Non ho avvertito sensazioni di particolare affaticamento del collo e della schiena nonostante lo abbia indossato per lunghe ore ed anche a velocità autostradali: penso quindi che sia ben bilanciato (il peso è importante, ma non è l'unico fattore da valutare!). La chiusura della visiera chiara è ottimale: arriva a battuta sulla mentoniera e sigilla perfettamente. Ora, come già detto per altri caschi, verificherò la tenuta delle imbottiture e dei meccanismi dopo un uso più prolungato. Per il momento mi sembra un casco dal rapporto qualità/prezzo più che buono. Completa il tutto la chiusura micrometrica del cinturino: sicuramente molto comoda, anche se io, forse per mia fissazione, preferisco comunque quella a doppio anello. Ecco una visione del casco senza etichette.
Siti che guardo
mercoledì 24 aprile 2024
Casco Nolan N87
venerdì 19 aprile 2024
Casco Hype Venturmax
Posseggo diversi caschi, anche se la testa è una sola. Tuttavia alcuni di essi mostrano i segni dell'usura: del resto non li tengo certo nell'armadio a prendere polvere. Ne ho tenuti sott'occhio diversi, ma non mi ero ancora deciso. Un paio di giorni fa ho messo la testa dentro un negozio della catena Wheelup e l'occhio mi è caduto su questo.
È un casco Hype, una marca interna di Wheelup, prodotto in Cina, come ormai quasi tutto. Modello Venturmax in fibra, del peso di 1.650 grammi circa.
Esteticamente nulla da dire: mi è subito piaciuto. Me lo sono rigirato tra le mani con attenzione. 2 prese d'aria sulla mentoniera: una più grande ed una sotto, più piccina. 1 presa d'aria sulla fronte. Visiera parasole interna retrattile. Aletta parasole con diverse fessure per lasciar passare i flussi d'aria, rimovibile solo con giravite. Interni rimovibili e lavabili. Come da foto sotto, è previsto uno spazio per agevolare l'inserimento delle bacchette degli occhiali e viene venduto con una visiera Pinlock (sigillata) da montare sulla faccia interna della visiera chiara.
Il prezzo è estremamente contenuto, € 179, e in tutta franchezza non mi aspetto granché non tanto in termini di sicurezza quanto, piuttosto, di durata dei materiali: mi aspetto una perdita di compattezza dei guanciali interni, un rapido degrado dei dispositivi apri/chiudi delle prese d'aria e del meccanismo di fissaggio della visiera. Altri aspetti da valutare con l'uso: vedremo se, col caldo che ormai sta arrivando, la circolazione dell'aria sarà sufficiente; se il peso, non proprio contenuto, rappresenterà un problema indossando il casco per molte ore; se, altresì, gli interni sapranno assorbire il sudore. Ad ogni buon conto, una volta che l'avrò usato regolarmente, valuterò se acquisti di questo genere, in cui il prezzo gioca un ruolo quasi decisivo, valgono lo sfizio.
domenica 14 aprile 2024
In Toscana, sui percorsi dell'Eroica
Ancora un po' avanti e poi la strada diventa più divertente: dopo Pian del Voglio l'asfalto è meno tormentato, si gode di un'ampia vista sulla vallata e sulle gole dove corre l'autostrada, lontano in basso, con arditi viadotti. Il contesto diventa più montano, con pochi insediamenti e tanti boschi e prati, inondati dai colori della primavera. Oltre al verde, fiori gialli e viola punteggiano i campi. Passo Bruscoli (dove c'è anche un museo della Linea Gustav, che qui passava durante la II° guerra mondiale) e raggiungo il cimitero di guerra tedesco. Poco più avanti, l'immissione sulla SS65 con la rotonda che porta al valico della Futa. Io sono invece diretto verso valle, verso il Mugello e la Toscana. Poco dopo l'inizio della discesa, sulla sinistra, c'è il bivio per andare verso il passo del Giogo, ma non c'è tempo per allungare ancora la divagazione: conto di arrivare intorno alle 19-19:30: Moreno mi aspetta a Montevarchi. Mi lascio alle spalle Monte di Fo e la SS65 della Futa: volto a sinistra e scendo verso Panna (dove c'è lo stabilimento dell'acqua minerale omonima..) e poi verso Galliano. Non c'è nessuno, si viaggia meravigliosamente nei 25 gradi del tardo pomeriggio: perfetto. Torno sulla SS65 nei pressi del Lago di Bilancino, ormai nel Mugello, e proseguo verso Cafaggiolo, fino alla grande rotonda che mi porta in direzione Firenze sulla SR302 Faentina. Lo scopo è quello di evitare di attraversare Firenze e, più avanti, anche Pontassieve. Passaggio da Vetta le Croci e giù a sinistra verso Sieci, dove si passa sotto le arcate di un ponte ferroviario e si arriva sulle sponde dell'Arno. Qui, inevitabilmente, il traffico si fa più lento e sostenuto, ma non potevo aspettarmi qualcosa di diverso. Pazientemente, tra brevi incolonnamenti e semafori, aspetto di tirarmi fuori e riprendere la marcia più speditamente. Dopo Ponte a Ema comincia la SR222 Chiantigiana, alla quale miravo sin da quando ero salito dalla Faentina. Da qui ricomincia il piacere di guidare sui gradevoli saliscendi delle colline del Chianti: Strada in Chianti, Chiocchio e poi Greve in Chianti. Di qui, a sinistra, per andare verso Figline Valdarno. Prima, però, il Passo del Sugame e Dudda.
