Anche per quest'anno il mio Carugo è in sella alla Stelvio. Il motivo è soprattutto burocratico: visto che per ragioni di tempo devo fare tanta autostrada e che la targa caricata sul telepass è quella della Moto Guzzi, mi sembra sensato approfittare almeno dello sconto del 30% praticato alle moto col telepass. Sulla Thruxton non avrei questo beneficio. Senza contare lo spiattellamento delle gomme.
Riesco a partire a un orario decente. Non ho percorso neppure 20 km che, prima di entrare in autostrada, mi tocca indossare la giacca e i pantaloni impermeabili.
Fino a Forno di Zoldo è una lunga strada, da percorrere tra traffico intensissimo e code. Comunque per qualche ragione la Stelvio ha deciso di consumare davvero poco! Benzina a Spinea e a Treviso si va su, verso Belluno, dove l'autostrada termina.
Il cielo è coperto e scuro, e non ha smesso mai di piovere. Approfitto per rifornire alla IP poco prima di Longarone, dove il prezzo al litro della verde è ancora accettabile: conosco ormai i posti e so che il benzinaio dell'Eni poco prima di Forno di Zoldo pratica prezzi decisamente alti.
Finalmente da Longarone gli ultimi 17 km sono di curve: anche se piove, me le godo in buona sicurezza. Arrivo alle 19.30, circa, con gli amici arrivati alla spicciolata durante la giornata: Cesco, Moreno, Sciulz, Jules, Marco, Peo, Ste e Alessandra, Marzia, Riccardo. Le moto sono parcheggiate in bella mostra davanti all'hotel Posta e il proprietario mi saluta calorosamente.
Dove dormire: consiglio vivamente di soggiornare all'Hotel Posta. Innanzitutto sono persone di una cortesia e di una disponibilità eccezionali; inoltre l'albergo è molto carino e la colazione davvero fornita. Se si è in moto c'è un ulteriore valore aggiunto: hanno il locale delle caldaie dove è possibile lasciare i vestiti ad asciugarsi nel caso si sia presa pioggia durante il viaggio.
Corposa cena all'Insonnia: siamo già ben affiatati.
Appuntamento all'indomani mattina!
Sabato siamo bravissimi: alle 8 tutti pronti a salire in sella. Solo Sciulz si sveglia tardi e quindi non si unisce a noi per il giro.
A differenza di quanto dicevano le previsioni nei giorni scorsi, con pioggia per tutto il tempo, ieri sera si è aperta una finestra di qualche ora di bel tempo e vogliamo sfruttarla il più possibile.
Direzione Longarone, con le prime curvette asciutte e scena mistica quando prendiamo il ponte che dalla valle ci porta verso Erto: la nebbia sospesa a mezz'aria rende lo scenario veramente affascinante. Raggiungiamo la diga del Vajont.
Da qui lasciamo la SR251 e Fabio ci porta sulla vecchia via, che passa sotto il Monte Toc da dove si staccò la frana che provocò la tragedia dell'ottobre 1963. La strada non è percorsa da nessuno e ci godiamo dei panorami memorabili.
Poi ci reimmettiamo dopo Erto e proseguiamo verso Cimolais. Prima di Barcis, un ponte stretto ci permette di passare sull'altra sponda del lago, sulla via vecchia della Val Cellina.
E da qui vediamo gole meravigliose, con i colori dell'acqua tra l'azzurro intenso e il verde smeraldo.
Sosta caffè nei pressi del Ponte Antoi.
Ne approfittiamo per scattare foto dei bellissimi monti che si riflettono sulle acqua piatte del Lago di Barcis.
Dopo esserci rimessi in strada, poco più avanti lasciamo la SR251 e andiamo in direzione di Poffabro, sulla SR63. Poffabro è un piccolo borgo tra i monti, frazione di Frisanco, con una piazzetta dal cui belvedere si apprezza una magnifica vista sulla valle. Quattro chiacchiere con dei simpatici ciclisti che ci scattano una foto.
L'idea è di sfruttare al massimo gli squarci di sereno che continuano ad aprirsi: sono tutte opportunità di girare questi posti e di farlo all'asciutto! Quindi via a sinistra sull SR552 costeggiando il lago di Redona e attraversando i paesi di Tramonti di Sotto, di Mezzo e di Sopra.
Quindi si va verso il Passo Rest.
Poi la lunga e curvosissima discesa verso il fiume Tagliamento. Posti che nella mia percezione sono sempre stati lontani, "spersi" nell'estremo nord-est: passarci e andarci in giro, passare fiumi e paesi letti solo sui libri o visti solo sulle mappe aggiunge ulteriore fascino al giro.
Facciamo il punto della situazione nel punto in cui la SR552 si immette sulla SS52 "Carnica". Poi benzina a Villa Santina, quasi a Tolmezzo.
