Come è ormai consuetudine, anche quest'anno l'inverno era stato occasione per buttare giù un progetto di viaggio da fare tutti insieme verso la fine di maggio.
Pronte le singole tappe, pianficazione che aveva tenuto conto dei km giornalieri e delle zone interessanti, tutto col filo conduttore di arrivare in Sicilia percorrendo gli Appennini per tornare poi a nord in traghetto.
Pronte le singole tappe, pianficazione che aveva tenuto conto dei km giornalieri e delle zone interessanti, tutto col filo conduttore di arrivare in Sicilia percorrendo gli Appennini per tornare poi a nord in traghetto.
Poi il quadro nel corso dei mesi è cambiato e non ha più reso possibile la partecipazione completa e neppure il mantenimento dell'itinerario e della destinazione.
Si è trattato di reinventarsi un po' tutto. Emotivamente non è sempre stato facile abituarsi all'idea di dover smontare il piano iniziale e le suggestioni che aveva suscitato e che, allo stesso tempo, lo avevano generato. Alle volte ha quasi prevalso l'impulso di fare qualcosa in autonomia, per rimandare quanto programmato a tempi più propizi.
E' stata una bella sfida, non c'è che dire.
Alla fine, però, proprio lo spirito giusto ci ha fatto mettere in piedi un giro che ricorderemo a lungo!
E' stata una bella sfida, non c'è che dire.
Alla fine, però, proprio lo spirito giusto ci ha fatto mettere in piedi un giro che ricorderemo a lungo!
Con me c'erano:
Ogeko su Triumph Scrambler 865nessuno13 su KTM 1290
Flu su BMW R1200RS
Hollister su Triumph Bonneville 865
Max su Harley Ultra Classic
buecyb3r su BMW Urban/GS 1200
nolmar su Triumph Bonneville T120
Peo su Ducati Monster 1200S
Come si vede un bel numero, con alcuni dei partecipanti che si sono aggiunti pochi giorni prima della partenza: bel gruppo!!!
L'equipaggiamento: qualche cenno a come mi sono attrezzato potrebbe magari essere utile se chi legge cerca anche qualche consiglio. Per la Bonneville ho utilizzato il rullo da sella Tornado 2 di Enduristan, taglia M (32 litri, per spiegarsi..) acquistato tempo addietro dal fido Guido di Holeshotmoto. E' molto ben fatto, di plastica impermeabile molto resistente, dotato di vari passanti per permettere il miglior fissaggio possibile alla moto e anche per consentire di fissare sopra al rullo anche altri bagagli. L'interno rosso permette di vedere meglio cosa contiene. La comodità è anche il fatto che si carichi da sopra anzichè dal lato.
Il rullo l'ho fissato con le praticissime cinghie regolabili Rokstraps: in un attimo le slacci e scarichi la moto.
Come borsa da serbatoio, la ormai rodatissima motodetail espandibile presa anni fa su louis.de.: magnetica, con l'aggancio clic/clac da far passare intorno al cannotto di sterzo. Purtroppo non credo si trovi ancora.
La Bonnie pronta per la partenza
Ma veniamo al viaggio.
1 giugno - Appuntamento a Pontremoli, Toscana, a valle della Cisa
In attesa di nessuno13 a Piacenza sud
Da Piacenza sud con nessuno13 si sale per Salsomaggiore e si scende su Varano de' Melegari. Di qui si passa il Taro e si sale da Fornovo verso la SS62 della Cisa: memorabile! Ha l'asfalto rifatto e nel venerdì tardo pomeriggio è lettralmente deserta. Uno spettacolo!
Breve sosta al baretto prima del passo della Cisa
Non poteva esserci modo migliore per prendere confidenza con le curve!
Passo della Cisa
Si arriva a destinazione in una struttura bellissima, appena passata Pontremoli.
Il Podere Magaiana, appena fuori Pontremoli
Troviamo ad attenderci Ogeko e Nolmar.
Hanno già familiarizzato con l'esuberante proprietario, Federico. Ogeko ha già alle spalle il lungo viaggio dal Salento!
Attendiamo il gruppo dei piemontesi: purtroppo arrivano tardi e con loro non arriva Ron: un problema alla sua Harley nei pressi di Alessandria lo costringe a rinunciare al viaggio praticamente ancor prima di iniziarlo.
Il proprietario Federico ai fornelli prepara un'ottima cena
Dove alloggiare: noi abbiamo trovato una sistemazione fantastica presso il Podere Magaiana, appena fuori Pontremoli. E' un casale molto ben rifinito, nel mezzo di una vasta tenuta coltivata, dotato anche di piscina e di maneggio. Le stanze sono molto ampie e confortevoli. C'è un parcheggio con cancello dove lasciare le moto e il proprietario è anch'egli un motociclista. C'è anche la possibilità di cenare in loco, senza dover quindi spostare le moto.
Il proprietario Federico ai fornelli prepara un'ottima cena
Dove alloggiare: noi abbiamo trovato una sistemazione fantastica presso il Podere Magaiana, appena fuori Pontremoli. E' un casale molto ben rifinito, nel mezzo di una vasta tenuta coltivata, dotato anche di piscina e di maneggio. Le stanze sono molto ampie e confortevoli. C'è un parcheggio con cancello dove lasciare le moto e il proprietario è anch'egli un motociclista. C'è anche la possibilità di cenare in loco, senza dover quindi spostare le moto.
2 giugno - Garfagnana e Mugello e si arriva in Romagna, a S. Piero in bagno
Da Filattiera, appena a valle di Pontremoli, perdiamo un po' di tempo in partenza perchè siamo alloggiati in due strutture differenti.
Benzina e pronti a muovere!
Benzina e pronti a muovere!
Poi il gruppo si avvia. Licciana Nardi e su per la Garfagnana.
Solitamente questa strada è tanto bella come tracciato, quanto insopportabile per il fondo stradale (soprattutto della parte più settentrionale) e per il traffico che spesso è estremamente rallentato. Questa volta ci è invece andata bene! La percorriamo in tempi ragionevoli e senza intoppi. In perfetto orario siamo a Bagni di Lucca: ormai è un passaggio che ritroviamo frequentemente nei nostri giri.
Il torrente Lima che attraversa Bagni di Lucca
Sul piazzale davanti al "solito" bar
Dopo la direzione è per un tratto di SS12 dell'Abetone, fino al bivio per la SR66, verso S. Marcello Pistoiese: la direzione è Porretta Terme.
Sosta al Passo dell'Oppio, dopo S. Marcello Pistoiese (SR66)
A Porretta c'è un gran traffico di turisti e rinunciamo a mangiare un boccone là, come invece sarebbe stata nostra intenzione. Proseguiamo per il Lago di Suviana e la scelta è perfetta.
Rapida consultazione se sostare per pranzo
Sulla sponda del lago c'è meno confusione e ci rilassiamo.
A pancia piena c'è sempre buonumore
Le moto parcheggiate sulle sponde del lago di Suviana
Finito di pranzare, Peo saluta la compagnia per tornare verso casa. Solo una giornata, in pratica, ma credo si sia comunque divertito parecchio!
Il resto del gruppo prosegue per il bacino del Brasimone e Castiglione dei Pepoli.
Scendiamo su Roncobilaccio e risaliamo verso la Futa.
Sullo sfondo il cavalcavia della A1 scendendo da Castiglione dei Pepoli a Roncobilaccio
Questo è il fine settimana in cui il motomondiale fa tappa al Mugello: impensabile scendere su Barberino. Decidiamo di proseguire per Fiorenzuola e facciamo la strada verso il passo del Giogo. Per me è la prima volta, nonostante sia passato da queste parti spesso.
Strada fantastica!
La T120 al Passo del Giogo
Buonumore su al Passo del Giogo
Dopo il Giogo però finiamo comunque nella zona del circuito: è completamente congestionata dai tifosi. Hanno anche modificato la viabilità. Perdiamo molto tempo ed era proprio quello che volevamo evitare!
Approfittiamo per fare benzina.
Nel caos del Mugello, almeno capita la benzinaia carina
Proseguiamo alla fine superando le lunghe colonne di auto raggiungiamo Sagginàle, Vicchio, Dicomano e Sandètole, per poi imboccare, a Londa, la strada che sale al Croce ai Mori. Purtroppo per un disguido nessuno13, nolmar e buecyb3r sbagliano strada: con Max, Flu, Hollister e Ogeko li aspettiamo per un po', ma poi saliamo al valico. La salita è una delle mie preferite.
La T120 al valico Croce ai Mori
Scendiamo su Stia, dove ci aspettano i 3. Si prosegue fino a Poppi. Avevamo trascorso qui una notte nel giro di marzo 2018. Voltiamo poi in direzione di Cesena.
La strada prevede la salita al Passo Mandrioli, sulla SR71 tra Toscana e Romagna: anche questo passo lo faccio per la prima volta.
La T120 al Passo dei Mandrioli
Poi la discesa verso S. Piero in bagno, destinazione odierna: la strada costeggia una valle caratterizzata dai calanchi.
Max con la sua Harley, tra i calanchi romagnoli
Giungiamo a destinazione dopo la lunga discesa dal Mandrioli.
Le moto davanti all'hotel a S.Piero in bagno, Romagna
Sul piazzale davanti al "solito" bar
Dopo la direzione è per un tratto di SS12 dell'Abetone, fino al bivio per la SR66, verso S. Marcello Pistoiese: la direzione è Porretta Terme.
Sosta al Passo dell'Oppio, dopo S. Marcello Pistoiese (SR66)
A Porretta c'è un gran traffico di turisti e rinunciamo a mangiare un boccone là, come invece sarebbe stata nostra intenzione. Proseguiamo per il Lago di Suviana e la scelta è perfetta.
Rapida consultazione se sostare per pranzo
Sulla sponda del lago c'è meno confusione e ci rilassiamo.
A pancia piena c'è sempre buonumore
Le moto parcheggiate sulle sponde del lago di Suviana
Finito di pranzare, Peo saluta la compagnia per tornare verso casa. Solo una giornata, in pratica, ma credo si sia comunque divertito parecchio!
