sabato 15 novembre 2025

A Novembre tra Isola d'Elba e Monti Sibillini

A Novembre molti hanno già chiuso l'assicurazione della moto, in vista della stagione fredda e piovosa, quando non, addirittura, nevosa. Solo che io e il mio amico Nolmar ci facciamo venire le idee fuori stagione: ogni anno capita così. Siamo due "cape fresche", come si dice a Napoli. E siccome gli impegni e la situazione lo consentono, abbiamo preso la Stelvio e il K1600 e abbiamo messo le ruote in strada. 
 
 
 
Il 1° giorno la prima cosa da fare è levarsi dalle pianure nebbiose, in modo da godersi poi il resto della giornata. L'autostrada (nota anche come "autostrazio" o "pallostrada") in questo caso viene utile, visto che fino a Bologna c'è poco da godersi: quindi appuntamento alla "solita" stazione di servizio Cantagallo, appena prima di Sasso Marconi. 
 
  
Le 10:30 sembrano un orario accettabile ad entrambi e il freddo del primo mattino, in partenza, è considerato un disagio gestibile. Quindi via dalla A1 già a Sasso Marconi Nord, per andare a prendere la statale 64 "Porrettana", seguendo per Marzabotto e Vergato mentre si costeggia il fiume Reno. Molti tratti ormai si snodano seguendo un tracciato più agile del vecchio: strada spesso larga e con molti pezzi rettilinei o quasi. Comunque il paesaggio circostante che va verso l'Appennino rende piacevole il contesto e non noiosa la guida. Dopo Porretta la strada prende a salire e si va verso la Toscana. Ci sono diversi tratti interessati da lavori, dove è predisposto il senso alternato: bisogna aspettare il proprio turno fermi ai semafori. Dopo il Signorino si apre alla vista la piana di Pistoia. Qualche minuto ancora e ci troviamo a valle, a seguire le indicazioni per Vinci, Empoli e Castelfiorentino.
Breve sosta per fare il punto e mangiare un boccone, nei pressi di Gambassi Terme. 
 
 
Riprendiamo la strada verso Volterra. Ogni volta che ci troviamo a percorrere queste strade è un piacere: colline, belle salite, curve dolci, pendenze giuste e panorami toscani che più toscani non si potrebbe, tra casali, filari di alberi e strade bianche che si arrampicano sui poggi, mentre di tanto in tanto si passa al cospetto di antiche mura e borghi medievali.
Si prosegue sulla Val di Cecina, verso Saline di Volterra e poi "giù" sulle meravigliose curve della statale 439 per Pomarance e Larderello, con i grandi coni in cemento delle centrali geotermiche che emergono dalle colline. Poi avanti, a destra per Monterotondo Marittimo e Suvereto. Ragazzi, che spettacolo queste strade: vanno sempre tenute in conto se si pensa di scendere da queste parti: un delitto non godersele. Nel pomeriggio inoltrato raggiungiamo Venturina e da qui a Piombino, che è la nostra meta, nulla da segnalare se non stradone dritte e anonime. Raggiungiamo il porto di Piobino e la biglietteria per i traghetti per l'Isola d'Elba.
 
  
Quello che in alta stagione sarebbe un piazzale pieno di traffico e villeggianti in coda, è deserto. In 5 minuti saliamo in biglietteria, prendiamo i biglietti andata e ritorno (A/R 76€ a persona, moto inclusa), e  passiamo il check-in per salire sul traghetto che parte di lì a 20 minuti: meglio di così non si può.
Moto sistemate.
 
 
Dal ponte del traghetto ci godiamo il tramonto e le luci serali di Portoferraio che si avvicinano.
 

 
Allo sbarco ci aspettano circa 20 minuti e una quindicina di km per arrivare a Marina di Campo, dall'altro versante dell'isola.
Ci sistemiamo in una bella struttura, che probabilmente nella bella stagione sarebbe ben più impegnativa economicamente, e concludiamo la giornata con un'ottima cena di pesce nei pressi del porto.
 
 
Dove dormire: ci siamo trovati molto bene al Hotel Barcarola 2 a Marina di Campo , con formula b&b. Hanno anche il cortile privato e riparato dove tenere le moto al sicuro e senza rischi. La struttura ha una pasticceria interna, tipo bistrot, che prepara i dolci e le paste: tutto molto gustoso.
 
Dove mangiare: abbiamo cenato molto bene, con piatti originali e materie prime di qualità, al Ristorante Casa Sordi , seguendo i suggerimenti della simpatica e giovane proprietaria che ha saputo farci sentire a nostro agio aiutandoci a scoprire anche i sapori di prodotti dell'isola.
 
Il giro di oggi, da Cantagallo a Piombino. Sono circa 5 ore e 270 km. 
 