Scendendo verso Figline passo vicino al camping il Girasole, dove ormai tanti anni fa era stato organizzato uno dei Rebel di Bicilindrici Frontemarcia. Da Figline è solo tanto traffico, sulla strada verso S. Giovanni e Montevarchi: un grosso incidente ha costretto a chiudere l'autostrada in entrambi i sensi e il traffico è stato deviato sulla viabilità locale. In effetti è un delirio. Per fortuna in moto riesco a procedere abbastanza speditamente: saggia scelta quella di lasciare a casa le valigie in luogo di un più pratico rullo da sella! Sono le 19:30 passate quando, saliti i 100 metri di rampa che portano all'agriturismo, noto che oltre al GS di Moreno c'è anche quello, 40° anniversario giallo e nero, inconfondibile, di Fabio! Grande e gradita sorpresa!!! Ci eravamo sentiti appena il giorno prima e si era detto impossibilitato ad esserci. Ottimo!!!
Mi cambio, mi do una rinfrescata e torno a bordo piscina: noi festeggiamo con il prosecco che Fabio ha portato direttamente da casa, mentre le zanzare si abbuffano col nostro sangue: esseri maldetti! Ho saltato il pranzo e sono abbastanza affamato. Trovo soddisfazione nell'ottima cena preparata dalle cuoche del ristorante dell'agriturismo: già la scorsa volta, nel giro di fine Febbraio, ci eravamo trovati molto bene e anche stasera il vitto è ottimo e abbondante. Perfino la musica di sottofondo che ha messo il cameriere è perfetta! Poi, verso la fine della cena, viene a trovarci anche il nostro amico Leo: non ci si vedeva da un pezzo, ma abita non lontano e appena ha saputo che eravamo qui ci ha raggiunto. Oggi un sacco di belle sorprese!
Sabato mattina ci scaldiamo per un'oretta, con le belle curve che da Caposelvi salgono verso Rendola e Montegonzi, per poi raggiungere Gaiole in Chianti. E si finisce sulle strade dell'Eroica, la gara amatoriale di biciclette famosa per tenersi su strade bianche, di cui la Toscana è piena.
L'intera giornata la trascorriamo sul tracciato dell'Eroica, che alterna tratti di strade bianche a tratti asfaltati, che fanno da congiunzione tra i vari "mini-percorsi". Scenari toscani che più toscani non si può!
Il fatto di essere nemmeno a metà aprile fa sì che gli scenari non siano quelli di fine giugno, come suggerirebbero le temperature intorno ai 28 gradi, ma quelli primaverili.
Colori bellissimi, papaveri, fiori gialli nei campi: fantastico!
Ogni tanto mi piace fare foto ai segnali stradali, per dare un po' il senso di dove sono in giro. Le indicazioni dell'Eroica, scritta bianca su fondo marrone, sono sempre ben visibili.
Di tanto in tanto si passa accanto a dei casali o a dei piccoli borghi abbandonati, fatti di mattoni coi tipici colori di queste zone. Intorno, quasi sempre, cipressi e ulivi.
Ogni tanto si fa il punto della situazione..
Il fondo stradale è quasi sempre pura strada bianca, con ghiaia, ma duro e stabile. Ci sono alcune parti con pendenze del 10-12%, debitamente segnalati. Di tanto in tanto ci sono tratti più pietrosi dove, specialmente in discesa, il peso della Stelvio mi suggerisce di mantenere un'andatura molto moderata. Tutto comunque si gestisce abbastanza bene.
