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martedì 31 dicembre 2024

2024 - Km percorsi

E a fine anno eccomi al consuntivo dei km percorsi nel 2024.
L'ultimo giro dell'anno con la Stelvio è stato il 29 dicembre: a fine giornata il contachilometri segna 198.333. Si partiva dai 172.401 km percorsi nel 2023. Quindi nel 2024 ha percorso 25.932 km.
Il traguardo dei duecentomila complessivi è comunque a portata di mano e presto verrà tagliato.

 
La T120 ha girato davvero pochissimo: ancora meno dello scorso anno: al tagliando in Triumph a metà dicembre i km erano 24.665. Il dato che ne esce, partendo da quelli percorsi nel 2023, è di soli 2.779 km! Credo sia il chilometraggio più basso di tutte le moto che ho avuto! Ci tengo però a chiarire che l'uso alquanto limitato non è dovuto al fatto che la moto non mi piaccia (anzi!!!), ma è dettato da consapevoli scelte di "preservazione".

Venendo ai totali, al tirare delle somme, nel 2024 le mie ruote hanno girato per 28.711 km (oltre 2.200 più del 2023).







domenica 29 dicembre 2024

Fine dicembre sulle montagne innevate d'Abruzzo

Nei giorni di festa la pigrizia nell'alzarsi al mattino ha il suo peso, ma già da qualche giorno avevo voglia di approfittare della permanenza in Abruzzo per far girare un po' le ruote della Stelvio per le contrade di questa bellissima regione. Come mi succede spesso, non ho da subito una meta già decisa, complice anche il fatto che sono in giro da solo e non devo, quindi, concordare luoghi e appuntamenti per qualche rendez vous. Mi avvio lungo la SS16 "Adriatica" godendomi la vista del mare sulla destra, mentre la strada si snoda lungo la bellissima "Costa dei Trabocchi" tra saliscendi e dolci curve, dalle quali è possibile ammirare scorci di insenature e spiaggette presidiate da queste tradizionali macchine da pesca definite "ragni colossali" da D'Annunzio ne "Il trionfo della morte". Giunto nei pressi della foce del fiume Sangro, decido di spingermi più verso l'interno, visto il tempo favorevole e il sole che inonda la pianura e illumina la Majella, che si staglia in lontananza, coperta di neve.


Invece di seguire la statale a scorrimento veloce (la SS652) passo davanti alla stazione di Fossacesia e percorro la vecchia strada provinciale Fossacesia/Casoli che costeggia la sponda settentrionale del fiume Sangro, passando sotto al Castello di Septe e immettendomi poi sulla SS84 nei pressi della contrada di Selva Piana, praticamente sotto Casoli. Prendo quindi a destra raggiungendo poco più avanti la fantastica SS81 "Piceno Aprutina" e di qui raggiungo prima la periferia del bellissimo borgo di Guardiagrele e poi, scendendo verso l'Ospedale, seguo le indicazioni per Fara Filiorum Petri. Poco dopo l'immissione sulla SS263 della Val di Foro, andando verso destra c'è una pompa bianca: ne approfitto. Faccio anche un po' il punto della situazione: salgo verso la Majella o continuo sulla SS81, che ben conosco, per andare verso nord e divertirmi con tante curve? Alla fine prevale il richiamo delle salite e della montagna, quindi seguo la 263 verso Rapino e poi la SS539 per Pretoro. Siamo proprio sotto la Majella, le strade sono deserte e il fondo asciutto e ben tenuto. Una vera goduria! Il paesino di Pretoro si vede arroccato sul fianco del monte e proprio poco prima di uscire dal borgo, con una curva secca a destra, si inizia  a vedere la neve ammucchiata ai bordi della strada. Nei giorni scorsi il meteo è stato davvero inclemente da queste parti ed è venuta giù parecchia neve. Un paio di km di salita con curve dolci e arrivo al bivio sopra Pretoro, dove si trova la statua di un lupo ululante. A sinistra si sale verso Passo Lanciano e la Majelletta, ma c'è un fuoristrada della Stradale che blocca l'accesso: credo lo abbiano contingentato, perchè probabilmente in molti ambiscono a salire, ma la neve caduta suggerisce alcune cautele. Vado quindi a destra, verso Serramonacesca e Manoppello, sulla SS539: mi fermo nei pressi di una curva per godermi una meravigliosa vista del Gran Sasso innevato.