Il resto del gruppo prosegue per il bacino del Brasimone e Castiglione dei Pepoli.
Scendiamo su Roncobilaccio e risaliamo verso la Futa.
Sullo sfondo il cavalcavia della A1 scendendo da Castiglione dei Pepoli a Roncobilaccio
Questo è il fine settimana in cui il motomondiale fa tappa al Mugello: impensabile scendere su Barberino. Decidiamo di proseguire per Fiorenzuola e facciamo la strada verso il passo del Giogo. Per me è la prima volta, nonostante sia passato da queste parti spesso.
Strada fantastica!
La T120 al Passo del Giogo
Buonumore su al Passo del Giogo
Dopo il Giogo però finiamo comunque nella zona del circuito: è completamente congestionata dai tifosi. Hanno anche modificato la viabilità. Perdiamo molto tempo ed era proprio quello che volevamo evitare!
Approfittiamo per fare benzina.
Nel caos del Mugello, almeno capita la benzinaia carina
Proseguiamo alla fine superando le lunghe colonne di auto raggiungiamo Sagginàle, Vicchio, Dicomano e Sandètole, per poi imboccare, a Londa, la strada che sale al Croce ai Mori. Purtroppo per un disguido nessuno13, nolmar e buecyb3r sbagliano strada: con Max, Flu, Hollister e Ogeko li aspettiamo per un po', ma poi saliamo al valico. La salita è una delle mie preferite.
La T120 al valico Croce ai Mori
Scendiamo su Stia, dove ci aspettano i 3. Si prosegue fino a Poppi. Avevamo trascorso qui una notte nel giro di marzo 2018. Voltiamo poi in direzione di Cesena.
La strada prevede la salita al Passo Mandrioli, sulla SR71 tra Toscana e Romagna: anche questo passo lo faccio per la prima volta.
La T120 al Passo dei Mandrioli
Poi la discesa verso S. Piero in bagno, destinazione odierna: la strada costeggia una valle caratterizzata dai calanchi.
Max con la sua Harley, tra i calanchi romagnoli
Giungiamo a destinazione dopo la lunga discesa dal Mandrioli.
Le moto davanti all'hotel a S.Piero in bagno, Romagna
A sera ci godiamo un'ottima e genuina cena, familiarizzando con lo staff del ristorante.
3 giugno - Alta valle Tiberina e si arriva nelle vicinanze di Todi, Umbria
Domenica mattina: salutiamo anche nolmar e buecyb3r che devono lasciarci. Siamo in 6, ora, a proseguire. Da S. Piero in bagno scendiamo per qualche km verso est, per poi voltare a destra e risalire la collina in direzione del Lago di Acquapartita. La strada via via diventa più stretta, ma è ottimamente mantenuta. Si sale di quota e l'aria fresca porta sollievo dalla calura della valle. Si sale sul Monte Fumaiolo, dove si trovano le sorgenti del Tevere.
Sopra il lago di Acquapartita
Una stradina scoscesa ci riporta a valle, in direzione di Verghereto. La zona è davvero molto bella: colline, quasi montagne, ricoperte di boschi.
Punto della situazione a Verghereto, SS3bis Tiberina
La SS3 bis "Tiberina" ci porta rapidamente (..ma anche circondati da piacevoli panorami montani..) verso Sigliano. Costeggiamo il lago artificiale in direzione di Motina.
Non c'è nessuno in giro!
Ci fermiamo a prendere un caffè a pochi km da Anghiari.
La Ultra Classic di Max: sosta presso Anghiàri.
Prima o poi la visiterò: finora l'ho sempre attraversata, arrivandoci da varie direzioni (l'ultima volta nel viaggio di Pasqua 2018), ma non mi sono mai soffermato.
La SS73 "Senese Aretina" ci porta rapidamente sotto Arezzo: passiamo da Palazzo del Pero e la vista sulla valle e su Castiglion Fiorentino è molto molto suggestiva.
Dalla strada che scende, la vallata con Castiglion Fiorentino
Anche la strada è molto bella da guidare.
Ci dirigiamo verso Torrita di Siena e Bettolle, per raggiungere una delle mete della giornata di oggi: Piènza.
La città è stata dichiarata patrimonio dell'UNESCO: è unica nel suo genere. La sua struttura urbanistica attuale, che nelle intenzioni dell'architetto che la concepì doveva rappresentare la città ideale, si deve a Papa Pio II Piccolomini, che là era nato, in un borgo della Val d'Orcia chiamato Corsignano.
Faccio un giro per il centro storico, le cui vie sono tutte cosparse di fiori.
L'infiorata a Pienza
La celebre piazza centrale
Le mura
La vista sulla Val d'Orcia
Non siamo gli unici motociclisti
Lasciamo Pienza per scendere verso Chianciano Terme e Sarteano.
Qui ricordo che avevamo pranzato nel corso del viaggio di ritorno dalla Basilicata nel 2015 .
Poi seguiamo per Città della Pieve e prendiamo una strada fantastica tra i boschi e i poggi che ci porta verso Montegabbione e Marsciano.
Infine a destinazione, in una splendida struttura agrituristica a qualche km da Todi.
La splendida vista sulle colline circostanti
Aperitivo a bordo piscina: cosa volere di più dopo i km e il caldo del viaggio!
Ogeko non crede ai suoi occhi
Sabaudi pronti per la cena
Dove alloggiare: posto meraviglioso l'Agriturismo Colle S. Giovanni, su un poggio nelle campagne a qualche km da Todi. Tranquillo, con una meravigliosa piscina, stanze spaziose e confortevoli. Gentilissimi i proprietari. Le moto lasciate nel cortile di ghiaia davanti alla struttura: tanto non si corre rischio alcuno. Posto dove sostare anche più giorni, per visitare la zona o semplicemente godersi il relax.
Domenica mattina: salutiamo anche nolmar e buecyb3r che devono lasciarci. Siamo in 6, ora, a proseguire. Da S. Piero in bagno scendiamo per qualche km verso est, per poi voltare a destra e risalire la collina in direzione del Lago di Acquapartita. La strada via via diventa più stretta, ma è ottimamente mantenuta. Si sale di quota e l'aria fresca porta sollievo dalla calura della valle. Si sale sul Monte Fumaiolo, dove si trovano le sorgenti del Tevere.
Sopra il lago di Acquapartita
Una stradina scoscesa ci riporta a valle, in direzione di Verghereto. La zona è davvero molto bella: colline, quasi montagne, ricoperte di boschi.
Punto della situazione a Verghereto, SS3bis Tiberina
La SS3 bis "Tiberina" ci porta rapidamente (..ma anche circondati da piacevoli panorami montani..) verso Sigliano. Costeggiamo il lago artificiale in direzione di Motina.
Non c'è nessuno in giro!
Ci fermiamo a prendere un caffè a pochi km da Anghiari.
La Ultra Classic di Max: sosta presso Anghiàri.
Prima o poi la visiterò: finora l'ho sempre attraversata, arrivandoci da varie direzioni (l'ultima volta nel viaggio di Pasqua 2018), ma non mi sono mai soffermato.
La SS73 "Senese Aretina" ci porta rapidamente sotto Arezzo: passiamo da Palazzo del Pero e la vista sulla valle e su Castiglion Fiorentino è molto molto suggestiva.
Dalla strada che scende, la vallata con Castiglion Fiorentino
Anche la strada è molto bella da guidare.
Ci dirigiamo verso Torrita di Siena e Bettolle, per raggiungere una delle mete della giornata di oggi: Piènza.
La città è stata dichiarata patrimonio dell'UNESCO: è unica nel suo genere. La sua struttura urbanistica attuale, che nelle intenzioni dell'architetto che la concepì doveva rappresentare la città ideale, si deve a Papa Pio II Piccolomini, che là era nato, in un borgo della Val d'Orcia chiamato Corsignano.
Faccio un giro per il centro storico, le cui vie sono tutte cosparse di fiori.
L'infiorata a Pienza
La celebre piazza centrale
Le mura
La vista sulla Val d'Orcia
Non siamo gli unici motociclisti
Lasciamo Pienza per scendere verso Chianciano Terme e Sarteano.
Qui ricordo che avevamo pranzato nel corso del viaggio di ritorno dalla Basilicata nel 2015 .
Poi seguiamo per Città della Pieve e prendiamo una strada fantastica tra i boschi e i poggi che ci porta verso Montegabbione e Marsciano.
Infine a destinazione, in una splendida struttura agrituristica a qualche km da Todi.
La splendida vista sulle colline circostanti
Aperitivo a bordo piscina: cosa volere di più dopo i km e il caldo del viaggio!
Ogeko non crede ai suoi occhi
Sabaudi pronti per la cena
Dove alloggiare: posto meraviglioso l'Agriturismo Colle S. Giovanni, su un poggio nelle campagne a qualche km da Todi. Tranquillo, con una meravigliosa piscina, stanze spaziose e confortevoli. Gentilissimi i proprietari. Le moto lasciate nel cortile di ghiaia davanti alla struttura: tanto non si corre rischio alcuno. Posto dove sostare anche più giorni, per visitare la zona o semplicemente godersi il relax.
4 giugno - Verso Civita Bagnoregio. Poi puntata a nord di Roma e poi Abruzzo, a Cansano, zona Sulmona
Ieri, a bordo piscina, i piemontesi pianificavano il rientro. Erano ormai decisi: chiedevano a me percorsi interessanti da seguire e posti dove fermarsi per la sera a dormire e cenare.
Ma poi salta fuori lo spirito improvvisatore, che ti fa dire "ma perchè no?". Hollister confessa di aver sempre voluto visitare Civita di Bagnoregio. Non è lontanissimo e non porterebbe poi tanto fuori dalla strada per tornare poi verso nord. Decidiamo che Civita merita qualche km in più!
E in effetti la decisione è giusta! A Civita per 1€ all'ora parcheggiamo le moto all'ombra.
