domenica 10 marzo 2019

9 e 10 Marzo tra Rovereto, Passo Menadòr, Valstagna e Laguna veneta

Questo è un giro nato davvero per caso: si voleva solo guardare la partita del Milan. E invece... Partenza verso le 8.15.

Stelvio operativa di buon mattino

Lascio l'autostrada A4, per fortuna, a Peschiera, per imboccare la superstrada SR450 a scorrimento veloce che mi porta rapidamente in zona Affi. Di qui, seguendo le indicazioni per Trento, ci si immette sulla SS11 che costeggia il fiume Adige.

Sulla sponda destra dell'Adige

Per molti km la statale non si discosta dall'A22 del Brennero, ma il piacere di percorrere questa strada è decisamente superiore.
La SS11 corre nella vallata, ai lati i monti sono sempre più alti, al bordo della strada i contadini sono impegnati con le piantagioni di viti, il traffico è poco. Sulle pendici delle montagne sono incastonati bei pasini e campanili.
Da Avio in poi ci si trova sulla SP90, che rimane scorrevole e divertente: è ondulata, le curve sempre ampie, con la Stelvio si guida "rotondi" e allegri.
Sono in viaggio da circa  un paio d'ore quando faccio una breve sosta a una decina di km da Rovereto per avvisare Jules Winnfield, in arrivo da est via Valli del Pasubio e Piana delle Fugazze.
Rendez vous: ci sgranchiamo un po' e proseguiamo ancora per un breve tratto in direzione Trento per imboccare la SS350 verso Folgarìa, dove inizia la SS349. A bordo strada di tanto in tanto c'è la neve e si vedono piste da sci sui pendii circostanti.
La strada è in ottime condizioni, si sale bene e il panorama è ormai montagnoso.
Raggiungiamo il lago di Lavarone: nonostante le temperature ormai non rigide, la superficie si presenta completamente ricoperta di ghiaccio!


Il lago è tutto ghiacciato

Proseguiamo fino a un bivio che indica Levico: con una svolta secca a sinistra di quasi 180° si imbocca la SP133 del Menadòr. Lo spazio è ristretto, passa non più di una sola auto per volta. Raggiungiamo il Passo Menadòr a 1.273 metri: posto del tutto nuovo per me.


Jules invece è già stato qui e proseguiamo. Inizia la discesa.
E' stretta e con tornanti chiusi e secchi: per fortuna proprio la strada impervia scoraggia il traffico di auto; di ciclisti nemmeno l'ombra. Mentre si scende,da un tornante in particolare chiamato non a caso "Belvedere", si può godere di una vista mozzafiato sui laghi di Levico e Caldonazzo.



Prosegendo per qualche km ancora, la strada si infila in 2-3 tunnel letteralmente scavati nella roccia. Proprio fuori da una di queste gallerie una targa ricorda che la strada venne costruita dalle truppe alpine austriache durante la Grande Guerra. Giunti ad un altro bivio, circa 2 km più in basso, decidiamo di ripercorrere la stessa strada a salire, senza scendere a Levico.
La strada, pur in buone condizioni, presenta un po' di ghiaietta in mezzo alla carreggiata. La bassa andatura comunque fa sì che, prestando un po' di attenzione, non si abbiano problemi. Certo che non distrarsi per posare lo sguardo su questi panorami stupendi è difficile!


Scavalliamo di nuovo il Passo Menadòr e ci reimmettiamo sulla SS349 verso il Passo Vezzena, non distante.
Salendo vediamo distintamente i danni provocati dalla tempesta di vento del giugno 2018 che si è abbattuta sulle foreste di pini di queste montagne: centinaia, migliaia di alberi spezzati all'altezza del tronco o letteralmente sradicati, abbattuti con le radici rivolte verso il cielo. E' uno scenario impressionante.
Sul Vezzena c'è la neve, ma la temperatura è sugli 8 gradi: abbiamo l'abbigliamento adatto e quindi non c'è problema.


Sul Vezzena tracce del devastante tornado di giugno 2018

Tranquilli torrenti sul Vezzena tra i campi innevati

Proseguiamo verso l'altopiano di Asiago tra le cicatrici profonde della foresta, finchè la strada si apre e lo sguardo può spaziare sul vastissimo altopiano.
La strada, non sto nemmeno a ripeterlo, è ovunque in ottime condizioni: si può guidare senza pensieri, godendosi le curve e il panorama. Superiamo Asiago, sullo sfondo il monumentale arco commemorativo della Grande Guerra, ci lasciamo alle spalle Gallio e nei pressi di Foza voltiamo a destra.
La SP73 della Val Franzela, ben tenuta come tutte le strade di queste zone, è un susseguirsi quasi ininterrotto di tornanti (sono 20, numerati uno per uno) a scendere verso il paese di Valstagna. L'avevo fatta diversi anni fa e mi era rimasta impressa. Ricordo che all'epoca stavano provando il percorso di un rally, ma non avevano chiuso il transito: vidi auto lanciatissime con un pericolo enorme per chi si fosse trovato a percorrere la stessa strada.
Comunque in questo caso si scende tranquilli, senza rischi, ed è bellissimo.
In fondo ci si congiunge con la SS47 della Valsugana.
Poco più avanti ci fermiamo per mangiare un boccone.

Plachiamo anche la sete

Due chiacchiere con il proprietario di una Griso verde e si riprende la strada.

Bassano la sfioriamo appena e poi, svelti, dopo Castelfranco Veneto raggiungiamo Badoere.
Bellissima e sorprendente la grande piazza rotonda delimitata dal portico.
A fine giornata nemmeno 400 km, ma di grande soddisfazione.


Si finisce con Nolmar che ci raggiunge, il Milan che vince a Chievo e un'ottima amatriciana preparata da Monica: fantastico!



Domenica mattina - Ci si alza con calma e si preparano le moto.


Facciamo un lungo giro per raggiungere la zona della costa, correndo tra i canali per arrivare a vedere la Laguna da Punta Sabbioni, dopo aver attraversato Jesolo.



Vediamo il Mose, nei pressi di Cavallino treporti, e poi ci dirigiamo verso Lio Piccolo (contrazione dialettale di "Lido Piccolo") e il suo pittoresco borgo. Qui in zona è pieno di coltivazioni di castràure, mi racconta Monica: sorta di germogli dei carciofi.



Il contesto lagunare è bellissimo e malinconico.

In lontananza il campanile obliquo di Burano

Guidiamo su strade che hanno l'acqua da entrambi i lati.


Un po' mi ricorda la zona della Camargue e del delta del Rodano, visti di ritorno dal viaggio in Spagna del 2016.
Le foto non raccontano a sufficienza delle suggestioni che nascono da questa visita.



Che dire: nato tutto per vedere Chievo Milan insieme, ne sono usciti 2 giorni di curve e compagnia: perfetto, come inizio della stagione primaverile.
Alla fine sono 826 km e la Stelvio supera i 96.000 km. E va sempre meglio!!!


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