La SS539 sbuca nei pressi di Scafa, sulla SS5 Tiburtina che collega Pescara a Roma. La strada si snoda piacevolmente costeggiando l'autostrada A25: nei pressi di Turrivalignani si possono ammirare le colline ricoperte di vigneti, poi si raggiunge Piano d'Orta e quindi Tocco da Casauria, dove si produce la famosa Centerba Toro. Dato l'orientamento del sole, per lunghi tratti il tracciato è all'ombra, ma la temperatura si mantiene intorno ai 6 gradi: accettabile. Dopo Popoli, in direzione di Sulmona, passo sotto il bel borgo di Roccacasale, con le caratteristiche mura a guardia della torre sovrastate dal Monte Morrone imbiancato. Quando abbiamo fatto il viaggio del 2011 fino alla Sicilia, qui avevamo soggiornato con Nolmar, Vecchialenza e Terry.


Guidando ho scelto la mia destinazione: raggiungerò Sulmona e salirò verso Roccaraso, situazione stradale permettendo. La SS17 diventa una strada a scorrimento veloce. Passo da Bagnaturo, dove avevo dormito con Peo in occasione di un fantastico giro da queste parti alcuni anni fa, e proseguo verso la montagna. Sulmona a destra, Pacentro e Campo di Giove a sinistra: vado dritto, verso Pettorano sul Gizio. La strada sale molto, ma è molto divertente, larga e con il fondo pulito, pur essendoci la neve ammucchiata ai lati. Il sole (..e il sale..) la tiene asciutta. Sembra una di quelle strade svizzere che pur inerpicandosi verso i passi alpini sono agevoli e divertenti: ricorda un po' la salita al Sempione. Il bicilindrico di Mandello gira rotondo e placido, col suo suono cupo. Dopo un paio di gallerie la strada spiana: un cartello ricorda che ho raggiunto l'Altopiano delle Cinque Miglia.


Come si può vedere, di neve ce n'è in abbondanza!! Infatti le auto che passano di qua trasportano essenzialmente sciatori che vengono a godersi le piste molto ben attrezzate del comprensorio di Roccaraso e dell'Aremogna. Io sono salito, ma la temperatura è scesa: il termometro della Guzzi mi ricorda che siamo a -2 °C


Tuttavia a scaldarsi è il cuore, con la meravigliosa distesa bianca che mi circonda da ogni parte!


La circospezione è d'obbligo, visto il freddo. Diverse piste battute si distaccano dalla SS17 per addentrarsi nei campi circostanti


Però: che meraviglia!!!



Il lungo rettifilo nero porta verso Rivisondoli e Roccaraso, circa 5 km più avanti. 


Tuttavia, tornare sulla costa andando in quella direzione - e sarebbe davvero un bellissimo tracciato!! - significherebbe trovarsi a percorrere strade, verso Palena e la valle Peligna, sulle cui condizioni non sono informato: non sono strade larghe come quella da cui sono arrivato, ma strade con molti tratti all'ombra dove l'insidia è ad ogni metro. E in questi ultimi giorni da quelle parti di neve ne è scesa davvero tanta: i social sono inondati di poetici video di Campo di Giove e della stazione di Palena sommersi dalla coltre bianca e attraversati da maestosi cervi, in scenari che ricordano il Canada, Yellowstone o l'Alaska. Meglio evitare. Mentre scendo di nuovo verso Sulmona, posso ammirare la piana sottostante con i monti del Massiccio del Sirente sullo sfondo.


Il rientro è più o meno sulle stesse strade e dopo essere passato da Bocca di Valle e Guardiagrele, mentre le ombre cominciano ad allungarsi, colgo l'occasione per un ultimo scatto, questa volta in riva al mare. 


L'Abruzzo è incredibile: in pochissimo tempo sono passato dalla neve e dai 2 sotto zero di Roccaraso ai 14 gradi e alle calme acque dell'Adriatico. 


Qualche centinaio di km che portano la Stelvio oltre i 198.000 km e mi hanno regalato una giornata bellissima e spensierata. Ce n'è in abbondanza per spiegare perchè non mi piace sospendere l'assicurazione in inverno!

martedì 19 novembre 2024

Rev'it Halo, giubbino termico

Arrivano i primi freddi e per chi non ha nessuna intenzione di smettere di girare in moto è il momento per attrezzarsi con abbigliamento tecnico adeguato alle temperature. La mia scelta è ricaduta sul maglioncino termico (in inglese mid-layer, "strato intermedio") Halo della Rev'it. Ho diversi capi di questa casa olandese e mi sono sempre trovato bene: vedremo se sarà così anche in questo caso.
 
