La giornata è molto bella e la partenza è di buon mattino. A dire il vero non ho idea di dove andare, ma salto in sella alla Stelvio e parto. La prima cosa da fare è trovare un benzinaio, che a 240 km la spia della riserva è accesa da 10km: tanto vale rifornire.
Direzione sud, SS9 Via Emilia. Nei pressi di Lodi capannelli di gente di tanto in tanto: sono assiepati a bordo strada per vedere la 1000 miglia storica che è sulla via del ritorno al Nord in arrivo da Roma.
E' bellissimo vedere quanto entusiasmo ed attesa susciti ancora questa corsa, con le sue macchine che tornano fuori direttamente dal passato, col loro rombo ormai desueto, con l'intenso odore di benzina che fa da scia, con i visi abbronzati dal sole degli equipaggi. E' un rito che si ripete tutti gli anni, prima per la gara competitiva e poi per questa sue rievocazione. Non posso non fermarmi per guardare le auto che sfrecciano: hanno tanti anni sulle spalle, ma vanno ancora che è uno spettacolo. Sono velocissime!
Potrei stare tutta la mattina ad ammirarle, visto che in realtà una meta non ce l'ho, per oggi. Alla fine, tuttavia, mi dispiacerebbe perdere una giornata di moto. Quindi riaccendo il bicilindrico a V della Stelvio e riparto verso sud. La strada presenta ormai numerosi tratti a doppia corsia per carreggiata, diverse varianti a scorrimento veloce ed anche delle "bretelle" che aggirano i maggiori centri abitati. Però il traffico di questa domenica mattina non è intenso e decido di attraversare le città, invece di passarvi intorno: Piacenza, Pontenure, Fiorenzuola, Fidenza e Parma..
Dopo Parma comincio a guardarmi intorno: pur diretto a Reggio Emilia, mi aspetto da un momento all'altro l'indicazione per Canossa.
Finalmente mi imbatto nell'indicazione nei pressi di Calerno. Lascio dunque la via Emilia e, dopo un passaggio a S. Polo d'Enza, mi basta seguire le indicazioni per "Castello di Canossa", facilmente individuabili grazie al colore marrone del cartello.
A Ciano d'Enza, una deviazione a sinistra, una salita e 8 km di strada che, dopo Rossena e il suo maniero, guidano con dolci curve verso un bivio: sul colle al di là del vallone, i resti diroccati del Castello di Matilde di Canossa.
Dal piazzale ai piedi della vecchia rocca, si gode della vista sulla vallata e sui calanchi che caratterizzano la zona.
Scattate queste foto, ritorno un po' indietro, per voltare quindi a sinistra, seguendo le indicazioni per Castelnovo nei Monti lungo la SP54. La strada si snoda fino alla SS63, la statale del Cerreto. Poco dopo l'immissione, nei pressi di Felina mi accosto per scattare questa foto al monolito della Pietra di Bismantova sullo sfondo.
La SS63 è molto piacevole, proseguo seguendo le indicazioni per Castelnovo e poi oltre, verso il Passo del Cerreto. Era dal 2011 che non tornavo da queste parti: all'epoca ero con Vecchialenza per il viaggio che mi avrebbe poi portato fino in Sicilia.
La parte che porta fino al Cerreto la percorro tallonando un GS con targa austriaca. In realtà ho la chiara sensazione che potrei passarlo abbastanza agevolmente, ma non ho nessuna voglia di ingarellarmi con alcuno. Alla sommità del Cerreto ci sono numerose moto parcheggiate.
Foto ricordo anche per la Stelvio.
Entro nel rifugio accolto dal simpatico proprietario. Vuol sapere se voglio accomodarmi in una sala con la tv dove gli altri centauri stanno attendendo di guardare la moto GP, che oggi corre a Le Mans.
Preferisco restare nella sala principale, con la moto in vista.
Un bel panino con prosciutto e formaggio mi toglie la fame.
