venerdì 31 dicembre 2021

2021 - Km percorsi

Facendo due conti, a guardare dai chilometraggi delle due moto a inizio 2021 (o, se preferite, fine 2020), nell'intero 2021 ho percorso 23.722 km. 

Giusto per avere un riferimento da cui partire per calcolare i km che avrò percorso a fine 2022, ecco qui i chilometraggi riportati sulla Moto Guzzi e sul KTM 790 ADV a fine 2021.

Moto Guzzi Stelvio Km 136.635 (partiva da Km 115.327)

KTM 790 ADV Km 9.593 (partiva da Km 7.179)

KTM 790 ADV Km 10.200 quando è stata venduta: quindi fino a Febbraio 2022 ha percorso 700 km circa.

sabato 11 dicembre 2021

Roncole Verdi a metà dicembre 2021

La partenza è in un'atmosfera glaciale, viste le temperature del periodo.
Attraverso i campi del Lodigiano, le zone del Parco Regionale dell'Adda Sud e intorno a Cremona per passare il Po. 
Tutto intorno i campi sono ricoperti dalla brina, ma procedendo verso sud, nelle zone del Parmense, verso Busseto, non si parla più di pàtina ghiacciata, ma di neve, che ricopre con il suo manto bianco la terra che riposa.
 
Con il cielo azzurro e terso e il sole che fa luccicare la neve, sembra uno scenario quasi siberiano.
 
 
Guido cercando di non sollecitare la tenuta delle gomme, consapevole che con queste temperature bisogna essere molto sensibili e progressivi: nessun movimento brusco nè ricerca di angoli di piega che non siano prudenti. "Dov'è il bello di andare in moto?" potrebbe dire qualcuno. Non pretendo di convincere nessuno, ma personalmente trovo soddisfazione innanzitutto nel prendere la moto e andare in giro, e poi nel cercare il piacere del giro in altri aspetti, come il contesto nel quale si è immersi. "Est modus in rebus" dicevano i latini: anche quando si va in moto, fortunato chi riesce a trovare motivi di soddisfazione non necessariamente nella guida, ma anche nel semplice girare. Io credo di essere tra quelli.

Raggiungo Roncole Verdi e, in attesa degli amici, approfitto per fare benzina. Dopo un po' arriva Nessuno13: non ci vedevamo da un bel po' (mi pare dal giro a Riva del Garda) e festeggiamo con un prosecco nel baretto là vicino. Dopo un po' ci raggiungono anche Nolmar, con Dude e Stella. Ora siamo al completo!
Il locale che abbiamo scelto lo conosciamo bene: ci siamo stati in diverse occasioni e andiamo sul sicuro. Non amo particolarmente il Lambrusco, ma tutto sommato questo si lascia bere e, dopotutto, si sposa bene con le ottime pietanze tipiche della zona che ci vengono servite.


Dove mangiare: noi ci siamo sempre trovati molto bene alla Locanda Ristorante "Alle Roncole", situato nella vecchia Casa del Popolo di Roncole Verdi, borgo natìo di Giuseppe Verdi. Si mangia in modo genuino, rapporto qualità/prezzo ottimo, spazioso (che non guasta in queati tempi di distanziamento), con ampia disponibilità di parcheggio.

Verso le 3 del pomeriggio, dopo il pranzo in compagnia degli amici, è ora di rimettersi in viaggio per tornare a nord. Non mi faccio mancare altri 30 km tra i campi, con il sole che allunga le ombre sulle campagne innevate.

Poi è tempo di mettersi in A1, per fare la parte finale in... "autostrazio".


Il 790 anche con questi climi rigidi non ha mostrato defaillance: le manopole riscaldate sono efficaci anche con temperature molto basse e la tenuta delle Avon Trailrider, che pure cominciano ad avvicinarsi ai 10.000 km, sembra ancora buona.

martedì 7 dicembre 2021

Ponte dell'Immacolata, inizio Dicembre 2021

Quest'anno le festività dell'Immacolata permettono di ritagliarsi qualche giorno per andare in giro in moto. La prescelta è la Stelvio, che con la sua imponenza consente di percorrere agevolmente molti km e di gestire anche situazioni meteo meno favorevoli che dovessero presentarsi. 


