venerdì 18 settembre 2020

Verso l'Abruzzo a Settembre 2020

Da mesi attendevo di poter scendere verso sud. L'occasione arriva inaspettata e non me lo faccio ripetere due volte. La decisione ricade sulla 790adv perchè la Stelvio ha i paraoli da sistemare, ma non ho ancora trovato il tempo di lasciarla dal sospensionista.

E' ancora scuro quando vado a sistemare il bagaglio sulla moto. E' la prima volta che la predispongo per un giretto di più giorni: le prime volte mi serviranno per capire come fissare il carico e dove ripartire le varie cose in modo che siano posizionate in modo utile, pratico e funzionale.

Sul serbatoio la borsa morbida e impermeabile della Givi, da 6 litri: ci metto dentro un set di brugole, una chiave torx, un paio di penne, il bloccadisco, i pantaloni e la giacca antipioggia, i guanti antipioggia, 2 corde con fibbia, per emergenza. Sulla sella sistemo prima la sacca Enduristan Tornado da 30 litri (ovviamente mezza vuota, perchè sto via poco.. ma non ne ho altre..): la fisso al telaio della moto con le 2 molle rockstraps regolabili che si incrociano sotto il manico. Sopra al rullo posiziono la sacca morbida della Enduristan da 12 litri, fissandola al rullo con due fibbie regolabili, in modo che sia solidale al rullo stesso (a sua volta solidale alla moto). Sembra che tutto sia stabile e sicuro. là dentro ho stipato il compressorino, il set per riparare le forature alle tubeless, del fil di ferro, grasso catena, piccolo set di attrezzi.

Non sono ancora le 6 e mezza del mattino quando mi avvio.

Col passare dei minuti il cielo cambia tonalità e, dall'oscurità che aveva all'uscita dalla città, comincia a tingersi del rosso dell'alba.

La parte più noiosa passa, per fortuna, e lascio la A1 a Bologna Borgo Panigale per continuare il mio viaggio verso sud lungo la Tangenziale di Bologna. Il traffico del mattino è abbastanza intenso, ma percorro tutta la tangenziale e mi immetto, dopo San Lazzaro, sulla Complanare Sud che va verso la SP28 per Idice. Abbandonata la complanare dopo qualche km, seguo la SP28 che poi diventa SP7, in direzione di Monterenzio, passando da Castel de' Britti e Mercatale. Si costeggia la valle dell'Idice, insomma. Essenzialmente è pianeggiante e nemmeno troppo dritta: mano a mano che si addentra verso le colline, allontanandosi dalle arterie principali, diventa meno trafficata e anche più godibile con una tracciato gradevolmente sinuoso. Dopo S. Benedetto del Querceto la strada comincia ad assumere tutte le caratteristiche della strada montana, con curve in salita abbastanza continue e di raggio variabile, fino ad arrivare all'immissione con la SS65 della Futa e della Raticosa. 

Mentre salgo, guardo il cielo verso i monti e non nego di temere che lassù troverò la pioggia: le nuvole basse, il loro colore plumbeo e le striature nell'aria non lasciano presagire niente di... "asciutto". Indeciso se indossare l'antipioggia in via preventiva, alla fine continuo a viaggiare confortato dal fatto che, osservando le auto che scendono dal monte in senso contrario, non sono bagnate nè hanno i tergicristalli attivati.

Per 2 o 3 km prima di raggiungere il passo della Raticosa guido nella nebbia e con una temperatura decisamente autunnale. Infatti una volta in cima, nei pressi dello chalet, usuale punto di ritrovo dei motociclisti della zona ed oggi sostanzialmente deserto, la scena è questa.