Verso le 2 del pomeriggio il languore della fame si fa sentire e ci fermiamo a mangiare un boccone. Alla fine dell'anello si rientra a Gaiole in Chianti dopo aver fatto più o meno 220 km. Impolverati in modo indicibile: spesso ero il terzo del gruppo e mi sono "divertito" a prendere tutta la polvere sollevata da chi mi precedeva!
Le moto sono a dir poco "lerce"!
Una volta tornati a Montevarchi è inevitabile cercare un lavaggio a gettoni per dare una ripulita!
Per giacca, pantalone, stivali e casco ci sarà tempo una volta tornati a casa. Che giornata stupenda però!!! Ci meritiamo una rinfrescata con del buon prosecco, direttamente dalle colline di Valdobbiadene! Per il rosso c'è la serata a cena: l'agriturismo ha una bella scelta di vini toscani e non si può non cogliere l'occasione per provarne un paio: ottimi!!!
Ecco il percorso che abbiamo fatto oggi.
In serata, altra ottima cena all'agriturismo, dove ritroviamo anche Marco con cui avevamo fatto amicizia l'altra volta e che ci aveva invitati a fare colazione nel capanno del suo papà Aldo. Si mangia bene, si beve bene e si fanno tanti piacevoli discorsi. Che bello andare in giro così!
Domenica mattina si riprende la strada verso casa, non prima di godersi almeno altre 3 orette di curve, dal Chianti verso Firenze, poi Ponte a Ema e Vetta le croci, fino a risalire dal Mugello e da Galliano, per tornare sulla Futa e scendere da Bruscoli e Montefredente fino a Sasso Marconi. A Rioveggio, proprio al bivio per andare verso Vado, ci fermiamo a bere qualcosa in un bar. Un ragazzo con una V100 Mandello ci chiede sconsolato se abbiamo dei cavi per la batteria. Quando gli rispondo "Certo che li abbiamo.. e abbiamo anche un avviatore!" mi guarda tra l'incredulo e il felicissimo! La sua V100 Mandello non vuole saperne di andare in moto. Armeggiamo un po' con la sella, colleghiamo i cavi e, dopo qualche tentativo, finalmente la Guzzi si accende: per questa volta gli è andata di lusso e può tornare a casa, a Reggio Emilia, senza dover chiamare un carro attrezzi. Con Moreno e Fabio ci salutiamo al Tamoil, qualche chilometro più avanti, prima del casello: il prossimo incontro sarà a...??? Stay tuned, come dicono quelli bravi! Intanto, per oltre 1.000 km ce la siamo goduta alla grande!
Dove alloggiare: ci siamo trovati ottimamente nell'agriturismo Villa le vigne a Caposelvi di Montevarchi. Personale accogliente e simpatico, spazio per lasciare le moto, luogo tranquillo con ristorante interno ottimo per qualità e varietà, spazio per rilassarsi all'aperto e camere ampie e spaziose. Consigliatissimo, se si vuol girare il Chianti e spingersi fino alla Val d'Orcia e alle Crete Senesi. L'autostrada, uscita Valdarno, è a pochi km: quindi anche se si vuole raggiungere questi luoghi rapidamente, la posizione è strategica.
martedì 2 aprile 2024
Giro di Pasqua 2024
Fa caldo e già sto sudando, con l'abbigliamento invernale. Mi rilasso, tiro fuori un giravite dal set degli attrezzi che mi porto sempre dietro e svito la virte dal morsetto. Non ho con me nè il WD40, nè uno spazzolino: provo a scrostare alla meglio la vite e il morsetto per ripristinare la funzonalità dei contatti elettrici. Per fortuna - o meglio, per quel poco di esperienza che ho - porto sempre con me una power bank appositamente per avere lo spunto per un avviamento di emergenza. L'avevo anche debitamente ricaricata e quindi la collego.
Poco più avanti giro a sinistra sulla SP98 delle Vigne. La conosco a memoria e ogni volta è fantastico salire su per i tornanti con la vista sulla vallata e sulle montagne circostanti! un paio di tornanti secchi appena alle porte di Calascio e volto a sinistra, in direzione di S. Stefano di Sessanio. La strada provinciale 7 passa proprio sotto le rovine di Rocca Calascio, celeberrime, spesso utilizzate come set cinematografico. Un posto magico, che merita di essere visitato con calma: l'Abruzzo è pieno di questi castelli e di eremi, che regalano emozioni quasi mistiche. Consigliatissimo! Nei pressi di S. Stefano di Sessanio, un piccolo scrigno che piano piano sta recuperando dopo il disastroso terremoto del 6 aprile 2009, si volta a destra per una stradina isolata. Si snoda quasi nel nulla, con tornanti che aprono la vista su scorci spettacolari del Gran Sasso.