Costeggiamo il tagliamento fino a Chiusaforte, dove voltiamo a destra sulla SP76. Andiamo verso Sella Nevea. La salita è fantastica: ci divertiamo parecchio. Scavalliamo la zona degli impianti sciistici e scendiamo verso il Lago di Raibl (in Italiano Lago del Predìl, dal nome del passo che si trova poo distante, al confine con la Slovenia), dove ci fermiamo per un boccone.
Il lago è bellissimo.
Poco oltre prendiamo a destra verso la Slovenia.
La salita del Passo Predil ci porta proprio al confine.
Appena entrati in Slovenia dobbiamo indossare gli abiti impermeabili: abbiamo comunque girato col sereno molto più di quanto avremmo osato sperare.
La discesa della strada 203 è lunghissima. Superiamo il bivio che ci porterebbe al Passo Mangart, ma non saliamo: ormai il cielo è decisamente scuro e minaccioso, lassù. Giunti a valle, costeggiamo il fiume Isonzo, così importante nella storia d'Italia, sulla strada 206 in direzione di Trenta. Dopo Trenta, inizia la salita verso il passo della Moistrocca (in sloveno Passo Vrsic). I tornanti sono numerati: si parte dal 50 e salendo il numero diminuisce.
Per fortuna non sono 50 tornanti alla sommità, ma molti meno: nei 50 sono inclusi quelli a scendere sull'altro versante!
Proprio i tornanti dell'altro versante sono la cosa che più ci lascia interdetti: ad ogni tornante, da dove inizia a dove si chiude, non c'è l'asfalto, ma i cubetti di porfido! Con la pioggia è una miscela potenzialmente pericolosa per l'equilibrio su due ruote, in quanto la tenuta delle gomme viene pesantemente limitata!
Arriviamo giù, a Kranjska Gora, famosa per le gare di sci.
Qualche km più avanti voltiamo a destra seguendo le indicazioni per Villach: il confine con l'Austria è a pochi km, sul Wurzenpass. Un solerte doganiere austriaco non mi permette di fare una foto al cartello di ingresso in Austria. Dopo il confine, lungo la salita che attraversa la foresta, mentre piove, ci fermiamo a fotografare un vecchio carro armato T34 di fabbricazione sovietica, posto a bordo strada.
La discesa lunga e con pendenze notevoli giunge al fondovalle, sulla strada austriaca 83 che porta al valico di Coccau. Approfittiamo per fare benzina a € 1,35 e rientriamo in Italia, proseguendo per Tarvisio. Piove a catinelle e non accenna a smettere. Percorriamo sotto pioggia intensissima la SS13 Pontebbana, ripassando dal bivio di Chiusaforte dove avevamo girato per Sella Nevea. Lungo la SS52 superiamo Villa Santina e ci dirigiamo verso il Cadore salendo verso il Passo Lavardèt e scendendo verso Sella Ciampigotto.
Prima di arrivare a Vigo di Cadore, un ultima foto ai monti avvolti dalle brume a Casera di Razzo e a Sella di Razzo.
La SS51 di Alemagna è scorrevole e larga: la pioggia è torrenziale, ma per fortuna riusciamo a guidare abbastanza sollecitamente fino a Longarone, dove riprendiamo il bivio per Forno di Zoldo.
Arriviamo dopo circa 470 km, con un sorriso enorme sotto i caschi: mai avremmo pensato di riuscire a fare tanta strada, viste le previsioni; e di farla per centinaia di km all'asciutto. Tutto perfetto, praticamente!!!!
Doccia calda (alle volte abbiamo avuto anche 8 gradi..) e via per la serata all'Insonnia, dove ci accompagnano Lorenzo e Letizia che ci hanno raggiunto apposta per stare insieme!
Giro del Carugo 2019, tra Italia, Slovenia e Austria
Domenica mattina benzina a Longarone ed è il momento di salutarci: Peo, Stefano e Ale, Marco, Sciulz, Jules, Marzia e Riccardo prendono l'autostrada. Io sono diretto a Rimini per vedere degli amici: da Longarone, passando per Ponte nelle Alpi e scendendo verso Mel e Montebelluna prendo secchiate di acqua.
La Stelvio mi supporta alla grandissima, senza nessuna esitazione. Supero Camposanpiero, lambisco Padova e vado svelto verso la costa, in direzione di Chioggia. Pioviggina sempre e la pioggia rimarrà lungo la Romea, fino a Rimini.
Serata bellissima con gli amici ritrovati dopo anni.
Al mattino di lunedì è il momento di ripartire verso nord. Prima, però, salgo verso S. Marino e poi verso il Montefeltro: la strada per arrivare a Carpegna è panoramica e divertente.
