Ieri un bel giro verso l'Appennino Ligure e il mare, oggi Alpi Svizzere.
Un giro nato davvero per caso, visto che la domenica si sarebbe trascinata stancamente.
Sole e aria limpida, cielo terso: anche se non è proprio prima mattina, mi allungo verso la Brianza.
Una volta in Brianza, perchè non arrivare a Lecco? E una volta raggiunta Lecco, perchè non andare verso nord ancora? Da Chiavenna perchè non andare a vedere di persona se la frana in Val Bregaglia consente il transito? Sono in Val Bregaglia: perchè non andare verso il Maloja? Una volta al Maloja, perchè non arrivare al Lago di Silvaplana?
E' novembre inoltrato: tutto questo è assurdo.... o no?
Nei pressi di Chiavenna, da Moreschi (non delude mai!), prendo un panino con breasaola e formaggio da mangiare più tardi. Lo Spluga non è un'opzione: il grande cartello alla rotonda di Chiavenna avverte che è chiuso.
Non resta che il Passo Maloja. Si va! L'ultima volta avevamo fatto un fine settimana da queste parti a Giugno 2017, con Nessuno13 e Nolmar.
Mi godo subito la salita che, dopo aver superato le cascate dell'acqua Fraggia, porta verso il posto di confine di Castasegna.
Il tunnel e subito dopo un semaforo.
Fervono i lavori per ripristinare i luoghi dopo la grande frana che si è staccata dal Pizzo Cengalo ad agosto 2017: un cartello avvisa che l'attesa al semaforo potrebbe protrarsi anche fino a 30 minuti. Con efficienza tutta svizzera il traffico è deviato sulla stradina che attraversa il paese. Ci si reimmette sulla via del Maloja qualche km più avanti.
Per fortuna la mia attesa dura 5 minuti. Poi posso riprendere a salire. Traffico inesistente. Guido con prudenza, cercando di non piegare eccessivamente: il fondo stradale è cosparso di un preparato per evitare che la strada ghiacci. Resta asciutta per un buon tratto, fino al paesetto di Stampa.
Da qui in avanti il cielo si copre e comincia a cadere un leggero nevischio.
Ora la strada corre tra i campi innevati e le montagne circostanti sono tutte bianche di neve.
Di fronte a me si parano i tornanti del passo Maloja. Decido di salire: guido con grande circospezione, cercando di limitare l'effetto on-off che potrebbe dare degli strappi e far perdere aderenza. Comunque tutto molto serenamente: a questo contribuisce anche la consapevolezza che nei tornanti non ci sono auto che arrivano in senso contrario: dunque, se proprio serve, si può allargare un po' la curva senza timore.
Arrivo in cima.
L'atmosfera è molto suggestiva.
Qualche passante (in verità non c'è in giro quasi nessuno..) mi guarda con aria un po' sorpresa. Tutto sommato mi fa piacere riscontrarlo, con una punta di vanità.
Ora nevica un po' più intensamente, ma visto che la strada è pulita, seppur bagnata, decido di proseguire.
Ecco il lago di Silvaplana circondato dai monti innevati.
Non posso farmi sfuggire l'occasione di immortalare la T120 in questo scenario!
Poichè la nevicata sta crescendo di intensità. decido di tornare indietro. Bello tutto, ma la prudenza non deve mai venire meno: se la strada diventasse difficile da percorrere, potrebbe essere un problema tornare a valle.
Ecco i tornanti del Maloja, mentre ridiscendo. Fa capolino un palidissimo sole.
La quota si abbassa e i prati non sono più ricoperti di neve. Restano comunque suggestivi gli scenari.
Ecco il ponticello di Coltura, seminascosto dietro una piccola palazzina.
Sul colle di fronte ecco la rocca di Promontogno.
Proprio qui, come si nota in basso a destra, inizia la deviazione per la frana dell'estate 2017.
Rientro in Italia e ripasso da Chiavenna. Rapidamente mi trovo sulla Valassina, la SS36. Mi fermo nell'area di sosta Mandello Est per una breve pausa. Il lago di Lecco, con lo sfondo della montagne innevate, è l'ultima immagine di un giro nato per caso, ma estremamente piacevole!
Nessun commento:
Posta un commento
Apprezzamenti, consigli e critiche costruttive sono benvenuti!