Raggiungiamo il belvedere dove la vista del borgo abbarbicato sul cucuzzolo ci attira inesorabilmente ad andarlo a visitare.
Civita Bagnoregio su una collina di tufo
La giornata calda già di suo diventerà micidiale quando con scarponi e giubbotto da moto mi avvio per la discesa che porta alla biglietteria. Si trova alla base del ponte. Poi ci si deve avviare per l'erta che porta al borgo. Diciamo che è impegnativo, soprattutto bardati a quel modo.
Una volta arrivati alle mura del paesino, ci si volta indietro: sembra incredibile essere riusciti a colmare quella distanza così scoscesa.
La salita è dura, ma vale la pena
Il paesino è uno dei tantissimi, deliziosi paesini di cui e costellata la penisola. La particolarità sta in questo accesso così singolare e impervio che, di fatto, ne ha decretato la fine come borgo abitato, ma ne ha fatto le fortune come località turistica.
L'arco di accesso al borgo di Civita
La piazza centrale con la chiesa
Sudati marci (..c'è anche la salita al contrario da percorrere!!!) torniamo alle moto. Giusto il tempo di recuperare un minimo le energie e salta fuori la prossima opzione: andare a mangiare in un ristorante a Cesano di Roma! Ce lo hanno fatto conoscere nolmar e jules winnfield: un amico di Roma ce li portò la prima volta e da allora è una delle nostre tappe fisse se siamo di strada.
Oggi non siamo affatto di strada, ma una volta nata la proposta, essa è stata accolta con un plebiscito!
Via per la bellissima salita che ci porta su per i Monti Cimini che dominano il lago di Vico. Conosciamo bene la zona avendoci spesso soggiornato negli ultimi anni, come nel giro in Tuscia del 2017. Attraversiamo Ronciglione e abbastanza speditamente, dopo aver perso i contatti tra di noi, "caliamo" verso la Capitale
Arriviamo intorno alle 13.30.
Mangiamo davvero di gusto, e anche chi non era mai stato qui apprezza decisamente.
L'interno dell'Osteria del borgo a Cesano di Roma
Grandiosa amatriciana
Menu del giorno
Alla fine scambiamo quattro chiacchiere con la simpatica signora svizzera che gestisce il locale, che è ben felice di immortalarci.
Anche il gatto si è messo in posa con noi
Torneremo sicuramente presto.
Per il momento, però, ci si saluta: Hollister, Flu e Max riprendono la strada verso la Tuscia, per poi rientrare a casa nella giornata di domani.
Rimaniamo in 3 a imboccare il GRA verso l'Abruzzo.
Lunghezza, Tivoli, e via verso l'Appennino.
Ingresso in Abruzzo sulla A25
In cielo si addensano nubi scure, verso i monti
Superato il raccordo di Torano, usciamo a Magliano dei Marsi. Di autostrada ne abbiamo avuto abbastanza: c'è tempo per riprendere un attimo fiato, benziniamo e si va verso est, direzione Avezzano.
Dopo Pescina raggiungiamo Cesoli e da qui imbocchiamo la SP60.
Come sempre, quando meno te lo aspetti, o pensi che la giornata volga al termine senza ulteriori sussulti, finiamo col percorrere i km di questa strada che salgono verso i monti.
Nessuno per strada, il fondo stradale perfetto, il panorama sempre più ampio e le curve fantastiche ci prendono la mano e il polso. Meravigliosa!!
Una divagazione su un sentiero nel bosco, che si apre su un'ampia radura
Da là si può godere di una vista bellissima verso la piana del Fùcino.
Si fa sera, abbiamo ancora della strada da fare. Continuiamo a salire finchè la strada prende a scendere con un bel tracciato sinuoso.
Procediamo lungo la discesa a motore spento: solo il fruscìo del vento
Davanti, in basso, il fondovalle, con l'autostrada e le gole di Anversa degli Abruzzi sullo sfondo
Più in basso su un cucuzzolo, il paesino arroccato di Cocùllo, famoso per la devozione a S. Domenico, la cui statua in processione viene fatta avvolgere dai serpenti.
Cocullo
Proseguiamo percorrendo la Tiburtina che con una lunga discesa porta verso Sulmona: di fronte, il massiccio del Monte Morrone, parte della Majella. Passiamo davanti al museo dei confetti Pelino, un vero e proprio vanto locale, e risaliamo ai margini della città natale di Ovidio verso Pacentro e Cansano, sede della nostra tappa odierna.
Il tramonto sui monti d'Abruzzo, a Cansano
Dopo quello che avevamo mangiato a pranzo, consumiamo anche la cena preparata dalla signora dell'agriturismo.
Ravioli di ricotta
Immancabili arrosticini
Per smaltire la cena, serve sedersi nel cortile, all'aperto, con una bottiglia di digestivo.
Tuttavia siamo in quota, appena sotto le montagne, e un vento tutt'altro che caldo ci consiglia di prendere la via delle brande: anche oggi abbiamo fatto tanto e c'è bisogno di riposo.
Ieri, a bordo piscina, i piemontesi pianificavano il rientro. Erano ormai decisi: chiedevano a me percorsi interessanti da seguire e posti dove fermarsi per la sera a dormire e cenare.
Ma poi salta fuori lo spirito improvvisatore, che ti fa dire "ma perchè no?". Hollister confessa di aver sempre voluto visitare Civita di Bagnoregio. Non è lontanissimo e non porterebbe poi tanto fuori dalla strada per tornare poi verso nord. Decidiamo che Civita merita qualche km in più!
E in effetti la decisione è giusta! A Civita per 1€ all'ora parcheggiamo le moto all'ombra.
Raggiungiamo il belvedere dove la vista del borgo abbarbicato sul cucuzzolo ci attira inesorabilmente ad andarlo a visitare.
Civita Bagnoregio su una collina di tufo
La giornata calda già di suo diventerà micidiale quando con scarponi e giubbotto da moto mi avvio per la discesa che porta alla biglietteria. Si trova alla base del ponte. Poi ci si deve avviare per l'erta che porta al borgo. Diciamo che è impegnativo, soprattutto bardati a quel modo.
Una volta arrivati alle mura del paesino, ci si volta indietro: sembra incredibile essere riusciti a colmare quella distanza così scoscesa.
La salita è dura, ma vale la pena
Il paesino è uno dei tantissimi, deliziosi paesini di cui e costellata la penisola. La particolarità sta in questo accesso così singolare e impervio che, di fatto, ne ha decretato la fine come borgo abitato, ma ne ha fatto le fortune come località turistica.
L'arco di accesso al borgo di Civita
La piazza centrale con la chiesa
Sudati marci (..c'è anche la salita al contrario da percorrere!!!) torniamo alle moto. Giusto il tempo di recuperare un minimo le energie e salta fuori la prossima opzione: andare a mangiare in un ristorante a Cesano di Roma! Ce lo hanno fatto conoscere nolmar e jules winnfield: un amico di Roma ce li portò la prima volta e da allora è una delle nostre tappe fisse se siamo di strada.
Oggi non siamo affatto di strada, ma una volta nata la proposta, essa è stata accolta con un plebiscito!
Via per la bellissima salita che ci porta su per i Monti Cimini che dominano il lago di Vico. Conosciamo bene la zona avendoci spesso soggiornato negli ultimi anni, come nel giro in Tuscia del 2017. Attraversiamo Ronciglione e abbastanza speditamente, dopo aver perso i contatti tra di noi, "caliamo" verso la Capitale
Arriviamo intorno alle 13.30.
Mangiamo davvero di gusto, e anche chi non era mai stato qui apprezza decisamente.
L'interno dell'Osteria del borgo a Cesano di Roma
Grandiosa amatriciana
Menu del giorno
Alla fine scambiamo quattro chiacchiere con la simpatica signora svizzera che gestisce il locale, che è ben felice di immortalarci.
Anche il gatto si è messo in posa con noi
Torneremo sicuramente presto.
Per il momento, però, ci si saluta: Hollister, Flu e Max riprendono la strada verso la Tuscia, per poi rientrare a casa nella giornata di domani.
Rimaniamo in 3 a imboccare il GRA verso l'Abruzzo.
Lunghezza, Tivoli, e via verso l'Appennino.
Ingresso in Abruzzo sulla A25
In cielo si addensano nubi scure, verso i monti
Superato il raccordo di Torano, usciamo a Magliano dei Marsi. Di autostrada ne abbiamo avuto abbastanza: c'è tempo per riprendere un attimo fiato, benziniamo e si va verso est, direzione Avezzano.
Dopo Pescina raggiungiamo Cesoli e da qui imbocchiamo la SP60.
Come sempre, quando meno te lo aspetti, o pensi che la giornata volga al termine senza ulteriori sussulti, finiamo col percorrere i km di questa strada che salgono verso i monti.
Nessuno per strada, il fondo stradale perfetto, il panorama sempre più ampio e le curve fantastiche ci prendono la mano e il polso. Meravigliosa!!
Una divagazione su un sentiero nel bosco, che si apre su un'ampia radura
Da là si può godere di una vista bellissima verso la piana del Fùcino.
Si fa sera, abbiamo ancora della strada da fare. Continuiamo a salire finchè la strada prende a scendere con un bel tracciato sinuoso.
Procediamo lungo la discesa a motore spento: solo il fruscìo del vento
Davanti, in basso, il fondovalle, con l'autostrada e le gole di Anversa degli Abruzzi sullo sfondo
Più in basso su un cucuzzolo, il paesino arroccato di Cocùllo, famoso per la devozione a S. Domenico, la cui statua in processione viene fatta avvolgere dai serpenti.
Cocullo
Proseguiamo percorrendo la Tiburtina che con una lunga discesa porta verso Sulmona: di fronte, il massiccio del Monte Morrone, parte della Majella. Passiamo davanti al museo dei confetti Pelino, un vero e proprio vanto locale, e risaliamo ai margini della città natale di Ovidio verso Pacentro e Cansano, sede della nostra tappa odierna.
