domenica 17 ottobre 2021

Metà Ottobre e ancora Toscana!

Di nuovo in viaggio!

Con Nolmar appuntamento ancora a Cantagallo, sulla A1. Rispetto all'ultima volta è passato 1 mese e le giornate si sono accorciate abbastanza: le divagazioni che ci eravamo permessi a Settembre questa volta non sono possibili. Prendiamo la parte panoramica del valico appenninico. Si va che è una meraviglia: traffico praticamente nullo. Tuttavia vanno registrati molti lavori in corso che costringono a continui cambi di corsia. Una volta discesi verso il punto in cui si ricongiungono la panoramica e la direttissima, ci troviamo incolonnati dietro decine di mezzi pesanti. Per fortuna l'uscita di Barberino del Mugello è prossima: un rapido cenno di intesa e si lascia l'A1 nei pressi del grosso outlet che da qualche anno hanno costruito nella zona. Sempre bello costeggiare il Lago di Bilancino: la strada è larga e permette di sorpassare agevolmente le auto incolonnate. Prima di arrivare a S. Piero a Sieve voltiamo a destra, immettendoci sulla SS65 della Futa che scende dall'appennino. Si va in direzione di Firenze lambendo Vaglia, Pratolino e La Lastra. Siamo ormai alle porte della "granata Fiore" di dantesca memoria: di fatto ci troviamo nel bel mezzo del traffico cittadino, scendendo sui viali di circonvallazione per un bel tratto. Non è mai gradevole trovarsi nel traffico di una grande città, anche se abbiamo esperienza di Atene, Palermo, Napoli, solo per citarne alcune. Il traffico è molto congestionato e le viette che ci troviamo a percorrere non permettono di procedere con rapidità e di infilarsi tra le auto. Ad ogni buon conto, armati di sana pazienza, raggiungiamo il grosso svincolo nei pressi di Firenze Sud dopo essere passati sotto  Piazzale Michelangiolo: nei pressi di Ponte a Ema prendiamo la SR222 "Chiantigiana", da Grassina in giù verso Strada in Chianti. Ormai siamo sul fare del tramonto e da quando imbocchiamo la strada verso S. Polo in Chianti si viaggia nel buio della sera. Per fortuna, pur essendoci poco traffico, non si ha la sensazione di correre proprio isolati nelle campagne: la mia apprensione è data essenzialmente dal timore di incontrare animali selvatici. Nemmeno a farlo apposta: prima a bordo strada la carcassa di un cinghiale quasi tagliato a metà, probabilmente a seguito dell'impatto con un'auto; poi un altro cinghiale, questa volta vivo e vegeto, che ha attraversato pochi secondi prima che sopraggiungessimo noi, si rifugia nella boscaglia, non prima che il mio sguardo lo abbia seguito mentre scompare arrampicandosi sull'argine di terra alla mia destra. Non lascio che questo mi deconcentri e continuo a prestare attenzione alla strada illuminata dai fari della Stelvio. L'ultimo tratto sulla SR69 da Figline Valdarno a Montevarchi è più rilassante: di fatto è un tratto di statale urbana. Sono ormai le 19 passate quando raggiungiamo l'hotel. Ci sistemiamo e sento Noisy: è in zona Figline a girare in moto e sarebbe stato bello poterci rivedere davanti a una birra dopo una vita, ma il ritardo accumulato ci costringe a rimandare alla prossima occasione.

Serata che trascorriamo a cena in un ottimo ristorante di Montevarchi: prenotato in anticipo da Nolmar. Anche questa volta non abbiamo avuto a pentircene!

Al mattino l'aria comincia ad essere freschina, se non addiritttura fredda: quindi risveglio con calma, colazione e si programma il percorso. Abbiamo tutto il giorno per andarcene in giro in una delle zone più belle della Toscana! E la giornata è bellissima!

Da Montevarchi raggiungere il Chianti è veramente comodo: appena si esce dalla circonvallazione iniziano subito le colline e si scalda subito il feeling con le curve, peraltro in un contesto panoramico meraviglioso: siamo già carichi e non abbiamo fatto neppure 10 km! Cavriglia e SR429 per Radda in Chianti: rotonda subito dopo il benzinaio e su verso la piazza del paese, per poi ridiscendere e proseguire in direzione di Castellina. A dirla così si fa facile, ma la strada... la strada, ragazzi, è un godimento continuo: non si fa che pennellare le curve e sentire il motore che gira "tondo", mentre intorno il sole accarezza queste colline stupende, ricoperte di vigne e di ulivi, con muretti a secco e casali di pietra dai colori chiari. Aggiungiamoci che il traffico è praticamente inesistente e il fondo stradale è perfetto, e si capisce che ci sembra di essere in una specie di nirvana a due ruote!! 

Immancabile la foto a Castellina con il Gallo nero, simbolo del Chianti: che vista si gode verso la valle! 


Poi si continua sulla SR22 Chiantigiana verso sud. 


Passiamo "sotto" Siena e scendiamo lungo la SS2 Cassia che costeggia la valle del torrente Arbia: Isola d'Arbia, Monteroni d'Arbia, Ponte d'Arbia, fino a passare Buonconvento, con il colorito mercato a ridosso delle mura. Siamo in pianura, comunque gradevole, ma non passa molto che riprende "la giostra": si sale verso Montalcino, tra vigneti a perdita d'occhio. 



Proseguiamo ancora sulla SR55 e raggiungiamo l'Abbazia di S. Antimo, circondata dai cipressi e illuminata dal sole del mezzogiorno. 


Bellissimo il giardino di piante officinali, situato in un piccolo chiostro.


Anche gli interni, con il grande soffitto in travi di legno, sono molto suggestivi.