Qui si vede il rifugio nei pressi del Lago Racollo. fra qualche settimana qui si potranno ammirare mandrie di mucche al pascolo, che vengono ad abbeverarsi; nonchè madrie di cavalli e greggi di pecore. Un'esperienza fantastica che richiama migliaia di turisti!
Sullo sfondo, il Corno Grande, la vetta più alta del massiccio del Gran Sasso e anche la più alta dell'Appennino, con i suoi 2.912 m. Qualche km più avanti mi immergo in quelle nuvole sulla sinistra.
La temperatura è crollata dai 22 gradi della partenza ai 2 gradi dell'altopiano di Campo Imperatore. Qui non si vede, ma nella direzione in cui procedo il cielo è nerissimo e non lascia presagire nulla di buono. Sono in ballo, però: ballo, visto che non ci sono strade alternative da percorrere per proseguire il viaggio. Appena scavallo inizia la lunga discesa verso il Nido dell'Aquila e Fonte Cerreto: curve ampie e aperte, che spesso permettono un'ampia vista sulla valle aquilana. In lontananza, lungo il pendio, si intravvedono i piloni rossi della funivia del Gran Sasso. Al bivio seguo la strada provinciale 86 del Vasto, a destra. L'ho già percorsa qualche volta, solo che non sempre la scelgo perchè in varie circostanze ci si imbatte nelle greggi che la attraversano: oltre al fondo stradale spesso sporco per via degli escrementi degli animali, si rischia di ritrovarsi in mezzo alle pecore o, peggio, alle mucche e ai cani pastore abruzzesi, che possono avere strane reazioni. Soprattutto queste ultime non sono situazioni che amo e preferisco non andare a cercarmele. Comunque per il momento è l'unica opzione per andare avanti senza dover fare un giro molto più largo. Proseguo e il fondo stradale è perfetto. Cerco sempre di stare a centro strada, per essere pronto a regaire ad eventuali animali: tanto non passa neppure una macchina! Questa volta è andata bene: nessun intoppo per questi 20 km fino al passo delle Capannelle!
Allego il link al percorso appena descritto: SP86: FONTE CERRETO-PASSO DELLE CAPANNELLE
Come si vede nella foto qui sopra, il cielo è molto nuvoloso nella zona. Infatti mentre mi dirigo sulla SS80 verso il lago di Campotosto il rischio di prendere pioggia è molto concreto. Sembra di essere lontanissimi da quella situazione di sole e clima mite che per la giornata di oggi sembrerebbe insistere un po' su tutta la penisola! Ma sono attrezzato. L'asfalto della strada SR577 che dalla SS80 va verso il lago è molto rovinato: non solo sconnesso, ma anche pieno di buche e ghiaietta: guido con prudenza e circospezione. Breve sosta nei pressi del baretto dove solitamente ci fermiamo quando passiamo di qua.
Riprendo il viaggio e in una 20ina di km sono ad Amatrice. Non ci ero più tornato dopo il terremoto: ricordo che ci eravamo passati nel giro in Abruzzo e Veneto nel 2016, poco prima che avvenisse e ci eravamo anche fermati a pranzo. Passo proprio vicino al Castagneto, il ristorante: è ancora in piedi e funzionante. Purtroppo tutto intorno i segni della devastazione sono ancora molto evidenti, soprattutto nella parte del centro storico che, per quanto ho potuto vedere, non presenta quasi più cumuli di macerie, ma è rasa al suolo. Solo un campanile è in piedi. Tutto intorno, casette prefabbricate che ospitano gli abitanti. Non me la sono sentita di scattare foto, anche se lo scopo sarebbe stato solo quello di documentare: ma mi è sembrato inopportuno. Solo una prova del mio passaggio.
Faccio il punto della situazione e scendo verso la SS4 Salaria: ho bisogno di fare benzina. Passo accanto al lago di Scanderello e poco più avanti, in direzione di Posta, trovo un benzinaio. Rifornisco e torno indietro seguendo le indicazioni di una deviazione per Ascoli Piceno. Ovviamente non arrivo fin là: supero Accumoli e nei pressi di Arquata del Tronto mi immetto sulla SS685 Tre Valli Umbre per raggiungere Norcia. Avrei potuto salire su per Forca Canapine e magari dare una sbirciata alla piana di Castelluccio di Norcia, ma ho ancora tanta strada da fare e non posso vedere tutto. Supero Norcia e mi dirigo verso Borgo Cerreto. Questa strada ogni volta è uno spettacolo: per certi versi mi ricorda la fondovalle della Val Borbera, ma è più lunga! Poi seguo per spoleto, ma prima una breve sosta per un panino nei pressi di Piedipaterno.