Il tramonto sui monti d'Abruzzo, a Cansano
Dopo quello che avevamo mangiato a pranzo, consumiamo anche la cena preparata dalla signora dell'agriturismo.
Ravioli di ricotta
Immancabili arrosticini
Per smaltire la cena, serve sedersi nel cortile, all'aperto, con una bottiglia di digestivo.
Tuttavia siamo in quota, appena sotto le montagne, e un vento tutt'altro che caldo ci consiglia di prendere la via delle brande: anche oggi abbiamo fatto tanto e c'è bisogno di riposo.
5 giugno - Si resta in Abruzzo: giro verso Rocca Calascio e Campo Imperatore, e poi Piana della 5 miglia e Castel di Sangro
Al mattino siamo ben intenzionati a tornare verso nord, per salire sul gran Sasso: sembra che il meteo sia incerto, ma essere a un passo e non andare ci sembra un peccato.
Ci dirigiamo verso Campo di Giove e Passo S. Leonardo.
Passo S. Leonardo
La strada è messa veramente male: sconnessioni, asfalto trascurato. Bello il contesto in cui viaggiamo, immersi tra i monti e il nulla, ma resta un senso di incompiutezza per via della manutenzione della strada.
Dopo essere scesi verso Caramanico, riprendiamo la Tiburtina in direzione di Bussi sul Tirino.
E' da qui che andiamo verso il Gran Sasso. Ed è qui che il KTM1290 di nessuno13 comincia ad avere problemi col liquido del radiatore: esaminando il fianchetto destro della moto, si vede che il liquido fuoriesce.
Proseguiamo la salita, con la vallata che sempre più si distende sotto di noi, per una vista incredibilmente affascinante. Si va verso Rocca Calascio.
L'antico castello diroccato di Calascio torreggia sulla valle
Continuiamo a salire, la strada resta meravigliosa, e raggiungiamo Castel del Monte: l'ultimo paese, prima della cima. Una svolta a sinistra porta alla serie di tornanti per il valico di Capo la Serra.
Valico di Capo la Serra: da qui il paesaggio si fa maestoso
Curve e controcurve, in discesa, per raggiungere la zona di Fonte Vetica.
Il bivio per Farindola: a destra si va a Rigopiano
In un'atmosfera surreale, in totale solitudine, ci addentriamo nel lunghissimo altipiano, contornato dai monti più alti dell'Appennino.
Verso Campo Imperatore
Parte della piana del Gran Sasso
Dopo il bivio per campo Imperatore, c'è prima una breve discesa, poi un lungo rettilineo in falsopiano e infine la strada riprende a salire per l'ultima parte.
La strada è davvero divertente
Ancora tanta neve a bordo strada
Arrivo a Campo Imperatore
L'Osservatorio Astronomico
La strada una volta giunti in cima finisce: bisogna tornare indietro, al bivio, per scendere.
Il cielo si fa minaccioso: le nuvole scendono rapide dai monti verso la piana.
In montagna il tempo cambia rapidamente
Voltiamo a destra: la discesa è lunghissima e favolosa, con curve guidate e strada impeccabile. Raggiungiamo Fonte Cerreto: qui si trovano alcuni alberghi e la base della Funivia.
Proseguiamo fino al bivio, ad Assergi. Qui nessuno13, in pensiero per il KTM, decide di salutarci: torna verso casa, a nord.
nessuno13 prende l'autostrada: arriverà a casa in serata
Assergi: ingresso Aquilano al Gran Sasso
Siamo rimasti in 2. E' come se iniziasse un altro viaggio, a questo punto.
Superata da poco Paganica, dove ancora si vedono chiaramente i segni del terremoto del 2009 sugli edifici puntellati, indossiamo con previdenza gli antipioggia. Fa caldo, ma di lì a poche centinaia di metri si scatena un temporale che riversa tantissima acqua sulla strada.
Attraversiamo la piana di Navelli lungo la SS17 assomigliando a 2 aliscafi.
Poco dopo la deviazione per Popoli per fortuna smette di piovere e ci liberiamo degli antipioggia.
Lego il mio impermeabile alle cinghie del rullo da sella, in modo che si asciughi
Poi iniziamo la lunga discesa di tornanti che porta al fondovalle, a Popoli.
Laggiù il sole splende di nuovo. Seguiamo per Sulmona e mentre stiamo per iniziare la salita per Pettorano sul Gizio il cielo, davanti a noi, torna a coprirsi di nubi nere e minacciose.
A Sulmona il cielo è non promette nulla di buono verso le montagne
Poco dopo affrontiamo sotto la pioggia battente la lunga salita, peraltro piacevole e molto veloce (per chi lo conosce, ricorda un po' quella che porta al Passo del Sempione). Fa caldo, al punto che dall'asfalto si alza il vapore dovuto alla pioggia. Percorriamo il lungo tunnel e sbuchiamo sulla Piana delle Cinque Miglia.
Verso Roccaraso
Le nuvole sembrano essere rimaste un po' indietro: attraversiamo il lungo altipiano. Sulla destra la zona sciistica dell'Aremogna, poi sulla sinistra il paesino di Rivisondoli e poco più avanti Roccaraso.
Seguitiamo con la strada larga e scorrevole verso il paese di Castel di Sangro, qualche km oltre Roccaraso in direzione del confine con il Molise.
Non abbiamo ancora deciso dove fare tappa. Saranno le 3 del pomeriggio quando ci sediamo in un bar per riporre gli abiti da pioggia e consultare le mappe.
Sarà il sole tiepido che ci fa impigrire, sarà il temporale che ci insegue che ha reso di nuovo minaccioso il cielo, sarà che per oggi abbiamo comunque già visto dei gran bei posti e la voglia di curve ce la siamo tolta: fatto sta che in un baleno ci troviamo concordi nel decidere di fermarci a Castel di Sangro: in fondo è una stazione climatica dove qualche buona sistemazione si trova anche all'ultimo momento.
Troviamo a un prezzo risibile una stanza in un bell'albergo dotato di tutti i comfort: telefoniamo per avvisare che arriveremo nel giro di un quarto d'ora. Una volta in reception ci viene fatto anche il passaggio a prezzo invariato ad una stanza di livello superiore e con poco più di 10€ alla sera ci viene anche servita la cena.
Moto parcheggiate e riprende a piovere
Un aperitivo a bordo piscina concretizza una perfetta conclusione di giornata.
Dove alloggiare: a Castel di Sangro non mancano le sistemazioni. Noi abbiamo trovato questo Sport Village Hotel & SPA un paio di km fuori città, in un'area attrezzata con piscine, impianti sportivi e campi da tennis. Volendo si può anche cenare. Non c'è rimessa interna per le moto, ma le si lascia nel piazzale recintato dell'hotel, senza alcunissimo rischio. Va detto, per chi volesse considerare questa sitemazione, che per raggiungere il centro di Castel di Sangro bisognerebbe riprendere le moto.
Al mattino siamo ben intenzionati a tornare verso nord, per salire sul gran Sasso: sembra che il meteo sia incerto, ma essere a un passo e non andare ci sembra un peccato.
Ci dirigiamo verso Campo di Giove e Passo S. Leonardo.
Passo S. Leonardo
La strada è messa veramente male: sconnessioni, asfalto trascurato. Bello il contesto in cui viaggiamo, immersi tra i monti e il nulla, ma resta un senso di incompiutezza per via della manutenzione della strada.
Dopo essere scesi verso Caramanico, riprendiamo la Tiburtina in direzione di Bussi sul Tirino.
E' da qui che andiamo verso il Gran Sasso. Ed è qui che il KTM1290 di nessuno13 comincia ad avere problemi col liquido del radiatore: esaminando il fianchetto destro della moto, si vede che il liquido fuoriesce.
Proseguiamo la salita, con la vallata che sempre più si distende sotto di noi, per una vista incredibilmente affascinante. Si va verso Rocca Calascio.
L'antico castello diroccato di Calascio torreggia sulla valle
Continuiamo a salire, la strada resta meravigliosa, e raggiungiamo Castel del Monte: l'ultimo paese, prima della cima. Una svolta a sinistra porta alla serie di tornanti per il valico di Capo la Serra.
Valico di Capo la Serra: da qui il paesaggio si fa maestoso
Curve e controcurve, in discesa, per raggiungere la zona di Fonte Vetica.
Il bivio per Farindola: a destra si va a Rigopiano
In un'atmosfera surreale, in totale solitudine, ci addentriamo nel lunghissimo altipiano, contornato dai monti più alti dell'Appennino.
Verso Campo Imperatore
Parte della piana del Gran Sasso
Dopo il bivio per campo Imperatore, c'è prima una breve discesa, poi un lungo rettilineo in falsopiano e infine la strada riprende a salire per l'ultima parte.
La strada è davvero divertente
Ancora tanta neve a bordo strada
Arrivo a Campo Imperatore
L'Osservatorio Astronomico
La strada una volta giunti in cima finisce: bisogna tornare indietro, al bivio, per scendere.
Il cielo si fa minaccioso: le nuvole scendono rapide dai monti verso la piana.
In montagna il tempo cambia rapidamente
Voltiamo a destra: la discesa è lunghissima e favolosa, con curve guidate e strada impeccabile. Raggiungiamo Fonte Cerreto: qui si trovano alcuni alberghi e la base della Funivia.
Proseguiamo fino al bivio, ad Assergi. Qui nessuno13, in pensiero per il KTM, decide di salutarci: torna verso casa, a nord.
nessuno13 prende l'autostrada: arriverà a casa in serata
Assergi: ingresso Aquilano al Gran Sasso
Siamo rimasti in 2. E' come se iniziasse un altro viaggio, a questo punto.
Superata da poco Paganica, dove ancora si vedono chiaramente i segni del terremoto del 2009 sugli edifici puntellati, indossiamo con previdenza gli antipioggia. Fa caldo, ma di lì a poche centinaia di metri si scatena un temporale che riversa tantissima acqua sulla strada.
Attraversiamo la piana di Navelli lungo la SS17 assomigliando a 2 aliscafi.