Abbiamo deciso che all'indomani non ripartiremo subito. Gireremo l'isola d'Elba fino al primo pomeriggio. Quindi da Marina di Campo ci spostiamo dall'altra parte, verso Procchio, e poi seguiamo la strada panoramica costiera che va verso Marciana Marina. Gli scorci incantevoli sono molti e non si può fare a meno di fermarsi a scattare qualche foto.
 




Il sole ci acompagna e la luce è bellissima.
A Marciana Marina, ribattezzata Pineta, è ambientata la serie "I delitti del Barlume", che si rifà ai romanzi di Malvaldi.
 

  
Un caffè e saliamo verso Marciana alta con una strada abbastanza impervia per pendenza e larghezza, ma per fortuna non ci sono grosse insidie e si arriva in alto per tornare sulla strada panoramica. E' tutto incantevole.
 







 
Si fa il giro si ritorna a Marina di Campo, per continuare verso il promontorio di Capoliveri e Porto Azzurro. Ancora belle spiagge. 
Tra i pini marittimi, che sono ovunque, si trovano campeggi e strutture turistiche. Ovviamente sono in disarmo ora che è bassa stagione, ma tutto lascia comunque l'impressione di essere curato e ben manutenuto. 
Si arriva a Rio Marina con una bella strada tra le campagne e la collina, per poi sbucare sul piccolo e caratteristico porticciolo.
 
 
E' il momento di ripercorrere la strada a ritroso. Decidiamo di fermarci lungo la strada per mangiare un boccone prima di rientrare a Portoferraio dove l'imbarco è previsto per le 15.
La scelta cade su un'azienda agricola più o meno nei pressi di Porto Azzurro: ha spazio per parcheggiare, è esposta al sole e speriamo che possa toglierci un po' di fame.
Direi che non avremmo potuto trovare posto migliore. I tavoli in legno, all'aperto; all'interno tanti prodotti tipi dell'Elba. Tutto coltivato da loro. Facciamo onore alla tavola.
 

 
 

 
Poi si torna al porto. 
 

 
Salutiamo Portoferraio e l'Elba con l'entusiasmo di aver scoperto una realtà molto interessante paesaggisticamente e che anche motociclisticamente può rappresentare una bella opzione quando si vuole evadere dalla routine quotidiana, ma si cerca una soluzione più agile della Sardegna: un paio di giorni qui e fai in tempo a staccare il cervello e ristorarti.
 
Da Portoferraio è tutta Aurelia fino a Fonteblanda, dove abbiamo scelto di passare la serata. Arriviamo che è già buio, sebbene siano passate da poco le 17. Grande giornata!
 
 
 
Dove dormire: All' Hotel Le Querciolaie dei ricci, a Fonteblanda avevamo già soggiornato nel giro del dicembre 2023, diretti a Sabaudia. Zona isolata su un colle, tranquillo e silenzioso, personale gentile, piazzale per parcheggiare la moto e, cosa fondamentale visto che è isolato, ristorante interno dove si mangia bene. In questo modo non si è costretti a risalire in moto per andare a cercare un ristorante. 
 
 
Al mattino ci avviamo verso le colline maremmane. Bello partire ed avere subito le curve a disposizione, sulle quali divertirsi. Saliamo verso Scansano. 
 
  
Poi il tom tom decide di fare un po' di testa sua e si mette a seguire una traccia senza senso. Bella la strada che ci fa fare, ma di fatto ci sta riportando, per altri versi, al punto di partenza, facendoci perdere un bel po' di tempo. Resettiamo e torniamo verso Scansano e si va verso Pomonte e Montemerano. Ci siamo passati tante volte, abbiamo anche soggiornato su queste colline: resta sempre affascinante. La cosa bella di questi giri è ritrovarsi nei posti già percorsi e in un attimo ti torna in mente l'occasione e le cose fatte al tempo. Si va verso l'interno, verso Pitigliano, la città del tufo. 
 
 
Si risale arrivando quasi in centro nel paese, dopo averlo osservato dalla strada che passa sotto. 
 

Quindi con alcuni tornanti si continua il cammino sulla Statale 74 "Maremmana", in direzione del Lago di Bolsena. Entriamo nel Lazio e superiamo il Lago di Bolsena passando a nord, da S. Lorenzo nuovo. Quante volte ci siamo trovati a questo quadrivio: siamo arrivati da nord, percorrendo la Statale 2 "Cassia" da Acquapendente; siamo andati a destra, godendo del panoama del lago dal curvone in discesa poco più avanti. Qeusta volta andiamo dritti, con alcuni tornanti consecutivi a monte di S. Lorenzo, restando sulla Statale 74 finchè entriamo nella Statale 71 Umbro Casentinese Romagnola da dove si può godere di una favolosa vista sulla città di Orvieto grazie ad alcuni tornanti.
 