 
Si tratta di un giubbino dotato di zip anteriore, 2 tasche sui fianchi senza cerniere e una tasca più piccola sul petto chiusa da una cerniera. In fondo alle maniche, sui polsi, si trovano 2 asole nelle quali è possibile infilare i pollici per far si che le maniche non salgano lasciando scoperto l'avambraccio. Il taglio è ovviamente aderente per non ingolfare chi lo indossa sotto il giaccone da moto imbottito. 
Il giubbino è in Polartec Thermal Pro, un materiale che, pur di peso contenuto, dovrebbe garantire calore e allo stesso tempo essere confortevole e duraturo.


Dove acquistare: ormai da tempo mi trovo estremamente bene con Holeshotmoto grazie alla cortesia e alla competenza di Guido Passarelli. Quindi anche in questa occasione non ho avuto dubbi nel chiedergli consiglio. Una volta deciso, poi, la spedizione è a dir poco fulminea: una volta può essere fortuna, ma ogni volta i tempi di consegna sono rapidissimi e questo è un altro indice di grande serietà. Da ultimo, che non dispiace, il capo era venduto con un forte sconto: con € 71 me lo sono portato a casa (escluse le spese di spedizione)


martedì 29 ottobre 2024

Navigatore Tom Tom Rider 550

Dopo tanti anni, viaggi e km e gli ultimi mesi di traversie, mi sono deciso a procurarmi un navigatore nuovo. Il precedente Tom Tom Rider 410, dopo tanti anni e tanti viaggi, ormai perdeva colpi: si spegneva sempre e cominciava a lasciar passare umidità sotto lo schermo. Ho preso un Tom Tom rider 550. Era in forte sconto da Bep's e l'ho ordinato (circa € 279). Nella confezione, con il navigatore, c'è anche la basetta per fissarlo alla moto, che provvede anche ad alimentarlo.
 
 

A dire il vero, sono stato a lungo indeciso se prendere un telefono rugged oppure un navigatore, perchè non sono totalmente entusiasta del Tom Tom: trovo sempre abbastanza ostico caricare i percorsi e non è possibile caricare i gpx se non attraverso macchinosi passaggi. Di buono c'è una visualizzazione abbastanza semplice e chiara. Alla fine ha pesato anche l'esigenza di conservare tutti i luoghi memorizzati sul vecchio Tom Tom Rider 410.  Vedremo se più avanti riconsidererò la scelta e passerò alle app su un rugged smartphone o addirittura su uno di quei dispositivi carplay che si vedono sempre più spesso sulle moto da viaggio.

sabato 19 ottobre 2024

Verso la Svizzera, tra i monti dell'Alpe di Neggia e Indemini

Come spesso accade, partenza per un giro di giornata senza una meta precisa, in attesa dell'ispirazione. Mi dirigo verso il Lago Maggiore, passando da Oleggio. Arona? No: stavolta porto la Stelvio verso la sponda orientale e dopo aver passato il ponte di Sesto Calende seguo la strada verso nord, curando però di lasciare la via principale per dirigermi verso il lungolago di Angera. Sotto la rocca che domina austera proseguo verso Ranco, mentre l'acqua riflette il grigiore del cielo. Sullo sfondo le prime nevi sui monti.

Proseguo verso Monvalle e Leggiuno, dove i trova il bellissimo Eremo di S. Caterina del Sasso: vale assolutamente una visita! Mi lascio alle spalle Laveno prima e Luino poi, due località molto eleganti che si affacciano sul lago, e raggiungo Maccagno. E' da là che la provinciale SP5 si inerpica, regalando un bello scorcio panoramico.

Con la Stelvio che paciosa borbotta su per la salita, tornante dopo tornante (tutti abbastanza stretti e chiusi!) guadagno quota. La strada si restringe, il fondo stradale diventa sempre più ricoperto di foglie gialle di gusci di castagne.


 Entro in Svizzera dalla dogana di Indemini. Nessun tipo di controllo: tutto sembra abbandonato.

La strada non permette grandi andature: in compenso regala scorci molto suggestivi, come queste cascate che escono dal bosco, immerse nei colori gialli dell'autunno.

La strada prosegue ancora seguendo un tracciato abbastanza tortuoso, finchè nei pressi dell'Alpe di Neggia il bosco si dirada e il verde dei prati, dove pascolano paciosamente le mucche, prende il sopravvento. Sullo sfondo si scorge il lago.

Ecco la Stelvio ai quasi 1.400 metri dell'Alpe di Neggia.


