sabato 12 gennaio 2019

In giro per l'appennino parmense a metà gennaio

Siamo alla metà di gennaio e la voglia di evadere per andare a cercare qualcosa di diverso, come il mare, per esempio, è una spinta forte.
A consolidare questo proposito ci si mette anche il clima, relativamente mite per il periodo.
Ieri sera non avevo ben chiaro ancora cosa avrei fatto, quindi stamattina mi sono alzato con una certa calma. L'idea matura solo nel preciso momento in cui esco dal garage per prendere una direzione.
Giù verso la Val Tidone e i campi che portano verso Torrevecchia Pia, per raggiungere Borgonovo Val Tidone e voltare a sinistra. Decido di raggiungere la Val Trebbia e di qui di passare in Val Nure. 
Le strade sono in condizioni buone, ma conviene prestare attenzione al sale sparso in abbondanza, specie in alcuni tratti. Per fortuna questo primo tratto di strada, in orari con temperature ancora rigide, è esposto al sole.
Raggiungo Ponte dell'Olio dopo aver percorso un tratto di Val Trebbia e seguo la SS654 della Val Nure. Raggiungo Farini e il ponte che attraversa il Nure e dopo alcuni km c'è un bivio: a sinistra è indicato Chiavari, a destra c'è un ponte e si prosegue lungo la SS654. Vado a destra e proseguo seguendo il navigatore per alcuni km. a un tratto mi fa lasciare la strada principale per portarmi su una stradina che, secondo i suoi piani, dovrebbe ricondurmi alla traccia inizialmente calcolata. Peccato che questa stradina sia poco più di un sentiero, con una patina di neve a coprire quasi tutta la larghezza della sede stradale. Inoltre finisce in un piccolo borghetto di case di campagna, dove il tracciato di un vecchio sentiero si intuisce appena. E' evidente che ho sbagliato strada.
Torno indietro di un paio di km, mi reimmetto sulla SS654 e torno indietro, al bivio nei pressi del ponte: è lì che mi ero sbagliato e avrei dovuto seguire per Chiavari, appunto.
Beh, ho perso almeno mezz'ora e la cosa, vista la destinazione che ho in mente, mi instilla alcuni dubbi sull'opportunità di arrivare in fondo. Vedremo.
Proseguo su questa strada, la SP8 che va in direzione di Bardi. E' molto panoramica e anche piacevole, ma dopo pochi km il fondo stradale diventa molto rovinato, con improvvise irregolarità e con tratti del tutto senza asfalto. A questo si aggiunge la sporcizia, con terra e residui del transito di trattori. 
Ogni volta che faccio questa strada, la trovo messa così male: da un certo punto di vista so quindi cosa aspettarmi e sono prudente. Raggiungo il Passo Pianazze.

La Stelvio al Passo Pianazze 

Questo tratto di strada è all'ombra e ci sono residui di neve sui bordi. Anche più avanti si presentano immagini suggestive di rivoli di acqua ghiacciati.

Il freddo permette di vedere scorci suggestivi

Da qui in avanti la strada diventa ancora più rovinata: diversi km nei quali conta solo prestare attenzione e arrivare dove le cose migliorano un po'. Peccato, perchè il tracciato sarebbe bello e pieno di belle curve. Supero Pinteceno e proseguo raggiungendo il Passo Montevaccà: un po' scomodo accostarsi, visto il dosso cieco e la curva, ma non c'è in giro nessuno e trovo il modo di accostarmi senza rappresentare un rischio. Ero stato qui anche in altre occasioni. Una in particolare una volta con Peo e Ste Rouge.

Al Passo Montevaccà, prima di Bedonia, sulla SP359R

Scendo su Bedonia e volto a destra, continuando lungo la SP359R fino a un bivio secco a sinistra che immette sulla SP24, in direzione di Tornolo prima e Tarsogno poi. 
La strada, dopo il primo tratto iniziale un po' rovinato, è proprio piacevole e si guida bene. In queste ore è all'ombra, ma la temperatura non sembra rigida e l'asfalto è buono. Guido rilassato, non spingo, ma improvvisamente, qualche km prima di Tarsogno, in una curva a sinistra, in salita, mi parte la ruota posteriore della Stelvio.
Prima che mi renda conto di cosa stia accadendo, mi ritrovo a scivolare per terra. E' un attimo!
Dopo essermi scosso un attimo, verifico di non aver subito danni fisici e mi tolgo il casco. Mi siedo un attimo a bordo strada. Guardo la moto, coricata sul fianco sinistro, ma con direzione opposta a quella da cui provenivo. Ho dato un gran colpo con l'anca destra. Verifico i danni alla Guzzi: il paramano destro e la valigia destra. Non capisco come sia possibile, visto che stavo curvando a sinistra: mi sarei aspettato l'urto e i danni sul lato sinistro. Mah: forse un piccolo high-side senza rendermene conto.
Passa un'auto, mi chiedono se sono ferito, ma li rassicuro. Tiro sul la Stelvio, levo la marcia e la parcheggio. Con lo scemare della botta di adrenalina comincio a sentire, come prevedevo, la botta data con l'anca: fatico ad alzare la gamba destra non per danni alla gamba, ma per il dolore sopra il gluteo.

Commenti sulle protezioni: ho sempre dato importanza all'abbigliamento tecnico e cerco sempre di utilizzare, oltre alla massima prudenza ed attenzione nella guida, capi appropriati per proteggermi in caso di cadute. Se non avessi avuto pantaloni con protezioni (anche sulle anche!), stivali seri (non scarpe basse genericamente definite da moto..), guanti veri, paraschiena e casco integrale sicuramente me la sarei cavata meno a buon mercato. Quindi il consiglio è quello di dare sempre importanza alle protezioni!
Consiglio al motociclista: la valigia destra è seriamente danneggiata ed è da buttare. La scelta di girare con le due valigie rigide montate è ponderata: non per darsi una vaga aria di grande viaggiatore, ma perchè in caso di caduta di un mezzo così imponente e pesante, le valigie rigide aiutano ad evitare che la gamba resti sotto la moto, con conseguenze più serie. Quindi meglio il danno alla valigia che il danno fisico!

Decido di tornare a casa per la via più rapida: proseguo per Tarsogno e al bivio per il Passo Cento Croci giro a sinistra sulla SP523, per raggiungere la Val di Taro e prendere l'autostrada della Cisa. Prima però a Borgo Val di Taro è un'impresa scendere dalla moto, fare benzina e risalirvi.  Per fortuna riesco a stare in sella e la moto funziona regolarmente!

Il paramano destro danneggiato

Le 2 ore circa di autostrada passano tra pensieri e considerazioni. Sento il dolore salire, ma mi impongo di non pensarci. Andrò al pronto soccorso una volta a destinazione. Temo un problema all'anca, ma sono fiducioso che non ci sia nulla di rotto.
Una volta a casa faccio un controllo delle condizioni della moto.
Per fortuna non è pregiudicata la funzionalità della moto: oltre al paramano rotto, ci sono dei segni sulla barra paramotore destra (che, dopotutto, è là apposta per riparare il motore..) e la valigia destra è schiacciata e scorticata nella parte bassa anteriore.

La barra paramotore ha fatto il suo lavoro
 
La valigia destra è andata
Aggiornamento: rientrato dal giro, mi sono fatto accompagnare in pronto soccorso e dopo qualche ora e le lastre al bacino mi viene diagnosticata una forte contusione, con riposo di 10 gg. Tutto è bene quel che finisce bene. I danni alla moto si sistemano!

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