Poco dopo la deviazione per Popoli per fortuna smette di piovere e ci liberiamo degli antipioggia.
Lego il mio impermeabile alle cinghie del rullo da sella, in modo che si asciughi
Poi iniziamo la lunga discesa di tornanti che porta al fondovalle, a Popoli.
Laggiù il sole splende di nuovo. Seguiamo per Sulmona e mentre stiamo per iniziare la salita per Pettorano sul Gizio il cielo, davanti a noi, torna a coprirsi di nubi nere e minacciose.
A Sulmona il cielo è non promette nulla di buono verso le montagne
Poco dopo affrontiamo sotto la pioggia battente la lunga salita, peraltro piacevole e molto veloce (per chi lo conosce, ricorda un po' quella che porta al Passo del Sempione). Fa caldo, al punto che dall'asfalto si alza il vapore dovuto alla pioggia. Percorriamo il lungo tunnel e sbuchiamo sulla Piana delle Cinque Miglia.
Verso Roccaraso
Le nuvole sembrano essere rimaste un po' indietro: attraversiamo il lungo altipiano. Sulla destra la zona sciistica dell'Aremogna, poi sulla sinistra il paesino di Rivisondoli e poco più avanti Roccaraso.
Seguitiamo con la strada larga e scorrevole verso il paese di Castel di Sangro, qualche km oltre Roccaraso in direzione del confine con il Molise.
Non abbiamo ancora deciso dove fare tappa. Saranno le 3 del pomeriggio quando ci sediamo in un bar per riporre gli abiti da pioggia e consultare le mappe.
Sarà il sole tiepido che ci fa impigrire, sarà il temporale che ci insegue che ha reso di nuovo minaccioso il cielo, sarà che per oggi abbiamo comunque già visto dei gran bei posti e la voglia di curve ce la siamo tolta: fatto sta che in un baleno ci troviamo concordi nel decidere di fermarci a Castel di Sangro: in fondo è una stazione climatica dove qualche buona sistemazione si trova anche all'ultimo momento.
Troviamo a un prezzo risibile una stanza in un bell'albergo dotato di tutti i comfort: telefoniamo per avvisare che arriveremo nel giro di un quarto d'ora. Una volta in reception ci viene fatto anche il passaggio a prezzo invariato ad una stanza di livello superiore e con poco più di 10€ alla sera ci viene anche servita la cena.
Moto parcheggiate e riprende a piovere
Un aperitivo a bordo piscina concretizza una perfetta conclusione di giornata.
Dove alloggiare: a Castel di Sangro non mancano le sistemazioni. Noi abbiamo trovato questo Sport Village Hotel & SPA un paio di km fuori città, in un'area attrezzata con piscine, impianti sportivi e campi da tennis. Volendo si può anche cenare. Non c'è rimessa interna per le moto, ma le si lascia nel piazzale recintato dell'hotel, senza alcunissimo rischio. Va detto, per chi volesse considerare questa sitemazione, che per raggiungere il centro di Castel di Sangro bisognerebbe riprendere le moto.
6 giugno - Tocca alla Campania: si va verso Forca d'Acero e la Val Comino. Poi Cardito e Venafro e si sale sul Matese. Quindi Bojano e su verso Pietraroja e Telese Terme.
Stamane il cielo è di nuovo sgombro.
Ieri sera abbiamo fatto un po' di piani e oggi facciamo strade che in parte non ho mai fatto neanche io.
Ripartiamo da Castel di Sangro e dopo aver fatto benzina proseguiamo lungo la SS83 "Marsicana". Un lungo rettilineo porta verso il paesino di Alfedena. Poi la strada diventa vivace e piacevole. Fondo stradale impeccabile. Da Caramanico Terme, ieri mattina, in avanti non possiamo assolutamente lamentarci delle strade percorse in Abruzzo.
Si raggiunge il bel paesino di Villetta Barrea. Di fronte, in basso, il lago: nelle belle giornate i monti di fronte si riflettono nelle sue acque verdi creando un effetto specchio indimenticabile.
Proseguiamo per Opi, dove iniziamo a salire lungo la SR509 di Forca d'Acero, verso il confine tra Abruzzo e Lazio.
Il piccolo abitato di Opi, nel Parco Nazionale d'Abruzzo, visto dalla SR509 di Forca d'Acero
La strada che ci porta su a Forca d'Acero corre tra i boschi ed è favolosa. Il fatto che non ci sia nessuno in giro ce la fa apprezzare ancora di più!
Anche un adesivo del Moto Guzzi Stelvio Club
Forca d'Acero è anche accesso al Parco d'Abruzzo dal versante laziale
La discesa verso la Val Comino ci avvolge con una nebbia autunnale, attraverso la quale si profilano anche alcune mucche che provano a pascolare in mezzo alla strada: non credo trovino molto per saziarsi.
Nebbia in Val Comino
Svariati tornanti ci portano a San Donato Val di Comino. Poi rapidamente la SR509 si snoda verso Atina. Non siamo lontani da Cassino, ma qui una svolta secca a sinistra ci immette sulla SS627 della Vandra.
Che dire: una strada eccezionale, che corre tra i boschi e presenta improvvisamente tornanti secchi, anche in sequenza! In certi tratti sembra quasi di percorrere il famoso "cavatappi" di Laguna Seca! Memorabili le curve a S. Biagio Saracinisco! Poi costeggiamo il lago Selva, seguendo sempre la statale della Vandra in direzione di Cardìto. Si passa così il confine tra Lazio e Molise. Scendiamo verso Filignano e Pozzilli, perchè la nostra direzione è Venafro. Come più volte ho potuto constatare quando passo di qua, il traffico sulla strada principale (la SS85) è sempre intenso e anche abbastanza disordinato. Per fortuna, tuttavia, è solo un breve tratto, prima di voltare a sinistra e riprendere una buona andatura fino alla svolta per Capriati al Volturno. Tra le campagne raggiungiamo i piedi del massiccio del Matese.
Lo scenografico arco di Fontegreca, prima di salire sul Matese
Un lungo rettilineo di un paio di km. Poi la strada sale rapidamente, sul fianco del monte: mi ricorda un po' certi tratti delle prealpi bergamasche. La vista dalla montagna che si stacca nettamente dalla pianura circostante è molto suggestiva.
I tornanti e in basso il rettilineo da cui siamo partiti
Proseguiamo verso Letino, costeggiando il lago di Gallo.
La vista del Lago di Gallo
L'ingresso dell'abitato di Letìno
Queste zone le avevo già percorse nel giro del 2015 con Nolmar.
I posti sono letteralmente deserti, c'è la quiete più totale e il traffico è nullo. Poco più avanti, dopo aver scavallato, ci si para davanti un altro lago.
Il Lago del Matese, nel mezzo dell'omonimo parco naturale
Continuiamo sulla SP331 verso Guardiaregia. Alcuni tratti non sono il massimo quanto a manutenzione del fondo stradale, ma ci sono anche altri aspetti che valorizzano un giro in moto: la sensazione di essere soli tra quei monti è molto suggestiva!
Raggiungiamo un porto sicuro per il pranzo, il Ristorante La Quercia, nei pressi di Vinchiaturo, sulla SS87. Ci abbiamo già sostato un paio di volte: la prima in occasione del viaggio del 2014 in Salento.
Gonzo non ci fa mancare il suo supporto
La catena lenta della Scrabler di Ogeko è l'occasione per un rapido passaggio a casa di Gonzo, che ci accoglie con tutti gli onori. Un grande, come sempre!!!!
La sua bellissima Bonnie "special"
Riprendiamo la strada per tornare sui monti: direzione Pietraroja, andamento lento per goderci il giro con calma. Scavalliamo il massiccio del Matese e raggiungiamo il centro termale di Telese, dove poche ore prima abbiamo prenotato per la sera. Troviamo da dormire in un albergo dallo stile liberty, tipico delle strutture termali e non possiamo lamentarci di nulla.
Il passaggio a Telese terme è anche l'occasione per rivedere Keir, che non vive troppo lontano: ci raggiunge e ceniamo insieme (abbastanza frugalmente, in verità..).
Keir ci prende e ci porta in giro: grande!
Le moto ci aspettano al sicuro, parcheggiate proprio sotto la camera!
Sempre bello rivedere gli amici!
Stamane il cielo è di nuovo sgombro.
Ieri sera abbiamo fatto un po' di piani e oggi facciamo strade che in parte non ho mai fatto neanche io.
Ripartiamo da Castel di Sangro e dopo aver fatto benzina proseguiamo lungo la SS83 "Marsicana". Un lungo rettilineo porta verso il paesino di Alfedena. Poi la strada diventa vivace e piacevole. Fondo stradale impeccabile. Da Caramanico Terme, ieri mattina, in avanti non possiamo assolutamente lamentarci delle strade percorse in Abruzzo.
Si raggiunge il bel paesino di Villetta Barrea. Di fronte, in basso, il lago: nelle belle giornate i monti di fronte si riflettono nelle sue acque verdi creando un effetto specchio indimenticabile.
Proseguiamo per Opi, dove iniziamo a salire lungo la SR509 di Forca d'Acero, verso il confine tra Abruzzo e Lazio.
Il piccolo abitato di Opi, nel Parco Nazionale d'Abruzzo, visto dalla SR509 di Forca d'Acero
La strada che ci porta su a Forca d'Acero corre tra i boschi ed è favolosa. Il fatto che non ci sia nessuno in giro ce la fa apprezzare ancora di più!
Anche un adesivo del Moto Guzzi Stelvio Club
Forca d'Acero è anche accesso al Parco d'Abruzzo dal versante laziale
La discesa verso la Val Comino ci avvolge con una nebbia autunnale, attraverso la quale si profilano anche alcune mucche che provano a pascolare in mezzo alla strada: non credo trovino molto per saziarsi.
Nebbia in Val Comino
Svariati tornanti ci portano a San Donato Val di Comino. Poi rapidamente la SR509 si snoda verso Atina. Non siamo lontani da Cassino, ma qui una svolta secca a sinistra ci immette sulla SS627 della Vandra.