Le piogge intense di ieri sera hanno lasciato il posto a un cielo meraviglioso, limpido, terso, con la luce che esalta i bellissimi colori delle colline.
Un vero piacere girare da queste parti!
Salgo al Passo della Cantoniera, poco distante.
Visto che è ora di pranzo, assaggio il prosciutto dop di Carpegna e mi sazio con un bel controfiletto di vitello arrosto.
La discesa è altrettanto bella: ecco la vista sulla Val Marecchia.
Il fondo stradale non è impeccabile, ma andando avanti capisco che garantisce una buona tenuta e dunque si può guidare senza remore.
Il bel borgo di S. Agata Feltria.
Raggiungo tra le campagne e le colline il bivio di Sarsina.
E' la E45, che mi porta verso cesena nord e la A14. Direi che non c'è altro che meriti di essere raccontato, da qui in avanti. Un fine settimana allungato, che mi ha portato dai monti, a 3 confini di Stato, al mare Adriatico: 1.617 km di divertimento, amicizia, e posti bellissimi!
Da Rimini verso il Passo della Cantoniera e discesa verso Sarsina
Corposa cena all'Insonnia: siamo già ben affiatati.
Appuntamento all'indomani mattina!
Sabato siamo bravissimi: alle 8 tutti pronti a salire in sella. Solo Sciulz si sveglia tardi e quindi non si unisce a noi per il giro.
A differenza di quanto dicevano le previsioni nei giorni scorsi, con pioggia per tutto il tempo, ieri sera si è aperta una finestra di qualche ora di bel tempo e vogliamo sfruttarla il più possibile.
Direzione Longarone, con le prime curvette asciutte e scena mistica quando prendiamo il ponte che dalla valle ci porta verso Erto: la nebbia sospesa a mezz'aria rende lo scenario veramente affascinante. Raggiungiamo la diga del Vajont.
Da qui lasciamo la SR251 e Fabio ci porta sulla vecchia via, che passa sotto il Monte Toc da dove si staccò la frana che provocò la tragedia dell'ottobre 1963. La strada non è percorsa da nessuno e ci godiamo dei panorami memorabili.
Poi ci reimmettiamo dopo Erto e proseguiamo verso Cimolais. Prima di Barcis, un ponte stretto ci permette di passare sull'altra sponda del lago, sulla via vecchia della Val Cellina.
E da qui vediamo gole meravigliose, con i colori dell'acqua tra l'azzurro intenso e il verde smeraldo.
Sosta caffè nei pressi del Ponte Antoi.
Ne approfittiamo per scattare foto dei bellissimi monti che si riflettono sulle acqua piatte del Lago di Barcis.
Dopo esserci rimessi in strada, poco più avanti lasciamo la SR251 e andiamo in direzione di Poffabro, sulla SR63. Poffabro è un piccolo borgo tra i monti, frazione di Frisanco, con una piazzetta dal cui belvedere si apprezza una magnifica vista sulla valle. Quattro chiacchiere con dei simpatici ciclisti che ci scattano una foto.
L'idea è di sfruttare al massimo gli squarci di sereno che continuano ad aprirsi: sono tutte opportunità di girare questi posti e di farlo all'asciutto! Quindi via a sinistra sull SR552 costeggiando il lago di Redona e attraversando i paesi di Tramonti di Sotto, di Mezzo e di Sopra.
Quindi si va verso il Passo Rest.
Poi la lunga e curvosissima discesa verso il fiume Tagliamento. Posti che nella mia percezione sono sempre stati lontani, "spersi" nell'estremo nord-est: passarci e andarci in giro, passare fiumi e paesi letti solo sui libri o visti solo sulle mappe aggiunge ulteriore fascino al giro.
Facciamo il punto della situazione nel punto in cui la SR552 si immette sulla SS52 "Carnica". Poi benzina a Villa Santina, quasi a Tolmezzo.
Costeggiamo il tagliamento fino a Chiusaforte, dove voltiamo a destra sulla SP76. Andiamo verso Sella Nevea. La salita è fantastica: ci divertiamo parecchio. Scavalliamo la zona degli impianti sciistici e scendiamo verso il Lago di Raibl (in Italiano Lago del Predìl, dal nome del passo che si trova poo distante, al confine con la Slovenia), dove ci fermiamo per un boccone.
Il lago è bellissimo.
Poco oltre prendiamo a destra verso la Slovenia.
La salita del Passo Predil ci porta proprio al confine.
Appena entrati in Slovenia dobbiamo indossare gli abiti impermeabili: abbiamo comunque girato col sereno molto più di quanto avremmo osato sperare.
La discesa della strada 203 è lunghissima. Superiamo il bivio che ci porterebbe al Passo Mangart, ma non saliamo: ormai il cielo è decisamente scuro e minaccioso, lassù. Giunti a valle, costeggiamo il fiume Isonzo, così importante nella storia d'Italia, sulla strada 206 in direzione di Trenta. Dopo Trenta, inizia la salita verso il passo della Moistrocca (in sloveno Passo Vrsic). I tornanti sono numerati: si parte dal 50 e salendo il numero diminuisce.