Scollinata la Raticosa, già nei primi tornanti in discesa le nuvole cominciano ad aprirsi e anche la temperatura diventa più sopportabile: indosso un completo estivo traforato e qualche grado in più non mi dispiace di certo, pur non essendo io un freddoloso (..tutt'altro, a dirla tutta). Dopo qualche km in discesa volto a sinistra seguendo per Firenzuola: non voglio scendere al lago di Bilancino, ma seguire un percorso più curvoso lungo la SP503. Fino a Firenzuola resto accodato ad alcune auto, costretto dal tracciato a non poter sorpassare: una volta in fondo, posso lasciarmele alle spalle e attaccare la strada che sale verso il Passo del Giogo. Parte "piano", ma dopo qualche km è un continuo susseguirsi di curve e, man mano che si sale, di tornanti: cercavo questo e infatti mi diverto. L'ascesa è accompagnata da un vento abbastanza teso. Dietro il tornante a destra ecco il Passo del Giogo.

La discesa è lunga e piacevole e mi porta nei pressi dell'autodromo del Mugello, dove la settimana scorsa si è corso il GP di Formula 1, il 1000° per la Ferrari: purtroppo senza spettatori per via del covid e in un periodo che, per le rosse di Maranello (tinte di un rosso amaranto per l'occasione, a richiamare il colore delle auto di Ferrari nelle prime corse), non si può definire propriamente "brillante". Il viaggio prosegue per Fiesole, dove valico la Vetta le Croci.

Fino a Pontassieve è abbastanza noioso, ma poi la salita per il passo della Consuma sulla SR70 è  divertente. Tra l'altro non c'è nessuno: quindi si viaggia con minori apprensioni rispetto a quando si deve passare da queste parti nei giorni del fine settimana.

Come si vede anche dalla foto, ormai il cielo si è aperto ed è venuta fuori una bella giornata. L'ultima volta ero passato di qua nel giro di Ottobre 2019 quando, in sella alla Thruxton "Esmeralda", con Nolmar e nessuno13 andammo anche a Vallombrosa e alle Crete Senesi. Nella discesa verso Poppi passo anche dalla Locanda Fonte allo Spino dove, nel giro che ho citato, ci fermammo a pranzo: fu una piacevole scoperta. Stavolta, tuttavia, ho davanti molta più strada e l'ora non è ancora quella del pranzo. Dopo Bibbiena mi fermo per fare benzina: questo tratto, tra Poppi ed Arezzo, non è il massimo del divertimento: una banale strada statale, anche abbastanza trafficata. Per fortuna in alcuni tratti è abbastanza larga da consentire agevoli sorpassi ad un'andatura più veloce. Lascio la SR71 prima di raggiungere Arezzo, nei pressi di Giovi-Ponte alla Chiassa. Qui si trova infatti la SP43 strada della Libbia, che scoprii in occasione di un precedente viaggio e che, in svariate occasioni, ho ripercorso con piacere: porta verso il Valico della Scheggia.

Proseguo poi per Anghiari, da cui si discende verso la SS3 bis Tiberina. Una breve sosta lungo la ripida e rettilinea discesa per immortalare i contrafforti dell'antica città, famosa per la battaglia del 1440 tra Fiorentini e Milanesi, immortalata da Leonardo da Vinci.

Il tratto della SS3 bis Tiberina da Sansepolcro verso sud lo percorro velocemente: non ha nulla da segnalare, ad eccezione dei lavori di ripristino del fondo stradale che costringono a continui cambi di carreggiata): c'è un vento abbastanza teso che mi infastidisce, fa caldo, la strada è noiosa, dopo essermi lasciato alle spalle Città di Castello e Umbertide mi fermo per un sandwich e una coca cola in una stazione di servizio. Ho bisogno di scuotermi un po', di mettere qualcosa sotto i denti e anche di reidratarmi. Adesso la temperatura, come sempre peraltro nei pressi di Perugia, è molto più alta rispetto alla prima mattinata. Studio un po' il percorso e so che il tempo per passare da Castelluccio di Norcia c'è. Una volta ripartito mi lascio il nodo di Perugia alle spalle e procedo seguendo le indicazioni per Assisi e Foligno. Esco a Foligno nord e prendo la vecchia SS77 che sale verso Pale, Casenove e Sellano, passando anche per il Valico del Soglio.