A giudizio di molti, la Stelvio è una moto brutta. Sarà forse per la bruttezza o per il fatto che non ne girano tantissime, ma mentre mangio il panino in tanti arrivano e si fermano ad osservarla con attenzione.
Riprendo la strada per scendere verso Fivizzano: il primo tratto è molto buono, poi il fondo per diversi km è rovinato ed impone una certa cautela. Poi di nuovo torna ottimale e l'ultima parte fino al distributore Esso alle porte di Fivizzano è molto divertente. Anche perchè poi la discesa si fa meno ripida e il tracciato è più filante.
Fatto il pieno, consulto la cartina. Non so se arrivare fino alla costa, oppure cominciare a tornare indietro. Alla fine decido di esplorare alcuni percorsi che non ho mai fatto. Quindi da Fivizzano seguo le indicazioni per Licciana Nardi, a 18 km.
Non potevo mai immaginare quanto fosse divertente la strada Fivizzano-Licciana! Non è molto larga, ma presenta un tracciato vario, con tanti saliscendi, belle curve anche lunghe. Certo, non spingi al massimo, perchè quasi mai si vede molto avanti, ma le condizioni di questa strada che è di campagna sono davvero perfette! E non passa una macchina! Ottimo. Parte finale con discesa verso Licciana e bivio: a sinistra Aulla, destra Comano e passo del Lagastrello.
Non l'ho mai fatto: decido di provare.
La strada, la SP74 Massese, prima è un falsopiano guidabilissimo, poi sale verso sinistra e per il passo. E' bellissima, veloce, curvosa, da terza piena e quarta. Il motore della Stelvio suona "pieno" e potente. Uno spasso! Anche il panorama, con i monti ricoperti dai boschi, è molto suggestivo.
Traffico letteralmente inesistente: i tornanti quindi li faccio con un grande senso di tranquillità, anche perchè il manto stradale è in condizioni ottime! Arrivo al Lagastrello.
Subito dopo che riparto da questo punto, dopo essermi lasciato sulla destra il lago artificiale, la strada presenta subito dei tratti senza asfalto, con pietre grosse livellate. Certo inaspettata questa situazione, vista la strada perfetta finora. Comunque dopo poco torna ad essere in buone condizioni. Sul passo avevo consultato la mappa e mi dirigo quindi verso Rigoso e Monchio delle Corti. Comunque in generale le indicazioni dicono Parma: è la mia direzione e la seguo.
Passato Monchio delle Corti, con strada tutto sommato buona, fatta eccezione per qualche piccola sconnessione che però non disturba particolarmente, la strada risale fino al Passo del Ticchiano, sopra Corniglio.
Ridiscendo verso Corniglio. Giunto a Corniglio, godendomi i bei panorami delle vallate verdeggianti, un bivio indica Berceto verso sinistra. Imbocco la strada per località Bosco. Da qui fino quasi a Berceto SCONSIGLIO VIVAMENTE di percorrerla. E' in pessime condizioni, con improvvisi tratti del tutto privi di asfalto praticamente per nulla segnalati, anche in piena curva: da normale, improvvisamente l'asfalto letteralmente scompare per fare posto a tratti di diverse centinaia di metri ricoperti solo da detriti. Comunque lungo il tratto tra Bosco e Berceto c'è il Passo del Sillara.
Finalmente giungo sulla SS62 della Cisa. Scendo verso Berceto e continuo lungo la strada della Cisa, verso Parma. Le condizioni del fondo sono discrete: il tracciato è molto bello, ma la ghiaietta è sempre in agguato.
Continuo fino quasi a Parma e poi, guidando controsole verso Nord, ripercorro a ritroso la Via Emilia diretto a casa.
Alla fine, come spesso succede, dal non sapere dove andare, ho finito col percorrere diverse centinaia di km, scoprendo anche luoghi dove non sono mai stato.
Ecco a fine giornata il conto dei km sul display della Moto Guzzi.
Giro in Emilia e Lunigiana