Le previsioni per questi giorni sono abbastanza indecifrabili, all'insegna dell'incertezza e della variabilità: la mappa meteo dell'Italia è a chiazze, con alcuni giorni favorevoli in certe zone ed altri giorni favorevoli in altre. Dal momento che sono fortemente motivato a partire e a non trascorrere a casa questi giorni, ho già accettato l'idea che il mio giro si delineerà di giorno in giorno, sulla base di come si evolve il quadro meteorologico. Per qualche centinaio di km decido di procedere spedito, per poi concedermi delle divagazioni più avanti. Raggiungo bologna e l'attraverso. E' sempre bello arrivare da Borgo Panigale, passare accanto allo stabilimento della Ducati e proseguire lungo Via Togliatti, fino a Via Sabotino, per sbucare nei pressi di Porta S. Isaia. Sarebbero i viali di circonvallazione, ma tecnicamente è la SS64, la Porrettana. Dopo Porta Saragozza ecco Porta S. Mamolo, con la Chiesa della Santissima Annunziata, e le lunghe mura della Caserma dei Carabinieri. Avanti ancora fino a Porta Castiglione, per poi costeggiare i Giardini Margherita. C'è traffico, ma non mi da fastidio: preferisco lasciarmi suggestionare dai ricordi di queste vie una volta usuali, delle quali ora alle volte non ricordo più i nomi. Dopo l'Antoniano arrivo a Porta Mazzini e riprendo quella che, tecnicamente, è la via Emilia. Breve sosta per rifornire e per fare il punto della situazione. Guardando un po' il meteo e facendo due conti con l'orologio, a occhio e croce una buona destinazione potrebbe essere Ancona. Ho tutto il tempo per raggiungerla con calma. Cerco un po' su booking e, dopo aver telefonato, prenoto per la notte in un hotel che abbia una rimessa pe ricoverare la moto.
Riprendo il viaggio attraversando la Romagna. Provando a immaginare qualche destinazione intermedia interessante, mi rammento di un promontorio a sud di Rimini dal quale si gode di una bella vista sull'Adriatico: mi ha sempre colpito perchè, al contrario, la zona è nota per le belle colline interne, ma anche per le sue coste basse e sabbiose. Supero Rimini e raggiungo Riccione, nei pressi dell'Acquafan. Mi basta seguire le indicazioni per la SS16 Adriatica: non so dove possa essere questa scogliera, ma vado avanti a vista, cercando dinanzi a me qualche promontorio che possa guidarmi. Dopo Cattolica lo trovo: un cartello indica Panoramica di S. Bartolo. Immagino si tratti di quello che cerco e con una svolta a sinistra seguo le indicazioni per Gabicce Monte. Si tratta della SP44, che tra i pini marittimi sale e dopo un po' si affaccia sul mare e si snoda seguendo l'orografia del promontorio. Che bello vedere il mare, anche se la giornata non è bellissima.

Non è molto frequentata. E' anche comprensibile, essendo abbastanza fuori stagione. Tuttavia incrocio un paio di moto dirette in senso contrario. Mi godo le curve e i saliscendi, e di tanto in tanto lo sguardo è attratto dalla vista panoramica sul mare. Passo prima Casteldimezzo e poi Fiorenzuola di Focara e continuo saltando almeno un paio di indicazioni che mi rimanderebbero sulla SS16. Alla successiva, che indica Pesaro, decido di "scendere" a valle sull'Adriatica e mi trovo alle porte di Pesaro. 

Ecco il tracciato da seguire per godere di questo bel tratto di costa: la SP44 "Panoramica di S. Bartolo"

Attraverso la cittadina marchigiana e mi faccio tutta la statale adriatica; poi Fano, con la sua Rocca Malatestiana e proseguo verso sud, con Marotta, Senigallia e Falconara. Sono alle porte di Ancona, ormai. Ricordo queste strade per averle percorse in occasione dell'imbarco del viaggio del 2017 in Grecia. Il traffico in città è abbastanza caotico, ma alla fine trovo comunque le indicazioni per l'hotel che ho prenotato. Si trova su un promontorio. Parcheggio la moto, mi do una rinfrescata e faccio quattro passi alla scoperta di Ancona. E' già buio.

Questa zona si chiama "Passetto": ecco lo scenografico monumento ai caduti.

A picco sul mare un ascensore porta alla spiaggia sottostante.