Ci voleva. Anche per decomprimere un po'.
Abbigliamento: il casco nella foto è un Nolan N87. All'andata avevo uno Shark in carbonio. Ho cambiato e finora le impressioni su questo casco sono positive: forse non sarà un top di gamma, ma mi sembra ben fatto e ben pensato, migliore dello Shark che ho lasciato giù, e in questo viaggio sta facendo egregiamente il suo lavoro. Vedremo con l'uso se si confermerà.
Il viaggio prosegue e dopo S. Anatolia di Narco (luogo di una mitica sosta mangereccia con Peo nel viaggio di luglio 2023 presso la BOTTEGA DELLE CARNI) passo a nord di Spoleto per andare ad intercettare la SS3 Cassia e proseguire oltre le Sorgenti del Clitunno (vale la pena di una breve sosta per visitarle: ci ero stato per la prima volta con Vecchialenza nel viaggio attraverso l'Italia del 2011) e Foligno; poi ancora svelto oltre Spello e Assisi e ancora, tra diversi cambi di corsia per lavori in corso, lungo la SS3 Cassia bis fino a Umbertide. Là esco, per fare un po' di vecchie statali (di fatto, parallele alla Cassia bis) e raggiungo Sansepolcro. L'idea che ho è quella di raggiungere Bibbiena passando da Anghiari. Sempre scenografica la salita drittissima in fondo alla piana, che porta in cima alla cittadina. Poi iniziano le curve che cercavo sulla SP43 della Libbia, verso Scheggia. Ecco il valico della Scheggia al quale puntavo, scoperto per caso anni fa.
Da allora, non manco di passarci se se ne presenta l'occasione. Strada pressochè perfetta, pochissimo traffico e tracciato molto divertente. E' già pomeriggio, ma posso contare sull'ora legale che aumenta le ore di luce: avanti verso Chiassa Superiore, poco a nord di Arezzo, dove mi immetto nella SR142 che "sale" verso Bibbiena, prima, e Poppi, poi. Infatti ormai ci ho preso gusto e ci metto dentro un altra bella strada: quella che da Stia attraversa il Parco delle Foreste Casentinesi e sbuca a Londa. Nel mezzo, il Valico Croce ai Mori.
Purtroppo qualcuno ha rimosso il cartello del valico: ora c'è solo un palo. Peccato.
Devo andare avanti: la strada da Londa comincia a pesarmi di più, perchè molto più trafficata. Dicomano, Borgo S. Lorenzo e S. Piero a Sieve sembra non mi passino più. Finalmente il Mugello con il lago di Bilancino, e mi avvio in direzione Bologna sullla SS65 della Futa. Sempre fantastica! Inoltre non c'è letteralmente nessuno: posso guidare con il massimo piacere fino alla rotonda in cima.
Come si vede le ombre stanno cominciando ad allungarsi. Prendo a sinistra la SP59, in direzione del cimitero di guerra tedesco, per passare poi da Bruscoli. Non scendo a Pian del Voglio per prendere la A1, ma continuo con la SP61 verso Montefredente e S. Andrea, fino a oltre Rioveggio, dove mi immetto a destra sulla SP325 della Val di Setta. Dopo Vado è il momento di terminare questa lunghissima divagazione appenninica, tutta per vie statali. Faccio benzina al Tamoil a 1 km dal casello. Il sole sta ormai tramontando, non è più il caso di cercare curve e la A1 fino a casa è un porto più sicuro. Entro a Sasso Marconi e in un paio di orette, dopo 14 ore di viaggio, senza neppure tanto traffico, arrivo a destinazione, con oltre 860 km sulle spalle (oltre 550 di statali, per fortuna!!!).
Super, la Moto Guzzi Stelvio, che passa abbondantemente i 178.000 km e, a parte la piccola defaillance del viaggio di andata, mi regala tanto piacere di guida!
Che figata poter fare questi giri: un po' faticosi, ma una boccata ristoratrice per lo spirito!!!
Ecco il totale del percorso di oggi (autostrade escluse): GIRO DI OGGI