sabato 1 febbraio 2020

Passo Agueglio e poi Alpi Svizzere: Maloja e Julier

Il mese di Febbraio inizia con un'incredibile voglia arretrata di andare in moto.
Visto che il meteo non promette bene al mattino (meteo.am dava pioggia..), penso a qualcosa a corto raggio, che pur senza portarmi lontano, mi dia un minimo di soddisfazione.
La scelta ricade sul lago di Lecco, e in particolare sulla zona della Valsassina.
Il 1200 della Stelvio gira tondo e pieno mentre lascio la Valassina per dirigermi verso Valmadrera e Lecco: traffico poco, moto nessuna. Percorro il lungolago di Lecco, passo davanti al chioschetto preferito da Stelvioblack quando ci vediamo con lo Stelvio Club, e mi re-immetto sulla SS36 percorrendo quel tanto che mi porta ad uscire a Mandello. Sono diretto a Perledo. La strada costeggia piacevolmente il lago, ma supero Varenna e decido di salire da Bellano. Da qui è la SP62 che con belle curve sin da subito sale verso la superstrada, più a monte. Proseguo lungo la stretta strada: 2 BMW 1200 RT mi precedono: in particolare il secondo dei due non mi pare molto a suo agio sugli stretti tornanti: decido di tenermi a prudente distanza, per evitare che un suo errore possa provocare conseguenze anche a me.
Poco prima di arrivare a Pennaso con una secca svolta a destra seguo le indicazioni per il Passo Agueglio. La strada è tutto sommato in buone condizioni, il traffico praticamente inesistente: si guida proprio bene, tornanti e tratti dritti in leggera pendenza. Di tanto in tanto si aprono viste e scorci meravigliosi sul lago di Como, ora verso nord, ora verso sud. Il cielo è grigio, ma immagino quanto possa essere spettacolare in una giornata di pieno sole.


Raggiungo il Passo Agueglio e fermo la Stelvio: non posso esmimermi dallo scattare alcune foto della vista stupenda.

Sulla destra il promontorio di Bellagio e più in fondo il promontorio di Lenno

Qualche minuto dopo arriva un gruppo di una quindicina di moto. Li osservo e scopro che sono tutte Guzzi (..in realtà c'è anche una Benelli TRK502..). 


 C'è anche un sidecar

Ci salutiamo: sono il Moto Guzzi Club di Mandello del Lario. Fraternizziamo: in men che non si dica dalle loro borse saltano fuori bottiglie di prosecco e diverse soppressate. Mi invitano a condividere con loro e mai invito fu più gradito. Guzzisti... dove altro potevo approdare, se non su una moto Guzzi? 
Dopo quattro chiacchiere e qualche foto li saluto. Non è tardi, saranno le 11 del mattino: ho tanta voglia di fare strada.


Così proseguo la strada del Passo Agueglio e raggiungo una località isolata, dove ci sono anche alcuni impianti di risalita: il rifugio Cainallo.
Non c'è neve, ma un laghetto bello ghiacciato si!


La strada finisce, quindi giro il muso alla Stelvio e a ritroso, attraverso il bosco, coi suoi colori rossi e invernali, imbocco la strada che mi porta verso Esino Lario e giù, fino al lago, a Perledo.
E' una strada molto bella, panoramica, curvosa, con moltissimi tornanti in sequenza soprattutto nella parte bassa. Una costante: traffico praticamente nullo!
Riprendo a costeggiare il lago. Mi è balenata l'idea di raggiungere Chiavenna.
La Stelvio sembra davvero in forma: me la godo così tanto che l'idea iniziale di fermarmi a mangiare un panino veloce prima di Chiavenna, da Moreschi, viene cancellata: decido di proseguire verso la Svizzera. Poichè dopo il ponte di Chiavenna i cartelli indicano che il Passo Spluga è chiuso, decido di andare a destra verso Castasegna. Passo dalle spettacolari cascate dell'acqua Fraggia e di qui la strada fino alla dogana svizzera è fantastica. Si viaggia bene, strada asciutta e in buone condizioni, temperatura sui 7 gradi: me la godo proprio!
Supero la dogana senza che mi guardino neppure e mi avvio lungo al Val Bregaglia. Faccio benzina a 1,46€ al benzinaio Socar e scambio 4 chiacchiere col gestore. Mi dice che la strada verso il Maloja dovrebbe essere praticabile. Speranzoso e ottimista, mi avvio. E in effetti la strada è perfetta: aumenta la neve, nei campi e ai bordi, ma l'asfalto è asciutto e si guida "tondo" che è un piacere. Devo limitarmi nel cercare angoli maggiori, perchè le condizioni stradali trasmettono una grandissima sicurezza e invitano a spingere: tuttavia meglio non fidarsi troppo.
Superato il borgo di Casaccia i tornanti del Passo Maloja si parano davanti a me. Mentre la Stelvio sale, dentro di me auspico che le condizioni stradali restino queste: asfalto asciutto, nessun rivolo di acqua che possa anche far sospettare che ci sia ghiaccio.
I miei voti vengono ascoltati e arrivo in cima con addirittura il sole!


Fatto trenta, a questo punto voglio fare trentuno: siccome l'appetito vien mangiando, come si dice, proseguo in direzione di St. Moritz. Il lago di Sils è ghiacciato e ricoperto di neve.

 
Mi fermo per osservare ammirato degli sciatori che usano un parapendio per farsi trascinare coi loro sci sulla superficie senza pendenze del lago.
Poco prima di St. Moritz c'è una rotonda. Il cartello stradale indica che lo Julierpass è aperto.
E' un'occasione d'oro e non posso non coglierla al volo!
Dirigo a destra le ruote della Stelvio e la strada inizia ad arrampicarsi, panoramica e curvosa. Dopo il tunnel della parte bassa, i tornanti aumentano e anche il panorama circostante diventa sempre più "siberiano".


Tutto è coperto da neve abbondante, la vegetazione si dirada, la strada appare come un nero nastro di asfalto che taglia il bianco circostante.
Arrivo allo Julierpass, ma gli alti muri di neve mi impediscono di trovare il modo di accostarmi: proseguo e "scavallo", per parcheggiare la Stelvio poco più avanti.
L'atmosfera è surreale: una leggera nebbia e la polvere di neve sollevata dal vento creano un effetto quasi mistico.


E' il momento di tornare indietro: un'ultima foto al chioschetto, ancora sommerso dalla neve, un'altra alla moto ferma sotto il cartello che indica i 2.284 metri dello Julier. 


Riprendo la strada verso valle.
La discesa dal Maloja, coi suoi tornanti, la percorro con tanta attenzione: è più facile salire, che scendere, quando si teme per l'aderenza.
Comunque arrivo a valle tranquillamente e in sicurezza, ripasso la dogana e mi fermo al "solito" chioschetto di Piuro.
Un ottimo panino con la squisita bresaola locale ed il formaggio, una bella birra fresca e placo gli incipienti crampi allo stomaco.
Del resto, mi stavo divertendo talmente tanto, che fermarmi per mangiare sarebbe stato davvero come interrompere un film capolavoro con la pubblicità.
Il rientro è rapido, lungo la superstrada che costeggia il lago.
Giornata bellissima, tutta "guadagnata" e 400 km senza accorgersene: quant'è bello andare in moto!



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