è pieno di traffico e invece di goderti la guida o il panorama, devi solo pensare a tenere sotto controllo chi ti precede e chi arriva in senso contrario. Invece in questo periodo, se il clima lo consente, il traffico è inesistente e ci si può soffermare su quanto di meraviglioso l'ascesa e il luogo sanno offrire.

La Stelvio snocciola i tornanti uno dopo l'altro. La strada presenta diversi punti dove giunti al tornante, proseguendo dritti, si può parcheggiare in delle piccole piazzole. Vorrei scattare qualche foto, ma non mi sento proprio sicuro a parcheggiare la moto così pesante in una posizione di pendenza che potrebbe implicare un equilibrio precario o uno sforzo eccessivo per raddrizzarla, e senza neppure avere piena visibilità di chi sopraggiunge al tornante. Finalmente trovo uno spazio adatto, con totale visibilità del tornante, e posso sostare e immortalare questi colori meravigliosi.

Continuo la discesa verso Prato allo Stelvio e al bivio seguo le indicazioni per Merano. Ora c'è anche un bel sole. Le coltivazioni di mele che si estendono a  perdita d'occhio sono inondate di luce. Anche la strada, per quanto abbastanza diritta, ha dei bei saliscendi e qualche bella curva ampia per scendere di quota. A Silandro mi fermo per fare benzina e colgo l'occasione per anticipare ad un caro amico che nel giro di  tre quarti d'ora passerò a salutarlo. Non ci vediamo da 2 anni ed è bello rivedere lui e la sua bella famiglia, ammirare la casa, tipicamente altoatesina, ricoperta di bellissimi fiori e immersa nel verde, tra le piantagioni di mele. Chiacchieriamo un po', mi fa assaggiare un ottimo pezzo di strudel e ci salutiamo. Da qui in avanti, sono le 16 passate, devo avere un ritmo più alto e mi tocca mettermi in autostrada. Il rientro dopo 636 chilometri percorsi da stamattina, è nell'oscurità, con la Stelvio che passa anche la soglia dei 134.000. 


Alla fine sono un po' stanco, ma veramente contento: ho fatto probabilmente l'ultimo lungo giro per molti mesi, sono passato da posti meravigliosi, ho rivisto il mio caro amico. What else?

Ecco il percorso della parte di giro interessante di oggi.

Lago di Endine-Edolo-Passo Aprica-Bormio-Passo Stelvio-Trafoi-Merano-Lana

Note sui consumi della Stelvio: da quando ho dovuto sostituire la boccola del collettore dopo il giro in Toscana la moto ha cominciato a consumare davvero molto, come faceva più o meno nello scorso inverno. Dai 17.5-18 km/L che percorreva da ormai molti mesi in qua, ha ricominciato a stare sui 14,5. Nell'ultimo rifornimento fatto in questo giro ha fatto registrare 15,6 km/L: spero sia un segnale che la centralina sta pian piano riparametrando i valori dopo che la guarnizione saltata li aveva sballati. altrimenti avrei un problema da considerare, visti anche i costi del carburante, di questi tempi.

Note sul costo della benzina: ormai da diversi mesi il costo della benzina verde sale costantemente. Ormai siamo tra 1,74-1,79 € al litro al self (in Alto Adige 1,81€/L), ma in autostrada siamo mediamente intorno a 1,90€ al litro (sempre self).

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