domenica 5 gennaio 2025

Inizio anno tra le campagne pavesi: Naviglio e Bereguardo

Dopo aver riportato la Stelvio al nord con i 650 km di Capodanno, mi sembra giusto che anche la bonnie possa entrare nel 2025. Anche le giornate invernali, apparentemente demotivanti, sanno regala re belle cose se ci si sa fermare a guardarsi intorno. Mi avvio senza una meta precisa, inoltrandomi nelle strade che attraversano i campi e la pianura. Filari di alberi spogli scorrono in lontananza. Nei pressi della Certosa di Pavia l'alzaia sul naviglio pavese è un'occasione per divagare dalla strada principale. Mi avvio lungo la stretta carreggiata e una piccola curva del Naviglio mi dà la possibilità di piazzare le moto proprio davanti alle imponenti strutture dei Molini Certosa. Si tratta di un sito di interesse industriale e storico, risalente al 1889, quando vennero uniti ben 4 mulini.

Procedendo avanti e costeggiando il Naviglio, arrivo fino a un ponte di ferro. Mi avvicino per capire se posso salirci sopra, ma sembra inagibile. Meglio evitare di andare a cercarsi guai. Però anche qui c'è la possibilità di immortalare la moto in un contesto che sembra essere quasi senza tempo. 

In bianco e nero, questa foto avrebbe potuto benissimo essere stata scattata negli anni '50 del secolo scorso. Il canale, le brume sullo sfondo, gli alberi senza foglie, la Triumph ddall'aspetto retrò: da una parte regalano una sensazione di malinconia, ma dall'altra trasmettono quasi calore, dovuto all'intimità del cntesto, nel quale non c'è anima viva, tranne me.

Il suono cupo del bicilindrico frontemarcia da 1200 cc, dovuto agli scarichi Vance&Hines, riprende per portarmi verso il fiume Ticino. Nei pressi di Bereguardo si trova il Ponte delle Barche, che pare possa essere fatto risalire addirittura al XIV secolo. Le chiatte, ovviamente non quelle originali in legno, ma in ferro, sostengono il piano di passaggio.

Come si vede, il livello del fiume non è molto alto e le barche sono posate sul fondo ghiaioso. Per questa ragione l'accesso dalle due sponde, specie quello dalla parte di Zerbolò, è abbastanza scosceso e richiede una certa cautela, per evitare di danneggiare il fondo delle auto.

Alla fine sono bastati un centinaio di km e qualche ora in sella, a ritmo meno che turistico, per rinfrancare lo spirito. A conferma che la "moto terapia" funziona molto bene!!!



Nessun commento:

Posta un commento

Apprezzamenti, consigli e critiche costruttive sono benvenuti!

I post più cliccati