Il tempo non è propriamente soleggiato. E' piuttosto grigio e volgendo lo sguardo in alto, forse potrei anche trovare pioggia.. e nebbia..
Comunque la strada, anche se un po' stretta, ha un tracciato piacevole, con molte curve coperte, ma anche diversi tratti da 3° piena: divertente, insomma! la pendenza non è eccessiva, ma bisogna fare attenzione a non prendere troppa confidenza, dal momento che le curve strette e a 90° arrivano improvvise e sono coperte dalla parete di roccia, che mi accompagna sulla destra.
A sinistra, invece, la vallata in fondo alla quale scorre il torrente. Salendo e addentrandosi nella valle, la strada diventa più stretta e la carreggiata si riduce sia per dimensioni, sia per via delle foglie cadute che si ammassano ai bordi.
...ma comunque l'ambiente in cui si viaggia è bellissimo e ricolmo dei colori vivi dell'autunno...
Di tanto in tanto si apre qualche scorcio della vallata..
Guardando con occhio più attento, sopra il letto del fiume, nel punto più stretto della gola, si può scorgere un ponte.. è un antico ponte di epoca Romana..
Mentre salgo, un cartello racconta che la zona è parte del territorio abitato dall'etnìa Walser. Erano un popolo discendente dagli Alemanni, che si stabilì nel Vallese (Svizzera) nell'alto Medio-Evo, per poi espandersi anche nelle zone confinanti dell'arco alpino a partire dal XII secolo. Parlano anche una loro lingua, il Titsch, che con un po' di perspicacia linguistica si arriva a capire che discende dal Deutsch. Del resto, il ceppo è quello. La storia della pololazione Walser è interessante.
Man mano che si sale, il paesaggio si fa più alpino.. quello su in alto dovrebbe essere il paesino di Sambughetto..
Intanto la Randagia si abbevera da un ruscello di montagna!
..e si arriva finalmente ai 1080 metri di Piana di Forno.
Dal momento che sono sprovvisto di antipioggia (..il mio mi ha tradito un paio di settimane fa e non l'ho ancora sostituito con uno nuovo), decido che può bastare, visto che comunque la salita è prossima a concludersi, le foglie aumentano rendendo un po' viscido il fondo stradale e aumenta anche la sabbietta. Prima però ecco la foto all'antico ponte romano: la scatto ritornando verso valle.
Arrivo di nuovo ad Omegna e seguo le indicazioni per Varallo e Cesara. Percorro la SP46 occidentale del Lago d'Orta. Passo sotto la roccia da cui, austero, domina la vallata il Santuario della Madonna del Sasso. Il lago è pacifico e anche la malinconia che le conferisce il cielo grigio e la nebbia sullo sfondo dei monti ha il suo fascino. Ecco l'isola di S. Giulio..
Dopo essere ritornato a Gozzano costeggiando il lago d'Orta, seguo a ritroso la SS229, ma scendo fino a Momo, oltre Borgomanero, prima di dirigermi ad Oleggio e quindi verso la SS336 dir e Milano.
Da oggi in avanti, si aspetterà senza programmare nulla: se qualche bella giornata dovesse capitare anche durante il lungo inverno, saprò coglierla!
Nessun commento:
Posta un commento
Apprezzamenti, consigli e critiche costruttive sono benvenuti!