Da qui in poi inizia la lunga discesa, in cui si susseguono i tornanti quasi senza soluzione di continuità: come per la salita, anche in questo caso sono abbastanza chiusi. Tuttavia non c'è nessun accenno di traffico e quindi posso impostare la traiettoria un po' come preferisco. Anche qui c'è modo di godere di una bellissima vista che spazia fino a Locarno e Ascona.

Un giro "lento", tranquillo, che si conclude costeggiando il lago da Gambarogno fino a rientrare in Italia dalla dogana di Dirinella. Anche qui, nessun controllo particolare. Alla fine saranno circa 300 km, con grande beneficio per lo spirito. La mototerapia non delude mai!


domenica 6 ottobre 2024

Marche in fuori strada

Stavolta il fine settimana è trascorso in modo "didattico", con un'esperienza di guida fuori strada.
A seguito di considerazioni fatte con le gambe sotto un tavolo diversi mesi addietro (..è a tavola che nascono le idee migliori!!!..) con alcuni amici del forum Guzzi Stelvio , l'amico Massimo Ferrara (espertissimo moto-viaggiatore) aveva preso informazioni e si è concretizzata la possibilità di un corso di guida fuoristrada per Maxi-enduro. Siccome da tempo la cosa mi ronzava in testa, non ho avuto esitazioni e ho colto la palla al balzo. E finalmente è giunto il fine settimana designato.
Il venerdì pomeriggio appuntamento al primo autogrill, sulla A1, con l'amico Alberto e il suo GS1250. 


Si parte alla volta delle Marche, dove il corso è stato organizzato per la giornata di sabato. Viaggio migliore del previsto, con un traffico tutto sommato gestibile. La pioggia ha fatto la sua puntuale comparsa, come da previsioni, ma senza dare fastidio più di tanto. Certo, a tenere lontane le apprensioni ci ha pensato anche l'abbigliamento adatto: il completo in goretex laminato della Rev'it si è confermato un ottimo acquisto. Non devo preoccuparmi di quale sarà il meteo, di chiedermi se sia o meno il caso di indossare l'antipioggia: posso concentrarmi solo sulla guida e rilassarmi. 
Una volta a destinazione, troviamo la V85TT di Emilio, già giunto a destinazione poco prima dalla Liguria. E mentre noi siamo alle prese con una birretta pre-cena, ci raggiunge anche Giacomo col suo Tuareg, dal Veneto. 
Passiamo una bella serata mentre consumiamo una gradevole cena nel ristorante dell'hotel. Cominciamo a scambiarci le idee e le aspettative per l'indomani.

Al mattino le moto sono un po' umide per via della pioggia della sera, ma un pallido sole spunta. 


Stando alle previsioni, pare anche che non debba piovere nel prosieguo della giornata. Vedremo: non consideriamo la cosa più di tanto, ad essere sinceri.
A 5-6 km dall'hotel ci troviamo con l'istruttore Nico Di Piero (..detto "traverso", per ragioni facilmente intuibili..) e con gli altri partecipanti al corso, tra cui anche Luca, altro membro del forum Guzzi Stelvio. Poco dopo ci raggiunge anche Massimo.


La mattinata trascorre in buona parte tra teoria, con cui Nico ci introduce ai principi di un tipo di guida nuovo per molti di noi, ed esercizi pratici di conduzione della moto e di lettura delle situazioni che possono prospettarsi mentre si guida. 





Una volta acquisita una certa fluidità, è il momento di mettere in pratica quanto appreso. L'istruttore conduce il gruppo per le sinuose strade che si snodano nei dintorni del promontorio del Conero, tra dolci colline e ampi scorci panoramici con vista sul mare.


Pausa per uno spuntino leggero, prima di riprendere in modo più impegnativo.


Il post-pranzo è di altro livello, in quanto Nico ci conduce per stradette secondarie, via via più impegnative. Si comincia con difficoltà date dalla pendenza lungo cui si snoda il tracciato, più che dal tipo di fondo, comunque tutt'altro che ottimale. Ma per il momento è ancora asfalto, per quanto molto molto sconnesso. Raggiungiamo così il lungomare di Numana.


Da qui in avanti iniziano le stradelle sterrate, alle quali ormai aneliamo tutti per poter provare quanto "studiato" a ruote ferme. Passaggio nei campi, in strade interpoderali, con il santuario della Madonna di Loreto che si staglia sulla collina.



Ci dirigiamo poi verso l'interno, con l'istruttore a fare da guida e Massimo a chiudere la coda per sincerarsi che non ci siano persone in difficoltà. Il fondo è più bagnato e meno ghiaioso.