 
Ci sembra di esserci già divertiti moltissimo.. eppure ci sono ancora alcune occasioni che stimolano a continuare. La prossima è la SR 79 bis "Orvietana", detta anche "Millecurve". Tra i motociclisti è molto nota ed è una delle tratte di cui si va alla ricerca quando si gira da queste parti. Da Ciconia, nei pressi di Orvieto Scalo, porta verso Todi e la Statale 3 "Flaminia". La prima parte, fino a Colonnetta di Prodo, ha un andamento più regolare e, solitamente, un asfalto migliore.
 
 
Da Colonnetta si scavalla e il tracciato diventa più irregolare e tormentato, meno ritmato, ma non per questo meno divertente. Soprattutto se, come in questa occasione, molti tratti di asfalto sono stati rifatti di recente: solo l'ultmissima parte presenta un fondo ancora abbastanza rovinato e gibboso. Ma non abbiamo fretta e ce la godiamo al nostro ritmo. 
 


 
Fino ad Acquasparta scendiamo sulla Flaminia e da qui la Statale 418 "Spoletina" ci porta oltre Spoleto, fino a quando seguaimo le indicazioni per Norcia. La Statale 685 "Tre valli umbre" è magnifica: non ha salite e discese, ma un tracciato sinuoso e scorrevole che corre tra il monte sulla sinistra e le gole del fiume Corno a destra. Quasi tutto questo stratto è all'ombra, anche dopo il bivio che porta a Cascia: torniamo nella luce subito dopo aver superato Norcia ed aver preso il rettilineo che porta verso Cittareale e il Lazio. Solo che noi vogliamo salire verso Forca Canapine e Piano Grande.
 
 
La salita è in pieno sole e non c'è nessuno: possiamo guidare in sicurezza e ammirare il panorama della piana di Norcia dall'alto.
 

 
Al bivio che porta verso Piano Grande e Castelluccio abbandoniamo il proposito di continuare verso Forca Canapine, anche se la strada ha riaperto da poco dopo tanti anni. Preferiamo ammirare Piano Grande, qualche tornante più su, inondato dal sole del tardo pomeriggio novembrino.
 

  
Siamo da soli, letteralmente: potremmo sdraiarci in mezzo al lungo rettilineo che porta verso Castelluccio di Norcia senza rischiare nulla.
 




Risaliamo verso Forca di Presta per scendere verso i paesi duramente colpiti dal terremoto: Pretare ed Arquata del Tronto, in particolare, sono ancora ridotti a cumuli di macerie, e cittadini ed istituzioni sono ancora alloggiati in caseggiati "provvisori", mobili. Non mancano, comunque, anche edifici in ristrutturazione. La lunga discesa finisce sulla Statale 4 "Salaria" poco prima di Acquasanta Terme. Corre ancora per qualche km tra le gole con delle belle curve, prima di snodarsi più in pianura. siamo quasi arrivati: facciamo benzina poco prima di Ascoli, consultiamo le indicazioni che ci ha dato l'albergo per raggiungerli (c'è la ZTL e ci sono dei lavori in corso che hanno richiesto una modifica della viabilità e dei sensi di marcia in città) e raggiungiamo così l'albergo, in pieno centro storico. Anche per oggi ci siamo divertiti parecchio e possiamo parcheggiare soddisfatti nel cortile dietro l'hotel.
Basta scendere e ci troviamo nella meravigliosa Piazza del Popolo delimitata dal Palazzo dei Capitani, dal porticato e dalla Chiesa di S. Francesco.
 

 
 
Non lontano, Piazza Arringo, con il Palazzo dell'Arengo e il Duomo di S. Emidio. Estremamente suggestiva anche la cripta dove sono custodite le spoglie del Santo.
 


 
Una scoperta, questa piccola città, che richiama i piccoli tesori della provincia italiana, fuori dai grandi flussi turistici, ma in grado di sfoggiare meraviglie assolute, insieme ad uno stile di vita molto più umano e a misura d'uomo: proprio quello che fa amare tanto l'Italia agli stranieri.
 
La serata si conculde a cena, non lontano, in una trattoria dalla cucina tipica. A fine pasto, insieme alla immancabile anisetta Meletti, tipica di Ascoli, ci scappano anche 4 chiacchiere con i proprietari, con i quali scopriamo di avere conoscenze comuni di luoghi e di persone!
 

  
Dove dormire: l'Hotel Palazzo Guiderocchi è all'interno di un antico palazzo storico: è veramente bellissimo, oltre che comodissimo per godersi il centro storico di Ascoli. Abbiamo anche potuto lasciare le moto in una corte sul retro. Non so se il prezzo delle stanze sia sempre così conveniente come abbiamo trovato noi. Nel caso fosse così, prenotate perchè merita.
 