Per fortuna non sono 50 tornanti alla sommità, ma molti meno: nei 50 sono inclusi quelli a scendere sull'altro versante!
Proprio i tornanti dell'altro versante sono la cosa che più ci lascia interdetti: ad ogni tornante, da dove inizia a dove si chiude, non c'è l'asfalto, ma i cubetti di porfido! Con la pioggia è una miscela potenzialmente pericolosa per l'equilibrio su due ruote, in quanto la tenuta delle gomme viene pesantemente limitata!
Arriviamo giù, a Kranjska Gora, famosa per le gare di sci.
Qualche km più avanti voltiamo a destra seguendo le indicazioni per Villach: il confine con l'Austria è a pochi km, sul Wurzenpass. Un solerte doganiere austriaco non mi permette di fare una foto al cartello di ingresso in Austria. Dopo il confine, lungo la salita che attraversa la foresta, mentre piove, ci fermiamo a fotografare un vecchio carro armato T34 di fabbricazione sovietica, posto a bordo strada.
La discesa lunga e con pendenze notevoli giunge al fondovalle, sulla strada austriaca 83 che porta al valico di Coccau. Approfittiamo per fare benzina a € 1,35 e rientriamo in Italia, proseguendo per Tarvisio. Piove a catinelle e non accenna a smettere. Percorriamo sotto pioggia intensissima la SS13 Pontebbana, ripassando dal bivio di Chiusaforte dove avevamo girato per Sella Nevea. Lungo la SS52 superiamo Villa Santina e ci dirigiamo verso il Cadore salendo verso il Passo Lavardèt e scendendo verso Sella Ciampigotto.
Prima di arrivare a Vigo di Cadore, un ultima foto ai monti avvolti dalle brume a Casera di Razzo e a Sella di Razzo.
La SS51 di Alemagna è scorrevole e larga: la pioggia è torrenziale, ma per fortuna riusciamo a guidare abbastanza sollecitamente fino a Longarone, dove riprendiamo il bivio per Forno di Zoldo.
Arriviamo dopo circa 470 km, con un sorriso enorme sotto i caschi: mai avremmo pensato di riuscire a fare tanta strada, viste le previsioni; e di farla per centinaia di km all'asciutto. Tutto perfetto, praticamente!!!!
Doccia calda (alle volte abbiamo avuto anche 8 gradi..) e via per la serata all'Insonnia, dove ci accompagnano Lorenzo e Letizia che ci hanno raggiunto apposta per stare insieme!
Giro del Carugo 2019, tra Italia, Slovenia e Austria
Domenica mattina benzina a Longarone ed è il momento di salutarci: Peo, Stefano e Ale, Marco, Sciulz, Jules, Marzia e Riccardo prendono l'autostrada. Io sono diretto a Rimini per vedere degli amici: da Longarone, passando per Ponte nelle Alpi e scendendo verso Mel e Montebelluna prendo secchiate di acqua.
La Stelvio mi supporta alla grandissima, senza nessuna esitazione. Supero Camposanpiero, lambisco Padova e vado svelto verso la costa, in direzione di Chioggia. Pioviggina sempre e la pioggia rimarrà lungo la Romea, fino a Rimini.
Serata bellissima con gli amici ritrovati dopo anni.
Al mattino di lunedì è il momento di ripartire verso nord. Prima, però, salgo verso S. Marino e poi verso il Montefeltro: la strada per arrivare a Carpegna è panoramica e divertente.
Le piogge intense di ieri sera hanno lasciato il posto a un cielo meraviglioso, limpido, terso, con la luce che esalta i bellissimi colori delle colline.
Un vero piacere girare da queste parti!
Salgo al Passo della Cantoniera, poco distante.
Visto che è ora di pranzo, assaggio il prosciutto dop di Carpegna e mi sazio con un bel controfiletto di vitello arrosto.
La discesa è altrettanto bella: ecco la vista sulla Val Marecchia.
Il fondo stradale non è impeccabile, ma andando avanti capisco che garantisce una buona tenuta e dunque si può guidare senza remore.
Il bel borgo di S. Agata Feltria.
Raggiungo tra le campagne e le colline il bivio di Sarsina.
E' la E45, che mi porta verso cesena nord e la A14. Direi che non c'è altro che meriti di essere raccontato, da qui in avanti. Un fine settimana allungato, che mi ha portato dai monti, a 3 confini di Stato, al mare Adriatico: 1.617 km di divertimento, amicizia, e posti bellissimi!
Da Rimini verso il Passo della Cantoniera e discesa verso Sarsina