Poco prima di uscire ho sentito un'amica che vive qui: è a teatro con un'amica. Ci diamo appuntamento in centro per un aperitivo. Ancona si gira facilmente a piedi, quindi ne approfitto per fare quattro passi. Tra uno spritz e l'altro mi faccio consigliare da loro una buona trattoria dove mangiare nel modo più tipico possibile. Detto, fatto: do un colpo di telefono e mi prenoto per la cena: non è neppure distante. Un altro spritz, poi mi congedo e mi metto alla ricerca del ristorante. Molto carino, piccolo e senza fronzoli: mi piace. Mi faccio guidare dal proprietario, molto cortese, per districarmi nel menu.

La cena è davvero gradevole, con le alici marinate, una pentola di mòscioli (una tipologia di cozze tipica di queste zone, anche se - forse pe mia ignoranza - non colgo grosse differenze con quelle che sono abituato a mangiare in altre località dell'Adriatico..) e una porzione di stoccafisso all'anconetana. Poi un ottimo dessert e un digestivo per chiudere. Anche il prezzo è molto onesto.

Dove mangiare: mi sento di consigliare la "Trattoria delle tredici cannelle". Piccolina, raccolta, con del cibo di buona qualità e preparazione, a prezzi molto onesti. E' anche in pieno centro, nel caso si volesse girare a piedi per visitare i posti più animati di Ancona. consiglio di prenotare, viste le dimensioni.

Dopo cena una passeggiatina per rientrare in hotel, ma facendo un giro più ampio in modo da attraversare le zone più vivaci della città: dopotutto è sabato sera e le persone sono in giro. Proprio vicino alla trattoria, la fontana del Càlamo del 1500, con le sue tredici cannelle che riversano l'acqua attraverso dei mascheroni: in passato l'acqua arrivava direttamente dall'acquedotto del Conero, che qui dietro alimentava una cisterna ora vuota. Poco distante si trova piazza del Plebisicito, detta anche dai locali "piazza del Papa". Non sono molto rispettate le misure sul distanziamento e in generale quelle anticovid. Fa piacere vedere del movimento, ma cerco di tenermi alla larga.

In fondo alla piazza, l'imponente statua di Papa Clemente XII davanti al frontale della chiesa di S. Domenico.

E' ora di rientrare in hotel e pensare ai programmi per l'indomani. Studio il meteo e dovrebbe essere favorevole verso la Toscana. La mattina, alle porte di Ancona, la foschia e una leggera pioggerellina non inducono all'ottimismo.

Ma non mi lascio condizionare (..anche perchè non ci sarebbero molte direzioni alternative, a guardare le previsioni..): dirigo la Stelvio verso Falconara e poi sulla S76 della Val d'Esìno. La strada sale verso l'interno degli appennini, supero Jesi e mi fermo nei pressi di Fabriano per togliere l'abbigliamento antipioggia indossato alla partenza. I monti circostanti sono spolverati di neve caduta nelle scorse settimane, quando il clima era stato molto freddo.

Poi dalla SS318 di Valfabbrica arrivo nei pressi di S. Maria degli angeli. E' ormai ora di pranzo e posso permettermi la sosta in uno dei miei posti preferiti.

Ottimo il panino con la porchetta di Costano.

Dove mangiare: ormai da anni abbiamo scoperto la macelleria "Il porcellino divino" a S. Maria degli angeli e quando ci troviamo in zona, una sosta è d'obbligo. Avevamo un ottimo rapporto col vecchio macellaio, adesso l'attività è portata avanti dai figli.

Riprendo la marcia verso ovest...

...fino a raggiungere una delle mie mete preferite: la Val d'Orcia! Che spettacolo! Come si vede, il tempo è migliorato molto.

Il vento teso che soffia ha spazzato il cielo e a Bagno Vignoni si sta meravigliosamente. Parcheggio la moto nei parcheggi appena fuori dal borgo: di solito sono intasati all'inverosimile, ma fuori stagione è tutto diverso.

Raggiungo la struttura che ho scelto per la notte, a S. Quirico d'Orcia. Scarico e riprendo la moto: memore di quanto feci una volta giunto sulle coste della Normandia nel viaggio verso il nord-Europa del 2018, voglio approfittare della luce del tramonto per godermi ancora questa meraviglia, in una fascia oraria che solitamente non c'è occasione di sfruttare. Raggiungo Pienza, distante una decina di chilometri.

Un giro nel celebre borgo che nelle intenzioni di Papa Pio XII Piccolomini e degli urbanisti del tempo avrebbe dovuto rappresentare la città ideale.

Bellissima. Non stupisce che sia stata inserita tra i beni patrimonio dell'UNESCO dal 1996.

Dopo aver ripreso la moto, dalle contrade circostanti non posso non sostare per immortalare il tramonto: magnetico e affascinante, coi colori del cielo e dei campi.

