sabato 31 dicembre 2022

Ultimo giro del 2022 tra Bereguardo e la Val Trebbia

L'ultimo giorno dell'anno. Uggioso, ma non freddo come solitamente in questo periodo. In ogni caso, non sarebbe stato sufficiente ad impedirmi di chiudere l'anno in sella.

Prendo la Guzzi senza la minima idea di dove dirigere le ruote: verso i monti, approfittando del clima relativamente mite ma rischiando di trovare ben altro clima in quota? O, piuttosto, puntare a sud verso colline e pianure, meno attraenti, ma con una situazione ambientale più prevedibile? Alla fine per non rischiare scelgo la seconda opzione.

Tra i campi, guidando nelle foschie della SS412 della Val Tidone, mi sovviene del ponte di barche a Bereguardo.

Il ponte collega Bereguardo a Zerbolò. 

Già ai tempi degli Sforza, intorno al 1500, esisteva un ponte stabile fatto di chiatte. Negli anni più volte è stato oggetto di attività di mantenimento ed è sopravvissuto fino ai giorni nostri.

Le chiatte galleggiano sull'acqua e il ponte coperto di assi di legno, che poggia su di esse, si alza con il livello dell'acqua. Ovviamente quando il livello del fiume è basso, le chiatte poggiano direttamente sul letto di ghiaia e quindi possono subire dei danni. Questo significa che il ponte va manutenuto e ha i suoi costi, ma secondo me vale la pena mantenerlo, visto che è uno dei pochi ponti di questo genere rimasti in Italia.

Sempre guidando tra le campagne, con i campi di terra scura che riposa nell'inverno intervallati e delimitati da filari di alberi spogli e scuri nella foschia, mi dirigo verso Borgonovo Val Tidone e di qui, lungo la SP40 che corre parallela al fiume Trebbia a mezza costa, mi godo un po' di curve e gradevoli saliscendi. In questo periodo, senza moto e con poco traffico, posso godermi queste zone in tranquillità. Costeggio le mura dei castelli di Rivalta e di Statto, fino a raggiungere Travo.

Ecco il Trebbia, con il suo letto largo e ampio.

Immortalo la Stelvio in occasione dell'ultimo giro del 2022.

Riparto da Travo e con un paio di curve in salita, dopo il ponte, sbuco sulla SS45 della Val Trebbia. Solitamente è un delirio di macchine e di moto, ma oggi le auto sono poche e le moto, vista la stagione, sono ancora meno. E infatti è un piacere seguire le curve sinuose di questo bel tracciato. Il fondo stradale non è neppure messo malissimo: ci sono i consueti avvallamenti dovuti a svariati movimenti franosi, ma le sospensioni della Stelvio li copiano abbastanza bene e si riesce a guidare con soddisfazione. Inoltre l'asfalto è asciutto quasi ovunque e quindi si può guidare con un certo relax.

Giungo a Bobbio e mi fermo a pranzo in una trattoria affacciata sulla piazza: solitamente qui c'è un affollamento di moto inverosimile, ma oggi ce ne sono... 2! Mi sfamo con affettati caratteristici di queste colline piacentine e con anolini in un caldo e saporito brodo di cappone. Poi, anche per cercare di rientrare con la luce e, soprattutto, per evitare le nebbie, riprendo la strada.

Rientro con poco meno di 300 km, con la Stelvio che è arrivata a sfiorare i 150.000 km. 

Direi che anche per oggi si è comportata benissimo e posso ritenermi più che appagato!! Vedremo dove ci porterà l'anno nuovo!

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