Che dire: una strada eccezionale, che corre tra i boschi e presenta improvvisamente tornanti secchi, anche in sequenza! In certi tratti sembra quasi di percorrere il famoso "cavatappi" di Laguna Seca! Memorabili le curve a S. Biagio Saracinisco! Poi costeggiamo il lago Selva, seguendo sempre la statale della Vandra in direzione di Cardìto. Si passa così il confine tra Lazio e Molise. Scendiamo verso Filignano e Pozzilli, perchè la nostra direzione è Venafro. Come più volte ho potuto constatare quando passo di qua, il traffico sulla strada principale (la SS85) è sempre intenso e anche abbastanza disordinato. Per fortuna, tuttavia, è solo un breve tratto, prima di voltare a sinistra e riprendere una buona andatura fino alla svolta per Capriati al Volturno. Tra le campagne raggiungiamo i piedi del massiccio del Matese.
Lo scenografico arco di Fontegreca, prima di salire sul Matese
Un lungo rettilineo di un paio di km. Poi la strada sale rapidamente, sul fianco del monte: mi ricorda un po' certi tratti delle prealpi bergamasche. La vista dalla montagna che si stacca nettamente dalla pianura circostante è molto suggestiva.
I tornanti e in basso il rettilineo da cui siamo partiti
Proseguiamo verso Letino, costeggiando il lago di Gallo.
La vista del Lago di Gallo
L'ingresso dell'abitato di Letìno
Queste zone le avevo già percorse nel giro del 2015 con Nolmar.
I posti sono letteralmente deserti, c'è la quiete più totale e il traffico è nullo. Poco più avanti, dopo aver scavallato, ci si para davanti un altro lago.
Il Lago del Matese, nel mezzo dell'omonimo parco naturale
Continuiamo sulla SP331 verso Guardiaregia. Alcuni tratti non sono il massimo quanto a manutenzione del fondo stradale, ma ci sono anche altri aspetti che valorizzano un giro in moto: la sensazione di essere soli tra quei monti è molto suggestiva!
Raggiungiamo un porto sicuro per il pranzo, il Ristorante La Quercia, nei pressi di Vinchiaturo, sulla SS87. Ci abbiamo già sostato un paio di volte: la prima in occasione del viaggio del 2014 in Salento.
Gonzo non ci fa mancare il suo supporto
La catena lenta della Scrabler di Ogeko è l'occasione per un rapido passaggio a casa di Gonzo, che ci accoglie con tutti gli onori. Un grande, come sempre!!!!
La sua bellissima Bonnie "special"
Riprendiamo la strada per tornare sui monti: direzione Pietraroja, andamento lento per goderci il giro con calma. Scavalliamo il massiccio del Matese e raggiungiamo il centro termale di Telese, dove poche ore prima abbiamo prenotato per la sera. Troviamo da dormire in un albergo dallo stile liberty, tipico delle strutture termali e non possiamo lamentarci di nulla.
Il passaggio a Telese terme è anche l'occasione per rivedere Keir, che non vive troppo lontano: ci raggiunge e ceniamo insieme (abbastanza frugalmente, in verità..).
Keir ci prende e ci porta in giro: grande!
Le moto ci aspettano al sicuro, parcheggiate proprio sotto la camera!
Sempre bello rivedere gli amici!
7 giugno - Attraverso l'Irpinia, verso il Lago Laceno e la Basilicata, con le Cascate di S. Fele e il Castello di Lagopèsole, fino in Puglia, a Gravina
Al mattino una bella colazione e si riprende il viaggio. A dire il vero si procede un po' a rilento: ieri sera abbiamo elaborato un percorso fin troppo tortuoso e le strade su cui ci porta googlemaps sono praticamente delle mulattiere. Per fortuna non sono con la Stelvio questa volta, perchè effettivamente in certi tratti sarebbe stato impegnativo gestire quel peso in certe manovre a velocità zero e spazio ancora più esiguo.
Comunque godiamo di bei panorami ugualmente!
Da Vitulano la vista spazia verso il Sannio e l'Irpinia
Fa già caldo mentre tra le campagne andiamo verso il Monte Taburno. Il ritmo è davvero troppo rallentato dal tipo di tracciato.
Per questo decidiamo di scendere a valle e superare un po' alla svelta l'area di Benevento. Raggiungiamo Chiusano S. Domenico e di qua la strada si addentra in una zona del tutto nuova per me. Lungo la SS400 di Castelvetere raggiungiamo Ponte Romito e scendiamo a sud verso Bagnoli Irpino. Non c'è quasi nessuno in giro e la strada non è messa benissimo. Nei dintorni raggiungiamo il Lago Lacèno: si tratta di uno specchio d'acqua dall'aspetto acquitrinoso, che si apre in uno spazio tra le colline.
Costeggiando il Lago Lacèno
Muoviamo verso Lioni, dove a dire il vero perdiamo un po' l'orientamento. Alla fine comunque a senso riusciamo a scendere rapidi verso Materdomini e seguiamo le indicazioni per Muro Lucano.
Nel farlo, ci troviamo a percorrere la SS381, una vecchia strada statale tra i campi, veramente entusiasmante.
Bivio SS381 con SS7
All'incrocio con la SS7 invece di seguire per Muro Lucano, proseguiamo sulla stessa strada: ci piace e ci dirigiamo verso Bella, prima e San Fele, dopo.
Ogeko ha sentito parlare di una cascata in questa zona: basta un cenno e decidiamo di andare a vedere! Lasciamo il paesino di San Fele salendo verso sinistra. La strada si inerpica con un bel tracciato curvoso e raggiunge un altopiano.
Troviamo le indicazioni!
Uno degli accessi alle Cascate di S. Fele
In realtà non si tratta di una sola cascata, ma di una serie di cascate, alle quali si accede da vari punti lungo la strada. Ci si addentra nel bosco (che fatica con l'abbigliamento da moto!) e dopo qualche centinaia di metri ci si può abbandonare alla frescura dell'ombra e al freddo dell'acqua: berla direttamente dal torrente e sciacquarcisi il viso accaldato è tutt'uno.
Dobbiamo riprendere la strada, ma le freschissime acque del torrente da cui nascono le cascate ci rinfrescano ancora dopo un po', quando ci dissetiamo abbondantemente da una fontana. Troviamo alcuni abitanti della zona che - fortuna loro! - sono giunti con delle cassette di bottiglie di vetro da riempire. Che bello: acqua che più naturale non si può!
La SS658 in direzione di Atella è svelta, ma divertente. Siamo in Basilicata e l'atmosfera, il colore dell'aria, l'ambiente che ci circondano trasmettono calore e serenità. Davanti a noi si staglia su un'altura il castello di Lagopèsole, che faceva parte delle fortificazioni fatte costruire da Federico II (..lo stesso di Castel del Monte, ad Andria).
Davanti alle imponenti mura del castello di Lagopèsole
Proseguiamo lungo questa strada che è divertentissima! Tante curve guidabili, che si snodano in saliscendi disegnati sull'orografia collinare di questo bellissimo scorcio di meridione italiano! Seguendo le indicazioni per Potenza giugiamo fino all'incrocio con la SP96, che imbocchiamo in direzione di Tolve. Bellissima la strada che nel bosco porta al Valico di Bosco la Piana, a quasi 1000 metri.
Al Valico di Bosco la piana le ombre si allungano
Non che sia a corto di benzina, perchè la T120 consuma davvero poco, ma a forza di cercare un benzinaio finiamo col peregrinare tra le colline per decine di km quando raggiungiamo finalmente una pompa su un altura, davvero posso dire che procedevo coi vapori! Fosse stata 3 km più avanti, sarei rimasto a piedi!
Comunque tutto è bene quel che finisce bene: tolta la sete alla moto, proseguiamo solleciti verso Gravina di Puglia e l'ormai abituale struttura dove ci sistemiamo ogni volta che si gira da queste parti.
Dove dormire: La Camera Ducale a Gravina di Puglia si rivela sempre ottimale: economico, ma con camere grandissime e ben arredate. Per la cena, il ristorante, di una gestione separata, permette di cenare abbondantemente con meno di 20€. Le moto si possono lasciare addirittura sotto la camera! Si è nelle campagne di Gravina, a 15 minuti da Matera e a 10 dall'altopiano delle Murge.
Parcheggio a La Camera Ducale
Al mattino una bella colazione e si riprende il viaggio. A dire il vero si procede un po' a rilento: ieri sera abbiamo elaborato un percorso fin troppo tortuoso e le strade su cui ci porta googlemaps sono praticamente delle mulattiere. Per fortuna non sono con la Stelvio questa volta, perchè effettivamente in certi tratti sarebbe stato impegnativo gestire quel peso in certe manovre a velocità zero e spazio ancora più esiguo.
Comunque godiamo di bei panorami ugualmente!
Da Vitulano la vista spazia verso il Sannio e l'Irpinia
Fa già caldo mentre tra le campagne andiamo verso il Monte Taburno. Il ritmo è davvero troppo rallentato dal tipo di tracciato.
Per questo decidiamo di scendere a valle e superare un po' alla svelta l'area di Benevento. Raggiungiamo Chiusano S. Domenico e di qua la strada si addentra in una zona del tutto nuova per me. Lungo la SS400 di Castelvetere raggiungiamo Ponte Romito e scendiamo a sud verso Bagnoli Irpino. Non c'è quasi nessuno in giro e la strada non è messa benissimo. Nei dintorni raggiungiamo il Lago Lacèno: si tratta di uno specchio d'acqua dall'aspetto acquitrinoso, che si apre in uno spazio tra le colline.
Costeggiando il Lago Lacèno
Muoviamo verso Lioni, dove a dire il vero perdiamo un po' l'orientamento. Alla fine comunque a senso riusciamo a scendere rapidi verso Materdomini e seguiamo le indicazioni per Muro Lucano.
Nel farlo, ci troviamo a percorrere la SS381, una vecchia strada statale tra i campi, veramente entusiasmante.
