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sabato 14 ottobre 2017

Giro a Porto Venere dai passi appenninici a metà ottobre 2017

Dopo il giro di fine settembre con Ste e Peo mi era rimasto il senso di incompiutezza: voglio arrivare a Porto Venere e stavolta ci arriverò!
Mi sono portato il navigatore, per non predere tempo a cercare le strade.
Di buon ora parto in direzione della Val Tidone: procedo spedito nella fresca aria del mattino fino a Castel S. Giovanni e Borgonovo Val Tidone. Le campagne scure  rilasciano odori intensi: alle volte stallatico, alle volte semplici odori di campi umidi.
Seguendo le indicazioni per la Val Trebbia, a Borgonovo volto a destra.

Nota: Attenzione ai due velox che si trovano dopo Torrevecchia Pia e a quello che si trova proprio davanti alla Stazione dei Carabinieri di Borgonovo Val Tidone: sarebbe un peccato ricordarsi il giro per una multa sciocca dove peraltro non c'è nemmeno gusto a dare del gas.

Verso Gossolengo seguo per la Sp654 della Val Nure.
La prima parte della statale è dritta e piatta, ma poi il tracciato diventa movimentato e piacevole, inerpicandosi sul fianco delle colline e correndo a mezza costa. Peccato che l'asfalto sia in buone o discrete condizioni, ma il tracciato sia spesso sconnesso per via della franosità delle colline.
Questo non aiuta. Quando a fine settembre siamo passati da queste parti con Peo e Ste Rouge l'asfalto ciha fatto penare non poco, anche dove non era proprio inesistente, come nella zona del Passo del Cerro e del passo Pianazze.
Anche per quello ho preferito questa volta percorrere la Val Nure oltre Bettola e fino a Ferriere, per poi raggiungere con una strada molto molto piacevole il Passo dello Zovallo.


Poco oltre il passo dello Zovallo si arriva al Passo del Tomarlo. Faccio una foto alla stupenda vista panoramica. Suggestive le nuvole a mezz'aria.


Dal Tomarlo sarei tentato di proseguire oltre fino a S. Stefano d'Aveto: la strada sarebbe bellissima!!


Ma non voglio deviare dal mio obbiettivo. Così torno indietro di un centinaio di metri e prendo la discesa in direzione di Bedonia: sono sulla Provinciale 81 che mi porta verso Ponteceno e di qui, a destra, spunta sul Passo Montevaccà. Strade appenniniche molto piacevoli, ma su cui guidare senza forzare troppo la mano: le sconnessioni dell'asfaltosono sempre in agguato.


La Stelvio si comporta ottimamente: sentire il bicilindrico V90 frullare in terza marcia è un piacere e l'anteriore da 50 della Marzocchi tiene la moto in traiettoria senza esitare mai. Da realmente tanta sicurezza.


Siamo al confine tra Emilia e Liguria..


 La discesa del cento Croci è molto panoramica e mi porta a Varese Ligure. Faccio benzina appena a valle del paese, ma metto quel tanto che mi basta per arrivare a destinazione: il prezzo della benzina è elevato.La discesa fino all'Aurelia è rapida e finisce con un ultimo tratto pianeggiante. Poi basta seguire le indicazioni per Porto Venere, sempre presenti. E ci si ritrova a La Spezia.
Dalla strada che si spinge oltre la città si può chiaramente vedere la Base Navale con il grande Arsenale.


La strada ricorda molto la Costiera Amalfitana: stratta, tortuosa, piena di saliscendi, trafficata. Però quando arrivi a sbucare sopra l'insenatura di Porto Venere lo sguardo è rapito dalla bellezza dei luoghi!


Immortalo la Stelvio all'ingresso del paese, prima di scendere verso il porticciolo.


Consiglio pratico: per parcheggiare la moto non ci sono problemi: basta scendere fin sul porticciolo e i posti per le due ruote sono numerosi. Inoltre dai numerosi ristorantini si può pranzare senza perdere di vista il mezzo.

Il navigatore riporta 275 km percorsi in poco meno di 5 ore.


Ecco il borgo, con le mura, le varipinte case fronte al mare, la bandiera bianca con la croce di S. Giorgio che sventola fiera sul torrione.


In fondo al borgo si erge, sulla rocca, l'antica chiesa, dai tipici colori liguri bianco e nero.

Mentre si sale ci si imbatte nella lapide che ricorda come il poeta Byron, innamorato di questi luoghi, amasse nuotare proprio in questo specchio d'acqua, dove una grande grotta si apre nella roccia nera e lucida.

Il colore del mare è indimenticabile.

La giornata, soleggiata e calda, rende ancor più ameno il panorama.
Dall'altra parte, il golfo di La Spezia, con le navi militari che transitano. Sulla destra l'isola di Palmaria, dove i battellini traghettano i turisti. Sembra davvero ancora piena estate!


Purtroppo il tempo corre e devo ancora fare molta strada. Quindi saluto il mare con un ultimo sguardo.


Da La Spezia seguo le indicazioni per l'Autostrada della Cisa, confidando di vedere presto le indicazioni per la Statale. Nessuna indicazione e mi ritrovo al casello a dover pagare e iniziare la A15 della Cisa La Spezia-Parma. Esco ad Aulla, prima uscita utile, un po' stizzito per aver dovuto pagare il pedaggio. Comunque mangio un rapido boccone ad Aulla, in un baretto dove già un altra volta ero stato, e di là imbocco la SS62 della Cisa.
Beh, la ricordavo messa male e avevano continuato a parlarmene male in molti anche quando avevo deciso di evitarla sistematicamente proprio per le sue pessime condizioni. Solo recentemente un amico parlava del fatto che fosse stata rimessa a posto. 
Devo ammettere che stavoltame la godo alla grande! Pochissimo traffico, tranne che nel punto iniziale. Curve, tante, e divertenti; asfalto perfetto e nessuna traccia della ghiaietta che trovavo sempre negli anni passati! Bellissimo!! Arrivo al passo.


Scatto una foto sulla vallata verso l'Emilia.


Anzichè entrare in autostrada a Fornovo, proseguo con la Statale passando da Varano de' Melegari, dove c'è il circuito. Quindi seguo per Fidenza: solo là, per l'ultima parte del viaggio, entro in A1 che siamo già sul far della sera. Alla fine questa intensa e bellissima giornata in moto è stata coronata dal successo: sono arrivato alla meta che mi ero prefisso, e ho fatto anche tante curve e poca autostrada.
517 davvero ben goduti!






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