Rientro sul far della sera: non ho fatto neppure 300 km, ma la soddisfazione per aver potuto godere di questi meravigliosi luoghi, avendo anche intuito che il tempo sarebbe stato favorevole, è grande.

La sera una gustosa cena direttamente in hotel, e al mattino mi metto in sella. Sono le 9.30 e la temperatura non è propriamente mite: la stellina, sul display della Stelvio, indica che siamo sotto i 3°C.

Il motivo c'è: arriva Nolmar da nord! Guido lungo la Cassia, passando da Torrenieri, Buonconvento e Monteroni d'Arbia. Prima di arrivare all'appuntamento mi fermo alle porte di Siena, in un'officina Guzzi: voglio far dare un'occhiata all'olio sotto la testata sinistra. Il meccanico mi tranquillizza: è il "solito" bulbo, problema abbastanza congenito con la Stelvio. Non mi impedirà di girare tranquillamente. Per non tardare, prendo il raccordo autostradale Siena-Firenze, che non prevede pedaggio. Raggiungo Nolmar alla rotondona dell'uscita di Firenze Impruneta, dove ci siamo dati appuntamento per prima di mezzogiorno. Decidiamo di tornare a sud passando dalla SR222, la "Chiantigiana".

Ci godiamo questa bella strada, con un occhio agli autovelox. Lo spettacolo offerto dalla colline del Chianti è sempre affascinante. Colline, saliscendi, curve, clima mite e sole: in questo scenario raggiungiamo Panzano in Chianti, con l'idea di mangiare un boccone. 

La celebre mucca, già incontrata al rientro dal viaggio in Sardegna del 2012 ci fa subito riconoscere la meta.

Menu dall'ottimo rapporto qualità/prezzo. E' ora di pranzo, non di cena: bisogna che ci teniamo un po'.

 Eccolo tradotto in immagine.

Ed ecco svelata la nostra "mecca"! Sono contento che anche Nolmar abbia potuto apprezzare, visto che l'altra volta aveva dovuto lasciare il gruppo in anticipo per rientrare a casa. Dario Cecchini, il celebre macellaio poeta, ci accoglie con la sua tipica parlata toscana: "...eccoli dei motociclisti veri che girano anche in inverno col freddo e non solo nella bella stagione!".

Rientriamo a S. Quirico d'Orcia dopo aver girato ancora per le crete senesi: non ìndico un percorso perchè qualunque strada si prenda, fatta eccezione per quelle a scorrimento veloce, non si sbaglia e ci si gode la guida senza dubbio alcuno. Insomma: non vorresti mai smettere!

Il sole scende e ci prepariamo per la sera.

San Quirico d'Orcia è un paesino molto ben tenuto, anche se non si può dire che sia vivace. Probabilmente non siamo nella stagione migliore per apprezzarne la vitalità. Tuttavia se ne possono apprezzare degli scorci molto belli.

Ecco la Fonte della Vena, con il grazioso presepe costruito proprio all'interno. Qui vicino ceniamo, dopo aver peregrinato un po' per rintracciare il ristorante che abbiamo prenotato.

Al mattino un bel sole illumina la collina dove si staglia il profilo di Montalcino.

Va detto però che la temperatura non è così calda come i raggi di sole potrebbero lasciar intendere: parla il cruscotto della Stelvio!

Risaliamo verso Radda in Chianti e Castellina e di qui la fantastica strada che scende verso Poggibonsi: 18 chilometri di curve regolari, col fondo stradale pulito e ben tenuto! Un bel modo di congedarsi e di chiudere l'ennesima escursione in Toscana di questa seconda parte dell'anno! Visto che le previsioni del pomeriggio non lasciano ben sperare per il rientro, come d'abitudine per pranzo ci fermiamo sopra Pistoia, al Signorino. Poi si scende verso Bologna e ci salutiamo.


Stavolta con Nolmar abbiamo fatto anche meno di 2 giorni: purtroppo non si è riusciti a combinare meglio di così. Confido che avremo modo di rifarci nel corso del 2022: Nolmar è anche lui un gran viaggiatore! Io, intanto, dopo questi 1.400 km devo provvedere sollecitamente a cambiare le gomme: le TKC70 sono sui 14.000 km e potrebbero condizionarmi nella guida, specie ora che le condizioni delle strade non saranno più ottimali e la pioggia e il freddo potrebbero renderle ulteriormente insidiose.

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