Bivio SS381 con SS7
All'incrocio con la SS7 invece di seguire per Muro Lucano, proseguiamo sulla stessa strada: ci piace e ci dirigiamo verso Bella, prima e San Fele, dopo.
Ogeko ha sentito parlare di una cascata in questa zona: basta un cenno e decidiamo di andare a vedere! Lasciamo il paesino di San Fele salendo verso sinistra. La strada si inerpica con un bel tracciato curvoso e raggiunge un altopiano.
Troviamo le indicazioni!
Uno degli accessi alle Cascate di S. Fele
In realtà non si tratta di una sola cascata, ma di una serie di cascate, alle quali si accede da vari punti lungo la strada. Ci si addentra nel bosco (che fatica con l'abbigliamento da moto!) e dopo qualche centinaia di metri ci si può abbandonare alla frescura dell'ombra e al freddo dell'acqua: berla direttamente dal torrente e sciacquarcisi il viso accaldato è tutt'uno.
Dobbiamo riprendere la strada, ma le freschissime acque del torrente da cui nascono le cascate ci rinfrescano ancora dopo un po', quando ci dissetiamo abbondantemente da una fontana. Troviamo alcuni abitanti della zona che - fortuna loro! - sono giunti con delle cassette di bottiglie di vetro da riempire. Che bello: acqua che più naturale non si può!
La SS658 in direzione di Atella è svelta, ma divertente. Siamo in Basilicata e l'atmosfera, il colore dell'aria, l'ambiente che ci circondano trasmettono calore e serenità. Davanti a noi si staglia su un'altura il castello di Lagopèsole, che faceva parte delle fortificazioni fatte costruire da Federico II (..lo stesso di Castel del Monte, ad Andria).
Davanti alle imponenti mura del castello di Lagopèsole
Proseguiamo lungo questa strada che è divertentissima! Tante curve guidabili, che si snodano in saliscendi disegnati sull'orografia collinare di questo bellissimo scorcio di meridione italiano! Seguendo le indicazioni per Potenza giugiamo fino all'incrocio con la SP96, che imbocchiamo in direzione di Tolve. Bellissima la strada che nel bosco porta al Valico di Bosco la Piana, a quasi 1000 metri.
Al Valico di Bosco la piana le ombre si allungano
Non che sia a corto di benzina, perchè la T120 consuma davvero poco, ma a forza di cercare un benzinaio finiamo col peregrinare tra le colline per decine di km quando raggiungiamo finalmente una pompa su un altura, davvero posso dire che procedevo coi vapori! Fosse stata 3 km più avanti, sarei rimasto a piedi!
Comunque tutto è bene quel che finisce bene: tolta la sete alla moto, proseguiamo solleciti verso Gravina di Puglia e l'ormai abituale struttura dove ci sistemiamo ogni volta che si gira da queste parti.
Dove dormire: La Camera Ducale a Gravina di Puglia si rivela sempre ottimale: economico, ma con camere grandissime e ben arredate. Per la cena, il ristorante, di una gestione separata, permette di cenare abbondantemente con meno di 20€. Le moto si possono lasciare addirittura sotto la camera! Si è nelle campagne di Gravina, a 15 minuti da Matera e a 10 dall'altopiano delle Murge.
Parcheggio a La Camera Ducale
8 giugno - Alta Murgia, tra i campi ricoperti di grano, e Molise, ma si dorme in Abruzzo: Vasto
Come di consueto, Gravina e la Camera Ducale sono il teatro dei saluti: Ogeko va per la sua strada, mentre io devo riprendere a guidare verso il nord.
Le strade si separano
So dove andare: fremo per superare Gravina e dirigermi verso San Magno, salendo sull'altopiano delle Murge.
Le prime curve iniziano subito sulla SP238. Poi si corre sul falsopiano, con qualche saliscendi, con i campi di grano che si alternao a boschi e muretti di pietra.
Solo la moto e la strada
La svolta secca a sinistra e poi a destra e imbocco una strada quasi interpoderale, che taglia per il lungo l'altipiano, verso nord.
Castel del Monte fa da sfondo ai campi di grano
Proseguo per Citulo e arrivo all'estremo nord dell'altopiano: Montegrosso.
Qui la strada prosegue dritta come un fuso, nella Daunia. Si va verso Canosa e Cerignola, sul tracciato della SS16 Adriatica.
Lungo la SP110si viaggia in un apesaggio magico, dove trionfa il giallo dei campi di grano e l'azzurro del cielo.
Moto, grano e cielo
Supero Ortanova e niente altro occupa il panorama che le colline ricoperte di campi dorati.
Verso Troia
Ogni volta che attaverso queste zone mi sorprendo di quanto mi conquistino e mi emozionino, quando invece la mancanza di curve e il caldo dovrebbero essere quanto di meno gradito per chi va in moto. Eppure... su di me l'effetto è di provocare emozioni che si rincorrono.
La salita verso Lucera e la SS17: faccio benzina al Tamoil e proseguo per un tratto in direzione di Campobasso. La SS645 diventa più ampia, più simile a una superstrada, con viadotti che superanno valli e colline. Seguendo i consigli di Ogeko, volto a destra sulla SS212 della Val Fortore. Seguo per Pietracatella. La strada sale tra curve e tornanti: è divertente il tracciato per raggiungere il Valico omonimo.
Passo di Pietracatella (Molise)
Proseguo ancora, con la strada che sale ancora per qualche chilometro e corre sulla cresta tra due vallate fino a Casacalenda, dove si giunge dopo un breve tratto in discesa.
Un cartello indica Guardialfiera: ricordo che c'è un lago da quelle parti e seguo le indicazioni imboccando una svolta secca a sinistra, nel paese.
La strada si rivela essere una strada di campagna, sembra come una vecchia statale abbandonata da anni e frequentata solo come scorciatoia dal tracciato tortuoso da parte solo dei locali, pratici della zona: probabilmente era la vecchia strada, la SP73b.
Deserta, non c'è un'anima, e sinceramente sono abbastanza teso perchè non solo sembra non portare da nessuna parte, ma temo anche di incontrare qualche cane randagio, o un gregge, o qualche cinghiale. Per fortuna i miei timori sono infondati e la lunga discesa, diversi km, termina su un grande ponte dal quale si gode della vista del lago artificiale di Guardialfiera, dal nome del paesino che domina lo specchio d'acqua. a un paio di km su un'altura.Vado avanti km sena incontrare nessuno, aspettandomi solo di trovare a un certo punto la strada chiusa e in disuso. Invece dopo una serie di tornanti finali finisce su un alto viadotto, che si distende proprio sul lago artificiale di Guardialfiera.
Sul lago di Guardialfiera
Di qua con un raccordo ci si immette sulla SS647 "Bifernina", che corre appunto lungo la valle del fiume Biferno. Lascio la statale per salire verso Guglionesi.
Come di consueto, Gravina e la Camera Ducale sono il teatro dei saluti: Ogeko va per la sua strada, mentre io devo riprendere a guidare verso il nord.
Le strade si separano
So dove andare: fremo per superare Gravina e dirigermi verso San Magno, salendo sull'altopiano delle Murge.
Le prime curve iniziano subito sulla SP238. Poi si corre sul falsopiano, con qualche saliscendi, con i campi di grano che si alternao a boschi e muretti di pietra.
Solo la moto e la strada
La svolta secca a sinistra e poi a destra e imbocco una strada quasi interpoderale, che taglia per il lungo l'altipiano, verso nord.
Castel del Monte fa da sfondo ai campi di grano
Proseguo per Citulo e arrivo all'estremo nord dell'altopiano: Montegrosso.
Qui la strada prosegue dritta come un fuso, nella Daunia. Si va verso Canosa e Cerignola, sul tracciato della SS16 Adriatica.
Lungo la SP110si viaggia in un apesaggio magico, dove trionfa il giallo dei campi di grano e l'azzurro del cielo.
Moto, grano e cielo
Supero Ortanova e niente altro occupa il panorama che le colline ricoperte di campi dorati.
Verso Troia
Ogni volta che attaverso queste zone mi sorprendo di quanto mi conquistino e mi emozionino, quando invece la mancanza di curve e il caldo dovrebbero essere quanto di meno gradito per chi va in moto. Eppure... su di me l'effetto è di provocare emozioni che si rincorrono.
La salita verso Lucera e la SS17: faccio benzina al Tamoil e proseguo per un tratto in direzione di Campobasso. La SS645 diventa più ampia, più simile a una superstrada, con viadotti che superanno valli e colline. Seguendo i consigli di Ogeko, volto a destra sulla SS212 della Val Fortore. Seguo per Pietracatella. La strada sale tra curve e tornanti: è divertente il tracciato per raggiungere il Valico omonimo.
Passo di Pietracatella (Molise)
Proseguo ancora, con la strada che sale ancora per qualche chilometro e corre sulla cresta tra due vallate fino a Casacalenda, dove si giunge dopo un breve tratto in discesa.
Un cartello indica Guardialfiera: ricordo che c'è un lago da quelle parti e seguo le indicazioni imboccando una svolta secca a sinistra, nel paese.
La strada si rivela essere una strada di campagna, sembra come una vecchia statale abbandonata da anni e frequentata solo come scorciatoia dal tracciato tortuoso da parte solo dei locali, pratici della zona: probabilmente era la vecchia strada, la SP73b.
Deserta, non c'è un'anima, e sinceramente sono abbastanza teso perchè non solo sembra non portare da nessuna parte, ma temo anche di incontrare qualche cane randagio, o un gregge, o qualche cinghiale. Per fortuna i miei timori sono infondati e la lunga discesa, diversi km, termina su un grande ponte dal quale si gode della vista del lago artificiale di Guardialfiera, dal nome del paesino che domina lo specchio d'acqua. a un paio di km su un'altura.Vado avanti km sena incontrare nessuno, aspettandomi solo di trovare a un certo punto la strada chiusa e in disuso. Invece dopo una serie di tornanti finali finisce su un alto viadotto, che si distende proprio sul lago artificiale di Guardialfiera.