Ricordo questo luogo per esserci passato in occasione del Raduno Modern Classics organizzato ad Assisi nel settembre del 2010. La strada che sale fin qui da Foligno, che evita il nuovo tracciato molto più veloce, meno tortuoso e più rapido grazie alle gallerie, è veramente divertente: per lunghi tratti corre a mezza costa con vista sulla val di Chienti, per poi dirigersi verso Sellano e continuare sulla SP465 in direzione di Cerreto di Spoleto. Dalla sommità, si scende poi con la SS320 prima e con la SS685 poi, verso Norcia.  Sono tentato di fermarmi da "Brancaleone da Norcia" per acquistare un po' di salumi locali, che ho già provato in passato, ma non ho da stivarli comodamente e la sosta comporterebbe una perdita di tempo eccessiva, in considerazione della strada che ho da fare ancora.

Da Norcia raggiungo il bivio per Castelluccio.


Di qua, salita per la strada che va verso Forca Canapine. La vista di cui si gode è abbastanza simile a quella che si avrebbe sorvolando con un aereo la piana di Norcia, coi rilievi ricoperti di alberi là, giù in basso.

La strada resta una di quelle che più mi piacciono. Al bivio per andare in direzione di Forca Canapine, volto a sinistra (anche perchè da Forca Canapine non si può scendere verso la Valle del Tronto) e dopo poche curve si scollina, con la vista dell'altopiano che si apre davanti agli occhi, riempiendoli. 

Sullo sfondo il promontorio dove sorge Castelluccio di Norcia, che si raggiunge percorrendo una strada drittissima che attraversa Piano Grande. Gli scenari sembrano rimandare a immagini nordamericane, col nastro nero di asfalto (nuovissimo!) che si perde fino all'orizzonte.

Mi godo per qualche minuto gli scorci e gli orizzonti, prima di riprendere la strada. Approfitto per godermi il fresco e scattare una foto della vista verso la valle del Tronto da Forca di Presta: la temperatura è gradevolissima rispetto a quella della pianura fino a Foligno.

 

Dopotutto anche l'altitudine gioca il suo ruolo. 

Dalla sommità la discesa verso la fondovalle del Tronto e la sosta per la benzina dopo Acquasanta Terme. A questo punto devo prendere atto che se voglio arrivare a destinazione ad un orario decente e, soprattutto, se vorrò evitare di percorrere strade statali nella semi-oscurità, devo propendere per strade più rapide. Pertanto supero Ascoli, proseguo verso la costa e mi immetto sull'Autostrada A14 in direzione sud. Numerosi sono i lavori in corso che obbligano a qualche coda e a frequenti cambi di corsia, abbastanza stressanti. Comunque sul fare della sera faccio ancora in tempo a catturare degli scorci suggestivi. 

Affascinante il tramonto visto dal porto di Punta Penna, a nord di Vasto, in Abruzzo.

Oltre il porto ed il molo, si vede il promontorio di Punta Aderci, con la riserva naturale e la splendida spiaggia.

Una strada che risale il promontorio sul porto passa accanto al faro, uno dei più alti d'Italia, recentemente restaurato.

A fine giornata saranno 850 km tondi tondi, in gran parte percorsi su strade statali: un bel test per la 790adv, ma anche per me: ho capito che posso fare cose del genere con questa moto, come le ho fatte con la Stelvio. I consumi registrati mi sorprendono in positivo: quasi 25km con 1 litro, non andando proprio pianissimo.

A fine viaggio, ritorno incluso, saranno 1.510 km che portano il totale dei km percorsi dal 790 adv a 4.795. Ci voleva qualche "botta" di km per testare anche come si comporta in viaggi lunghi. Promossa! Sono sempre più convinto che il mio tipo di moto siano queste dual, con cui poter viaggiare bene in ogni contesto: maneggevole nel misto, veloce e risparmiosa in autostrada, con ottima capacità di carico. La protezione dall'aria è buona in statale, può essere sicuramente migliorata quando si è in autostrada o su strade molto veloci: niente di drammatico tuttavia.

Il viaggio verso l'Abruzzo per la parte Appenninica


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