Il serpentone si snoda tra i saliscendi delle colline, alternando alcuni tratti di asfalto, percorsi solo come raccordo con altre strade bianche. Grazie alle strade dalle pendenze molto ripide e dal fondo ghiaioso e solcato trasversalmente da canali formati dai rivoli della pioggia caduta negli ultimi giorni possiamo toccare con mano l'utilità delle istruzioni ricevute per affrontare strade con queste caratteristiche. Mi rendo conto che ormai alzarmi in piedi sulle pedane per sentire e condurre meglio la moto mi viene quasi naturale ed istintivo: fino al mattino non era certo così!
In una curva, a velocità praticamente nulla, appoggio in terra la Stelvio senza conseguenza alcuna: ero praticamente fermo. Massimo mi dà una mano a rialzarla e riprendiamo senza problemi.
Percorrere tratti erbosi e fangosi, nei solchi delle auto e dei trattori, "regala" strane sensazioni: le maxi-enduro, così pesanti ed imponenti, sembrano galleggiare in equilibrio precario. Gas costante, frizione sempre pronta, polso destro delicato e sensibile sono la ricetta per provare a passare indenni. 


Però è una bella soddisfazione una volta che si supera il test.


La Stelvio ha assaggiato un bel po' di fango. 


Proprio per rimuoverlo, l'istruttore ci porta su strade dove la ghiaia la fa da padrona e ci anticipa le caratteristiche dei prossimi tratti, ricordandoci quanto appreso e spiegato al mattino. Salite e discese attraverso i campi, sulle colline nella zona di Potenza Picena, Recanati e Civitanova alta.





Il gruppo si è affiatato e ci si danno consigli reciproci su come gestire le situazioni. 


Anche le pendenze più accentuate, con il coefficiente di difficoltà alzato dai canali di scolo e dalla larghezza ridotta della pista, le affrontiamo con maggiore consapevolezza dei nostri mezzi. Nico è sempre presente e ci guida nel fare le scelte più appropriate.



Si gira nei campi, con i cavalli, il mare Adriatico e il Conero sullo sfondo: molto bello.




Il giro si conclude dopo diverse decine di km. Chilometro dopo chilometro abbiamo acquisito sempre maggiore confidenza con le caratteristiche del terreno, migliorando clamorosamente la confidenza con la conduzione del mezzo anche in contesti che fino a qualche ora prima avremmo evitato a priori di  affrontare. 
La giornata in sella per noi continua con un'appendice che è un "regalo" di Massimo: ci porta in giro per le colline di Montecosaro per percorrere ancora qualche decina di km di sterrato ed è evidente la differenza di sicurezza con cui approcciamo questi percorsi! Ci salutiamo dandoci appuntamento per cena, quando ci raggiungeranno anche Barbara e Claudio.


Come si vede dalla foto, nella seconda parte del pomeriggio è spuntato anche il sole: ci accompagnerà  anche domenica, nel viaggio di rientro.
Alla fine i km percorsi saranno 999! E la Stelvio procede serenamente verso nuovi traguardi!


Dove alloggiare: ci siamo trovati molto bene all'Hotel Cristoforo Colombo ad Osimo, che avevo già usato quando ci siamo imbarcati da Ancona per la Grecia a Maggio 2024. Ha anche il ristorante interno (molto buono) e questa è una grande comodità in quanto non è necessario prendere la moto per cercare dove cenare una volta arrivati. Non c'è un parcheggio recintato, ma non abbiamo mai avvertito apprensione alcuna per le moto.

IL CORSO: qualche considerazione finale sul corso al centro di questo fine settimana. Si è trattato di un'esperienza assolutamente positiva, estremamente utile. Al mattino teoria ed esercizi, poi chilometri per mettere in pratica. Il numero dei partecipanti è quello giusto per consentire all'istruttore di curare con attenzione tutti, per consigliarli e correggerne gli errori. Ovviamente era un primo livello, per ridurre le remore nell'affrontare determinati tipi di percorsi con moto pesanti e imponenti come  le maxi-enduro (sono previsti livelli per preparare a sfide più impegnative), ma grazie alla professionalità, alla preparazione, alla pazienza e all'attenzione dell'istruttore Nico Di Piero ne sono uscito con un'accresciuta fiducia nelle mie capacità e con la voglia di cimentarmi ancora con questi contesti per ampliare il raggio della mia esperienza motociclistica anche allo sterrato. Come si dice: se son rose....