Sul lago di Guardialfiera
Di qua con un raccordo ci si immette sulla SS647 "Bifernina", che corre appunto lungo la valle del fiume Biferno. Lascio la statale per salire verso Guglionesi.
Guglionesi sul cucuzzolo
La vista del paese arroccato che svetta sui campi sottostanti ricoperti di fiori gialli è affascinante. Una volta in cima e "scavallato" verso le colline che portano verso l'Abruzzo la situazione meteo si conferma quella che era stata dipinta dalle previsioni: sole fino alla Puglia e perturbazione temporalesca importante di qui in avanti.
E infatti il cielo si riempie di nuvole cariche di pioggia, si alza un vento fortissimo e giunto nei pressi di Montenero di Bisaccia decido di scendere verso la costa Adriatica. Prima però indosso gli abiti antipioggia: dopo la lezione ricevuta a marzo sotto il Croce ai Mori non voglio farmi cogliere impreprato ancora una volta
Il cielo è gonfio di pioggia e l'Adriatico spazzato dal vento
A Marina di Petacciato mi immetto sulla SS16 Adriatica. Forti raffiche di vento stanno preparando il temporale. A Vasto Marina inizia a piovere.
Fine del viaggio di oggi: Vasto
Decido che per oggi km ne ho fatti, soddisfazioni il percorso me ne ha date: ci si può fermare in famiglia, in terra d'Abruzzo, per stasera.
9 giugno - Colline pescaresi, Penne e Cellino Attanasio, Teramo e Civitella del Tronto, Arquata e Colline Teramane e su, coi Sibillini a Ovest, verso Amandola e Camerino. Poi ancora verso la Romagna
Continua la risalita verso nord. E' una giornata meravigliosa e l'orario è perfetto per tornare a percorrere il tratto di SS16 adriatica che corre da Vasto lungo la Costa dei Trabocchi, fino a Ortona.
Insenature e calette nascoste e, sul mare, i Trabocchi, le caratteristiche macchine da pesca di questa parte di costa Adriatica.
Appena prima di Francavilla al Mare prendo la tangenziale di Pescara, che aggira la città a Ovest, passando sotto i colli. La lascio all'altezza del bivio per Penne. Un breve tratto di SS83, una breve sosta per un caffè e per fare il punto, poi inizio a percorrere la SS81.
E qui inizia un divertimento incredibile, tra le colline della provincia pescarese, verso nord, salendo e scendendo con tornanti perfettamente rotondi e curve filanti e guidate. L'asfalto è perfetto, il traffico praticamente inesistente: una meraviglia che dura per km e km senza soluzione!
Lascio alla mia sinistra, a ovest, l'Appennino abruzzese e il massiccio del Gran Sasso.
Sul Gran Sasso il cielo è minaccioso
Essere rimasto a valle non è stata affatto una jattura: anzi!!!
La SS81 è favolosa!
Entro poi nella provincia di Teramo, passando da Cellino Attanasio e continuando sulla SS81 verso Villa Vomano e Teramo. Fantastico: un carosello che non finisce con Teramo, perchè seguo le indicazioni per Ascoli Piceno e il divertimento continua ancora. Raggiungo la Salaria, ma solo per un breve tratto: poco dopo Arquata del Tronto giro a destra: conosco quest'altra divertentissima strada, la SP237, e ora che ci ho preso gusto non me la voglio perdere. Continuo a divertirmi verso Comunanza e arrivo al confine tra le provincie di Fermo e Ascoli.
Quasi ad Amandola
Faccio un colpo di telefono a Stradamax: so che sta da queste parti e sarebbe bello vedere anche lui.
Sono fortunato! E' a pranzo ad Amandola! Ci troviamo in piazza: grandi festeggiamenti e pacche sulle spalle: questi incontri non programmati sono pieni di gusto!
Non avevo mai fatto una foto alla moto nella bella e caratteristica piazza di Amandola.
La T120 ad Amandola
Saluto Max e riprendo il viaggio, superando il Valico Rustici.
SP237 tra Amandola e Sarnano
Nei pressi di Camerino inizia a piovere. Entro in paese. E' ancora duramente provato dalle scosse del terremoto: sembra quasi un paese fantasma. Faccio benzina e indosso di nuovo l'antipioggia.
Lascio Camerino, ancora con le cicatrici del terremoto
Il maltempo che incombe non lascia altro spazio a divagazioni: raggiungo Fabriano e decido di seguire ora strade più dirette.
Alla sera raggiungo la Romagna: la destinazione è Faenza, movimentata da un torneo di tipo medievale che prevede una giostra in cui si scontrano i vari rioni cittadini. Alla sera sfilano nel centro storico in abiti e costumi storici.
Continua la risalita verso nord. E' una giornata meravigliosa e l'orario è perfetto per tornare a percorrere il tratto di SS16 adriatica che corre da Vasto lungo la Costa dei Trabocchi, fino a Ortona.
Insenature e calette nascoste e, sul mare, i Trabocchi, le caratteristiche macchine da pesca di questa parte di costa Adriatica.
Appena prima di Francavilla al Mare prendo la tangenziale di Pescara, che aggira la città a Ovest, passando sotto i colli. La lascio all'altezza del bivio per Penne. Un breve tratto di SS83, una breve sosta per un caffè e per fare il punto, poi inizio a percorrere la SS81.
E qui inizia un divertimento incredibile, tra le colline della provincia pescarese, verso nord, salendo e scendendo con tornanti perfettamente rotondi e curve filanti e guidate. L'asfalto è perfetto, il traffico praticamente inesistente: una meraviglia che dura per km e km senza soluzione!
Lascio alla mia sinistra, a ovest, l'Appennino abruzzese e il massiccio del Gran Sasso.
Sul Gran Sasso il cielo è minaccioso
Essere rimasto a valle non è stata affatto una jattura: anzi!!!
La SS81 è favolosa!
Entro poi nella provincia di Teramo, passando da Cellino Attanasio e continuando sulla SS81 verso Villa Vomano e Teramo. Fantastico: un carosello che non finisce con Teramo, perchè seguo le indicazioni per Ascoli Piceno e il divertimento continua ancora. Raggiungo la Salaria, ma solo per un breve tratto: poco dopo Arquata del Tronto giro a destra: conosco quest'altra divertentissima strada, la SP237, e ora che ci ho preso gusto non me la voglio perdere. Continuo a divertirmi verso Comunanza e arrivo al confine tra le provincie di Fermo e Ascoli.
Quasi ad Amandola
Faccio un colpo di telefono a Stradamax: so che sta da queste parti e sarebbe bello vedere anche lui.
Sono fortunato! E' a pranzo ad Amandola! Ci troviamo in piazza: grandi festeggiamenti e pacche sulle spalle: questi incontri non programmati sono pieni di gusto!
Non avevo mai fatto una foto alla moto nella bella e caratteristica piazza di Amandola.
La T120 ad Amandola
Saluto Max e riprendo il viaggio, superando il Valico Rustici.
SP237 tra Amandola e Sarnano
Nei pressi di Camerino inizia a piovere. Entro in paese. E' ancora duramente provato dalle scosse del terremoto: sembra quasi un paese fantasma. Faccio benzina e indosso di nuovo l'antipioggia.
Lascio Camerino, ancora con le cicatrici del terremoto
Il maltempo che incombe non lascia altro spazio a divagazioni: raggiungo Fabriano e decido di seguire ora strade più dirette.
Alla sera raggiungo la Romagna: la destinazione è Faenza, movimentata da un torneo di tipo medievale che prevede una giostra in cui si scontrano i vari rioni cittadini. Alla sera sfilano nel centro storico in abiti e costumi storici.
10 giugno - The end.
Da Faenza a Bologna, per l'ultimo giorno di viaggio.
Risalendo via S. Vitale
Attraverso Bologna, raggiungo piazza Aldrovandi e parcheggio per una foto nei pressi di Piazza S. Stefano.
Continuo salendo per Via Castiglione e salgo verso S. Michele in Bosco.
Le torri di Bologna dal colle dell'Osservanza
Infine mi lascio alle spalle il capoluogo, non prima di aver fatto tappa a Borgo Panigale.
Lo stabilimento Ducati, orgoglio bolognese e italiano
Da Faenza a Bologna, per l'ultimo giorno di viaggio.
Risalendo via S. Vitale
Attraverso Bologna, raggiungo piazza Aldrovandi e parcheggio per una foto nei pressi di Piazza S. Stefano.
Continuo salendo per Via Castiglione e salgo verso S. Michele in Bosco.
Le torri di Bologna dal colle dell'Osservanza
Infine mi lascio alle spalle il capoluogo, non prima di aver fatto tappa a Borgo Panigale.
Lo stabilimento Ducati, orgoglio bolognese e italiano
Poi l'ultimo giorno di viaggio si consuma sulla dritta via Emilia, tra il caldo e la voglia di rientrare dopo tanti giorni da randagio. La T120 si è smazzata il suo primo tour di più giorni e ha retto egregiamente: mi ha dato soddisfazione e divertimento, mi ha regalato una parte delle suggestioni del viaggio e si è dimostrata affidabile come le sue "sorelle" precedenti.
Km all'arrivo
Un giro di 3.280 km circa che mi ha riportato in giro per l'Italia quasi intera, tra tante regioni e tanti cenari sempre meravigliosi. E come sempre, ogni viaggio è un'esperienza unica anche grazie ai compagni di strada.
Quest'anno un grande compagno di viaggio è stato Ogeko, che su e giù per la penisola ha sempre portato carica ed entusiasmo: sei grande, mdm!!!
Grande Sté!!!
RispondiEliminaleggerti è sempre un piacere e rileggere di quel viaggio apre cassetti dei ricordi che mi fanno venire la pelle d'oca....Mitico!
RispondiEliminaE' stato un gran bel viaggio, che abbiamo affrontato con la giusta sintonia: volevamo girare e non pensare troppo. Ed infatti è così che vengono fuori le cose migliori! Adesso diamoci da fare per avere altre occasioni come questa! Sempre grande MdM! ;)
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