Dopo qualche ora in sella è un bel "premio", e quindi ci concediamo ancora qualche minuto per passeggiare nel prato che circonda l'abbazia, dalla parte dell'abside.

E' il momento di ripartire: direzione Monte Amiata (il piccolo borgo, non il monte!), Poggio Rosa e la Val d'Orcia: bellissimo il bastione di Castiglione, che si erge imponente a dominare la valle! Poi arriviamo al bivio per Bagno Vignoni: la tentazione di andare a sinistra c'è, ma per fortuna siamo già stati in passato a visitarla e quindi possiamo accontentare lo stomaco che ha cominciato a brontolare: si va verso S. Quirico d'Orcia. E non a caso!!!! C'è il Ristorante Garibaldi, che conosciamo da tempo e dove nemmeno un mese fa abbiamo potuto apprezzare la cucina. 


Dove mangiare: dovete fermarvi qui per pranzo!!! Ristorante Il Garibaldi, S. Quirico d'Orcia 

Benzina, un paio di caffè e si riparte: si risale dalla Val d'Orcia, lasciamo la Cassia a Torrenieri e in direzione di S. Giovanni d'Asso, Asciano e Rapolano ci immergiamo completamente per chilometri nei colori caldi delle Crete Senesi. Ma che meraviglia!!! 


Guidare in questo contesto regala sensazioni difficilmente descrivibili se non le si è provate almeno una volta. 


I campi dissodati, il colore giallo chiaro, i filari di cipressi sui poggi, con i casali in pietra sulla sommità: quanto di più toscano possa esserci! 


 

Appena mi rimetto in marcia dopo la sosta, la Stelvio comincia a fare i capricci: il motore va benissimo, ma deve essersi rovinata la guarnizione che si trova nel punto di giunzione dei collettori: passa aria e il V90 della Guzzi quando sono in rilascio ricorda un F104! Dopo qualche km imparo a gestire i giri in modo che il rumore non sia troppo molesto: la centralina ci mette del suo riparametrando qualcosa nel rapporto stechiometrico e tutto sommato, fastidio e consumi aumentati a parte, nessun problema.

Quello che davvero conta è che rientriamo a destinazione appagati da tanto spettacolo naturale e super felici per aver trascorso una giornata in sella su alcuni dei tracciati più belli che esistano: poco traffico, temperatura ideale, fondi stradali impeccabili.

Siamo pronti per bissare la cena da Daniele e Riccardo, a Montevarchi: il titolare ci accoglie con il sorriso, e ci tratta meravigliosamente: degna conclusione di una giornata fantastica, che diventa ancora più perfetta con la clamorosa vittoria in rimonta del Milan contro l'Hellas: 3-2 dopo essere stati sotto 0-2!

Ecco il percorso di oggi:

Chianti-Val d'Orcia-Crete Senesi

Dove dormire: consigliatissimo l'Hotel Valdarno a Montevarchi. Posizione strategica: in 5 minuti si è subito sulla strada curvosa per il Chianti. Rapporto qualità prezzo ottimo, garage coperto disponibile, proprietari gentilissimi.

Dove cenare: ci siamo trovati ottimamente al Ristorante Daniele e Riccardo: cucina con ingredienti di qualità, ricercata il giusto, e simpatia dei proprietari. Unica accortezza: prenotate, perchè abbiamo visto arrivare gente che è stata mandata indietro.

All'indomani si riparte, concedendoci due altri grandissimi regali. Il primo: la strada che, come ieri, da Montevarchi ci porta verso Cavriglia, Radda e Castellina dove, voltando a destra (ieri avevamo voltato  a sinistra), si prosegue verso Poggibonsi sulla SR429 per Cedda: da urlo! Questi ultimi 18 km pazzeschi: li percorriamo rilassati e allo stesso tempo esaltati da quanto è favoloso godersi questi posti quando si è abituati a tante "stradacce", perdipiù trafficate. Qui pochissimo traffico, 20 gradi e un contesto naturale che amplifica il godimento motociclistico. 

Consiglio sul percorso: da Castellina prendere la SP130 e SR429 per Cedda, e non in direzione di La Strolla

MONTEVARCHI-CASTELLINA-POGGIBONSI (55 KM da urlo!) 

La cosa bellissima di queste strade è il tracciato che segue l'orografia molto dolce e pertanto si snoda con curve e tornanti dal raggio perfetto e tondo, spesso anche in sequenza e in contropendenza, che consentono di guidare con una scorrevolezza e una progressività ideali. Capisco che sono concetti da motociclista, che forse poco interessano a chi è abituato all'auto, ma uno degli scopi di questo blog è anche quello di attirare l'attenzione di chi va in moto con spunti e suggestioni che spingano a partire per questi posti meravigliosi.

Il secondo regalo è la SS64 Porrettana che prendiamo da Pistoia e che ci porta con una bella salita dalle curve perfette su fino al passo, da cui la vista spazia su tutta la pianura pistoiese, punteggiata di vivai. Pranziamo ottimamamente al passo e riprendiamo la strada verso Bologna.

Dove mangiare: se siete sulla Porrettana a ora di pranzo, una sosta al Ristorante Il Signorino è consigliatissima!

Perdiamo del tempo per un lungo semaforo che alterna la circolazione poco dopo il ristorante, ma poi la Porrettana scorre via veloce e anche divertente. Facciamo benzina e con Nolmar ci lasciamo alle porte di Bologna, prima di iniziare l'ultima tratta del viaggio, in A1, verso casa. 

Anche stavolta un'uscita "cotta e mangiata", messa in piedi in quattro e quattro otto, che ci ha regalato suggestioni ed emozioni fantastiche!

E la Stelvio arriva diligentemente alle soglie dei 133.000 km!

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