Dove mangiare: Da "Il vinattiere" in pieno centro storico abbiamo mangiato con abbondanza e potendo scegliere tra una ampia selezione di prodotti della tradizione locale, ben descritti e ben preparati dai proprietari, persone semplici, alla mano e di grande esperienza. Di sicuro entra tra le migliori trattorie in cui abbiamo mangiato.
 
Ecco il percorso da Fonteblanda ad Ascoli: circa 340 km in più o meno 6 ore e mezza
 
Per il 4° giorno di viaggio partiamo verso nord e il navigatore, per qualche oscura ragione, ci fa raggiungere Amandola passando da una strada che a noi sembra abbastanza sperduta. Tuttavia ci fa apprezzare dei panorami bellissimi sulle campagne intorno ad Ascoli, mentre sulla sinistra, verso Ovest, si vedono i Monti Sibillini. Saliamo verso Venarotta e Palmiano. Mi ritrovo anche davanti all'Hotel Belvedere dove avevo trascorso un fine settimana per il SIT, lo Stelvio in Tour, il ritrovo dello Stelvio Club. 
Poi da Force, con una curva a gomito a sinistra, la strada provinciale 96 ci porta verso Comunanza e quindi ad Amandola, con la sua celebra piazza Risorgimento. 
 
 
E' un po' la porta dei Sibillini, e quindi proseguiamo proprio verso Sarnano e di qui, a sinistra, sulla provinciale 91 per Monastero. Si va verso i monti. I colori dell'autunno sono spettacolari.
 

In lontananza, tra le foschie lontane, si intravvede anche il promontorio del Conero. 
 
 
Raggiungiamo quindi il Lago di Fiastra.
 
 
Con tutto quello sfavillìo di colori negli occhi, risaliamo un po' il costone e proseguiamo in direzione di Camerino. A Sfercia, sulla provinciale 132, passiamo sotto alle rovine di Rocca Varano, una fortezza del XIII secolo. 
 
 
Nei pressi di Camerino il navigatore decide di nuovo di fare di testa sua, come quando eravamo ripartiti da Scansano. Perdo un po' la pazienza, e anche un po' di tempo.. ma alla fine torna a posto e possiamo lasciarci alle spalle Camerino. Poco prima di Castelraimondo prendiamo a destra per Pioraco e Fiuminata. Posti bellissimi, tra le gole, dove ci sono anche delle cartiere. E' incredibile come non ci fosse mai capitato di passare in luoghi così belli con tutti i giri che abbiamo fatto su e giù per la penisola. Nei pressi di Bivio Ercole saliamo verso Fabriano.
 
 
Vogliamo passare a nord del Lago Trasimeno e non a sud: quindi la direzione è Gubbio e, di qui, Umbertide, con la Statale 219. Da Umbertide a Cortona decidiamo di percorrere la SP34 "Umbro-Cortonese": scelta premiata da un bellissimo tracciato tra i boschi, curvoso e panoramico e senza traffico. Qui al passo della Cerventosa, sopra Cortona.
 
 
Una volta raggiunta Cortona, i tempi sono troppo stretti per dedicarsi alle colline delle crete senesi. Dobbiamo prendere la siena Bettolle e risalire diretti, fino a Poggibonsi, sede del pernotto odierno. 
 
Dove dormire: Ormai andiamo spesso all'Hotel Toscana Ambassador di Poggibonsi, a due passi dal raccordo Siena Firenze. E' confortevole e la zona è tranquillissima, oltre che vicina alla stazione di Polizia. Il centro di Poggibonsi è a 10 minuti a piedi e si trova da mangiare in tanti posti.
 
Dove mangiare: siamo tornati a cena alla "Macelleria del Borgaccio" dove eravamo stati in un nel giro di aprile 2025: non è economicissimo, ma si mangia dell'ottima carne e quando è così non c'è rimpianto.

Ecco il giro di oggi, da Ascoli a Poggibonsi (385km e circa 6 ore e mezza)

Sabato: il meteo al nord volge al peggio e, per quanto siamo attrezzati per la pioggia e per il freddo, conveniamo che non ha molto senso girare col maltempo, e con le giornate così corte. Sono cose che si fanno volentieri nella bella stagione, ma in pieno autunno e con le strane lune del meteo di questi ultimi anni è meglio essere avveduti. Dopotutto il nostro divertimento ce lo siamo preso tutto. 
Ci salutiamo dandoci appuntamento a presto.
Intanto, tra nebbia e pioggia, la Stelvio è arrivata oltre i 210.000 km: è tempo di tagliando, aquilotta!
 
  

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